La fiaba del Serpende Verde e della Bella Lilia

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La fiaba del Serpende Verde e della Bella Lilia

Illustrata da David Newbatt

IL PIÚ CONTIENE IL MENO

 

Fiaba GoetheA noi moderni, che per poter evolvere verso l’auto­coscienza personale da secoli ci siamo abituati a pensare in aridi concetti astratti (ossia vuoti di immagini piene di vita), il linguaggio delle fiabe appare “strano” o “barocco” o semplicemente incomprensibile. Tanto che alcuni peda­goghi della domenica hanno ritenuto opportuno demoniz­zare le fiabe come retaggio di “infantili” tempi passati.

In realtà il concetto astratto e l’immagine piena di vita sono due “lingue” diverse: la prima piú adatta a esprimere l’elemento corporeo e l’approccio scientifico all’esperienza, la seconda piú adatta a esprimere l’elemento animico e l’approccio artistico alla conoscenza.

Dico piú adatta perché spesso e volentieri l’immagine esprime il corporeo e il concetto l’animico – come in quei pedagoghi “centimetristi” che non vedono piú in là del loro naso, perché dotati solo della logica del 2 (giusto/sbagliato) e non di quella del 3 (giusto/dipende/sbagliato) – creando quella confusione che ritiene giusto/scientifico il pensare astratto per concetti e sbagliato/fantasioso, quindi da escludere, il pensare per immagini concrete.

Tuttavia, cosí unilateralmente pensando non ci si può avvicinare alla ricchezza scientifica, in parti­colare sociologica, come vedremo, della Fiaba del Serpente verde e della bella Lilia. Fiaba che vive del linguaggio artistico per immagini concrete che, come il segno + (piú) contiene il segno – (meno), includono il pensiero scientifico concettuale astratto.

David Newbatt «Fiaba»

David Newbatt «Fiaba»

In questo volume ne potete “assaporare” una versione, tratta dalla traduzione originaria di Thomas Carlyle del 1832, illustrata dalle 7 evocative tavole di David Newbatt, che suddivide la Fiaba secondo il ritmo del giorno: I – Mezzanotte; II – Mattina; III – Mezzogiorno; IV – Crepuscolo; V – Mezzanotte; VI – Mattina; VII – Mezzodí sfolgorante.

Newbatt si è specializzato nell’insegnamento delle arti visive e il teatro, vive e lavora in Scozia, in una Comunità Camphill di giovani adulti con bisogni educativi speciali ad Aberdeen, e insegna nella locale Scuola Waldorf. È un artista affermato che impiega diversi mezzi espressivi, soprattutto acquerelli, pastelli o acrilici, e dipinge anche murales.

Nella sua prefazione spiega: «Il lavoro su questo progetto si ispira alle ricerche di Paul Marshall Allen e Joan Deris Allen, che nel libro The Time is at Hand! spiegano perché La fiaba del Serpente verde e della bella Lilia di Goethe si ispirerebbe all’opera rosicruciana del XVI secolo, di Johannes Valentinus Andreae, intitolata Le nozze chimiche di Christian Rosenkreutz. La storia narra di un viaggio di evoluzione interiore e di Inizia­zione della durata di sette giorni, ciascuno dei quali caratterizzato da atmosfere, barriere e sfide sue peculiari».

Nella seconda parte del volume, Tom Raines, redattore della rivista New View, offre al lettore una descrizione generale della vita di Goethe fino al momento in cui terminò la stesura della Fiaba, in un approfondimento volto a cercare di scoprirne il significato, per noi e per la nostra epoca, che si riallaccia alla ricerca dei due Allen.

Sandro Botticelli «Il giudizio di Paride»

Sandro Botticelli «Il giudizio di Paride»

A questo approfondimento vogliamo aggiungere un ulteriore tassello, che di solito non viene colto con la dovuta attenzione, e che lega la Fiaba di Goethe al Mito del Giudizio di Paride, cosí come la pianta si lega al suo seme. Legame espresso attraverso immagini che, se comprese correttamente, possono dare grande im­pulso alla Scienza sociale per indagare e promuovere la struttura “sana” del sistema sociale necessario all’Uma­nità di inizio terzo millennio. Struttura “tridimensionale equilibrata” ancora inespressa e dormiente come un seme nella sua attuale versione malsana e antisociale, (perché “unidimensionale squilibrata”), in voga a livel­lo planetario dall’Estremoriente all’Estremoccidente.

