…italiani di vanga e non di Borsa,
italiani di cuore e non di pancia,
italiani di carne e non di paglia,
italiani di fatto e non di sfratto,
italiani del luogo e non di altrove,
italiani di stirpe e non di accatto,
discendenti di Dante e di Cangrande,
non riempiremmo di faldoni e schede
segnaletiche curie e tribunali,
di querele e denunce le questure.
Avremmo porte senza serrature,
case senza mastini e videocamere.
Al posto delle lobby avremmo vere
confraternite intente a supportare
chi non ha sorte e chi non ce la fa.
Saremmo il Bel Paese di Manzoni,
di Pulcinella finalmente sazio,
non piú destra, sinistra e larghe intese,
ma uno stivale che, rifatti i tacchi
e le suole, sia in grado di portarci
non sulla Luna ma nel Parlamento
del mondo affratellato, a testa alta,
per occupare il posto che ci spetta.
Se fossimo italiani, come siamo,
come saremo, con sincero intento,
uniti dallo stesso sentimento.
Il cronista