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Le note che seguono provengono da una conferenza di Rudolf Steiner riguardante le spiegazioni sul Libro dei dieci fogli del cosiddetto “filosofo sconosciuto” Saint-Martin, nella sua opera Degli errori e della verità. Ovvero gli uomini richiamati al principio universale della scienza.
Rudolf Steiner indicò ripetutamente, nel corso degli anni, Saint-Martin come rappresentante di una spiritualità perduta che deve essere riconquistata attraverso la Scienza dello Spirito.
Su sua richiesta, una nuova edizione fu pubblicata da Der Kommende Tag AG, di Stoccarda, nel 1925, di cui egli avrebbe voluto scrivere una introduzione. A causa della sua morte, questo non avvenne.
L’ultima volta, ho attirato la vostra attenzione sul fatto che nell’occultismo, per poter esprimersi chiaramente, è necessario usare un’espressione simbolica. Ciò che ci circonda oggi è stato cosí solo da un certo periodo di tempo, che in realtà è breve, perché durante le epoche di Atlantide e della Lemuria i nostri antenati vivevano in circostanze del tutto diverse. L’essere umano di oggi non può piú immaginarlo. Tuttavia, se vogliamo capire correttamente ciò che vi è oggi, dobbiamo risalire a quei concetti e idee.
Il linguaggio non è in effetti molto antico, si è sviluppato soltanto su Atlantide. I nostri antenati lemuri non avevano un linguaggio, avevano una sorta di canto, suoni di grande potere magico, che erano come un incantesimo, e che forse sembrerebbero inarticolati agli esseri umani di oggi, ma che in bellezza e sonorità superavano tutto ciò che possiamo trovare oggi negli animali piú evoluti. Quei suoni avevano il potere, per esempio, di far crescere piú velocemente i fiori o di far muovere oggetti inanimati. Oggi non possiamo paragonarlo al nostro comune linguaggio. Ecco perché non possiamo usarlo per descrivere cose che appartengono ad un livello molto piú elevato.
Nelle scuole occulte sono quindi sempre stati usati un linguaggio e una scrittura allegorici. Questi segni allegorici sono formule molto espressive, che prima di tutto bisogna imparare a comprendere. Una formula è per esempio quella del libro dei dieci fogli. Cos’è questo libro dei dieci fogli?
Il libro dei dieci fogli è qualcosa di autentico, di reale. In questo libro ci è dato un grande contenuto, ma le formule sono solo apparentemente semplici. È qualcosa di molto reale per lo studente di occultismo, ma si legge in modo alquanto diverso da un libro ordinario, perché l’uomo, con il suo cervello normale, deve formare una parola dalle lettere e una frase dalle parole. Il pensiero del ricercatore occulto è diverso, esso coglie le unità, vede grandi correlazioni in un sol colpo, è un’esperienza, uno sguardo sulle realtà superiori. L’uomo si fa un concetto comune dai dettagli. Lo scienziato occulto ha l’intuizione in una sola volta, grazie all’esperienza interiore e non per molte singole esperienze. È cosí che una persona che ha visto un leone, per esempio, può farsi il concetto del “leone”.
Lo scienziato occulto, quando alza solo lo sguardo sulle cose, ottiene cosí, con un’occhiata, anche il concetto di esseri astrali e del piano mentale. Per tutte le cose spirituali ci sono immagini primordiali. Proprio come il pittore che avendo una certa immagine intuitiva nella sua testa può dipingere un centinaio di immagini secondo essa, cosí sui piani superiori, per tutte le cose che il chiaroveggente vede, ci sono immagini originali. La lettura delle immagini originali delle cose è chiamata in occultismo: “la lettura del libro dei dieci fogli”. Quel libro dei dieci fogli si poteva leggere in ogni scuola iniziatica. Anche quando l’umanità non aveva ancora un corpo fisico, ognuno poteva leggere quel libro.