Wolfgang Goethe

Wolfgang Goethe

Chi aveva definito Johan Wolfgang Goethe come un genio troppo avanti rispetto al suo secolo, e che sarebbe stato capito solo dal XXI secolo in avanti, non si è sbagliato. Lo dimostra l’attenzione che tanti hanno prestato, dal 1795 ad oggi, a questa Fiaba. Che va prima vissuta come immaginativa opera artistica, se vogliamo cogliere la “ricchissima” scientificità concettuale che essa esprime: non solo relativa all’evoluzione dell’uomo, ma anche all’evoluzione della Società umana odierna. In particolare all’evoluzione della “struttura dimensionale” del sistema sociale attuale.

Il dottor Rudolf Steiner – studioso dell’opera scientifica di Goethe, e curatore dal 1890 al 1897 dell’Archivio di Goethe e Schiller a Weimar – allude anche a questo scrivendo: «La fiaba di Goethe è un’opera meravigliosa: bisognerebbe viverla, non soltanto leggerla».

Per viverla si inizia dalle immagini suscitate dal testo. E il fatto di ripercorrerle può aprire la porta ad un altro modo di essere del pensare conoscitivo umano: quello ispirato.

E l’ispirazione può far scoprire che queste immagini non sono rivolte solo all’essere interiore dell’uomo in quanto tale, ma anche al suo darsi verso l’esterno quale costruttore della struttura del sistema sociale in cui decide vivere la sua complessiva vita sociale: culturale, politica, economica.

E qui sta la risposta di Goethe a Schiller, che l’anno prima aveva pubblicato le sue Lettere sul­l’educazione estetica dell’uomo nell’intento di delineare l’uomo nuovo, l’uomo libero. Il solo capace di tradurre in vita sociale positiva il fragore delle armi e l’orrore del sangue sparso a piene mani nella Rivoluzione francese.

A Goethe il linguaggio concettuale astratto però sta troppo stretto, lo sente come una Vergine di Norimberga soggettiva che impedisce il volo verso la realtà oggettiva “universale” del fenomeno, l’elemento di verità di tutti i fenomeni.

E oltre a dare – con l’agire, il sentire e il pensare dei suoi personaggi – una risposta piú completa e complessa rispetto all’uomo libero schilleriano, offre, a chi è capace di approcciare la conoscenza attraverso le immagini, una risposta anche alla domanda: che tipo di Società umana deve costituire, l’Umanità, per consentire all’uomo post-rivoluzionario di poter coltivare e costruire in modo sano sia la sua Libertà come Persona, sia l’Uguaglianza nella sua Comunità, sia la Fraternità condivisa sul suo Territorio, altrimenti in perenne e sterile conflitto tra loro?

Rudolf Steiner «La pianta primordiale»

Rudolf Steiner «La pianta primordiale»

La risposta che dà Goethe è altrettanto rivoluzionaria. In realtà mette in chiaro il vero intento costruttivo strutturale, rispetto al sistema sociale degenerato già allora, che aveva ispirato idealmente in modo sano e fecondo il movimento rivoluzionario. Intento che – dopo l’empito spirituale-culturale iniziale portato avanti dai Rosicruciani a partire dagli inizi del XVII secolo con la Fama Fraternitatis – secondo la legge di Gravità sociale [Andrea di Furia, Daily Horror Chronicle, CambiaMenti. Fa parte della Trilogia scientifico-artistica sulle tre leggi inosservate del sistema sociale. Le altre due leggi sociali: “Unitarietà delle 3 dimensioni sociali” in Mail da Furbonia; “Evoluzione e Involuzione strutturale del sistema sociale” in Inviato speciale. www.cambiamenti.com] era allora “slittato e degenerato” in fanatismo ideologico-politico. E oggi, a due secoli di distanza, possiamo osservare spassionatamente la sua ulteriore degenerazione e il suo successivo slittamento in utilitaristica sopraffazione economico-finanziaria.

L’approccio artistico per immagini – che aveva consentito a Goethe di “vedere” la pianta primordiale nel suo mobile darsi e tradursi nelle sue svariatissime specie vegetali – gli permette di cogliere la realtà fenomenica strutturale del sistema sociale in monodimensionale decadenza e la sua futura sana evoluzione tridimensionale. Fenomeno, il sistema sociale umano, assai piú simile all’elemento “dinamico” vegetale che all’elemento “statico” minerale.

E quanto nei Punti essenziali della questione sociale di Rudolf Steiner, in modo adeguato ai scientifici tempi moderni, ci è stato poi – 12×12 anni dopo, nel 1919 – squadernato sapientemente “in concetti” sulla realtà “strutturale tridimensionale” del sistema sociale …nelle immagini evocate dalla Fiaba di Goethe è tutto riassunto, di fatto, nella relazione dinamica tra l’immagine del Re compòsito – un miscuglio caotico di oro, argento e bronzo – e l’immagine dei tre Re puri: il Re d’Oro, il Re d’Argento, il Re di Bronzo.

