Quaderni di Medicina e Scienza dello Spirito

Medicina

Quaderni di Medicina e Scienza dello Spirito

Scienza dello Spirito e Medicina – O.O. N° 312

Scienza dello Spirito e Medicina – O.O. N° 312

Tenuto conto degli effetti oggi conseguiti dalla terapia penicillinica in corso di blenorragia, sui quali non si dubita né si esprimono riserve, va comunque ribadita l’assoluta validità della metodica consigliata da Rudolf Steiner. Soprattutto la possibilità di evitare la terapia antibiotica. Se poi si considerano i fenomeni di intolleranza, quelli tossici, quelli immunodepressivi ed altri di tipo iatrogeno connessi all’uso di sostanza antibiotiche “a fortiori” la terapia illustrata da Steiner rivela validità ancora piú piena.

 

[Non c’è dubbio che proprio quest’uso forzato ed indiscriminato degli antibiotici indicato da Amleto sia alla base dell’estrema riduzione della diatesi descritta da Hahnemann con il nome di psora a vantaggio della diatesi sicotica esponenzialmente aumentata negli ultimi decenni proprio a causa dell’uso indiscriminato di antibiotici e di vaccini].

 

Non si tratta di cadere in questo o tale altro modo di essere fanatici o grettamente dogmatici. Se possibile, i metodi terapeutici della Scienza dello Spirito meriterebbero comunque la verifica da parte del medico scientificamente onesto. Questo, d’altra parte, può essere certo che un eventuale trattamento integrativo ed alternativo alla terapia antibiotica, quando sarà stato attuato in ottemperanza ai dettami offerti dal Dottore, si rivelerà comunque efficace e sicuramente non dannoso al paziente: ciò non è poca cosa. Rudolf Steiner raccomanda in questi casi l’uso dell’antimonio, le cui proprietà consentono all’organismo di poter eliminare i microrganismi responsabili della blenorragia. È alquanto probabile che l’antimonio agisca su quello che potremmo a ragione definire con il termine di “terreno psorico”. Ecco la differenza tra trattamento antibiotico e trattamento con i farmaci suggeriti dal Dottore, come appunto l’antimonio: gli antibiotici non agiscono sul terreno ma si limitano a combattere, con effetti in ultima analisi nocivi per tutto l’organismo, quei microbi che si sviluppano sul terreno predisposto! Perciò in realtà non si combatte la causa bensí la sua manifestazione, e questo è il grave limite della medicina contemporanea!

 

[A questo punto il manoscritto di Amleto reca una particolare dedica che ritengo di dover trascrivere integralmente. Chi ha avuto, come me, la fortuna di conoscere sua sorella Marianna, ha certamente percepito la luminosità e la bellezza della sua anima].

 

La successiva parte del testo è particolarmente dedicata a mia sorella Marianna, alla quale ho rivolto ripetutamente i miei pensieri allorché scrivevo le considerazioni qui riportate. È stata una fervida presenza di amore e di fiducia quella che mi si è presentata mentre scrivevo, in visione della piú limpida immagine di questa creatura alla quale ho sempre guardato con attenzione e rispetto. Se potrò leggerle le righe che seguono, o se qualcuno potrà fare ciò al mio posto, sono certo che a mia sorella Marianna potrà essere offerto un aiuto prezioso ed insostituibile. Questo il mio augurio grande per lei, come atto di ancora troppo piccolo amore. Evviva il futuro!

Asma bronchiale

 

Ora tenendo fermo un certo criterio programmato, è nostra intenzione soffermarci sulla malattia bronchiale o male asmatico. Rudolf Steiner, trattando di questo argomento, rileva immediatamente quello che realmente ne costituisce l’elemento piú tipico e caratteristico. Egli individua questo elemento nell’alterata fase espiratoria del relativo processo che concretizza la respirazione stessa. Si tratta di una osservazione di grande precisione che, fra l’altro, è stata fatta propria dalla moderna fisiopatologia bronco-pneumo­logica, ma della quale il Dottore ebbe la visione sul piano sovrasensibile, da lui descritta come segue: «La resistenza entro le vie respiratorie all’aria espirata nel­l’asma diviene particolarmente intensa tanto che l’organizza­zione astrale ne rimane in un certo senso agganciata. Questo è qualcosa che si rende fortemente visibile all’osservazione sovrasensibile dell’organismo astrale».

