«La sfera del linguaggio è sottratta all’arbitrio umano; vi agiscono temporaneamente gli Dei».
Rudolf Steiner, 21 sett. 1909 – O.O. N° 114.
Il parlare non scaturisce direttamente dall’Io, bensí in effetti dall’organismo astrale. L’animale possiede anche l’organismo astrale, ma di norma esso non lo porta a parlare. Questo perché tutte le parti costitutive dell’entità umana e di quella animale non sono presenti solo per se stesse, ma ciascuna è compenetrata da tutte le altre, ragione per cui viene modificata nella sua essenza.
Non è mai giusto nel senso pieno della parola dire che l’uomo consiste di corpo fisico, corpo eterico, corpo astrale e Io, in quanto si ha facilmente il pensiero che queste parti costitutive della natura umana siano una accanto all’altra, e che sia possibile una interpretazione che le pone una accanto all’altra. Esse non si trovano una accanto all’altra, ma si compenetrano nello stato di coscienza desta.
Per questo si deve dire: l’uomo non ha solo un corpo fisico, che avrebbe un aspetto del tutto diverso se seguisse solo le sue leggi, ma ha un corpo fisico modificato dal corpo eterico, dal corpo astrale e dall’Io. In ogni singola parte costitutiva della natura umana sono presenti anche le altre tre. Per questo anche nel corpo astrale si trovano tutte le altre parti della natura umana. Anche l’animale è nelle stesse condizioni: il corpo fisico si trova nel corpo astrale dell’animale, il corpo eterico si trova nel suo corpo astrale, ma l’Io modifica solo nell’uomo il corpo astrale, e dal corpo astrale modificato dall’Io parte l’impulso del parlare.
Proprio di questo si deve tener conto, volendo arrivare artisticamente nell’arte della parola sino al singolo suono che altrimenti nel parlare di ogni giorno viene configurato in piena incoscienza. Tale incoscienza deve essere innalzata in certa maniera sino alla coscienza, se si deve portare il parlare da una condizione non artistica ad una artistica.
Riflettiamo solo su di un fatto. Il parlare in assoluto non è scaturito dal parlare che usiamo oggi nella vita comune, altrettanto poco quanto lo scrivere degli uomini dalla nostra scrittura. Paragoniamo l’antica scrittura ideografica egizia e avremo ancora un’idea da che cosa deriva lo scrivere. Altrettanto il parlare non è scaturito da quello odierno, contenente ogni cosa, convenzionalità, termini conoscitivi e cosí via, ma da ciò che vive artisticamente nell’uomo. Se si vuole considerare l’elemento artistico in questa prospettiva, si deve avere come minimo una sensibilità per vedere che la parola è scaturita dall’artisticità, non dall’utilitarismo, dalla scientificità umana.
Durante l’evoluzione terrestre vi furono tempi in cui gli uomini proprio non potevano parlare senza un ritmo, anzi avevano il bisogno di parlare sempre ritmicamente. Vi furono tempi in cui ad esempio non si poteva far altro, quando si diceva qualcosa che sembrava da sottolineare, che dirlo configurando il linguaggio. Prendiamo per esempio molto semplicemente che qualcuno avesse voluto dire, partendo dagli impulsi del parlare delle origini, che una persona inciampava. Gli sarebbe stato sufficiente dire che inciampava sul bastone (er stolpert über Stock), in quanto i bastoni erano dovunque nei tempi antichi, oppure, dato che anche le pietre erano dovunque, che inciampava sulla pietra (er stolpert über Stein). Ma non era cosí che diceva, bensí «inciampa su bastone e pietra» (er stolpert über Stock und Stein), perché nello Stock und Stein, anche se con questo non si caratterizzava esattamente il mondo esterno, era presente una interiore configurazione artistica del linguaggio. Se si voleva indicare qualcosa sottolineandola, si diceva che una nave non affonda solo con gli uomini, ma anche con quelli che forse non si hanno affatto volentieri sulla nave, i topi. Si diceva che la nave affonda con uomini e topi (mit Mann und Maus), se vi si dà una forma partendo dall’impulso delle origini del parlare [per l’italiano si pensi a salvare capra e cavoli].
Di fatto oggi questo impulso del parlare vive in maniera esigua nell’umanità, e vi sono ragioni per cui esso non opera. Esistono perché purtroppo già nelle scuole esso non ha efficacia, perché le nostre scuole, e tutta la vita internazionale, hanno perduto l’elemento artistico. Per questo nelle scuole Waldorf dobbiamo tanto impegnarci nell’arte, perché le scuole odierne hanno perso l’elemento artistico e sono impegnate solo nella scienza. Ma la scienza è non-artistica, e appunto la scienza ha permeato a fondo la scuola. Nel corso degli ultimi quattro o cinque secoli la scuola è divenuta sempre piú quanto di piú barbaro si possa pensare per chi con senso artistico entri in una classe.
Ma se già nell’educazione non è presente l’elemento artistico, e in una classe si parla, perché il parlare è una parte dell’insegnamento, se già nella scuola è assente l’arte, non fluisce nell’educazione, è del tutto ovvio che piú tardi nella vita gli uomini non l’avranno. Ne consegue che oggi l’umanità in generale ha pochissimo senso artistico, e quindi neppure un gran bisogno artistico di dar forma al linguaggio.
Si dice troppo di rado che qualcosa non è detto bene, e invece molto spesso che qualcosa non è detto correttamente. Il grammatico pedante fa le sue correzioni, ma la persona con sensibilità artistica corregge molto raramente il linguaggio di qualcuno. È opinione comune che non sia cosí necessario.
Il corpo astrale giace in gran parte nel subconscio degli uomini, ma l’artista del linguaggio deve imparare a dominare quel che avviene inconsciamente nel corpo astrale per il parlare abituale. A poco a poco si è cominciato a sentirlo negli ultimi tempi, e per questo sono sorti diversi metodi non solo per il canto, ma anche per la recitazione, la declamazione e cosí via.
Certo, occorre avere chiara coscienza, nell’educarsi alla configurazione del linguaggio, che gli organi della parola vanno lasciati in pace, facendo invece agire l’organismo della parola, l’oggettivo organismo della parola esterno all’uomo. A questo fine sarà comunque necessario che si abbia una certa sensibilità per che cosa è valido in una prospettiva artistico-poetica. Nel futuro però essa dovrà procedere dal piú profondo del cuore umano, perché la forza direzionale che esisteva in passato non potrà piú esserci nella stressa misura nel presente e nel prossimo futuro.
Rudolf Steiner e Marie Steiner von Sivers
Selezione da R. Steiner e M. Steiner von Sivers, Sprachgestaltung e arte drammatica,
O.O. N° 282 – Editrice Antroposofica, Milano 1990.