Oro, Argento e Bronzo rappresentano rispettivamente, nel sistema sociale, la dimensione culturale-spirituale, la dimensione politico-giuridica,   la dimensione economico-finanziaria: il Re compòsito ne fa la dispersiva e confusionaria “raccolta indifferenziata”: è un cassonetto “unico” per tutte e tre le dimensioni. Tuttavia, in realtà, è un cassonetto oggi totalmente inadatto a “essere l’involucro” adeguato per tutte e tre le dimensioni del sistema sociale, in quanto si sono definitivamente e reciprocamente emancipate.

David Newbatt «Fiaba»

David Newbatt «Fiaba»

Un cassonetto “unico” oggi può esistere “strutturalmente” in modo sano nel sistema attuale solo per “una” delle tre: il Mercato come involucro formalmente adatto per tutto ciò che è Economia; lo Stato come involucro formalmente adatto per tutto ciò che è Politica; la Scuola come involucro for­malmente adatto per tutto ciò che è Cultura.

Attenzione, con le sue immagini Goethe ci dice proprio questo: «Se pensi di raccogliere Cultura, Politica ed Economia nello stesso contenitore, sbagli! Stai costruendo un sistema sociale “monodimensionale” destinato [come il Re compòsito della Fiaba] a crollare miseramente quando è giunta l’ora in cui le tre dimensioni [i tre Re puri] si saranno emancipate e si leveranno in piedi».

Lo stesso misero risultato avviene, dunque, se pensiamo cultu­ralmente che la Chiesa possa essere questo contenitore unico come nel Medio-Evo; o se pensiamo politicamente che possa essere lo Stato come nell’Ottocento/metà del Novecento risor­gimentale; o se pensiamo economicamente che possa essere il Mercato globale di fine Novecento. Quando, sempre piú velo­cemente, giunge l’ora di un sistema unilaterale siffatto – in cui una dimensione unilateralmente prevale sulle altre due – esso è destinato, come il Re compòsito nella Fiaba, a crollare mi­seramente nell’antisocialità piú delirante. 

Goethe aveva davanti agli occhi in un’immagine-sintesi il delirio della Rivoluzione francese – il Re compòsito “liquido” a traino politico-statale – e conosceva bene il delirio del Medio-Evo papalino – il Re compòsito “solido” a traino culturale-ecclesiastico – mentre noi oggi, in piú, abbiamo davanti agli occhi il delirio della Globalizzazione finanziaria: il Re compòsito “gassoso” a traino economico-mercantile.

Nella Fiaba questo rapporto tra un sistema sociale malato e uno sano è descritto con precisione. Quando il Re compòsito è in piedi, i tre Re puri – che rappresentano la struttura concreta del sistema sociale adatto all’uomo di inizio terzo millennio – sono seduti immobili, come in attesa che giunga la propria ora.

Quando poi l’ora è giunta, come afferma il Vecchio con la lampada, e i tre Re si alzano in piedi… contemporaneamente il Re compòsito crolla a terra. Nessun giudizio in questa immaginazione artistica del processo di causa-effetto: solo pura oggettività scientifica si esprime in questa successione di immagini.

David Newbatt «Fiaba»

David Newbatt «Fiaba»

Cosa differenzia i tre Re puri dal Re compòsito? Il fatto che ciascuno dei tre Re, in quanto involucro dimensionale specifico, raccoglie in sé “solo” il proprio elemento funzionalmente caratteristico e nulla degli altri due. I tre Re puri fanno la sana “raccolta differenziata” del sociale culturale-politico-economico, il Re compòsito invece fa la malsana “raccolta indifferenziata” del sociale complessivo. Non può che crollare, prima o poi.

I tre Re puri rappresentano la Società “calorica” evoluta: sistema sociale in cui le tre dimensioni sociali (Economia, Politica, Cultura) cessano di confliggere tra loro per la conquista del potere per i propri gruppi domi­nanti e cominciano invece ad armonizzarsi e sinergizzarsi con reciproco vantaggio.

Se poi si relazionano i due capisaldi della “Sociologia imma­ginativa” tra loro – il Giudizio di Paride e la Fiaba di Goethe – si può anche arrivare a capire che il primo è il seme e il secondo la pianta che attende sbocciare da quel seme. Nel seme la “forma” racchiude la vita: rotta la forma, la vita si sviluppa fino al prossimo seme. Cosí avviene per il sistema sociale umano, quando la forma strutturale – come ora è visibile a tutti – entra nel caos dell’antisocialità. Questa crisi è per una nuova chance del sistema sociale. Che va colta ora, perché: “È giunta l’ora!”.

