«Dalla cima dell’albero di Natale, ci saluta, per cosí dire, il pentagramma, ossia tutto quello che, in quanto Uomo, pervade l’Universo. Qui non è il caso di soffermarci sul senso recondito di questo pentagramma. Possiamo però dire che esso ci appare come la stella dell’umanità, dell’umanità in continua evoluzione. È la stella che tutti i savi seguono, come la seguirono in un remoto passato i savi sacerdoti. È il senso stesso della Terra, che nasce nella notte sacra del Natale, quando la somma luce irraggia dalle piú profonde tenebre. L’uomo si trova ora in una condizione, per cui la luce deve generarsi in lui, per cui una parola significativa deve lasciare il posto ad un’altra parola. Non si dovrà piú ora dire che le tenebre non comprendono la luce, bensí, nello spazio universale, dovranno risuonare, come una verità, queste parole: al cospetto della luce che si irraggia dalla stella dell’umanità, le tenebre si ritraggono e comprendono la luce. Queste parole ci devono risuonare nella festa del Natale. Da esse deve risplendere per noi la luce spirituale. Celebriamo dunque il Natale come la festa del sommo ideale dell’umanità, e suscitiamo nell’anima nostra questa fiducia gioiosa: sí, anch’io sperimenterò in me stesso quella che dobbiamo chiamare la nascita dell’uomo superiore; anche in me avrà luogo la nascita del Salvatore, la nascita del Cristo».
Rudolf Steiner
(Berlino, 17 dicembre 1906 – O.O. N° 96)
La nuova umanità, la civiltà che attendiamo, sorgerà sulle ceneri di quella attuale, devastatrice, biocida, dominata da oligarchie spietate e diaboliche che nulla hanno di umano e di divino.
E sarà incentrata sul vero Spirito del Natale, il messaggio rivoluzionario in modo autentico, profondo, che è alle origini del cristianesimo.
La stella splendente che illumina la notte e indica la Via ai Re Magi, è ciò che di piú sacro e bello abbiamo in noi, ed è la promessa di una vittoria sul Male, sull’odio, sulla violenza e la crudeltà che pervadono e infettano il Mondo.
Durante le festività natalizie, in quei preziosi istanti in cui riusciamo a squarciare il velo del consumismo e a vivere intensamente i momenti di gioia, di amore, di condivisione e di festa, con i nostri parenti, amici, vicini, spesso persino con tutti quelli che incontriamo, facciamo rinascere in noi lo Spirito del Natale, quello che ogni bimbo porta con sé alla nascita e che solitamente noi adulti facciamo di tutto per spegnere durante la sua infanzia.
Nel corso dell’anno, finite le feste di Natale, il nostro compito sarebbe quello di tenere in vita il piú possibile quello spirito, anche se la frenesia moderna risparmia ben pochi di noi, e dunque, ahimè, resta inascoltata e soffocata, quella voce tanto nobile e sincera che ci ispira amore, compassione, generosità, accoglienza e perdono.
Questo continuo atto di reprimere e ingabbiare negli angoli piú remoti della nostra anima la voce del cuore, è alle origini di molte patologie che affliggono l’uomo moderno. La malattia ci risveglia come una doccia gelata e ci mostra quanto ci siamo intossicati con il nostro stesso veleno interiore. E spesso ci guarisce dal male piú grave, il tradimento di noi stessi e del compito cui avevamo scelto di adempiere prima della nascita: portare amore nel mondo, non fatturato all’impresa.
E dunque, come possiamo iniziare a guarire, a stare bene con noi stessi, e a cambiare il mondo e la storia del genere umano?
Il lavoro interiore è importante, Rudolf Steiner e Massimo Scaligero hanno mostrato con chiarezza la Via della Volontà Solare e gli esercizi necessari per percorrerla.
Essenziale è però, mettere sempre al centro la voce del nostro cuore, che medita per noi incessantemente anche quando non lo ascoltiamo, e costruire tutto nella nostra vita, lavoro, famiglia, amicizie, mettendo al primo posto non il nostro tornaconto, bensí il bene e la felicità di tutti i nostri fratelli, tutti gli esseri viventi, umani e non, che condividono questa casa, il Paradiso Terrestre del quale l’uomo è il guardiano, il giardiniere, non certo il proprietario. E lo Spirito del Natale deve irradiare il regno terrestre dal cuore del giardiniere, del custode della vita e della natura, l’uomo che si ricorda di essere stella pura, divina e luminosa.
