Un rissa-party... virale

Inviato speciale

GWB@dailyhorrorchronicle.inf

DabliuProseguo nel mettere a disposizione dei lettori la corrispondenza via e-mail, procurata illegalmente, che il giovane diavolo Giunior W. Berlicche, inviato speciale per il «Daily Horror Chronicle» nel paludoso fronte terrestre, ha confidenzialmente indirizzato alla sua demoniaca collega Vermilingua, attualmente segretaria di redazione del prestigioso media deviato, all’indirizzo elettronico Vermilingua@dailyhorrorchronicle.inf.

 

Andrea di Furia

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Vedi “Premessa” www.larchetipo.com/2007/set07/premessa.pdf




Un rissa-party... virale

Carissima Vermilingua,

sapendoti spaparanzata su di una spiaggia lavica, mentre sfogli Insanity Fair e ti godi le meritate ferie estive in un esclusivo Resort infernale a 5 buchi neri, una fredda lacrima solitaria mi infastidisce l’occhio sinistro, nell’inutile tentativo di contrastare un bruciante moto di invidia.

 

Nel frattempo con gli ex-colleghi del master in damnatio administration sono stato coinvolto nell’ultima trovata creativa del palestratissimo Ringhio, nel suo bar sotto il Daily Horror Chronicle.inf, perché “assieme vinceremo”….

 

Ma la colpa è mia. Ancora non mi rendo conto di come io abbia potuto rispondere con un’eccessiva dovizia di particolari alle curiosità del colossale Ringhiotenebroso sulle misure antipandemiche delle nostre tartassate vittimucce su quel ciòttolo cosmico rotolante.

Dabliu seduto a tavolino

 

Il risultato è questo pietoso rissa-party a tema: mascherina sanitaria sui musi, guanti di plastica astrale inevitabilmente bucati dagli artigli e l’obbligo di mantenere un distanziamento che oltre a ostacolare l’assembramento impedisce anche qualsiasi contatto violento.

 

Pazzesco! Tutti sembrano godere moltissimo la novità di lanciarsi addosso i flaconi igienizzanti invece delle classiche prese al collo da wrestling, mentre mi sto ferocemente annoiando con Ruttartiglio nell’attrezzata area lockdown: lui è seduto a un tavolino all’interno di una scatola di plexiglass astrale, mentre il mio, a distanza di sicurezza, si caratterizza per l’hula hoop protettivo verde vomito che lo circonda.

 

L’unica nota estiva è l’ombrellino di bambú che decora il mio deathquiri, agitato non mescolato, con cinque gocce di impostura e il perizoma da lottatore di sumo, decorato da oligocenici antracòteri in tanga, del titanico Ringhio che gira frenetico tra i tavoli, servendo bibite e stuzzichini palustri.

 

L’atmosfera è deprimente quanto basta per farmi sfogliare lo speciale di Gozzoprofondo della rivista di gossip infernali «La macchina del fango», che il bar riceve in abbonamento omaggio. Da questa autolesionistica situazione, da questa virale depressione, mi ha salvato il mio dirimpettaio agli arresti domiciliari: con la mascherina sanitaria che gli penzola da un corno e i guanti monouso che sembrano quelli senza dita di un conducente d’auto d’epoca.

 

Cosí ti invio una sintesi, estratta dal mio immancabile moleskine astrale, della chiacchierata con quel fanatico assertore della piú sfrenata bio-nano-geno-cyber-laser-andro-giga-meccatronico-tecnologia “alta-mente disumanizzante”, interrotta ogni tanto da un flacone igienizzante che si stampava sul plexiglass del mio interlocutore.

 

Ruttartiglio: «Allora, per restare nel tema di questo noiosissimo rissa-party in mascherina, come vanno le APP di tracciamento dell’attuale pandemia virale? Prende velocemente piede nell’intero planetúcolo che bramiamo colonizzare?».

