Il mistero del cuore

Ascesi

Il mistero del cuore

La vita materiale è la vera palestra dello spirito.

 

Il Divino che è in noi deve trovar forma in ogni nostra opera; in ogni azione dobbiamo realizzare il Divino, facendo agire la sua potenza attraverso il nostro pensiero, il nostro sentimento e la nostra volontà.

 

Della corrente divina che scende dall’alto, trasformatrice rapida e potente, esiste una valvola nascosta in noi: il cuore spirituale la cui sede è il cuore fisico: è un sole nascosto, la cui luce sarebbe insostenibile all’uomo profano: la sua potenza fulgurea, rendendosi attuale, è capace di divinificare tutto l’essere. Il cuore è la sede dell’amore divino, il centro della forza che può sciogliere tutti i legami dell’anima, esaltare le forze dello spirito, guarire il corpo, rendere tutto l’essere una gioia vivente e cosciente, aspetto individuato della Potenza Divina.

 

L’anima turbata vela lo splendore del cuore: occorre dominare, calmare, rischiarare l’anima: allora il sole radioso del centro del cuore splenderà infinitamente, permeando di luce tutto l’essere.

 

Dal cuore s’irradia la luce dello spirito, sole minuscolo e immenso in cui è concentrata la potenza univoca del cosmo. Gli uomini non sanno vedere dentro di sé questa luce abbagliante che è amore e al tempo stesso sapienza, gioia e potenza. Il Maestro autentico, il perfetto Iniziatore è in questo centro nascosto nel cuore dell’uomo. Sentirsi a un tratto liberi dalla natura inferiore, perdere il senso di sé come essere fisico, estravertito, opaco, pesante: ricongiungersi con questa luce centrale, identificarsi con questo sole brillante nel mezzo del petto, ritrovare l’origine divina in esso, la liberazione. Ecco l’Iniziazione. Ritrovato questo centro su cui gravita la somma delle nostre vite passate e della presente, l’uomo ha ritrovato il suo Maestro: egli deve dimenticare l’io effimero, espressione del suo orgoglio mentale e della sua femminea sentimentalità, e affidare tutto il suo essere alla guida sicura, diritta, possente, rapidamente trasformatrice del segreto Maestro che è nel cuore. Occorre dimenticare d’un tratto di essere qualcosa di altro da Esso: vivere solo in Esso, sentirsi unicamente in Esso e da lí spaziare nell’immenso in una felicità vasta, realizzando la potenza della identità cosciente. AscesiL’“io” era una burla presa sul serio: anima e corpo ne erano stati da tempo ingannati, ma intanto la virtú della luce trascendente, dal profondo del cuore filtrando nella coscienza, agiva sottilmente in noi. Attraverso il mistero del cuore si prenderà contatto definitivo con il Divino.

 

Cominci ad ardere frattanto nel cuore la fiamma di un’intima dedizione allo Spirito Divino immanente.

 

Occorre morire come cosa “umana”, sofferente, caduca: occorre sentire questa lenta morte dell’essere fittizio, caotico, opaco. Nel contempo sentirsi rinascere come luce divina sbocciante dal profondo del cuore ed espandentesi in ogni fibra dell’essere.

 

Rilasciare profondamente tutto il pro­prio organismo fisio-psichico, togliendogli appoggi, vincoli e certezze della normale vita: poi che occorre far penetrare in esso una Potenza piú forte della sua resistenza, l’adeguamento graduale ad essa deve essere il risultato di una sottomissione assoluta, di un distacco radicale dal mondo della consuetudinaria oscurità. L’umano deve prepararsi ad accogliere in sé il Superumano.

 

Come l’umano può ricevere il Divino, il finito l’Infinito, il creato l’Increato? Occorre morire totalmente, anima e corpo, alla vecchia vita: assistere impassibilmente alla propria morte. Ma è morte ciò che simultaneamente è rinascita nel mondo superno? Occorre dunque morire. Ma come? Il “silenzio” anzitutto nell’anima e nel corpo, il rilasciamento assoluto, la calma beata e profonda, il VUOTO: indi cedere, sottomettersi al Divino, sentirsi pervasi da Esso, in totalità di coscienza: sentirsi tramite, strumento, oggetto, cosa del Divino. Consacrarsi totalmente ad Esso. Non esistere piú se non come espressione del Divino: sentire un’anima e un corpo novissimi, Divini in ogni cellula, rinascenti per virtú di soffio divino in ogni atomo. Allora comincia la vera vita!

 

Un grande segreto consiste nell’adorazione, nella devozione e nell’obbedienza al “Dio immanente” che è nel cuore: si creano un calore e una comunione che dischiudono la via alla forza divina (Sciàcti) scendente dall’alto.

 

Le emozioni di qualsiasi genere, subito che si manifestino, sieno orientate verso il Divino, cosí che si dissolva in esse tutto ciò che v’è di falso, di distruttivo, di deformante: ne sboccerà una gioia aerea, univoca, la vibrazione di una felicità creatrice e trasformatrice.

 

Quando il centro del cuore, sottilmente risvegliato, arde ed emana la sua luce incandescente, simile a quella delle folgori, si può far discendere la corrente di potenza divina dall’alto del centro maggiore del capo: essa troverà nel cuore la sua sensibilizzazione, la possibilità di diffusione per tutto l’essere.

 

 

Il cuore è il sole dell’universo fisio-psichico personale.

 

Nel cuore, Divino e Umano sono congiunti.

 

La gioia dell’Essere è un canto che nasce dal cuore.

 

Per il sentiero sottile del cuore si penetra nell’Infinito.

 

Il cuore divino è il principio di vita del cuore umano.

 

Tutta la gioia dell’Infinito è raccolta nel mistero del cuore.

 

Cerca di ascoltare il segreto colloquio tra il tuo cuore e il Divino.

 

Il Divino ti possiede attraverso il cuore.

 

Il Divino palpita e splende nel tuo cuore che altrimenti non sarebbe nato.

 

Sprofondato nel cuore cominci a conoscere il Divino.

 

Addorméntati, abbandónati, muori nel silenzio e lascia che solo il cuore viva in te, in comunione con lo spirito divino.

 

 

Disidentificarsi dal consueto senso di essere e di agire: disintegrare la consuetudinaria consistenza del proprio mondo fisio-psichico, staccarsi dalla propria pesantezza. Sciogliersi, dissociarsi, svincolarsi: ciò per aprire il varco al flusso di luce primordiale, perché il “sottile”, l’invisibile, il puro etere di potenza penetri nella sostanza corporea, per purificarne, con fuoco e vibrazione divina, l’intima essenza.

 

Massimo Scaligero




M. Scaligero – A un discepolo – 26 gennaio-2 febbraio 1937.