Spostiamoci al tempo della Lemuria, quando l’uomo rivestiva un involucro fisico. A quel tempo c’erano rappresentazioni che erano piuttosto figurative. Egli non vedeva le immagini all’esterno, ma dentro di sé; sentiva qualcosa nella propria anima, quando si avvicinava, ad esempio, a un’altra persona, sentiva un certo calore, o vedeva alzarsi immagini a colori vivaci. Era come un sogno vivido, pittorico, ma non cosciente. Solo gli insegnanti e i dirigenti del popolo potevano vedere subito tutto ciò che gli altri sentivano solo ondeggiare su e giú nell’anima in un’oscurità crepuscolare. La loro visione non era limitata, tutto appariva contemporaneamente davanti a loro come un quadro; tutto ciò che dovevano fare era prestarle attenzione. Questa è l’idea di quella visione unitaria onnicomprensiva che viene offerta all’Iniziato e allo studente di occultismo. Oggi non possiamo vedere tutto allo stesso tempo, perché percepiamo con i nostri strumenti sensoriali. Per esempio, una differenza tra New York e Berlino una volta non sarebbe stata vista. Chiunque veda al di fuori del suo corpo fisico, si accorge che le differenze spaziali gli vengono presentate solo dai suoi sensi. Tutta la scienza di oggi è costruita da dettagli messi insieme. Ciò che succede nel Mondo spirituale non viene gradualmente scoperto, ma quando si raggiunge un certo livello di conoscenza diventa accessibile quello che è prevalente.
Ci sono dunque dieci stadi, e questi sono i dieci fogli del libro di cui vi sto parlando.
Cosa c’è nella prima pagina? Una grande quantità di cose che si devono sperimentare. Pensiamo ad un fiore. Pensiamo a quando quest’anno abbiamo piantato un fiore: vediamo come ha messo radici, gli steli, i ramoscelli, le foglie, i fiori che si sviluppano e infine il seme, il seme che per primo abbiamo messo nella terra. In questo piccolissimo germe non vediamo piú nulla della pianta, che però è contenuta in esso, condensata fino ad essere un punto. Diamo un’occhiata ad un tulipano, come viene racchiuso in un punto e come si espande di nuovo. Vediamo l’essenza del tulipano alternarsi tra una grande espansione e una contrazione specifica, come se spinto nel nulla. Possiamo trovare questa espansione e contrazione in tutto il mondo, nella natura e nell’uomo.
Anche un intero sistema solare si sviluppa, passando attraverso uno stato di sonno per risvegliarsi di nuovo. Questi due stati sono chiamati in teosofia manvantara, espansione, e pralaya, contrazione in un punto. Per la percezione esterna non c’è differenza tra l’embrione del sistema solare ed il fiore; per i sensi esteriori non esiste. Anche il nostro attuale sistema mondiale convergerà in un singolo punto: in questo punto tutta la vita sarà compressa, e poi di nuovo si espanderà.
Se si entra in questo mondo costellato di molteplicità di vita, che è stato compresso in un unico punto, si ha un concetto del potere divino che crea dal nulla. Coloro che vogliono penetrare i misteri dell’universo, devono imparare a concentrare i loro pensieri su un punto, ma non su un punto morto: su un punto vivo che è allo stesso tempo nulla e tutto. Non è facile entrare in questo stato di sogno della Natura, che è una non-vita ma allo stesso tempo è anche una vita totale; per riuscirci si deve aver sentito, pensato e voluto.
Solo coloro che hanno riflettuto su questo possono leggere i rimanenti fogli. Per comprendere questa unità di tempo, spazio e forza, si deve penetrare profondamente nella lettura del primo foglio. In una strofa del libro Le stanze di Dzyan troverete una descrizione meravigliosa.
Il secondo foglio ci mostra ovunque la dualità. Ovunque tu vada nella natura, troverai la dualità: luce e ombra, positivo e negativo, maschio e femmina, sinistra e destra, diritto e irregolare, buono e cattivo. La dualità è profondamente radicata nella natura di tutto il divenire, e chi vuole comprendere la natura deve rendere questa dualità abbastanza chiara nella sua mente.
È solo quando vediamo la dualità nella nostra vita che arriviamo a comprendere il mondo. Obbligarsi a imparare a pensare a queste cose è un dovere per lo studioso di occultismo. Non deve mai pensare solo una cosa, deve sempre pensarne contemporaneamente due. Per esempio, quando pensa al suo rapporto con il Divino: “in me c’è un sé divino”,- questa frase rappresenta solo un aspetto a cui appartiene il secondo: “e io vivo nella divinità”. Entrambi gli aspetti sono veri. Lo studente occulto deve dire a sé stesso: L’uomo è un essere sensuale, ma diventerà un essere spirituale; una volta io ero un essere spirituale e sono dovuto diventare un essere sensuale.
Se ci si impone il dovere interiore di non pensare mai ad un’unicità, ma sempre al dualismo, solo allora si può conoscere tutta la verità. Quando l’uomo impara a pensare in questa dualità, allora il suo pensiero è proprio giusto e corretto.