 

Dall’elemento astrale dell’uomo si vede effettivamente qualcosa che, contrapponendosi fortemente alla corrente aerea espirata, si pone come un elemento di arresto, come elemento contro cui essa è costretta ad urtare. Vi è un altro carattere di importanza notevole da considerare: vale a dire che l’asma è una forma di malattia come tale posta al limite delle malattie psichiche. Dicendo ciò non si deve intendere che il termine psichico sia assimilabile a quello di mentale. In realtà sempre, o quasi sempre, quelle che si definiscono comunemente malattie mentali sono il punto meramente sintomatico di malattie fisiche esprimentesi con una serie di manifestazioni di natura psichica.

 

[Appare dunque chiaro che la moderna psichiatria non illuminata dalla Scienza dello Spirito e da una profonda conoscenza della medicina interna, orientata antroposoficamente, non ha praticamente alcuna possibilità di curare in profondità quella che viene definita con il termine di malattia mentale. Lo stesso Rudolf Steiner nei cicli di conferenze dedicate ai medici ha spiegato che esiste sempre una causa organica alla base di ogni malattia mentale: celebre l’esempio del rapporto tra patologia del rene e schizofrenia].

 

Il Dottore a tal punto ribadisce come le cosiddette malattie dello “Spirito” in realtà altro non sono che una sorta di “controparte d’ombra” di natura psico-mentale, come tali da considerare veri e propri sintomi di una malattia organica da ricercare a livello epatico, o a livello renale, o a livello cardiaco, o a livello dello stesso cervello: in tal caso sedi di un processo lesivo che può essere degenerativo, infiammatorio, neoplastico, vascolare ecc. Rudolf Steiner, riferendosi alla psicopatologia propriamente detta, cosí si esprime: «Per malattie psichiche intendo quelle alla cui base stanno realmente attività psichiche, come anche shock, angoscia, depressione e simili, in cui agiscono e sussistono cause psichiche. Ora, nell’asma è necessario guardare ad effetti realmente prodotti da cause psichiche. Se poi si volesse, ad esempio, non tenere conto dei fattori riconducibili al dominio causale del Karma, questi fattori potrebbero essere riconoscibili come elementi attivi nel corso della vita embrionale. Vanno valutati perciò in tutta la loro portata i traumi psichici piú o meno intensamente subiti dalla madre durante la gravidanza. In particolare è importante dare valore a quei momenti traumatizzanti che si siano ripetuti frequentemente. Tali insulti psichici subiti dalla madre in gravidanza agiscono come elementi di perturbazione e perciò di grande capacità dismorfizzante ed alterante delle mucose dell’alveo respiratorio. Pertanto, è durante il periodo embrionale che si verificano le cause di ciò che in prosieguo di tempo si rivelerà come fondamento delle manifestazione asmatiche. Nelle manifestazioni asmatiche è di particolare interesse quanto segue: l’asma esplica la sua malattia patogenicamente, determinando una reattività abnorme dell’albero respiratorio nei confronti del mondo esterno. La forte traumatizzazione subita dal corpo astrale della madre agisce su quanto di piú vulnerabile, di delicato e di sensibile è in via di edificazione nell’embrione umano. Particolarmente suscettibili di subire in forma dannosa un contraccolpo determinatosi in conseguenza di certe perturbazioni emotive della madre, sono appunto le formazioni anatomiche delle vie respiratorie bronchiali, non escluse le vie aeree superiori, che sono in corso di sviluppo nell’embrione. Queste alterazioni costituiscono fra l’altro il terreno della futura predisposizione all’asma e segnatamente a quelle forme allergiche connesse alle pollinosi primaverili ed estive. Quindi si crea cosí la premessa ad una maggiore “sensorialità” astrale là ove appunto le mucose dei bronchi dell’embrione hanno ricevuto anche un effetto menomante, dal quale è stata disarmonizzata ed ostacolata l’attività formatrice a seconda dell’individualità dell’uomo, e molto dipende dal fatto che si possono realmente combattere in modo giusto nell’organismo le manifestazione consequenziali dell’asma».

