Cosí terminava la parte precedente:
In questo elenco è contenuta tutta la conoscenza che l’uomo può conseguire e le leggi che gli sono imposte. Per cui è chiaro che egli non otterrà mai alcuna conoscenza, nessuno dei suoi veri doveri potrà essere adempiuto, se non attinge a questa fonte. Sappiamo adesso chi deve guidarlo, se da solo non può fare un passo verso quella fertile fonte; tuttavia può essere certo di arrivarci, se dimentica la sua volontà e lascia agire la volontà della causa ultima attiva e ragionevole, che deve agire solo per lui.
Da qui riprendiamo:
Auguriamogli dunque che nella sua ambascia egli possa trovare un sostegno, che il suo cuore speri di nuovo e trovi coraggio, vedendo cosa può ancora scoprire senza dubbio in questo stupendo libro: la natura e le qualità degli esseri, la causa delle cose, le leggi certe e immutabili della sua religione e dei culti che egli deve necessariamente attribuire ai primi esseri; questo perché è allo stesso tempo sensibile e sensuale. E poiché non c’è nulla che non sia l’uno o l’altro, deve quindi vedere le relazioni tra se stesso e tutto ciò che esiste. Perché nonostante questo libro abbia solo dieci fogli, tuttavia contiene tutto, nulla può esistere per sua natura senza di esso e senza che appartenga all’uno o all’altro dei dieci fogli.
Non esiste peraltro un singolo essere che non indichi di per sé quale sia il suo livello e a quale dei dieci fogli appartenga.
Ogni essere deve dunque metterci mano. Questo è infatti il solo mezzo per informarsi di ogni cosa.
Tuttavia mentre si apprende, al fine di mantenersi sulla strada giusta, bisogna saper distinguere le leggi vere e semplici che modellano la natura degli esseri, da quelle che le persone ci impongono, travisandole, ogni giorno…
Il Filosofo sconosciuto
Fra le personalità che hanno contribuito a plasmare lo sviluppo intellettuale del diciannovesimo secolo, Rudolf Steiner considerava “profondamente incisivo” il filosofo e teosofo francese Louis Claude marchese di Saint-Martin.
All’inizio, la vita del giovane Marchese sembrava voler seguire le linee tracciate dalle sue origini.
Nato il 18 gennaio 1743 ad Amboise, città della Loira, famosa per il suo castello storico, educato nei migliori istituti del paese, il suo ambizioso padre aveva scelto per il giovane di grande talento lo studio della legge.
Ma dopo una breve attività come avvocato, la giurisprudenza in quanto tale e il fallimentare sistema legale lo disgustarono talmente che preferí arruolarsi come ufficiale nell’esercito.
All’inizio, dopo aver studiato scritti occulti, entrò in contatto con i circoli massonici di Bordeaux, dove si trovava il suo reggimento.
In quel periodo, la Massoneria si era estesa dall’Inghilterra in Francia. Delle oltre 600 Logge francesi, ce n’erano quasi 70 solo nell’esercito.
Dopo un periodo di controversie interne, aveva prevalso il principio di libertà ed uguaglianza, che si rifletteva sia nella costituzione delle Logge che nella diversa composizione dei suoi membri.
A volte, la massoneria si manifestava anche nella vita pubblica. L’amico di Voltaire, Elie de Beaumont e Dupaty, suo fratello massone, riuscirono cosí a far cessare dei comportamenti della magistratura disumani e particolarmente scandalosi.
Ciarlatani e opportunisti sapevano certamente come accedere alla massoneria, e non tutte le Logge erano allo stesso livello; ma, tutto sommato, in un momento in cui nelle piú alte sfere della corte l’immoralità e l’arbitrarietà trionfavano, lo sforzo prevalente era quello di far rispettare i princípi di giustizia e di verità.
Il suo incontro con il mistico cabalistico dom Martinez Pasqualis ebbe un’influenza decisiva sul suo sviluppo. Quest’ultimo, portoghese di nascita, aveva creato nella Loggia massonica un sistema gerarchico che trovò diffusione specialmente in Francia, ma anche in Russia e in Germania.