App Immuni

 

Giunior Dabliu: «Al momento, tempo terrestre luglio 2020, nonostante le martellanti (slap, salp) ossessive campagne di addomesticamento mentale, che vede il nostro malèfico Daily Horror come capofila mondiale, sono di fatto al palo. APP Immuni, Corona-Warn-App, StopCovid, Covidsafe, TraceTogether, Covid Tracker, Cocoa sono le applicazioni per tracciare il contagio del coronavirus, rispettivamente in Italia, Germania, Francia, Australia, Singapore, Irlanda, Giappone. Mediamente si va dal 18% della popolazione in Germania che ha scaricato il programma, al 6% del Giappone. Inspiegabilmente in Irlanda è stato un successo cla­moroso: il 37% della popolazione ha fatto click, si è APPecoronata. Tiè!».

 

Ruttartiglio: «Dannazio­ne! C’è forse ancora qualcuno che si oppone al violento progresso incontrollabile della mia bramatissima Tecnoscienza?».

 

Giunior Dabliu: «Calma. Calma il tuo feroce entusiasmo. Si pensa che sia una questione psicologica o di rifiuto animico dell’uso del programma. Per alcuni studiosi registrati sul libro paga animico della Furbonia University, è perché i nostri spuntini emotivi non conseguono alcun beneficio immediato dallo scaricare l’App, per altri l’uso delle tecnologie informatiche suscita una malsana irrazionale resistenza».

 

Ruttartiglio: «E nel Paese meta dei tour abusivi sul paludoso fronte terrestre?».

 

Giunior Dabliu: «Anche lí non sta avendo il successo che ci aspettavamo. Mentre i sondaggi davano il gradimento del 66% della popolazione, solo l’8% dei potenziali fruitori, circa 4,7 milioni di nostre caramellate caviucce, ha scaricato la salvifica APP. Ma sono corsi súbito ai ripari: questa libera scelta, odiosamente suggerita dalle task force del Nemico, è già stata classificata come nuova malattia mentale: la Psicopatologia di Immuni. E sul web ci sono domande sottilmente allusive, tipo “Perché non scarichiamo l’APP di tracciamento?” con risposte che spiegano, ad esempio, “I 5 errori di ragionamento che ci fanno decidere se scaricare o meno l’APP di tracciamento sul nostro smartphone”».

 

Ruttartiglio: «Bah, tutto questo infiorettamento esplicativo mi fa venire il volt-abomàso. Come diceva Frantumasquame, il nostro tutor di macello-marketing, basta trasformare la APP in una PSW. Se non hai l’APP è come se non avessi la chiave di ingresso, il pass per qualsiasi cosa ti piaccia o ti serva: dal Teatro, al Cinema, alle palestre, dai negozi alimentari a quelli di moda, dai servizi pubblici ai trasporti. Senza APP non puoi neppure entrare in un bar o andare in bagno. Cosí si fa! A muso duro!».

 

Giunior Dabliu: «Proprio cosí. Era una scelta logica che la Commissione di esperti aveva prospettato. Purtroppo i Governi sono ancora vittime delle illusorie paturnie democratiche, nonostante la Società liquida a predominio politico sia stata ormai soppiantata dalla Società gassosa a traino economico. E la subdola violenza del fuoco amico governativo non è stata ancora messa a punto con l’efficacia che merita. Sono convinto che manchi appena un grado, perché l’acqua che trasforma i nostri tortellini animici locali in uggiolanti Italiani di Pavlov possa finalmente bollire».

 

Ruttartiglio: «Strano. Con tutte le coercitive pressioni sovranazionali che ha messo in campo la nostra Universitaria Satanica Alleanza? I politici che abbiamo messo al Governo lí sono pigri e sonnolenti nel loro pensare riflesso? Oppure hanno subodorato l’astuto trappolone tecnoscientifico per le loro generazioni future? Si sono forse accorti che in realtà basta un sistema sanitario efficiente e che l’obiettivo del tracciamento informatico dei potenziali appestati è solo un’utile giustificazione a copertura della sua reale validità solo per Governi autoritari, multinazionali del farmaco e sterminatori della sovrappopolazione? Ahinoi! Non dirmi che si sono resi conto che quell’APP è uno dei piú avanzati cavalli di troia informatici per dare il via alle nostre piú innovative e terrificanti sperimentazioni neuroscientifiche, da remoto, su di loro?».

