La posta dei lettori

Redazione

La posta dei lettori

letterinaHo sentito che Rudolf Steiner ha parlato di “fantasia creatrice”, ma non so esattamente di cosa si tratta. Vorrei saperne di piú.

 

Marco D.

 

Steiner parla di “fantasia creatrice” per specificare ciò che deve acquisire chi sviluppa la propria interiorità in modo da sapere come reagire nella maniera migliore a quanto il karma gli presenta in ogni occasione della vita. Egli saprà cosa fare quando si trova in momenti di pericolo, quando deve prendere una decisione, quando deve consigliare altri, oltre che consigliare se stesso. È importante per un genitore avere fantasia creatrice per insegnare al proprio figlio come comportarsi nel mondo e come apprendere le cose nel modo giusto. Tale facoltà è necessaria in modo particolare per gli insegnanti scolastici, soprattutto quelli delle scuole primarie, che aiuteranno a sviluppare nel bambino le attività che sono per lui piú congeniali anche in senso artistico, doti che gli consentiranno la scelta adatta della futura professione. Scrive in proposito Fabio Burigana in un articolo che abbiamo pubblicato nel luglio 2016 con il titolo “Introduzione alla scienza dello Spirito”: «…L’anima si trova in una posizione centrale: da un lato il corpo che, con i sensi, ci mette in contatto con la manifestazione del mondo, e dall’altro lato il nucleo piú profondo dell’anima, che è spirituale e che, grazie ad un’attività interiore, ci spinge alla ricerca delle leggi che governano il mondo. L’anima quindi presenta tre diversi settori: l’anima senziente che si accende nel mondo dei sensi e che può essere coltivata; l’anima razionale che si esplica nella ricerca delle leggi per utilizzarle ai nostri fini (ad esempio tutta la tecnologia); l’anima cosciente quando l’anima è pervasa dallo Spirito. Dalla connessione con le leggi profonde del cosmo sorgerà anche l’impulso ad agire nel mondo, attivando quella che Steiner definisce “fantasia creatrice” (https://www.larchetipo.com/2016/07/ascesi/introduzione-alla-scienza-dello-spirito-di-rudolf-steiner-4/). Attraverso la pratica degli esercizi interiori reagiremo quindi nel modo piú consono, a volte anche inaspettato, non convenzionale, originale, alle evenienze del quotidiano che ci si presentano, conseguendo risultati positivi, per noi e per gli altri.

 




 

letterinaHo molta paura del male fisico, e quando faccio la meditazione la indirizzo spesso al recupero della salute, e anche se mi rivolgo al Maestro Steiner, che è il mio protettore in cielo, gli chiedo di farmi star bene e non farmi ammalare. È giusto o è troppo egoistico?

 

Cristina F.

 

La paura del male fisico è molto comprensibile: è qualcosa che appartiene a tutti indistintamente. C’è chi sa dominarla e chi si lascia trascinare dalla disperazione. In mezzo a questi estremi c’è tutta una gamma di comportamenti di vario grado e intensità. Si parla infatti di “soglia del dolore” per indicare la capacità o meno di sopportazione della sofferenza fisica. Noi però siamo spaventati, o ci preoccupiamo, del male fisico e non altrettanto del male interiore. Eppure c’è una grande differenza, di cui dovremmo renderci conto. Il male fisico riguarda la nostra appartenenza alla materia: lo subiamo perché siamo sulla Terra e abbiamo un corpo di cui conosciamo molto poco, e per questo lo trattiamo senza grandi riguardi. E oltre a ciò che possiamo procurarci con una condotta poco attenta alla salute, ci sono cause karmiche che possono derivare da tempi pregressi o anche da una vita precedente. Quello di cui dovremmo preoccuparci di piú, però, è il male interiore, che nella religione è definito “peccato”, ed è relativo ai nostri errati comporta­menti: per omissione, per ignoranza, o per precisa volontà di compiere atti riprovevoli contro gli altri e a beneficio di noi stessi. È un male che non lasciamo sulla Terra insieme al corpo fisico deposto, ma ci portiamo dietro e non ci abbandona. Occorre molto tempo e tanta sofferenza per purificarci da questo male: è il tempo che trascorriamo nel Kamaloka, riconsiderando in quale maniera abbiamo agito nei confronti degli altri, le nostre insensibilità, le malizie, le furbizie che abbiamo messo in atto a scapito di chi ci era vicino. È questo il male di cui dobbiamo preoccuparci, e non per chiedere l’aiuto di Rudolf Steiner, ma mettendo in atto tutta la nostra piú forte volontà, il nostro piú acceso sentire e il nostro piú giusto e retto pensare.