Mentre il Giudizio di Paride nella sua progressione dina­mica (da Atena a Venere a Hera) porta al Re compòsito anti­sociale figlio della Dea Discordia caratteristico di inizio terzo millennio – ossia oggi Paride dà la mela d’oro a Hera, dea della ricchezza che soggioga chiunque sulla Terra, e non piú a Venere – la Fiaba del Serpente verde e della bella Lilia vuole aprire alla Società calorica tridimensionale rappresentata dai tre Re puri. Sistema sociale tridimensionale sano in cui tutto l’Oro della Cultura venga “rettamente” raccolto dalla Scuola, come specifico àmbito autonomo escludente Politica ed Economia; in cui tutto l’Argento della Politica venga “giustamente” raccolto dallo Stato come specifico àmbito autonomo escludente Cultura ed Economia; in cui tutto il Bronzo dell’Economia venga “utilmente” raccolto dal Mercato come specifico àmbito autonomo escludente Cultura e Politica.

 

Tradotto in scientifici concetti astratti:

 

a. la Scuola (il Re d’Oro della dimensione culturale) si deve occupare liberamente e in esclusiva autonomia di tutto ciò che concerne lo sviluppo, l’educazione, la formazione di talenti e qualità nelle Persone;

b. lo Stato (il Re d’Argento della dimensione politica) si deve occupare in modo equanime e in esclusiva autonomia di tutto ciò che concerne la tutela dei diritti e dei doveri nelle Comunità amministrate;

c. il Mercato (il Re di Bronzo della dimensione economica) si deve occupare in modo fraterno e in esclusiva autonomia di tutto ciò che concerne la circolazione di merci e servizi sui Territori (locale, nazionale, internazionale, mondiale) di proprio interesse.

 

E che la strutturazione tridimensionale del sistema sociale post-rivoluzionario fosse l’obiettivo di Goethe è possibile ravvisarlo – sempre tenendo presente la relazione dei due caposaldi citati di “Socio­logia immaginativa” – facendo risuonare con sentita attenzione i dialoghi che nella Fiaba hanno per protagonisti i quattro Re. In particolare questa sequenza di domande e risposte:

 

Dopo poco il Re d’Oro chiese: «Da dove venite?».

«Dal mondo» rispose il Vecchio.

«Dove andate?» chiese il Re d’Argento.

«Nel mondo» rispose il Vecchio.

«Cosa volete da noi?» chiese il Re di Bronzo.

«Accompagnarvi» rispose il Vecchio.

 

Accompagnare voi “tutti”! Liberamente.

Dunque, senza essere piú obbligati a subire passivamente il potere unilaterale di quello tra di voi che solo temporaneamente, all’interno del Re compòsito, conquista la supremazia sugli altri due.

Possiamo chiudere le nostre considerazioni con un’ulteriore caratterizzazione della tridimensionale Società “calorica” equilibrata che dobbiamo istituire. Società umana sana perché triplicemente differenziata.

Cosa vuol dire, infatti, rispetto alla struttura del sistema sociale, evolvere dal miscuglio unidimen­sionale e antisociale del Re compòsito – oggi caratterizzabile come Società “gassosa” a traino economico esclusivo – al sistema sociale tridimensionale “differenziato per funzione e qualità” dei tre Re puri: sistema caratterizzabile come Società “calorica” a triplice traino culturale, politico ed economico?

Cosa significa evolvere dallo sterile, squilibrato e malsano sistema unilaterale attuale – la Società “gassosa” odierna a traino economico-finanziario, sistema che “tutto il sociale” accatasta indif­ferenziatamente nel solo contenitore Mercato – ad un sistema tridimensionale equilibrato, fecondo e sano, la tridimensionale Società “calorica” che separa quello stesso “tutto il sociale” per qualità e funzione specifica nei tre contenitori appositi: Scuola, Stato e Mercato?

Cosa significa questo passaggio, questa evoluzione per il sistema in cui viviamo oggi? Rispetto alla “struttura” del sistema sociale attuale… significa compiere il primo vero atto cristiano da duemila anni a questa parte.

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Andrea di Furia 




Johann W. von GoetheLA FIABA DEL SERPENTE VERDE E DELLA BELLA LILIA

Illustrata da David Newbatt

Editrice CambiaMenti – www.cambiamenti.com

Via F. Orsoni 5 – 40068 San Lazzaro di Savena (BO)

Bologna, prima edizione 2019

Formato A4 (297x210mm)

Pagine 64 – € 29,00