Il cristianesimo quale fatto mistico

Spiritualità

Il cristianesimo quale fatto mistico

La mia vitaRudolf Steiner, ne La mia vita, al cap. XXX specifica come venne maturando, su impulso di Marie von Sivers, la serie di conferenze che sarà poi compendiata nel libro Il Cristianesimo quale fatto mistico. Sin dal principio il Dottor Steiner ebbe a rilevare come le parole del titolo “quale fatto mistico” fossero decisive, in quanto non intendevano solamente esporre il contenuto mistico del cristianesimo, ma avevano soprattutto lo scopo di rappresentare il Mistero del Golgota come sviluppo degli Antichi Misteri, in modo da mostrare che in esso non operano solo le forze storiche terrestri ma anche e soprattutto impulsi spirituali cosmici.

 

Negli Antichi Misteri, secondo la concezione e la prassi antroposofiche, si davano infatti immagini e culti mistici di eventi cosmici che si compiranno poi nel Mistero del Golgota, come un fatto trasferito dal Mondo Spirituale sulla terra e sul piano del divenire storico. Si ritiene tuttora che l’Antroposofia abbia elaborato i suoi contenuti sul cristianesimo con ogni sorta di antiche tradizioni, gnostiche ed altre. In realtà, di contro a certe interpretazioni fuorvianti, la conoscenza spirituale che si trova in Il Cristianesimo quale fatto mistico è attinta direttamente dal Mondo spirituale. Sul finire del secolo Diciannovesimo, specifica il Dottore nel cap. XXVI del medesimo testo citato, l’essersi trovato dinanzi al Mistero del Golgota «nella piú intima e profonda solennità della conoscenza» ha avuto, ed ha tuttora, il significato di una nuova comunione spirituale dell’umano con il divino-spirituale.

 

La concezione tolemaica

Concezione tolemaica della Terra

Di seguito si irradia nel mondo e nella storia terrena la pura Immanenza, solare e metafisica, de Il Cristianesimo quale fatto mistico. La “Prefazione” ed i “Punti di Vista” elaborati dal Dottore come introduzione conoscitiva e sperimentale al libro (O.O. N° 8), hanno perciò un valore assoluto e dirimente riguardo alla suddetta Immanenza solare. Purtroppo nella odierna edizione pubblicata dall’Editrice Antroposofica manca l’originaria “Prefazione”, essendo presente solamente la “Prefazione alla seconda edizione” (1910).

 

Nell’originaria “Prefazione” si chiedeva al lettore, piú di un secolo fa, se fosse o meno giustificato l’orgoglioso disprezzo esibito dalla cultura scientifica e neo-illumi­nistica dominante verso le idee sull’universo dei nostri antenati. Colui il cui sguardo, senza fermarsi alla superficie del pensiero scientifico, sappia penetrare il fondo dell’umanità civilizzata, vedrà aprirsi un immenso abisso tra i due fattori che formano la vita pratica.

 

Johan Tischbein «Diogene cerca la Verità»

Johan Tischbein «Diogene cerca la Verità»

La ragione dell’uomo contemporaneo non si soddisfa che alla spiegazione scientifica e naturale dell’universo; ma il cuore non riesce a liberarsi da quei sentimenti ereditati da una educazione millenaria e da una tradizione spirituale, la quale, piú volte decretata morta e sepolta, continua invece ad essere presente tra di noi. L’armonia è però interrotta. Noi possiamo anche comprendere le cognizioni scientifiche, ma non possiamo vivere con esse. Colui che non si contenta di comprendere la verità, colui che vive in essa e con essa, la potrebbe percepire in uno sviluppo diveniente e progressivo sottoposto a leggi come gli stessi elementi naturali: «Il pensatore scientifico dovrebbe sapere che l’evoluzione dell’ordine spirituale è parallela all’evoluzione dell’ordine naturale».

Osservazioni naturali goethiane

Osservazioni naturali goethiane

 

Nella successiva “Prefazione del 1910” il Dottore preciserà non a caso esser profonda convinzione antroposofica che le conquiste scientifiche, assolutamente necessarie all’evo­luzione dell’umanità, esigerebbero però un concreto progresso di tipo non meramente quantitativo meccanicistico, ovvero un’ascesa verso un’autentica mistica. «Non può esservi alcun dubbio: la mentalità scientifica rappresenta il massimo potere nella vita spirituale contemporanea» (R. Steiner, “Punti di Vista”, Il Cristianesimo quale fatto mistico).

 

Rappresenta però un elemento regressivo della conoscenza e della vita pratica l’atteggiamento della mentalità scientifica che punterebbe a scavare un abisso incolmabile e non recuperabile tra i due fattori della vita umana di cui sopra si è parlato. Chi esamina e osserva la natura del Mondo Spirituale non può che imparare dal metodo della scienza naturale, senza lasciarsi però ingannare da certi singoli rappresentanti intellettualistici della scienza. Ma chi voglia procedere in modo conforme alla scienza naturale dovrebbe osservare il divenire spirituale dell’uomo con la stessa oggettività con cui da scienziato osserva il campo del mondo materiale.

 

Procedendo su una tale via, si perverrà a un certo modo di osservare i fatti che si differenzierà da quello propriamente materialistico e naturalistico, come lo studio dell’evoluzione vitale si differenzia da quello delle leggi esclusivamente chimiche. Si è parlato perciò di Immanenza solare, nel senso che il fine dell’Antroposofia è una via conoscitiva che vorrebbe condurre alla comunione tra lo spirituale che è nell’uomo con lo spirituale che è nell’universo.

 

 

Ivan Stadera (1. continua)