Questa è la lettura della seconda pagina, il secondo foglio del libro. Negli antichi miti tedeschi degli Dei, e anche nei libri gnostici, troverete questa dualità ripetutamente raffigurata. Alcune idee grossolane riguardano in particolare la dualità tra il maschile e il femminile e attribuiscono tutto ad essa. Ma in verità, il maschile e il femminile sono solo un caso particolare rispetto a una dualità molto piú alta. E prendere questo caso particolare per spiegare tutto è chiudere gli occhi alla realtà spirituale e attenersi a quella piú bassa.
Il terzo foglio presenta la trinità. Visioni tripolari s’incontrano ovunque: l’uomo è un essere tripartito costituito da corpo, anima e Spirito. La Gnosi parla di Padre, Parola e Spirito. La tripartizione ci porta verso le divinità egiziane: Osiride, Iside, Horus. La tripartizione contiene un segreto importante. Chi si abitua a trasformare il due in tre, vince la mano che lo porta a capire il mondo intero. Riflettere sul mondo nella sua triplicità significa permearlo di saggezza.
Il quarto foglio è il quadrato pitagorico. L’uomo sta davanti a me come essere quadripartito: è costituito di corpo, anima e Spirito, e in quest’ultimo vive il quarto elemento, l’autocoscienza. Ecco perché Pitagora dice che la natura inferiore dell’uomo evolve da sola verso l’alto: si tratta del segreto del Quattro, che si sviluppa dalla Trinità. Questa quadruplicità si incontra in tutti gli esseri. Per la visione completa del grande Iniziato che contempla tutti i tempi, gli esseri sono tutti uguali. L’uomo vive sul piano fisico quale essere quadripartito. Il leone non vive con la sua quadruplicità sul piano fisico; là, ha solo la sua trinità: corpo fisico, corpo eterico, corpo astrale. Il suo sé, o quarto elemento, vive nel mondo spirituale.
La natura superiore appare al livello inferiore solo come natura sensuale. Se l’uomo potrà padroneggiare il suo corpo fisico fino nelle sue fibre, diventerà Atma; se padroneggerà il corpo eterico, sarà Budhi, se governerà il corpo astrale, sarà Manas. Questa è la quadruplicità: i tre membri della natura inferiore, che in futuro si trasformeranno nella natura superiore. Il numero quattro è presente in tutti gli esseri che si trovano nel mondo. Per l’occhio del veggente, che può percorrere grandi periodi di tempo, tutti gli esseri sono uguali, solo per l’uomo comune essi sono diversi.
Cosa rende un leone diverso da un essere umano? Per l’occhio umano, un leone sta piú in basso di un essere umano, perché l’uomo ha una visione limitata. Oggi vive sul piano fisico, mentre il leone ha il suo Spirito sul piano mentale e la sua anima nell’astrale.
Uomo | Leone |
4 mentale | 4 Io (viene dal Mondo spirituale) |
3 astrale | 3 astrale |
2 eterico | 2 eterico |
1 fisico | 1 fisico |
Anche la pianta ed il minerale hanno la loro quadruplicità. La pianta ha sul piano fisico solo il corpo fisico e l’eterico. Piante e minerali hanno le altre parti della loro quadruplicità nel Mondo spirituale. Ma gli esseri umani, gli animali, le piante e i minerali sono quadruplici. Il discepolo dell’occultismo deve sempre sperimentarlo interiormente quando vuole leggere il quarto foglio.
Quinto foglio. Leggendo il quinto foglio, si rivela tutto ciò che l’uomo proietta di se stesso, come nel mondo appare un’immagine d’ombra. È piú di una semplice quadruplicità. Comincia ad adorare. Questo si chiama idolatria. L’uomo è una testa pensante, un essere che immagina. Quando comincia a pensare alle cose, attribuisce loro cause divine. Sorgono miti in cui l’uomo mette in relazione il soprannaturale con i sensi. Il mondo dei miti e delle leggende rappresenta in molti casi la cultura degli antichi popoli. Tutto questo processo si trova davanti all’Iniziato, e arriva il momento in cui inizia a comprendere il filo che collega tutti i miti.
Per esempio, cosa simboleggia il cavallo? Rappresenta un essere che è rimasto ad una certa fase oltre la quale l’uomo è progredito nel suo sviluppo fisico. Ma c’è stato un momento, nel tempo dell’èra iperborea, in cui l’uomo ha dovuto dapprima sviluppare la struttura della saggezza. Le strutture si sviluppano con grande anticipo. Vi ho detto dunque che tutti gli sviluppi superiori devono essere acquistati lasciando indietro qualcosa. Se uno vuole alzarsi, un altro deve abbassarsi. A quel tempo, quando l’uomo sviluppò la struttura della saggezza, questo fu possibile solo perché la natura umana aveva tolto da se stessa ciò che in seguito si sviluppò come natura del cavallo.
