Come aiutare una persona che mi è molto vicina e di cui mi sembra di constatare giorno per giorno una sorta di addormentamento mentale, direi quasi un guasto del corpo eterico?
Fiorella D.
Nel tempo è accaduto che l’uomo sia sceso, per diversi gradi di coscienza, fino al pensiero fisico. Ha dovuto svolgere un’attività interiore in cui non agissero piú gli esseri divino-spirituali. Nei tempi piú antichi egli agiva con l’immaginazione e l’intuizione che gli venivano donati dai Maestri invisibili, gli Dei, ma in seguito ha dovuto perdere questo aiuto, per conquistare la sua libertà. Avendo perso la sua vera dimensione interiore, egli è attualmente in una tale condizione, che per quanto con il suo pensiero riesca ad afferrare tutto il mondo esteriore, non può afferrare la profondità della realtà interiore. La superficialità del suo livello intellettuale non gli permette di trovare gli Dei, ma trova un essere che gli dà le risposte, gli dà la possibilità di organizzare il mondo, la conoscenza, l’economia, il futuro, tutto quanto può essere compreso e organizzato mediante il pensiero caduto. L’essere che trova è colui che Rudolf Steiner definisce la piú smagliante intelligenza sulla Terra: Arimane. A quello stesso livello, quello del pensiero caduto, l’uomo può però incontrare anche il Cristo. Si può dire che a quel livello l’uomo incontra sullo stesso piano la presenza del Cristo e la presenza di Arimane. Naturalmente non perché il Cristo e Arimane siano allo stesso livello, ma lo sono per l’uomo che pensa con il suo pensiero caduto. L’uomo ha la possibilità, mediante il Cristo, di ritrovare l’Io come era in origine. Però sul piano del pensiero riflesso trova piú facilmente una forza che gli dà tutto organizzato: il sapere, la conoscenza fisica, matematica, filosofica, l’etica, la logica, la capacità amministrativa, e anche la politica, la magistratura, la medicina chimica, persino l’arte, la religione, la metafisica e la meditazione. C’è tutto nel regno di Arimane! L’uomo viene messo in condizione di conoscere questa smagliante potenza, ma ha anche la capacità di compiere un atto di libertà e rifiutare la facile strada di Arimane, per trovare quella, più ardua, del Cristo. Però non può trovare il Cristo, se prima non conosce la realtà del mondo. Ci sono persone che hanno fatto la scelta, piú o meno cosciente, di essere dalla parte di Arimane, ricevendone forza, capacità di comando e di organizzazione. Possono essere dei condottieri che attirano un gran numero di seguaci. Alcune di queste persone operano in ambito spiritualistico, avendo una grande capacità di attirare seguaci. Questi, non avendo la forza o la volontà di lavorare individualmente, delegano al guru di turno l’operatività, seguendo indicazioni a volte fantasiose e persino in alcuni casi fortemente devianti. Per la loro debolezza interiore, hanno bisogno di essere guidati. Sentono in sé l’impulso verso lo Spirito, ma questo non è sufficiente a dar loro la possibilità di una scelta autonoma. In tal caso, può accadere che quegli impulsi spirituali entrino in azione sotto forma di dolore, che in qualche modo riesce a provocare un risveglio di coscienza. Solo un pensare cosciente, risvegliato, è in grado di ritrovare l’Io, il senso della libertà. C’è un momento nella vita di ognuno in cui questa possibilità di scelta diventa decisiva. Se vogliamo aiutare un congiunto o una persona che ci è cara in un simile momento, dobbiamo sapere che non è con il proselitismo antroposofico che possiamo aiutarlo, in quanto l’altro deve essere completamente libero. È importante sapere quale deve essere il nostro atteggiamento di aiuto perché sia in regola con la giusta direzione spirituale, con la corrente di pensiero dell’Io, e non piuttosto preda della corrente immaginativa, che può invece portare un guasto al corpo eterico dell’altro. Questo guasto è già in atto attraverso tutte le forme di pensiero convenzionale, di idee collettive, di cultura dominante, e anche attraverso il falso occultismo. Qui Arimane opera d’accordo con Lucifero, il quale dà all’uomo il senso della falsa libertà, in questo modo procurando all’altro Ostacolatore la possibilità di entrare in azione. L’aiuto che possiamo dare è dunque l’esempio di un sano pensiero e di uno specchiato comportamento, spingendo l’altro all’emulazione. Solo in un secondo tempo, e a seguito di una precisa richiesta, si possono consigliare le giuste letture e infine gli esercizi per lo sviluppo interiore.
Sto vivendo un momento difficile per una serie di contrasti che provengono non solo da persone che mi sono vicine nella vita, e già è pesante sopportarlo perché sono sempre sotto accusa, ma anche da amici che seguono l’antroposofia insieme a me, e fanno parte del gruppo che frequento, che si riunisce una volta alla settimana. Come riuscire a trovare un accordo di profondità con chi percorre con noi la strada quotidiana e anche quella dello spirito?
Maria Carla R.
È proprio vero che noi sperimentiamo l’opposizione non soltanto nell’ambiente familiare, da parte di persone che possono non capire o non accettare qualcosa che considerano estraneo al comune sentire, ma persino da chi segue con noi la disciplina interiore. Questo tipo di atteggiamento è assolutamente prevedibile, in quanto lavorando con gli esercizi si comincia ad avere una certa autonomia dell’Io, che si può presentare in forma di durezza. Per questo non ci sono stati dati solo gli esercizi della concentrazione, per lo sviluppo del pensare, e dell’azione pura per il volere, ma anche quelli dell’equanimità, della positività e della spregiudicatezza. Questi non sono “di contorno” ai primi, ma servono per trasformare in modo armonioso il sentire, e sono indispensabili per raggiungere il cosiddetto “equilibrio creativo”, una sorta di sesto esercizio che è il giusto risultato dei cinque esercizi nel loro insieme. Rudolf Steiner indica come necessario un passo nella conoscenza e tre nella moralità: le cognizioni che apprendiamo e facciamo nostre non ci pongono al di sopra degli altri, ma piuttosto ci danno una responsabilità nei loro confronti, e ci devono indurre ad essere comprensivi, disponibili, accondiscendenti. Dobbiamo sentire in noi l’accordo di profondità con gli altri, e allora gli altri finiranno con l’accordarsi con noi.
Un tributo a Massimo Scaligero