La posta dei lettori

Redazione

La posta dei lettori

letterinaDurante questa chiusura forzata in casa, a parte i tanti esperti virologi e sanitari d’ogni ordine e grado, abbiamo sentito anche molti politici parlare, nel mainstream, senza prendere iniziative personali ma anzi concordando tutti sull’assoluta inevitabilità delle misure restrittive e incutendo paura, per favorire la completa sottomissione delle persone. Non si sono alzate voci (tranne naturalmente, e fortunatamente, sul web) che non parlassero nel piú usuale politichese, utilizzando una infinità di parole senza concludere un pensiero reale, autonomo, costruttivo, esplicativo per chi ascoltava. Come giudicare un simile modo di comportarsi dei politici, in un momento tanto drammatico per tutta la popolazione?

 

Alfredo d. S.

 

Noi non dobbiamo dare giudizi sul comportamento, in generale, della maggior parte dei politici, non di tutti naturalmente (ci sono state eccezioni notevoli, come quella recente di Sara Cunial), ma dobbiamo comprendere che la tentazione per loro è forte, una volta che siano insediati su quegli scranni, di adeguarsi a quanto viene richiesto da chi dirige il gioco da dietro le quinte. Accade inevitabilmente che tutti gli ideali sventolati con convinzione nei comizi pre-elettorali, si dissolvano come fumo al vento. Molto pittorescamente sono stati illustrati i discorsi dei politici nell’ottocentesca poesiola di Pietro Coccoluto Ferrigni: «Quando talor frattanto, forse sebben cosí, giammai piuttosto alquanto, come perché bensí. Ecco repente altronde, quasi eziandio perciò, anzi altresí laonde, purtroppo invan però. Ma se persin mediante, quantunque attesoché, ahi! sempre nonostante, conciosiacosaché». Naturalmente gli attuali termini utilizzati non sono gli stessi, ma il risultato è il medesimo! Al vuoto di pensiero e di linguaggio, corrisponde una completa sottomissione al pensiero unico. Il nostro lavoro di seguaci della Scienza dello Spirito non è di contrapporci a quanto ascoltiamo, ma di trasformare la dialettica imperante riempiendo nella nostra mente quel vuoto che ascoltiamo con contenuti reali, tratti dalla vita vera, dalla nostra personale esperienza di vita e di lavoro interiore. 




letterinaHo molto apprezzato, in un numero di molto tempo addietro, un articolo che avete pubblicato sull’Astrosofia. Sono un’appassionata di Astrologia, e mi interessa scoprire in che modo questa disciplina, che considero un’arte, può essere letta e sviluppata dal punto di vista antroposofico.

 

Silvia T.

 

L’articolo citato (www.larchetipo.com/2019/04/cosmologia/una-confusione-sulla-pasqua/) è stato da noi pubblicato poco piú di un anno fa, a firma Jonathan Hilton, tradotto, in accordo con l’Autore, dal sito www.astrosophy,com. In seguito alla pubblicazione, il sito statunitense si è arricchito di una sezione, curata e tradotta in italiano con impegno e dedizione da Mara Maria Maccari, dal titolo “Articles in Italian” (www.astrosophy.com/articlesinitalian) di interessante consultazione proprio per gli appassionati di questa disciplina, anzi, di quest’arte. In merito all’argomento dell’Astrosophia, sono stati pubblicati dalle Edizioni CambiaMenti tre libri di Willi Sucher: Iside Sophia 1 – Introduzione all’Astrosophia; Iside Sophia 2 – Linee generali di una nuova sapienza stellare; Iside Sophia 3 – La nostra relazione con le stelle, tutti di grande interesse, e della cui pubblicazione abbiamo a suo tempo dato notizia. Nella presentazione del primo dei tre libri è scritto: «L’autore offre al ricercatore una profonda descrizione sia dello Zodiaco delle Costellazioni che di quello dei Segni, e approfondisce tale descrizione con esempi di personalità ed eventi storici rivelatori delle forze spirituali che furono le cause che mossero i medesimi. È la nascita di una nuova Astrologia, che va molto oltre l’antica, legata ad una visione ormai spiritualmente esaurita».