Il cavallo si sviluppò nel periodo di Atlantide, e da allora l’uomo seppe istintivamente di essere legato al cavallo. Questo istinto divenne mito in tempi successivi. L’uomo di Atlantide aveva una consapevolezza istintiva del legame fra sua saggezza ed il cavallo, e quindi, nella prima epoca del periodo post-atlantico, il cavallo era venerato come simbolo di saggezza. Le prime epoche post-atlantiche dovevano formare la saggezza. Perciò, nell’Apocalisse, quando sono stati rimossi i sette sigilli, vengono mostrati i cavalli.
Ulisse pensa a un cavallo di legno.
Per l’interpretazione dei miti sono necessarie tre cose: prima di tutto, occorre prendere il mito alla lettera, in secondo luogo, bisogna afferrarlo simbolicamente (questo accade nelle religioni), in terzo luogo, bisogna capirlo di nuovo letteralmente, ma in un senso superiore. Leggere il quinto foglio significa che questa meravigliosa connessione si verifica davanti all’occhio intuitivo.
Sesto foglio. Questo rivela i misteri di ciò che l’uomo riconosce come soprannaturale, e ci si avvicina. Gli ideali che l’uomo crea dalla propria natura sono registrati su questo sesto foglio, ad esempio i grandi ideali di libertà, uguaglianza e fraternità. L’unione della natura umana con qualcosa che non c’è ancora, che l’uomo deve ancora raggiungere, è su questo sesto foglio: la creazione, la volontà al di là di se stessa. “Amare l’impossibile”. L’uomo impara a guardare i futuri stati dell’umanità, impara a vedere nel presente i germi del futuro. L’Iniziato può leggere nel sesto foglio come Giovanni ha descritto nell’Apocalisse le condizioni del futuro dell’umanità.
Settimo foglio. Qui lo studente impara a capire il mistero e il significato del sette. Le cose si sviluppano nel numero sette, perché il tre da cui proviene, si ripete, e diventa sette. L’uomo deve imparare a dire a se stesso, io esisto dalla trinità, da essa nascerà una trinità superiore: questo è il sei. Partendo dalla Trinità, arriva a quella superiore, il sestuplo. Egli stesso è il settimo elemento. Comprendere questo processo è il settimo foglio della lettura.
Parleremo dell’ottavo, nono e decimo foglio la prossima volta.
Il libro dei dieci fogli è un’allegoria, riassume in poche parole ciò che altrimenti dovrebbe essere lungamente descritto. È l’abbreviazione di colui che ha una vita completa.
Paracelso dice: «Il medico deve saper leggere tutta la natura, deve superare degli esami sulla natura, con le singole lettere deve saper formare la parola e non attingere la saggezza solo dai libri».
Nel nostro tempo la spiritualità deve rassegnarsi; doveva essere cosí per rendere possibili le grandi conquiste sul piano fisico, per poter diventare perfettamente padroni del mondo sensoriale. Adesso è vicino il momento in cui l’umanità deve approfondirsi spiritualmente. L’uomo corre verso una fase del piano fisico che non potrà essere sopportata a meno che la vita spirituale non sia riqualificata. Un quadro di quanto sia necessario che l’uomo evolva spiritualmente: si riconoscono enormi progressi, per esempio, per la conoscenza dell’elettricità: a quella forza è collegato un enorme potere, ma sarà possibile che gli esseri umani abusino di tali forza.
L’uomo, in un tempo non troppo lontano, sarà padrone di forze terribili che farà lavorare sul piano fisico. Ad esempio, sarà in grado di produrre detonazioni, esplosioni in luoghi lontani, senza che nessuno sia in grado di riconoscerne l’autore. L’umanità avrà questo potere. E guai se l’uomo non sarà moralmente elevato e userà queste terribili forze non solo ed esclusivamente per scopi positivi! Questo tempo è stato previsto dai dirigenti dell’umanità, i Maestri, ed è la missione della dottrina teosofica preparare le menti per ciò che verrà, per avvertirle, per mostrare loro la via e la mèta.
Rudolf Steiner
Dalle annotazioni di uditori presenti alla conferenza di Rudolf Steiner.
Berlino, 3 aprile 1905 ‒ O.O. N° 89. Traduzione di Angiola Lagarde.