La balena di Pinocchio

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La balena di Pinocchio

Nel ventre della balenaNella vasta e varia tipologia della favola collodiana, il mostro marino ingoia prima Geppetto e poi il burattino. Si chiude, con il fatale incontro dei due nel buio e fetido ventre del grosso cetaceo, una mutua ricerca durata per buona parte del racconto. Padre e figlio, al lume di una malcerta candela, uniti dalla malasorte, finalmente si parlano, si rivelano, si capiscono, accendono, uno nel plesso cordiale umano, l’altro in quello legnoso di un fantoccio, un germe di sentimento che porterà il vecchio alla realizzazione della paternità a lungo vagheggiata e forse al contempo temuta. Giona e la balenaDimensione sen­timentale che consentirà all’irrequieto, troppo candido burattino, il passaggio dalla sorda e passiva materialità alla finale acquisizione dell’individualità cosciente, del sé che infine lo umanizza.

Gli esegeti della movimentata storia non hanno esitato a trovarvi rimandi biblici, come quello di Giona, gettato in mare perché ritenuto, a causa della sua fede diversa, portatore di iattura per la nave e il suo equipaggio. Moby DickCosí i critici letterari hanno ravvisato nel grosso pesce che scarrozza per il mare burrascoso e infido il vecchio e la sua legnosa prole, l’indomabile Moby Dick, il capodoglio spropositato e famelico, nonché ferocissimo uccisore delle ciurme che gli danno la caccia, tanto che nel delirio di Acab, lo spietato comandante della baleniera, Moby Dick assurge a Leviatano, mitica creatura delle ossessioni umane dall’inizio dei tempi e che insidierà l’uomo fino alla dissoluzione della sua specie e del mondo creato.

Il gatto e la volpeFobie millenaristiche, devianze messianiche, come quella che vede l’umanità cabotare alla men peggio in un oceano senza approdi, causato da un nuovo diluvio universale, questa volta assente l’arca di Noè. Pinocchio diventa bambinoMa forse più calzante è l’ipotesi allegorica della balena di Collodi: una umanità burattino, sorda ai richiami morali dei tanti grilli parlanti, sedotta dai Gatti e dalle Volpi del trading, dei soldi che fanno i soldi, finita a far da cane di guardia del turbocapitalismo, per poi sviluppare i tratti da somaro, educata da una cultura che ha inculcato il carpe diem, una realtà etico-sociale da Paese dei Balocchi, finita nel ventre buio e puzzolente di un materialismo autopunitivo, imbonita dalle reprimende di fatine saccenti e menagramo, nutrendosi delle sardine che l’ordine mondiale astutamente distribuisce.

C’è una soluzione? La balena ha il respiro corto. Basta affumicarla, ac­cendendo il fuoco dello Spirito.

Saremo finalmente liberi, naso piccolo, cuore grande, burattini di legno trasformati in esseri pensanti.

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Elideo Tolliani