Liriche e arti figurative

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Liriche e arti figurative

Carmelo Nino Trovato «L’isola nera»

Carmelo Nino Trovato «L’isola nera»

 




albero autunno

Dolce si presenta l’autunno

di nebbie velato.

Si arrossano le foglie,

come se i tramonti d’estate,

giorno dopo giorno,

le avessero impregnate

e solo ora,

nel quieto autunno,

dalle fibre segrete

il fuoco dei tramonti

si irradiasse.

Il verde risplendente

del nocciolo

ingiallisce,

a suggerire il sonno

piú che la veglia;

le ultime gemme dell’abete

spuntate al sogno

di una primavera tardiva

rimarranno cosí,

chiuse in se stesse,

attraverso l’inverno.

 

Alda Gallerano




ACCORATA ELEGIA

 

Uomini di paese

Il paese deserto

dolorosamente

restituisce

l’eco dei passi.

Si sente

la nostalgia,

il rimpianto,

la lacerazione,

il desiderio di

perpetuare,

di fissare.

Rassegnazione,

solitudine,

inquietudine.

Teoria di figure

vestite di nero,

asciutte di lacrime

con un’angoscia

antica addosso.

Figure sparse

come ritagliate

da vecchi giornali.

Gesti parchi,

occhi riflessi,

sguardi abbassati

di uomini

consumati

dal tempo

per un antico

pensiero.

 

Dipinto e lirica di Liliana Macera




ANIME CHE S’INCONTRANO

 

Simbiosi

Conosci la forza primordiale

in grado di schiudere ad un tempo

le porte del cielo e quelle del cuore

serrate dalla medesima chiave?

È fatta di dedizione assoluta,

dono di sé bhakti incondizionata,

il sentimento attraverso il quale

i Sufi raggiunsero

l’apice dell’estasi,

lo stesso che permise a Parsifal

di accedere indenne

alla conquista del Graal

ed ora sospinge la mia anima

incontro alla tua

per rinnovare insieme,

nel mistero del Sacro Amore,

l’abbraccio cosmico

tra la Croce e la Rosa.

Per questo,

mentre sei lontana, ti cerco

pronunciando il tuo nome

a guisa di mantra

e tento di evocare la figura di luce

che da te s’irradia sotto il velo

degli eventi quotidiani.

 

Roberto Russano

 

Dalla raccolta: Il sole che splende a mezzanotte




MURI

 

Melilla

 

I popoli che hanno meno guadagnato in beni materiali dal colonialismo africano, vedi i PIGS (Portogallo, Italia, Grecia e Spagna), cattolici e mediterranei, sono quelli che pagano il prezzo piú alto ai flussi migratori clandestini che stanno invadendo l’Europa. I punti di entrata piú caldi: per i greci le frontiere orientali, da noi Lampedusa, per gli spagnoli le enclave dei cosiddetti possedimenti nordafricani di Melilla e Ceuta. Mentre l’isola siciliana si barcamena come può per arginare i flussi via mare, gli spagnoli hanno innalzato due barriere di 8 e11 chilometri ciascuna, che bloccano il passaggio dei profughi subsahariani.

 

 

A Ceuta e Melilla

il governo spagnolo

che d’ingegno scintilla

ma in odore di dolo,

per bloccare i migranti

in fuga nel deserto

dai governi furfanti,

sta erigendo piú erto

il già svettante muro

con la chiara intenzione

di rendere piú duro

il gioco d’evasione

dall’inferno africano

reietto e disumano,

e in futuro godere

dell’Europa a piacere.

Defraudati e traditi

dai giochi coloniali,

vengono risarciti

dagli sforzi virali

di scalare recinti

passatempo dei vinti.

Con la vera equità

nel tempo che consola

tutta l’umanità

avrà un’anima sola.

 

Egidio Salimbeni