 

Giunior Dabliu: «Tranquillo, Ruttartiglio. Tranquillo. Il loro pensare scientifico non vede piú in là del suo naso cerebrale. Se inquadra la APP Immuni come strumento per monitorare il contagio del virus non ha la minima capacità di pensare che serva ad altro. L’idolatria della specializzazione è autocastrante. Sperimentazioni neuroscientifiche? Non sanno neppure dove si trovino di casa. È un pensare cosí limitato, cosí debole, cosí schematico, cosí puntuale. Cosí facilmente ingannabile! Pensa che i nostri biscottini animici se ne servono con cieca fede addirittura per applicarlo all’Organismo sociale vivente, col risultato inevitabile di trasformarlo in una desolante discarica a cielo aperto per la raccolta indifferenziata del sociale tridimensionale: economico, politico, culturale».

Topo che beve a un miraggio

 

E qui, Vermilingua, Ruttartiglio è partito per la sua tangente. Pensa che ha voluto informarmi dei suoi progressi, di come abbia suggerito a ricercatori della Columbia University la stimolazione laser di un certo gruppo di neuroni della corteccia visiva di un topo, in modo che questo veda qualcosa che in realtà non c’è e tuttavia si comporti di conseguenza, come se ci fosse. Il topo cosí “vede” alcune barre verticali che ha imparato ad associare all’acqua e… inizia a lappare una fata morgana, un miraggio. Lo scopo evidente non ha nulla a che fare con i topi, ma con l’astuta possibilità di una manipolazione a distanza degli uomini, per la quale, oltre che il laser, si sta utilizzando anche il 5G e i satelliti che sono e verranno lanciati a migliaia nell’atmosfera terrestre. Ma di queste piacevolezze tecnoscientifiche che ci permetteranno di deviare con mano leggera il loro ingresso nel mondo fisico-sensibile dalla culla alla bara (slap, slap) e impedirne l’allontanamento post-mortem, ti aggiornerò un’altra volta. Non sai la fatica di interrompere il flusso continuo d’informazioni del nostro integralista scientifico. Sia come sia, anche grazie allo spavento provato per una grandinata di flaconi igienizzanti sulla sua cabina in plexiglass astrale che ha interrotto la sua torrenziale loquacità, l’ho infine riportato al tema.

 

Giunior Dabliu: «Vedi, Ruttartiglio, tutta questa tecnologia infernale di cui mi parli ha potuto essere immessa nel mondo delle nostre fritturine emotive grazie alla nascita del pensiero concettuale astratto. Nascita impossibile prima che quel turista per caso del Nemico fosse sceso sul paludoso fronte terrestre fino a realizzare, davvero, l’individuo. Ce lo diceva nonno Berlicche: “Per quanto ci abbiamo provato tutti noi della Furbonia anche in tempi precedenti, al massimo raggiungevamo il gruppo: mai l’individuo. Questo vuol dire, e state ben attenti altrimenti le nerbate sul vostro groppone non saranno lievi, che la via evolutiva dell’uomo ora passa per il suo pensiero individuale cosciente. Per noi ciò è alquanto pericoloso, ma è anche un’opportunità da non perdere”».

 

Ruttartiglio: «Le crisi sono anche un’opportunità, ovvio. Ma in che senso lo diceva il Nonno?».

Io-non-io

 

Giunior Dabliu: «Qual è la caratteristica di questo pensiero scientifico astratto-oggettivo, rispetto ai precedenti artistico immaginativo-ispirato e religioso ispirato-intuitivo? Che per dare coscienza oggettiva di sé alle nostre patatine animiche, divide in due la realtà che noi cogliamo ancora come “una”. Da una parte c’è l’Io e dall’altra il non-Io. E questa frattura fa sí che possiamo condizionarlo senza che se ne accorga mentre è confinato in un pensiero che è mutilato, ristretto, che non vede di là del suo poggiare sullo strumento cerebrale. Nella parte dell’Io c’è quindi coscienza di sé, incoscienza nel restante non-io. Comprendi?».