letterinaA seguito dei noti avvenimenti pandemici, che abbiamo passato e che ancora sembrano non aver esaurito la loro azione costrittrice, mi sono resa conto che i rapporti interpersonali con i vicini di casa, e ora con i colleghi che hanno ripreso con me il lavoro, sembrano logorati e molto tesi. È come se fosse nata una diffidenza, un senso di fastidio profondo che non si riesce a mascherare (neppure dietro la mascherina…). Mi domando se è intervenuto in questo complotto mondiale, ben orchestrato ai danni della gente comune, una forza diversa da quella degli Ostacolatori che eravamo abituati a fronteggiare quotidianamente, i cui meccanismi erano abbastanza riconoscibili e quindi anche fronteggiabili e, nel migliore dei casi, superabili. Qui c’è qualcosa di malvagio che esula dagli attacchi luciferici e arimanici. È solo una mia sensazione o ci può essere un riscontro obiettivo?

 

Giovanna B.

 

La medesima sensazione è condivisa attualmente da molte persone, le piú sensibili, che si fanno le stesse domande e arrivano a uguali conclusioni. In effetti, sappiamo che già dalla fine del secolo scorso, intorno al 1998, sono entrate in campo – contro l’uomo, che deve sviluppare una piena auto­coscienza – delle forze avverse di ben altro calibro rispetto agli Ostacolatori di cui subiva da tempo immemorabile gli attacchi: sono gli Asura, infaticabili demoni al servizio dell’Anticristo, il nemico piú potente nella scala negativa, e la sua azione, insieme a quella dei suoi accoliti, agisce nella sfera della volontà, mentre Lucifero agisce nella sfera del sentimento e Arimane della sfera del pensiero. L’uomo dovrà riuscire a impegnarsi piú a fondo, per sviluppare le energie necessarie a vincere le dure prove che l’attendono. Sappiamo però che saremo aiutati dal Mondo spirituale, se nel lavoro interiore agiremo con coraggio, fedeltà, perseveranza e determinazione. 




letterinaRiguardo a quanto fu detto dalla Vergine ai bambini di Garabandal sull’Avvertimento e il Miracolo che ne seguirà, è stata avanzata l’idea che possa essere ciò che è avvenuto in questo periodo con il Covid-19: il grande silenzio, gli aerei che si sono dovuti fermare, il tempo concesso a ogni individuo per pensare a se stesso e alle proprie mancanze; all’impossibilità di dire messa per i sacerdoti; la contemporaneità in tutto il mondo, e in particolare i mesi specificati: da marzo a maggio. Se realmente quanto vissuto in questo periodo fosse l’Avvertimento, secondo Conchita, una delle bambine veggenti, in quel caso dovremmo essere coscienti di tutto il male che abbiamo fatto e anche del bene che abbiamo tralasciato di fare. Ma quanti di noi hanno effettivamente utilizzato questo periodo per fare un chiaro esame di coscienza e presa la decisione di cambiare il proprio modo di vivere? Abbiamo tutti visto come sia ripresa subito, soprattutto da parte dei giovani, la cosiddetta “movida”, lo sballo serale a base di alcol e droga. Gli spacciatori non hanno mai finito di lavorare in questo periodo, i quali, a quanto hanno mostrato alcune riprese televisive, sono stati gli unici a non subire il fermo, persino da parte della polizia, che non li ha visti perché doveva fermare e multare chi non teneva ben fissa la mascherina sul volto…

 

Loretta P.

 

In effetti, potrebbe essere fatto un collegamento fra quanto fu predetto a Garabandal e ciò che si è vissuto in questo tempo di fermo del coronavirus. Non si deve però puntare il dito contro chi non ha approfittato di questo periodo per cambiare i parametri della propria vita. Si deve invece vedere cosa ognuno, individualmente, ha potuto sperimentare. Si sono viste famiglie di nuovo unite, con i genitori senza il continuo e spesso ossessivo pensiero del lavoro portato anche entro le pareti domestiche; adulti amorevolmente preoccupati per gli anziani, pronti a proteggerli e ad accudirli; giovani finalmente tranquilli, ai quali non si doveva piú dire: «Questa casa non è un albergo». Certo, il dramma economico si farà sentire in futuro in maniera pesante. L’immediata reazione liberatoria è comprensibile, biasimevole ma transitoria. Ci si accorgerà che qualcosa non sarà piú come prima: una nuova coscienza si sarà formata, si capirà che non si può dare niente di scontato, di sicuro. E proprio su questo, ognuno a suo modo, dovrà lavorare.