 

Queste delucidazione del Dottore ci sembrano piú che mai stimolanti ed al tempo stesso estremamente illuminanti in rapporto a ciò che a noi è dato di operare meditativamente con esse. Un dato sicuro emerge. Se è vero che l’asma si esplica in proporzioni di determinate condizioni organiche varabili naturalmente da soggetto a soggetto, è anche vero, anzi è quasi oggettivamente certo, che la riuscita efficace di qualsiasi trattamento dell’asma presupponga che si sia restituito al soggetto il migliore livello di efficienza sul piano organico e vitale: cioè su quel piano ove certe forme di debilitazione e cagionevolezza sono alquanto varie da individuo ad individuo. Ciascun asmatico ha la sua particolare vulnerabilità fisica ed avrà bisogno quindi della forza che a quella vulnerabilità stessa è necessaria in forma corrispondente ed in proporzione adeguata. Inoltre risalta un altro aspetto estremamente importante, e questo, certamente, di carattere piú sottile. Rudolf Steiner dice che si tratta di un abnorme moto a livello dell’astralità; cioè: come se il corpo astrale dell’asmatico subisse un processo simile ad un movimento irregolare in corrispondenza dell’apparato bronchiale e polmonare.

Rifiuto del cibo

 

Per comprendere esattamente ciò che il Dottore intende indicare, è necessario tener presente un altro fenomeno rilevabile nell’asmatico. Tale fenomeno ovviamente è percepibile con organi sovrasensibili, ma può ben essere compreso mediante l’uso corretto e non astratto del pensiero. Il fenomeno di cui si parla, in sintesi, è quello per cui al soggetto asmatico viene meno quasi del tutto l’interiore appetito, l’appetito totalmente e diffusamente pertinente e diffuso all’intero organismo. Cosí il Dottore determina il senso dell’appetito interiore dell’organismo: «Osservando i bambini in tenera ed in tenerissima età, è possibile pervenire ad un concetto adeguato dell’appetito interiore. I bambini nella prima età di vita gustano non soltanto con la lingua, ma con l’intero organismo. Questo è come un organo di gusto finemente diffuso. La differenziazione specifica a livello linguale certamente non tarda a verificarsi; anzi, sovente si verifica relativamente presto, tuttavia essa non è proprio totale, cioè non è cosí assoluta da vanificare ogni residua tendenza. Qualcosa permane come residuo e come tale agisce piuttosto nelle sfere subconscie dell’essere umano; questo (cioè l’uomo) ha esperienze gustative e produce altresí l’interiore esperienza dell’appetito per mezzo del­l’intero organismo, anche se in forma prevalentemente inconscia. Ora, va tenuto presente che, ad esempio, nella testa non si danno sensazioni di appetito. Nel tratto del capo l’appetito è assente. Nel malato affetto da asma bronchiale, ed in modo estremamente intenso, questa assenza di appetito normalmente propria al capo è invece qualcosa che investe l’intero organismo. L’asmatico in un certo senso rifiuta, respinge e tiene lontano dal proprio organismo quasi tutte le sostanze alimentari ed ogni altro ingrediente della nutrizione. Ma non sa alcunché, o pochissimo, di questa sua disposizione contraria ad assumere il cibo e segnatamente il cibo cotto. Non sempre dunque ciò si presenta in forma di sintomo accusato dal paziente. Pure, un’attenta osservazione deve rilevare qualcosa che appunto nel malato si manifesterà come equivalente ad un sintomo di chiara anoressia».

vino e sigaretta

 

Si tratta ad esempio di cogliere: 1) anzitutto una generale riduzione dell’appetito, però di lieve entità e tale da non essere stata osservata dal paziente e quindi non ammessa da esso; 2) ovvero vanno osservate alcune modificazioni alimentari di scelta, di qualità, di quantità e di modo nell’assumere il cibo. Ad esempio, vecchie abitudini che il paziente decide di non seguire piú, assunzioni di sostanze gastrostimolanti come la liquerizia, tendenza ad alimentarsi molto raffinatamente al fine di vincere la nausea profonda ed inconsapevole per i cibi usuali, improvviso aumento della golosità ecc., nonché l’acquisizione di abitudini infraprandiali di tipo voluttuario, come il bere vino, fumare una sigaretta o altro.

 

Non appena sia stata compiuta un’osservazione esatta in tal senso, è necessario rimediare all’abnorme condizione la quale è la causa dell’assenza di appetito. In sostanza mancare di appetito significa esprimere un’alterata unione tra organismo eterico ed organismo astrale: anzi, significa che si è verificata una vera e propria interruzione nel giusto rapporto tra corpo eterico e corpo astrale. Agire sull’appetito mancante è cosa estremamente difficile. Ogni medico dotato di una certa esperienza sa di dover guardare con giustificato scetticismo ai molti “rimedi” dell’industria farmaceutica (ai troppi rimedi, dovremmo dire) giudicati di potere miracolistico e perciò ritenuti in grado di vincere l’inappetenza. Chi non conosce le “sorprendenti” virtú degli estratti di fegato, delle vitamine, degli estratti ormonali, degli “amari” e delle altre sostanze propagandate fino all’inverosimile e al ridicolo? Non avrebbe senso agire al ripristino del sano appetito, se non si conoscessero i processi sottili del nostro essere.

