Cadendo in errore, attraversando una contrarietà, deviando per distrazione, soffrendo, subendo un influsso disgregatore, con sottile rapidità disidentificarsi. Dire «non sono io che erro, che cado, che soffro, che erro». Assistere come impassibili testimoni. Cosí comincia il distacco e il dominio. Cosí il “male” non ha piú presa su di noi: esso cessa di esistere per noi. Si comincia a cogliere tutto allo stato “puro”, anche ciò che ad altri si presenta come male. Cosí tutto può essere motivo di gioia.
Giungere ad avere un continuo sorriso interiore. Liberi da ogni attaccamento, rivedere tutto con occhio “puro”. Amare tutto in plenitudine, in comunione con l’Uno che motiva Tutto.
Che cosa è il timore? Mancanza di giustizia interiore, assenza di pienezza, imperfetta autocoscienza.
Timore, ansia, dubbio, diffidenza, desiderio, malattia: incrinature, impurità, segni di non raggiunta maturità interiore.
Contemplare la propria anima senza sforzo, con calma profonda: ecco la concentrazione, ecco la potenza dello Spirito.
Nella materia, mediante la materia, attraverso la materia, l’uomo deve vincere: questa è la condizione. Non si può raggiungere un piano soprammateriale senza aver realizzato tale condizione. Il che significa che non si vince con le astrazioni, i concetti e le pure idee, ma soprattutto con la cooperazione simultanea del cuore, del corpo intero, dell’azione viva e plastica di tutto l’essere.
Esiste un’energia possente nell’uomo, segreta, allo stato di sonno profondo: essa è nel centro del cuore, racchiusa, immanifestata; ma se si riesce a svegliarla, essa rapida come folgore può agire per l’uomo, assumerne tutte le difficoltà, la lotta piú dura, le imprese piú eroiche, lasciando l’uomo nella perfetta imperturbabilità. L’uomo, senza di essa, può ad ogni passo soccombere: essa destata comporta la certezza della vittoria continua. Il segreto: saperla destare. Una volta destatala, l’uomo ha conseguito la potenza nella perenne serenità, ha raggiunto la immunità da ogni male, la certezza spirituale, la calma creatrice, ossia il principio dell’autentica potenza.
Chi giunge ad astrarsi dal tumulto delle cose esteriori e si concentra e ascolta il proprio cuore, d’un tratto può udire una voce sottile, divina: sentirà in sé una sinfonia creatrice, la gioia dell’infinito, la beatitudine della potenza. Per lui sarà dischiuso uno spiraglio nel mondo sovrasensibile e la perfetta salute terrena sarà un’acquisizione definitiva.
Il segreto della felicità pura è nel cuore: occorre affinare l’orecchio dell’anima per sentirne la prima risonanza, eco di mondi invisibili, ove il Divino è totale presenza.
Il corpo dell’uomo può essere il carcere o l’eden dell’anima. È compito dello spirito, però, trasformarlo nell’uno o nell’altro.
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Massimo Scaligero
M. Scaligero – A un discepolo – 9-13 Gennaio 1937.