Vorrei sapere se non mantenere la parola data possa essere considerata una forma di tradimento. Non parlo di un genere comune di tradimento, quello della vita quotidiana, ma della caduta in una vera e propria contraddizione in campo spirituale da parte di chi affermava di seguire un percorso di conoscenza, anche a un livello molto avanzato, e che poi non ha mantenuto quello che diceva di voler seguire. Parlandone con alcuni amici antroposofi, mi è stato detto che sono “manichea” (in senso dispregiativo) e che la libertà è anche quella di cambiare idea, o almeno di rallentare il ritmo della ricerca spirituale, magari per “riposare per qualche tempo”… Fabiola N.
Non mantenere la parola data può essere considerato un’interruzione di coerenza tra il pensiero e la volontà, soprattutto nel caso di una Via interiore che si è iniziato a percorrere. Il tema del tradimento è molto vasto e diversificato: si può tradire se stessi, o un principio in cui si crede, ad esempio si può tradire lo Spirito cadendo nel materialismo. Il fatto che un seguace dello Spirito non abbia la forza della coerenza, può derivare da un problema karmico che deve essere risolto. Se però si riprende in seguito la disciplina spirituale, o se la si prosegue con un ritmo meno pressante, può accadere che, anche se prima si era caduti in contraddizione, lo sviluppo della conoscenza renda possibile ritrovare la giusta strada. Allora può verificarsi che quella caduta sia l’occasione per realizzare certe forze di fermezza e determinazione che avevano bisogno di una prova grave per potersi affermare. Ci sono momenti di oscuramento dell’anima in cui si dimenticano le decisioni prese, le intenzioni originarie. Però è proprio il dolore dell’oscuramento che stimola le forze dell’Io. Rudolf Steiner, verso la fine del libro Iniziazione, parla della possibilità di tradimento da parte di un Iniziato. Questo ci fa capire che man mano che si avanza nella Via spirituale, le prove diventano sempre piú difficili, che sostenere determinate forze è sempre piú faticoso, e che l’ascesi esige quella conoscenza che non può essere data dalle semplici ragioni umane. A nessun livello, neppure se molto avanzato, si può avere la sicurezza di non cadere mai, di essere ‘arrivati’. A volte è proprio la caduta che dà la possibilità di sentire che qualcosa è perduto, e a quel punto lo si vuole riconquistare. Doverosa aggiunta: essere chiamata manichea è un vero elogio!
Ho iniziato da poco a interessarmi all’antroposofia e ho letto diversi libri di Rudolf Steiner. Mi domando – sempre che sia lecito farlo, e dato che in questo tipo di esoterismo si parla di reincarnazione – quale particolare anima del passato si sia reincarnata in un tale grande Maestro. Antonietta S.
Si tratta di un argomento molto delicato, che rischia di sollevare, nel trattarlo, obiezioni di ogni genere, soprattutto in ambito antroposofico, dove circolano varie e fantasiose supposizioni e deduzioni personali. In ogni caso, c’è chi ha avuto il grande coraggio di affrontare questo tema in maniera seria e approfondita. Si tratta del libro di Mario Iannarelli dal titolo Chi è veramente Rudolf Steiner?, che possiamo suggerire come lettura illuminante (molto interessante una precisazione dell’Autore su queste pagine: www.larchetipo.com/2013/dic13/pubblicazioni.pdf).
In diverse riunioni e in colloqui diretti Massimo Scaligero ha piú volte parlato del Bodhisattva Maitreya come ispiratore del Maestro dei Nuovi Tempi. Ha altresí parlato di Jeshua Ben Pandira come precursore del Cristo sulla Terra. La figura del Precursore è sia l’annunciatore, all’epoca dei fatti di Palestina, della venuta sulla Terra del Cristo in veste fisica (Giovanni Battista), sia l’annunciatore, nel secolo scorso, della venuta sulla Terra del Cristo in veste eterica (Rudolf Steiner).
Mi sono spesso domandato come mai molte persone che si dichiarano anti-materialiste diventano ugualmente vittime del materialismo. È un modo di pensare che hanno assimilato contro la loro volontà? O mentono agli altri e persino a volte anche a loro stessi? E come farlo capire a queste persone senza urtare troppo la loro sensibilità? Andrea d.B.
Possiamo dire che è proprio cosí: si diviene vittime del pensare comune, perché l’attività di pensiero è pienamente cosciente solo in una zona della coscienza. Ma in un’altra zona, non consapevole, il pensare assorbe le mille suggestioni derivanti dalla vita esteriore – dalla pubblicità, dalle letture, dai media, dalla televisione, dai social – e ne trae convincimenti mentali e atteggiamenti del tutto materialistici. Il nostro pensare ha bisogno di verità, e la necessità che ha di sentirela sicurezza di stare nella verità lo induce a credere di essere nella verità anche quando soggiace alle influenze esterne di cui non si rende affatto conto. Se noi ci accorgiamo che qualcuno che ci è vicino subisce questi condizionamenti, non possiamo pretendere che capisca quello che abbiamo capito noi. Dobbiamo renderci conto del fatto che lo sviluppo spirituale non è identico in tutti. Se vogliamo aiutarlo ad acquisire una maggiore coscienza del proprio pensiero e dei propri convincimenti, dobbiamo offrirgli il mezzo di muoversi verso lo Spirito dal punto in cui si trova. Non si possono fare dei salti. La verità, all’inizio, è soggettiva. Solo dopo un grande lavoro interiore, con l’aiuto di una valida e sana disciplina spirituale, ci si comincia ad avvicinare alla verità obiettiva, a quella di ordine superiore, che è identica per tutti. Quindi non dobbiamo giudicare l’altro se è ancora legato al pensare comune, materialistico, magari credendo di esserne immune. Al tempo giusto verrà anche per lui il risveglio della coscienza. Noi possiamo solo dare dei suggerimenti perché un tale risveglio accada, ma questo può verificarsi solo attraverso la libera volontà dell’altro.
In relazione all’articolo, acuto e molto apprezzato, pubblicato “Sulla Democrazia”. Da una conferenza tenuta a Dornach il 28 ottobre 1917, O.O. N° 177. R. Steiner, Politica, Anno 21 n. 07 – Luglio 2016, avrei piacere di sapere chi è la persona del 1910 a cui sono riferite le affermazioni riportate… Patrizia M.
In quella conferenza, da cui abbiamo stralciato una breve selezione che compare al link www.larchetipo.com/2016/07/politica/sulla-democrazia/ Rudolf Steiner si riferisce allo scrittore ed economista Francis Delaisi, del quale cita due opere che ritiene molto interessanti: La Democratie et les Financiers e La guerre qui vient.
Gentile redazione, vorrei sapere se organizzate viaggi di gruppo in località interessanti. Mi piacerebbe viaggiare con altri partecipanti. Grazie. Rosanna C.
Gentile signora, la pregherei di leggere attentamente i contenuti della nostra rivista.
Gentile redazione, ho visto che la rivista parla di cose religiose, allora vorrei sapere se organizzate viaggi in gruppo a santuari. Grazie. Rosanna C.