Arrivano dal mare, sono tante
le cavallette, antica piaga biblica:
voraci, silenziose, d’ogni zolla
fanno deserto. Chi le può fermare?
Gli esperti del fenomeno dichiarano
vane le procedure antinfestanti,
ché se ne ammazzi una, per magia
a migliaia ne arrivano dal nulla
a far scontare il torto, divorando
orti, giardini, vigne ed ultiveti,
campi di grano e mais. Una iattura!
La natura si vendica dell’uomo
che la deturpa e la riduce a caos,
ma piú ancora punisce l’invisibile
taciuta sofferenza dell’eterica
linfa vitale, offesa dal diuturno
trafficare dell’anima col torbido
groviglio dell’astrale, incontenibile
scossa per l’Io, che ne rimane offeso.
Ecco allora la piaga divenire
xilella, cavalletta o punteruolo,
uragano, tsunami o grandinata.
E l’uomo, senza lumi, non capisce
che è per sua colpa quello che subisce.
Il cronista