Il riscatto sociale in Novalis

Critica sociale

Il riscatto sociale in Novalis

Friedrich Schiller

Friedrich Schiller

Lo “Sturm and Drang” non è solo una rivolta contro il freddo razionalismo illuminista e contro la rigida scienza meccanica della natura kantiana, ma esprime anche la volontà di as­sumere una nuova dimensione del pensare, inteso co­me attributo di un uomo che contiene in sé il Divino. Questa magnifica tensione spirituale è presente nei drammi giovanili di Schiller. Infatti i contenuti di que­sto poeta vanno oltre la passionalità dello “Sturm” per approdare a una serena visione umanistica dell’arte e della scienza, caratterizzata dalla volontà di scoprire l’Eterno in ogni manifestazione esteriore. La medesima volontà che ha compenetrato tutto il Romanticismo e si è manifestata come tendenza dell’uomo a una piena e consapevole realizzazione dello Spirito, da attuare su­perando i contrasti fra finito e Infinito, fra individuale e Universale.

 

Malgrado le opposte tendenze, l’estrema instabilità e gli inevitabili errori, è possibile tuttavia identificare nel Romanticismo il fluire perenne di forze positive che, nel corso della storia, hanno il compito di aiutare l’uomo nella conquista della sua personalità piú elevata.  

 

Friedrich von Hardenberg (Novalis)

Friedrich von Hardenberg (Novalis)

A nostro avviso la figura che sembra essere piú vicica a questa missione, in quel determinato periodo storico, è Novalis. Molto spesso egli viene stigmatizzato come colui il quale dà il via all’involuzione romantica, e il suo idealismo magico viene tollerato come il sogno di un poeta. Una critica piú aperta può scoprire che si esprime in questo meraviglioso artista il senso stesso di tutto il Romanticismo, inteso come contributo alla realizzazione di un pensare il quale, nel futuro, dovrà essere capace di superare la sua prov­visoria veste astratta e speculativa, per assurgere a vera potenza vivificatrice, contenente lo stesso fuoco delle piú grandi creazioni artistiche. Un pensare magico, tanto forte da andare oltre ciò che di dogmatico e di meccanico vi è nel mondo della ragione, per ritrovare in se stesso l’essenza di tutte le cose, l’essenza della realtà, anche della realtà sociale. Non a caso Novalis unisce, alla sua fantasia poetica, un interesse per l’economia e per i problemi della società concretizzato in diverse opere, soprattutto in Cristianità o Europa. Vive in questo scritto l’aspirazione piú possente alla riconquista della spiritualità dell’uomo; aspirazione intesa come chiave della soluzione della questione sociale, da realizzare però non con un ritorno alla tradizione o con norme dettate da un raptus mistico, ma mediante l’evoluzione cosciente dell’attività pensante.

 

Cristianità o Europa«Vogliamo stringere riconoscenti la mano a quei dotti e a quei filosofi, poiché la folle illusione doveva essere spinta all’estremo per il bene dei posteri, e doveva essere fatto valere l’aspetto scientifico delle cose» (Cristianità o Europa, Einaudi, Torino 1942).

 

Partendo dunque dalla esperienza scientifica si può per­venire a un pensare vivente, perché solo l’attività pensante possiede la forza in grado di assumere il mondo esterno, di analizzarlo e di catalogarlo, per proseguire poi verso una superiore sintesi, prima manifestazione del Divino presente in tutti i fenomeni. È questo un processo non gratuito: esso è deciso dall’uomo e in questo impulso egli realizza la sua entità divina: l’Io. «Noi non siamo affatto l’Io, ma possiamo e dobbiamo diventare Io» (op.cit.) afferma Novalis nel Capitolo “La dottrina dello Stato”.

 

Qualcuno ama definire Novalis un irrazionalista reazio­nario, ma siamo fermamente convinti che egli abbia lucida­mente percepito quale fosse la direzione da seguire per lo sviluppo futuro dell’uomo, indicando in sintesi le basi per pervenire a un autentico riscatto sociale. Non vi può infatti essere dignità sociale se prima non iniziamo a ridare dignità a noi stessi. Non vi è stato sistema dialettico o interpretazione economica che abbia dimostrato di essere capace di innalzare tutti gli uomini, proletariato compreso.

 

L'età dell'Oro

L’Età dell’Oro

Solo un afflato potente che l’individuo realizza in sé liberamente, può fluire come forza morale in tutta la società.

 

È questo il miracolo che l’uomo oggi può compiere e che Novalis ha visto profeticamente formulando la sua dottrina del­l’uomo.

 

«L’innalzamento è il mezzo piú adatto che si conosca per uscire d’un tratto dai contrasti fatali, Cosí, per esempio il ge­nerale innalzamento alla nobil­tà, l’innalzamento di tutti gli uomini a geni, l’innalzamento di tutti i fenomeni a miracoli, della materia allo Spirito, del­l’uomo a Dio, di ogni età a età dell’oro, e cosí via» (op.cit.). 

 

 

Argo Villella 




Selezione da: A. Villella Una via sociale Società Editrice Il Falco, Milano 1978.