Quiete di foglia
Quiete di foglia
incarnata d’ulivo
luccica illuminandosi
nell’essenza
di un puro vedere
fanciulla vegetale
che vigile riposa
nel sogno
abbandonata
alla sua lievità
sguardo
di giardini
splendidi sulla pietra
densa di sole
in un lampo
che risveglia
il cuore.
La Flo’
Il canto delle stelle
di una limpida notte
come un’eco possente
tra cielo e terra
si stende.
Al di là i cori degli angeli,
al di qua, sulla terra,
gli uomini ascoltano,
aperti allo spazio infinito.
Ad abbracciarlo.
Alda Gallerano
ANCHE IL TEATRO È VITA
Sortilegio della finzione,
paradosso della menzogna,
incantesimo della mente
e del cuore.
Esplosioni di bontà,
atti crudeli,
sottile ironia.
Passione esistenziale
scorre nelle vene
che pulsano
fino a scoppiare.
Interpretazione realistica
con immagini violente
di vita e di morte:
ora cariatidi della scena,
ora polvere di palcoscenico.
Le luci si spengono,
il sogno finisce,
ma la vita
continua emblematica
con le sue mille valenze
e costringe l’uomo
fra supreme
verità e bugie
a misurarsi
nel quotidiano
con il suo Spirito.
.
.Lirica e immagine di Liliana Macera
Questione di parola
Il coronavirus, o covid 19, ha tirato fuori, dalle persone piú disparate, paure ed egoismi che gli esperti hanno raggruppato in tre forme-pensiero essenziali: paura di morire, di perdere gli averi, di perdere la ragione. Come sulla nave nella tempesta che rischia di affondare per troppo carico, si decide di buttare in mare gli oggetti meno preziosi e quelli piú inutili, per il covid si fa strada l’idea di sbarazzarsi degli anziani, inutili, anzi dannosi, perché per la loro debilitazione psico-fisica diventano piú ricettivi a qualsiasi male, e quindi focolai elettivi di contagio. Ma una civiltà che uccide per sopravvivere, qualunque sia la ragione, o piuttosto la perdita di essa, rischia il naufragio. Per cecità morale, per ingratitudine.
Parlando degli anziani,
l’emerito dottore
usa termini strani
dall’ambiguo tenore:
«Quando sarà finito
il virus, ci vorrà
un piano stabilito
per la gente in età.
Non basta la clausura
domestica, ci vuole
una fase piú dura
anche se questo duole.
Può sembrare cattiva
la sorveglianza attiva,
ma per certe persone
questa è la soluzione.
Non serve la pietà
quando la società
può fare naufragio
per il rischio contagio».
Per fare l’assistenza
si richiede pazienza,
mentre quel “sorvegliare”
evoca il decimare.
.
Egidio Salimbeni