Coloro che appartenevano a queste Logge cosí organizzate a cui, contrariamente agli stretti princípi, anche le donne avevano accesso, erano chiamati martinetisti o martinisti. Quest’ultimo termine non aveva originariamente nulla a che fare con Saint-Martin, ma fu successivamente attribuito ai suoi seguaci.
Saint-Martin divenne un discepolo di dom Martinez Pasqualis, che lo iniziò alla dottrina segreta cabalistica.
L’antica saggezza trasmessagli fu cosí abbondante che si fece licenziare da ufficiale, in modo da poter liberamente esercitare, da quel momento in poi, un’attività spirituale.
Si immerse nel misticismo dei numeri, condusse studi matematici insieme al famoso astronomo Joseph Jerome de Lalande, ed ebbe saltuariamente stretti rapporti con Cagliostro.
Con il tempo, non gli sfuggirono i difetti inerenti al funzionamento delle Logge. Decifrò il cerimoniale massonico visibile e scoprí che la stragrande maggioranza dei fratelli della Loggia erano solo “Initiés par la forme” (iniziati solo formalmente).
Si imbatté tra l’altro nell’elemento cattolico che Pasqualis aveva incluso nel suo sistema. Al momento dell’ammissione al sesto grado, era infatti chiesto un giuramento di fedeltà nei confronti della religione cattolica. Peraltro, a quel tempo, non c’era niente di strano: a dispetto degli anatemi romani, molti clericali, tra cui anche degli ecclesiastici, non vedevano nulla che fosse contrario al dogma cattolico nelle iniziative massoniche.
In ogni caso, Saint-Martin iniziò presto a creare il proprio sistema massonico, “il Rito riformato”. Questo uscí nel 1778, qualche tempo la sua fusione con la Loggia francese detta “La Stretta Osservanza”.
Ma Saint-Martin si era allontanato dalla massoneria già prima di allora. Era giunto alla conclusione che poteva sviluppare e diffondere meglio la sua conoscenza teosofica se si liberava da ogni forma.
Il modo in cui Rudolf Steiner parla della cerchia di alunni e amici di Saint Martin suggerisce che tra loro c’erano personalità spiritualmente notevoli.
Uno di questi era il principe Galitzine, uno dei principali leader del movimento delle logge russe sotto Caterina II, che dichiarò liberamente di essere diventato un uomo solo grazie alla sua relazione con Saint-Martin.
Il primo lavoro di Saint-Martin, Degli Errori e della Verità, ovvero Gli uomini richiamati al principio universale della scienza, Autore “Il Filosofo sconosciuto”, apparve a Lione nel 1775.
Saint-Martin fu in seguito chiamato sempre con lo pseudonimo di “Filosofo sconosciuto”.
Il libro suscitò scalpore, specialmente nelle Logge tedesche e francesi, Immediatamente dopo la sua pubblicazione.
La traduzione tedesca di Matthias Claudius apparve a Breslavia nel 1782.
La prefazione del poeta affermava che Degli Errori e della Verità era “un libro speciale”, e che gli studiosi non sapevano bene cosa dovevano pensarne.
«Neanche io capisco questo libro», confessava Matthias Claudius. «Ma oltre ad un’impressione di superiorità e sicurezza, trovo in esso una pura conoscenza, un’insolita mitezza, sovranità della mente, pace e benessere».
Il forte impatto che il libro ebbe su Matthias Claudius, come su molti altri, può essere spiegato dal fatto che vi erano descritte in modo “pittorico” delle realtà spirituali.
La conferenza di Rudolf Steiner, purtroppo conservata solo in frammenti, indica queste realtà. Dichiarazioni significative su Saint-Martin e sul suo lavoro si trovano citate nelle lezioni di Dornach e di Berlino dal 1916 al 1917.
