«C’era un campo. Un campo e il sole. Un campo tutto verde, un campo cosí verde che dava il senso del nuovo, del tenero. E una ragazza che cantava. Veniva avanti cantando. Serena. Felice. Avanzava a passo di danza, leggera, nel verde nuovo. Seguii la danza. Io ero sull’altura, e la vedevo saltellare, allegra. Io ero sull’altura, e la indicai al compagno che era con me. Era una cosa bella. Non lei soltanto: tutto. Il verde, il campo, l’aria, la luce, il sole. Tutto era una cosa bella» (Alberto Manzi, da Il Filo d’Erba).
In questo modo semplice e magnifico descrive la vera bellezza della sacralità femminile innata il Maestro di scuola di tanti italiani, che insegnò a leggere e a scrivere ad analfabeti di ogni età con la televisione, nella trasmissione “Non è mai troppo tardi”. Un personaggio straordinario da riscoprire, il Maestro Alberto Manzi: educatore, esploratore, agricoltore naturale, fondatore di Ecovillaggi, insegnante, conduttore e pregevole scrittore. La sua sagacia ci trasporta in un mondo senza spazio, in un momento senza tempo, e pone al centro della scena lei: la Donna, l’essere femminile che dona la vita, che la protegge, e che danza e canta all’unisono con la Sorgente della Vita stessa, la corrente di Luce del pensiero pensante che crea il Mondo, la Natura, tutto ciò che di vivo, puro, prezioso e bello è celato dietro il velo della maya. Iside Sophia svelata ai mortali da una fanciulla che canta, che danza nel sole e nell’erba nuova.
La Sacralità e la Femminilità sono legate dalla notte dei tempi; il Segreto della Forza Divina che fa sgorgare la Luce nell’oscurità, la magia del potere di custodire e moltiplicare la Vita, è ciò che salverà la nostra specie e tutte le altre che condividono la dimora terrestre, la “Valle delle Lacrime”, luogo dell’Acqua, della Fecondità e della Guarigione.
La Valle delle Lacrime, nella comune tradizione occidentale, non solo di matrice cattolica, è il luogo dove si viene ad espiare il Peccato Originale, la scelta di separarsi dalla guida divina e di essere liberi anche di cadere, di fare del male. Un percorso necessario per L’Uomo, in verità: la Libertà. La magia delle lacrime, che sgorgano direttamente dal cuore, inondando il corpo eterico di una cascata di emozioni di dolore ma anche di gioia e stupore, e soprattutto di empatia profonda, è un dono che si rivelerà preziosissimo nel futuro imminente, in cui gli Ostacolatori mirano a disseccare sempre piú i nostri occhi, a inaridire giorno per giorno i nostri cuori.
Il Cammino verso il Sacro Amore graalico, che tutto può, riparte oggi in una veste nuova: gli uomini rinnegano il maschilismo e il patriarcato, e le donne lo processano come colpevole dei mali della società e dei crimini della Storia.
L’uomo cerca di essere molto piú rispettoso nei confronti delle donne in generale, e di quelle della propria famiglia, e di condividere i ruoli ancillari tra le mura domestiche, dalla cura dei figli piccoli alle pulizie, e di accettare nella società e sul posto di lavoro la parità delle colleghe di genere femminile.
Non rifiuta piú l’idea di poter piangere in pubblico e di mostrare debolezze e fragilità, riappropriandosi di un diritto inalienabile che la Natura gli aveva elargito e che la “Civiltà”, per millenni, gli aveva strappato dalla prima infanzia.
Gli episodi di violenza verso le donne e i femminicidi sono in realtà una forma di ribellione a questo cambiamento, una corrente che come un fiume in piena preme alle porte di un’anima barricata in un fortino interiore, costruito per difendersi dalla violenza e dalla crudeltà del mondo, e che invece di chiudere fuori i semi del Male, li ha segretamente coltivati dentro e trasformati in arma distruttiva.
E in mezzo alla malvagità e alla brutalità che dilagano nella società, in quest’èra della spazzatura e dei veleni, come un canto sacro si leva la Voce melodiosa e risanatrice di un coro di anime che risponde alla chiamata della Natura Madre, nostra Signora delle Lacrime di Vita, e che con gradi diversi di consapevolezza si getta nella corrente per salvarsi dall’incendio che consuma la Terra, il Paradiso da proteggere, la nostra Casa Comune; e vaporizza le coscienze e l’anima immortale, per attaccare con inutile rabbia il nostro prezioso Io, tutt’uno con il Logos che crea la Luce e la Vita.
E dunque dobbiamo mettere il Patriarcato sul banco degli imputati e condannarlo senza appello per tutti i mali del mondo?
Anticamente, le Grandi Civiltà da cui la nostra deriva avevano spesso figure femminili ai vertici: sacerdotesse, regine, guaritrici dai poteri oggi inimmaginabili. Proteggevano, guidavano la comunità. Nei millenni però queste donne hanno ceduto al peccato di orgoglio e di superbia, e hanno fatto del male agli uomini, e anche alle loro sorelle, perdendo perciò i poteri e lo scettro che la Dea Madre aveva loro donato. Anche oggi nelle culture tribali, rimane un segno degenerato di quella caduta con cui le antiche sacerdotesse avevano perso la loro prerogativa.
Pensiamo alla infibulazione, allo stiramento del seno, ai matrimoni combinati: sono spesso le donne piú anziane ad imporre alle famiglie queste atrocità, e gli uomini della tribú, anche quelli considerati piú potenti, temono queste donne. Il patriarcato non può essere chiamato in causa con troppa facilità in casi simili.
Il patriarcato e il matriarcato sono entrambi degenerazioni infettate dal Male piú oscuro, della civiltà in cui Matriarche e Patriarchi, in perfetta armonia e comunione di intenti, amministravano la comunità e creavano civiltà prospere e pacifiche.
Oggi gli esseri umani non accettano piú con devozione e acquiescenza la guida di figure patriarcali e matriarcali, la ribellione è un istinto fortissimo, con un suo profondo significato pedagogico.
Come l’uomo non deve opprimere o sminuire la donna, e deve invece collaborare con lei con rispetto e amore puro, cosí la donna deve avere la stessa devozione per l’uomo, suo compagno prezioso messo accanto a lei dalla Madre Divina stessa. Una perfetta alleanza per un futuro in cui odio e violenza vengano messi al bando. E anche il rispetto e la devozione per i figli, per i giovani, è un passo naturale: un’educazione in cui il figlio dell’uomo sia visto come dono divino nato perfetto, da lasciar crescere libero e protetto come una piantina verso i raggi del sole. Non qualcosa da plasmare e raddrizzare.
Come l’agricoltura va resa rispettosa della sacralità del suolo, che deve restare integro e non piú violato dai devastanti trattori, degni eredi dei già prepotenti e dannosi aratri primitivi, cosí va cambiato tutto il rapporto degli esseri umani con la Natura e il suo metodo perfetto per proteggere e moltiplicare la vita. Ritornando alla Fonte, ricordando chi siamo e a chi dobbiamo la nostra esistenza.
Le donne, sacerdotesse naturali della Vita e della sua propagazione, sono chiamate al compito cui la Madre ha designato le sue figlie predilette: curare il Male del Mondo con la sua Nemesi: il Canto di Luce delle Lacrime Gioiose, dell’Acqua che vivifica, purifica e guarisce!
Shanti Di Lieto Uchiyama