 

Ruttartiglio: «Sí. Sono cose evidenti, cioè no. Cos’è che unisce questo con le intenzioni di nonno Berlicche?».

 

Giunior Dabliu: «La Società umana! È questo il trait d’union. Quell’Organismo sociale che il Nemico ha voluto fosse la palestra per lo sviluppo di un pensiero sociale cosciente che avesse la forza di andare oltre se stesso, senza perdere le sue originarie caratteristiche metodologiche. Finché però resta illusorio e sognante, ossia solo scientifico astratto, è facilissimamente ingannabile».

 

Ruttartiglio: «Ah, certo! Infatti facciamo concettualizzare loro la Società umana come un sistema sociale meccanico, allo stesso modo della Natura: vista come un gigantesco orologio cosmico privo di intelligenza. È proprio cosí che devitalizzando la palestra del Nemico – strumento che secondo le efferate intenzioni degli Agenti del Nemico dovrebbe portare gli attuali appartenenti ai Popoli sulla Terra a divenire i “rappresentanti dell’Umanità intera”, superando l’ultimo residuo dell’impulso razziale atlantídeo – i nostri futuri cyber-burattini, con tocco lieve, si trasformano nei sognanti terroristi ambientali della nostra Società… tecnologico-sovversiva».

 

Giunior Dabliu: «Esattamente. Se non afferrano l’essenza predialettica del pensiero concettuale astratto la loro Scienza non è impulso di pensiero cosciente, ma impulso del sentimento sub-conscio o dell’istinto incosciente. E cosí la loro Società umana non è un organismo vivente, ma un morto meccanismo che definiscono confusamente come sistema sociale. Tutto il non-Io diventa impulso di simpatia e antipatia personale, occultato dietro la mascherina sanitaria dell’oggettività scientifica. Ri-tiè! Ma questa è però mera Idolatria pseudo-scientifica, non Scienza».

 

Comprendi Vermilingua? È quel pensiero scientifico che il Comandante in capo delle Coorti del Nemico proprio in questo periodo stagionale impulsa con maggior forza sottolineando l’idea che il mentale non sia da evitare (scelta che invece vogliono imporre i cugini-avversari della Fanatic University) bensí da trasformare nel primo gradino di riascesa cosciente alla percezione diretta del Mondo spirituale. Per noi della Furbonia, invece, questo pensare oggettivo astratto deve diventare, senza che ne siano coscienti, la brutta copia del pensiero religioso dei primordi: quando nella forma degli dèi le Gerarchie angeliche celesti ispiravano il nostro futuro olocàusto in competizione con le serpentine task force infernali della Fanatic University, l’allora guida predominante dell’evoluzione umana.

Ippogrifo nel sacco

 

Soltanto che – perdona il semiliquido filino di bava che fuoriesce dalle mie fàuci – adesso siamo noi Bramosi pastori della Furbonia a competere con i Malèfici custodi della Fanatic University per essere il faro orientatore del nostro ammazzacaffé emotivo. dabliuTuttavia, Vermilingua, tor­niamo con i piedi sotto terra e non diciamo Ippogrifo prima che sia nel sacco. Teniamo sem­pre a mente quello che disse nonno Berlicche alla fine di quell’insegnamento: «Attenzio­ne, dunque, che stiamo maneggiando una spada a due tagli, che perciò ci può anche ferire: il pensiero, in questi tempi, è la via maestra del­l’uomo per diventare la Decima gerarchia del Nemico!».

 

Ma questo tutti noi della Furbonia non lo vogliamo. Non lo vogliamo. Non lo vogliamo!

 

Il tuo idolatrissimo        Giunior Dabliu