In una importantissima conferenza del 30 gennaio 1917 (O.O. N° 174), Rudolf Steiner evidenziò l’intuizione di Saint-Martin secondo cui «l’uomo, se solo vuole, può davvero entrare in relazione con esseri spirituali di Gerarchie superiori».
Saint-Martin non attribuisce alcuna realtà alla materia; non la riduce ad un mondo atomico ma alla realtà delle Entità spirituali.
Rudolf Steiner definisce Saint Martin con il termine “incredibilmente sano”, in riferimento ad un linguaggio universale che originariamente era la base delle varie lingue e che è ancora il piú vicino alla lingua ebraica.
Nella conferenza del 20 marzo 1917 (O.O. N° 175), Rudolf Steiner afferma ulteriormente: «Saint-Martin si esprime con abbondanza di conoscenza, e ciò che ci dà sono solo i viticci esterni di questa conoscenza che vive nella sua anima. Lo suggerisce piú volte anche nel suo libro».
«Il ricercatore spirituale lo sa – dice ancora Rudolf Steiner – perché tali commenti compaiono in vari modi».
Rudolf Steiner sottolinea: «In tale contesto, verrà il tempo, attraverso la propria ricerca, che si potrà parlare di certe cose: quando gli impulsi dati dalla conoscenza spirituale saranno diventati impulsi morali».
Tra i passaggi citati, appartiene a Saint-Martin la comunicazione sull’adulterio/peccato originale (Errori e Verità, Vol. II). L’uomo l’ha commesso prima di «essere sottomesso alla legge degli elementi».
Leggiamo in Saint-Martin: «Desidero che tu possa arrivarci tanto quanto i miei obblighi mi vietano la minima spiegazione di questo punto; e tra l’altro, per il mio bene, preferisco arrossire per le malefatte dell’uomo piuttosto che parlarne ».
Rudolf Steiner fa riferimento al brano biblico Genesi 6, 2: «E i figli degli Dei scoprirono che le figlie degli uomini erano belle e si unirono con loro».
Perciò, secondo le parole di Rudolf Steiner, questo sottintende un evento «per il quale nel mondo atlantico ebbe luogo una grande confusione, che ha anche una misteriosa connessione con il fatto che l’uomo perdette la sua natura spirituale elementare».
Secondo Saint-Martin, il rinnovamento sociale di cui l’umanità ha bisogno oggi può basarsi solo dal punto di partenza spirituale dell’evoluzione umana terrena, vale a dire la caduta dell’uomo dalle altezze spirituali.
A differenza di Rousseau, che predica il ritorno alla natura come avviene oggi, Saint-Martin invita e predica il ritorno degli uomini alla loro vera natura superiore.
Egli immagina una teocrazia alla maniera del regno di Melchisedec, come l’immagine ideale di una futura struttura sociale. Nella conferenza del 20 marzo 1917 già menzionata, Rudolf Steiner sottolinea il fatto che tali idee politico-sociali furono pubblicate un decennio e mezzo prima della Rivoluzione francese.
Il libro Quadro naturale dei rapporti che esistono tra Dio, l’Uomo e l’Universo fu pubblicato nel 1782 da A.W. Seilin. La biografia di Saint-Martin, che precede il testo, afferma che il libro è stato creato su suggerimento di alcuni amici di alto rango del Marchese, i quali gli avevano chiesto di riprodurre, in modo piú comprensibile, il contenuto di Errori e Verità.
Nel periodo successivo, Saint-Martin intraprese lunghi viaggi in Germania, Inghilterra, Italia e Svizzera.
Dal 1788 al 1991 visse a Strasburgo. Qui, su suggerimento della sua amica Charlotte von Böklin, imparò il tedesco per tradurre in francese gli scritti di Jakob Böhme.
Tratto da: Domande e risposte di Rudolf Steiner in riferimento a Louis Claude de Saint-Martin.
Contributi all’Opera Omnia N° 32 – Traduzione di Angiola Lagarde.