Forse è nata da questa la pulsione
che nei secoli ha spinto le orde barbare,
i pirati, gli eserciti, i banchieri
a far man bassa di Saturnia Tellus,
terra felice per natura e clima,
dove crescono al meglio vite e grano
per nutrire nel modo giusto e sano
il genio, la cultura, l’eccellenza
di talento nel fare e nel pensare.
E non bastando la rapina e il furto,
l’invidia impone il culto dell’oltraggio
alla bellezza, all’armonia, al nobile
repertorio di oggetti, segni e opere
di cui si avverte la capacità,
oltre la forma, di trasumanare.
Ed è questo che forse ancora oggi
spinge i barconi, i nomadi, gli Accadi,
a fare dell’Enotria un res nullius,
un trastullo da usare e da abusare.
Non potendone cogliere e carpire
il segreto per cui tanta opulenza
e favor dei gratificano un popolo
e una terra, ne invidiano il destino
guastandone il rapporto col divino.
A torto ritenuti gli abitanti
di un ameno Paese dei Balocchi,
da Borsa e spread umiliati e offesi
siamo solo il Balocco dei Paesi.
Il cronista