Liriche e arti figurative

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Liriche e arti figurative

Carmelo Nino Trovato «Cristalli silenti – La porta della rosa»

Carmelo Nino Trovato «Cristalli silenti – La porta della rosa»

 




Olivo dormiente

Quiete di foglia

 

Quiete di foglia

incarnata d’ulivo

luccica illuminandosi

nell’essenza

di un puro vedere

fanciulla vegetale

che vigile riposa

nel sogno

abbandonata

alla sua lievità

sguardo

di giardini

splendidi sulla pietra

densa di sole

in un lampo

che risveglia

il cuore.

 

La Flo’




 

Guardare le stelle

 

Il canto delle stelle

di una limpida notte

come un’eco possente

tra cielo e terra

si stende.

Al di là i cori degli angeli,

al di qua, sulla terra,

gli uomini ascoltano,

aperti allo spazio infinito.

Ad abbracciarlo.

 

Alda Gallerano




ANCHE IL TEATRO È VITA

Liliana Macera - Maschere

Sortilegio della finzione,

paradosso della menzogna,

incantesimo della mente

e del cuore.

Esplosioni di bontà,

atti crudeli,

sottile ironia.

Passione esistenziale

scorre nelle vene

che pulsano

fino a scoppiare.

Interpretazione realistica

con immagini violente

di vita e di morte:

ora cariatidi della scena,

ora polvere di palcoscenico.

Le luci si spengono,

il sogno finisce,

ma la vita

continua emblematica

con le sue mille valenze

e costringe l’uomo

fra supreme

verità e bugie

a misurarsi

nel quotidiano

con il suo Spirito.

.

.Lirica e immagine di Liliana Macera




Questione di parola

 

Il coronavirus, o covid 19, ha tirato fuori, dalle persone piú disparate, paure ed egoismi che gli esperti hanno raggruppato in tre forme-pensiero essenziali: paura di morire, di perdere gli averi, di perdere la ragione. Come sulla nave nella tempesta che rischia di affondare per troppo carico, si decide di buttare in mare gli oggetti meno preziosi e quelli piú inutili, per il covid si fa strada l’idea di sbarazzarsi degli anziani, inutili, anzi dannosi, perché per la loro debilitazione psico-fisica diventano piú ricettivi a qualsiasi male, e quindi focolai elettivi di contagio. Ma una civiltà che uccide per sopravvivere, qualunque sia la ragione, o piuttosto la perdita di essa, rischia il naufragio. Per cecità morale, per ingratitudine. 

 

Anziani

Parlando degli anziani,

l’emerito dottore

usa termini strani

dall’ambiguo tenore:

«Quando sarà finito

il virus, ci vorrà

un piano stabilito

per la gente in età.

Non basta la clausura

domestica, ci vuole

una fase piú dura

anche se questo duole.

Può sembrare cattiva

la sorveglianza attiva,

ma per certe persone

questa è la soluzione.

Non serve la pietà

quando la società

può fare naufragio

per il rischio contagio».

Per fare l’assistenza

si richiede pazienza,

mentre quel “sorvegliare”

evoca il decimare.

.

Egidio Salimbeni