Le libertà di espressione e di associazione hanno consentito, nei paesi democratici, di riunire gli uomini della stessa opinione nei partiti. La crisi profonda che li coinvolge tutti è anche dovuta alla convinzione che solo la propria ideologia – sperimentata a livello cerebrale e coinvolgente oscuri stati d’animo – possa offrire la soluzione per tutti i mali della società. Indubbiamente in buona fede, i protagonisti dei diversi partiti, certi di essere i soli depositari della verità, cercano di imporre le loro convinzioni a tutta la società per la sua salvezza. Dimenticano troppo spesso l’insegnamento del migliore liberalismo, secondo il quale non dovrebbe temere il confronto, e dal quale potrebbero trarre essi stessi ulteriori ammaestramenti oppure altre conferme alla validità delle loro idee. Trascurano che gli innumerevoli problemi di una società moderna possano essere avviati a soluzioni dal fiorire di autentiche forze nel maggior numero possibile di uomini, operanti in tutti i settori della vita sociale.
La spiacevole sensazione di incertezza, che è sempre nascosta dietro all’affermazione piú dogmatica, mette fretta al partito al potere nell’attuazione dei suoi princípi. È questo uno degli aspetti che ha contribuito alla nascita dello Stato unitario moderno, il quale rappresenta, con la sua invadenza, lo strumento piú diretto per imporre rapidamente, a tutti i livelli, una particolare concezione.
Per quanto tutti si proclamino democratici, in fondo per ogni militante politico di oggi l’opinione altrui è sempre qualcosa di scarsa rilevanza, della quale si può tener conto tutt’al piú per ragioni tattiche. L’uomo di partito, anche se non ama ammetterlo, si considera un po’ un superuomo, tanto da sapere, come rileva Rudolf Steiner, sempre molto bene cosa deve imporre agli altri, non preoccupandosi troppo di ciò che dovrebbe imporre a se stesso. Conseguentemente lo Stato, nato dalla partitocrazia, ritiene se stesso in grado di risolvere qualsiasi problema spirituale, giuridico, economico mentre, a cagione delle sue strutture burocratiche tendenti spontaneamente all’inerzia, i suoi interventi sono sempre piú inefficaci.
Tuttavia dietro a tutto questo vi è una esigenza profonda che non si può ignorare. Si avverte che nessuna società potrà mai risolvere i suoi problemi se non porrà al suo vertice una autentica forza. I fatti però stanno dimostrando che la soluzione non può venire da una statica organizzazione statale, tantomeno può conseguire dal gioco delle diverse formule politiche.
Crediamo che il mondo moderno abbia soprattutto bisogno che un numero sufficiente di uomini, in ogni nazione, realizzi una autentica esperienza dell’Io Superiore, in armonia con le esigenze evolutive della nostra epoca. È questo il compito che attende i migliori, contro i quali necessariamente si scatenano tutte le forze avverse, le quali agiscono mediante le piú sottili insidie interiori e lo scatenarsi delle piú drammatiche difficoltà esteriori. A causa della mancata realizzazione dii questa particolare esperienza, la nostra civiltà brucia ogni giorno le sue forze piú vive. Infatti non vi è comunità, anche piccola, non vi è organizzazione culturale, politica, economica, che non sia sorretta dalla presenza di esseri portatori (il piú delle volte inconsapevoli) di una potente moralità. Al sacrificio di questi uomini si deve se non siamo ancora precipitati nel caos completo. Le loro forze sono però ogni giorno sempre piú indebolite dal fatto che essi non trovano una rispondenza immediata, al loro agire, nel contesto sociale. L’assenza di una libera vita spirituale toglie loro infatti ogni nutrimento; cosí come la mancanza di un numero sufficiente di persone che abbiano realizzato una esperienza interiore viva, impedisce loro di identificare e quindi di continuare coscientemente la loro magnifica missione.
Dovrebbe essere chiaro che non ci riferiamo a nessuna organizzazione esteriore: confessionale, statale o di opinione. La maggior parte delle istituzioni attuali, se pretendesse di aver realizzato le forze alle quali alludiamo, illudendosi cosí di poter trasferire sul piano esteriore il frutto di un clima delicatissimo, imporrebbe solo la sua particolare visione: uccidendo ogni germe di libertà cosciente.
Siamo tutti talmente adusi a una visione che si limita all’apparenza esteriore, che solo con grande difficoltà possiamo immaginare come una condizione interiore possa agire sui fatti. Eppure la conquista, in un numero sufficiente di uomini, di un determinato livello spirituale, può far fluire verso l’umanità intera un torrente di forze meravigliose.
Vi è però una condizione essenziale al raggiungimento di questa meta: una assoluta moralità. La presenza di una spiritualità solare in un certo numero di personalità, può trovare la sua espressione sociale solo dal rapporto che viene a crearsi fra la forza purissima che questi sperimentano disinteressatamente e il libero riconoscimento che viene loro dagli altri uomini. Un’autentica gerarchia non ha bisogno di alcuna autorità esteriore, la quale ha invece una sua legittimazione piú in basso sul piano giuridico. Né tanto meno ha bisogno di potere economico, dal momento che le sue necessità materiali dovrebbero essere risolte solo dalla spontanea donazione di chi riconosce l’importanza della sua presenza.
La codificazione esteriore di una esperienza spirituale stigmatizza la sua decadenza. Infatti il costituirsi delle diverse chiese ha sempre reso piú difficile il contatto con l’impulso perenne dal quale avevano avuto origine. Possiamo avere una idea del giusto rapporto gerarchico da una immagine che viene dall’antico Oriente: il Re che ascende la montagna spontaneamente per chiedere consiglio all’asceta che vive isolato dal mondo.
Oggi l’uomo (pur senza saperlo) è tanto vicino alla esperienza spirituale che non vi è piú bisogno di saggi che si difendono ponendosi al di fuori della vita. Vi è però urgente bisogno di uomini concreti che sappiano restituire lo spirito del Logos alla Terra, e di altri uomini che comincino a riconoscere una autentica esperienza interiore.
Argo Villella
Selezione da: A. Villella Una via sociale Società Editrice Il Falco, Milano 1978.