Un albero nel vento

Poesia

Un albero nel vento

Vento

Le gramaglie dei rovi nel canneto

sono corde stridenti al soffio che

non so se gli dà forza o lo sconvolge.

Aspro di sale, il vento di libeccio

spinto dal mare vortica, scuotendo

i timidi germogli. Primavera

è ancora un sogno, qui dove tra i rami

antichi nidi salvano le trame

di stecchi e giunchi uniti dalla strenua

volontà di ritorno a fare vita,

e canti, e trilli, e fremiti di piume,

giochi di linfe eterizzate e spinte

su per il tronco avido di esistere

e rinnovarsi con sostanze arcane

mai del tutto perdute. Qui non vale

dimenticare il tempo e i suoi misteri,

come il cerchio di cui si fregia il legno

e segna un anno di tempeste e amori,

l’arborea meraviglia che dal germe

porta l’ansia di cielo in ogni foglia,

anemocoro che risveglia e accende

nel pulviscolo errante la speranza

di crescere, fiorire e avere semi

per i nidi futuri di gorgheggi,

per gli umani instancabili fraseggi,

i tuoi, vetusto cuore, i tuoi poemi,

cronistoria dei giorni, l’avventura,

rosario di conquiste e di abbandoni,

che, nonostante l’aspro vento, dura

e reca, prodigiosi, occulti doni.

 

 

Fulvio Di Lieto