 

Nel caso di “questa” mancanza di appetito della quale ci parla Rudolf Steiner, va appunto detto che essa si determina e si esprime come conseguenza di quella interruzione a carico della connessione esistente tra organizzazione eterica ed organizzazione astrale. Pertanto agire in senso terapeuticamente corretto non potrà significare altro che conoscere ed usare quelle sostanze aventi le proprietà di agire sul corpo eterico e sul corpo astrale, cosí che ad entrambi siano restituite le condizioni sulle quali si fonda normalmente la loro reciproca connessione. Non si dà il caso opposto: se si ritiene che l’anoressia è quella condizione dalla quale è provocata la deconnessione tra astrale ed eterico, l’affermazione relativa sarebbe veramente priva di senso. Come prive di senso sono le direttive terapeutiche ispirate a questo autentico non senso.

 

[Alla luce delle affermazioni del Dottore e delle relative riflessioni di Amleto, appare fin troppo chiara la pericolosità di impartire direttive alimentari eccessivamente unilaterali quali ad esempio il “crudismo”, teorizzato da diverse scuole di “naturopatia”, la piú celebre delle quali è quella fondata dal veneto Luigi Costacurta, il quale ovviamente non era medico ed aveva appreso la cosiddetta “medicina naturale” in Cile, dove a suo dire avrebbe «recuperato la vista con rimedi naturali dopo essere stato colpito da una forma di cecità da atrofia del nervo ottico». Ricordo benissimo la faccia che fece Amleto quando gli raccontai di queste affermazioni del Costacurta e la sua caustica risposta: «Fabrizié, o questo signore racconta frescacce o non era un’atrofia del nervo ottico!». Costacurta teorizzava la risoluzione di qualunque malattia attraverso l’imposizione al malato di una dieta basata unicamente sulla assunzione di cibi crudi. Ecco quanto dice Rudolf Steiner nel secondo corso per giovani medici: «Bisogna assolutamente evitare di sottoporre i pazienti ad una dieta unilaterale: ad esempio, un eccesso di cibi crudi può determinare l’insorgenza di gravi patologie a livello del polmone». A titolo di cronaca, il buon Costacurta morí nel 1991 a causa di un tumore polmonare! Non finirò mai di ripetere che non a caso Steiner ribadiva in ogni circostanza che soltanto i medici, da lui e dalla Wegman formati secondo i princípi della medicina antroposofica, dovevano occuparsi della cura dei pazienti, e abbiamo già ricordato come Colazza, Scaligero ed Amleto fossero estremamente severi su tale argomento. Una volta Massimo fece una solenne lavata di capo ad un esuberante amico che aveva l’abitudine di “testare” i rimedi omeopatici o antroposofici per poi prescriverli a se stesso e agli altri: «Visto che non sei medico, rivolgiti ad Amleto o a Marcello (Carosi) o a qualche altro loro collega, invece di fare pasticci. Anch’io chiedo consiglio a loro», gli disse Massimo con espressione severa. A dire il vero erano piuttosto Amleto e Marcello Carosi a chiedere consiglio a lui, ma stiamo parlando di Massimo Scaligero, ovvero di uno dei piú grandi Maestri degli ultimi secoli!].

 

Rudolf Steiner ci offre in tal caso i veri rimedi capaci di agire; di trasformare cioè, le condizioni su cui si basa l’anoressia, della quale stiamo parlando in relazione all’asma. Egli ci indica nell’acido tannico la sostanza la cui proprietà fondamentale è quella di agire sul corpo astrale stimolandone l’attività, cosí che questo stesso estenda tale aumento di attività al corpo eterico. Prima di proseguire diremo alcune cose a proposito dell’acido tannico.