«Il Natale è il centro della elaborazione cosmica dell’Amore: deve trasformarsi il mondo attraverso questa Nascita, disegno divino, da allora, di ogni evento» (Massimo Scaligero http://bit.do/Natale-centro-dell-amore).
Per avversare questo disegno divino, le schiere asuriche e mefistofeliche attualmente dominanti in questa maya che ci imprigiona, hanno escogitato un Sistema Globale veramente perverso, alla cui base è posta la Tripartizione Inversa: ossia la Finanza che si impossessa non solo dell’economia sana intossicandola, ma anche della cultura e delle istituzioni giuridiche, totalmente deprivate di autonomia e libertà. Sfuggire ai tentacoli di questa piovra sembra un’impresa impossibile, ma le pentole del diavolo non hanno i coperchi, e si può sempre trovare un modo per schizzare fuori e non essere cucinati!
Economia del dono, ecco la via di fuga dalla trappola del Maligno, ecco come far saltare gli ingranaggi del meccanismo infernale!
Oggi i guru della nuova economia “circolare”, propongono soluzioni altamente innovative, tra cui l’economia “performante”, spacciata come virtuosa e sostenibile, ma che in realtà finisce solo per schiacciare i piú deboli della società e favorire i sempre meno numerosi privilegiati: https://www.ilblogdellestelle.it/2019/11/parla-walter-stahel-addio-globalizzazione-e-lora-della-performance-economy.html?fbclid=IwAR3SIz9zRXE2lADFOeaqGTf3DkGS3Wvcas9WKQNLVdsCDXssrnspsZoDN7Y.
Pochi proprietari che fanno utili enormi noleggiando tutto, e non sei piú proprietario di nulla, nemmeno di ciò che indossi.
Ed ecco, al posto della globalizzazione, la decentralizzazione “intelligente”, per cosí dire, ossia “micropanetterie”, “microbirrifici”, produzione e consumo a livello locale, piccole attività che lavorano 7-8 mesi l’anno per pagare tasse, accise e balzelli, e solo 3-4 mesi l’anno per la propria famiglia, chiusi tra quattro mura per 80 ore settimanali. La versione diabolica del km 0. Il nuovo volto “virtuoso” del Capitalismo.
Il vero km 0, la vera rivoluzione, è creare reti locali di autoproduzione, scambio, baratto, dono. Le banche del tempo e degli oggetti utili da riparare, mettere a disposizione di tutti, condividere, non noleggiare. Donare e scambiare significa non pagare un soldo a Mammona, non pagare tasse, legalmente. E significa donare qualcosa a se stessi, alla propria comunità. È un viatico, un messaggio di amore e verità per i propri figli e per tutti i fratelli che incontriamo nel nostro cammino terrestre.
Qualcosa che non ha prezzo e mai lo potrà avere.
E donare anche il denaro, saggiamente, nel caso se ne abbia, perché la salvezza per la nostra anima è nel denaro di donazione, non certo nel denaro di accumulo, negli investimenti, nella speculazione finanziaria. Il denaro rappresenta il valore del nostro lavoro e di quello di altri fratelli, e non può essere insozzato producendo denaro con il denaro stesso.
Il vero investimento è nel tempo amorevole che dedichiamo ai nostri cari, ma anche ad altre persone, magari sconosciute, rendendo piú serena la loro giornata. È nel costruire con dedizione qualcosa per qualcun altro con le proprie mani, con il solo intento di renderlo contento, nel cucinare con affetto per altri.
È un investimento prezioso, infine, coltivare i frutti della vita, il cibo per noi e per altri, con lo scopo non di ottenere un profitto, bensí con lo Spirito del Natale che risuona in noi, e ci guida verso un Mondo Nuovo.
La Stella della nuova umanità è lí a far luce sul nuovo cammino. Chi la seguirà?
Shanti Di Lieto Uchiyama