Pagine AmletoL’acido tannico o tannino, o anche acido gallico, o infine acido gallo-tannico, è facilmente rinvenibile. Il Dottore in ogni caso fa riferimento alle seguenti sorgenti tutte di tipo vegetale: le foglie di salvia, le foglie di noce, la corteccia di quercia o quella di salice. La F. U. [farmacopea ufficiale] si interessa tuttora del­l’acido tannico e ne contempla l’uso sopra tutto per le proprietà astringenti da esso possedute, segnatamente a livello delle mucose delle varie sezioni del tubo intestinale. Anche l’uso locale (ustioni, piaghe secernenti, iperidrosi) è raccomandato al tempo attuale. Come antidiaforetico somiglia all’atropina ma è meno tossico di essa. Si ricordi l’uso da noi concepito [ricordiamo che Amleto era uno pneumologo ospedaliero] a proposito dell’atropina nel trattamento dell’asma. Qualcosa fu oscuramente intuito, anche se in forma inevitabilmente unilaterale.

 

Egli ci indica nell’acido tannico la sostanza la cui proprietà fondamentale è quella di agire sul corpo astrale, stimolandone l’attività, cosí che questo stesso estenda tale aumento di attività al corpo eterico.

Antica ampolla di acido tannico

Antica ampolla di acido tannico

 

Il corpo eterico però nei confronti dell’acido tannico si comporta indifferentemente; cioè non manifesta alcuna forma di reattività. Perciò se si tende ad un’azione terapeutica completa e non unilaterale, è necessario agire con una sostanza capace di stimolare adeguatamente il corpo eterico che, come si è detto, non presenta reazioni di sorta all’acido tannico. Allo scopo di ottenere la giusta reazione del corpo eterico è utilizzabile l’estratto delle foglie di “Veronica officinalis” sotto forma di estratto amaro. L’uso dell’acido tannico e dell’estratto amaro di “Veronica officinalis” vuole l’impiego alternativo: alla sera l’uno, al mattino l’altra.

 

Sovente i risultati di questo trattamento sono non proprio immediati; a volte occorrono alcune settimane perché si manifesti anche un modesto indizio di miglioramento. Comunque al paziente tutto ciò deve essere comunicato raccomandandogli di esercitare moltissima pazienza. È il caso di dire che, mai come nell’asma, il paziente deve avere pazienza! Altrettanta pazienza, ed in forma instancabile ed illimitata, deve essere insistentemente raccomandato al paziente di rinunciare a giacere nel letto al fine di dormire.

 

L’asmatico sarà obbligato a trascorrere le ore del proprio sonno in poltrona, ovviamente in posizione comoda, ma che rispetti in ogni caso il decubito ad angolo retto del tronco sugli arti inferiori, o comunque un tipo di decubito assiso di non piú di 120°. Importantissimo se possibile, e dovrebbe essere possibile, che il paziente anche per pochi minuti primi mediti sul respiro tanto prima di addormentarsi quanto al risveglio. Si tratta di meditare come segue, secondo le indicazioni del Dottore: «Il malato deve, in certo qual modo, vedere ed avvertire il processo della respirazione come una manifestazione interna allo Spirito: l’inspirazione, cioè come fenomeno di accoglimento dilatante e l’espirazione come fenomeno di rilasciamento e di dono». A tale tipo di meditazione interiore sul respiro non è scissa né scindibile una coscienza del respiro stesso come processo ritmico nel senso suddetto, alla quale la personalità del malato deve pervenire e che quindi deve possedere ad un grado particolarmente intenso. Si tratta in definitiva di realizzare ciò per un paio di minuti all’atto di addormentarsi e per analoga durata al risveglio.

 

Trattamento medico diretto a realizzare un generale rinvigorimento organico e vitale, con acido tannico ed estratto amaro di Veronica officinalis, disciplina posturale al di fuori del letto durante il sonno, ed infine attività meditativa sul respiro per cosí dire “ripreso” dalla coscienza, costituiscono una triade molto efficace per superare lo stato di male asmatico e tanto piú se ad essa il paziente sarà stato in grado di adempiere con pazienza, con fiducia e soprattutto se non sarà stato distolto dalla posizione ortopnoica  extracubicolare . In tal senso ribadiamo tutta l’importanza di questo dettame posturale, tenendo fermo il valore attribuitovi dal Dottore; a volere anche circoscriverne la portata, è chiaro che perfino l’odierna fisiopatologia del respiro ne considera la notevole efficacia come rimedio sintomatico certamente non connesso ad alcun rischio e a danni iatrogeni.

 

Amleto Scabellone (5. continua)



La trascrizione dell’articolo e le note esplicative tra parentesi quadre sono a cura di Fabrizio Fiorini.