In altre considerazioni sull’asma bronchiale Rudolf Steiner afferma che nei casi piú tipici di male asmatico, e ciò che finora è stato detto è strettamente connesso all’asma piú specifico dal punto di vista nosografico, è ravvisabile un evento che determina una forma anomala di inserimento del processo neuro-sensoriale del capo entro il processo respiratorio nell’ambito del sistema ritmico. Questa eccedenza di sensorialità del capo, a sua volta assimilabile ad una sorta di attività dell’astrale ipertrofizzato, allorché si trasferisce a livello delle strutture mucose bronchiali, determina nella sede corrispondente una reazione di ipersensibilità che normalmente tali mucose avvertono in forma molto blanda e del tutto sporadicamente.
Negli individui ipersensibili, i quali possono anche essere definiti individui dalla forte astralità (il Dottore parla a ragione di “individui iperastrali”) è ovvio come tali alterazioni, che chiameremo da eccesso di sensorialità mucosa, costituiscano il terreno già preparato sul quale condurranno effetti dannosi tutte quelle sostanze che il soggetto inalerà nel corso della stagione primaverile ed estiva: come i pollini vegetali ed altre sostanze ingerite (fragole, molluschi, gamberi ecc.). In tale caso si tratta di sostanze il cui elemento germinale e vitale, come è per le uova e le fragole, è diretto lungo la direzione della forza formatrice che va dall’interno verso l’esterno. Tenuta presente l’anomalia dell’attività neuro-sensoria del capo entro il processo della respirazione, tipico processo del sistema ritmico del torace, si comprenderanno anche certe manifestazioni fisiche alle quali va incontro il soggetto asmatico (rigidità della gabbia toracica, decorso orizzontalizzato delle basi polmonari, blocco espiratorio forzato, ipofunzionalità dei muscoli del diaframma ecc.) come se qualcosa gravitazionalmente preponderante dall’alto, e cioè dal capo, che peraltro esprime costantemente forze tendenti alla mineralizzazione, incombesse sul torace respingendo il moto sollevante ritmizzato verso il basso. In definitiva l’intrusione delle forze del sistema della testa (sistema neuro-sensoriale del capo) nel sistema ritmico finisce con il provocare uno squilibrio ritmico tra gli elementi dinamici inerenti all’essenza aeriforme e gli elementi dei dinamismi inerenti all’essenza della fluidità. In realtà si verifica un fenomeno discontinuante il rapporto in cui l’aeriforme ed il fluido convergono al compimento di quella composita funzione che è la respirazione-ematosi-circolazione, triade meravigliosa del sistema ritmico. [Va ricordato che Amleto, nella sua brillante carriera clinica, si era specializzato sia in pneumologia che in cardiologia, e dunque, al pari del grande Otto Wolf, uno dei maggiori esponenti della medicina antroposofica, aveva particolarmente dedicato i suoi studi proprio al sistema ritmico o mediano. Amleto mi confessò che era stato proprio suo cugino Massimo Scaligero a suggerirgli di indirizzare la propria attività specialistica in quella direzione].
Ciò che è stato ora rilevato, a sua volta, può valere a chiarire quell’aspetto dell’asma che Rudolf Steiner ha illustrato come vero e proprio momento in cui si crea una disarmonia, dalla quale viene interrotto il giusto rapporto che dovrebbe esistere tra il corpo astrale (organismo dell’aeriforme) e il corpo eterico (organismo della fluidità). [In termini di dottrina medica antroposofica si potrebbe affermare che tutto ciò determina uno squilibrio tra forze dell’aria e forze dell’acqua, con una sorta di “viraggio” dal polo temperamentale sanguinico (aria) a quello flemmatico (acqua) il che è rilevabile osservando la frequente insorgenza di inerzia e di apatia nei pazienti asmatici e nei suggerimenti terapeutici che il dr. Scabellone specificherà successivamente].
Ancora a proposito dell’asma bronchiale Rudolf Steiner esprime consigli, indicazioni e rimedi medicamentosi che bene valgono in associazione a quelli prima ricordati [vedi numero dell’Archetipo di settembre 2020].
Fra questi deve essere senz’altro ricordato l’Arsenico. Questa sostanza ha infatti il potere di riattivare la forza astrale respiratoria compromessa. Non di rado l’asmatico deve prendere in considerazione anche il fatto di cambiare località di residenza, ovvero di cambiare ambientalità geografico-climamatico-ecologica, ed infine dovrebbe assumere la coraggiosa iniziativa, quando possibile, di intraprendere “ex novo” un lavoro.
[A conferma di quanto si spiegava in precedenza, è bene che si cerchi di “rompere” la tendenza alla flemmaticità che si instaura nel paziente asmatico, suggerendogli dei drastici cambiamenti. Il flemmatico è infatti per sua natura restío a qualsiasi cambiamento. Ovviamente il fattore climatico-geografico è oggi ancor piú essenziale considerando il grado di inquinamento delle grandi aree urbane e l’effetto devastante delle particelle di particolato atmosferico sulla già notevole reattività bronchiale dei pazienti affetti da asma].
Per quanto attiene ai consigli dietetici da fornire al paziente asmatico, essi sono cosí riassumibili:
a) evitare di nutrirsi unilateralmente con cibi crudi. Masticare a fondo [vedi numero dell’Archetipo di settembre 2020];
b) consumare pasti moderati dal punto di vista quantitativo. Se mai si frazioni il cibo in porzioni ridotte. Mangiare osservando il piú possibile gli stessi orari. Il mantenimento dell’orario favorisce in generale il sistema ritmico-mediano e lo armonizza;
c) se il tipo di alimentazione concordato è quello vegetariano, i frutti e le insalate possono essere consumati crudi, mentre gambi, radici e cortecce devono essere assolutamente cotti;
d) carne: pochissima. È sempre preferibile per la durata di alcune settimane alterne proscrivere dalla propria dieta la carne;
e) evitare il latte ed i latticini. Consigliato invece l’uso di yogurt magro;
f) inutile dire di astenersi dall’assumere alimenti allergogenetici (sicuri o presunti tali);
g) astensione assoluta dal fumo;
h) del modo posturale di dormire è stato già trattato [vedi numero dell’Archetipo di settembre 2020].
Ripeteremo alcuni concetti considerando l’importanza di tale punto.
Aggiungiamo, infatti, che la posizione assisa durante il sonno ha azione diretta a frenare gli stimoli tussigeni, i cui effetti dannosi di molteplice direzione e di notevole lesività sono ben noti ai medici. Soprattutto, laddove vi sia notevole secrezione di materiale muco-catarrale da parte della mucosa bronchiale, questa soprattutto nel corso della notte tende a guadagnare la zona dello sperone bronco-tracheale, e ciò tanto piú facilmente se il soggetto si trova in posizione supina. È noto come lo sperone bronco-tracheale sia un punto anatomico sede di dinamismi riflessogeni diretti in definitiva a scatenare crisi di tosse anche violente.
Il glaucoma
Sarà trattato ora un tema, forse non direttamente connesso a quelli finora trattati, e che tuttavia, per l’importanza da esso posseduto in medicina interna (anche se è argomento di clinica oftalmologica) e soprattutto per le idee che intorno ad esso sono state espresse da Rudolf Steiner, merita tutta la nostra attenzione. Ci intratterremo cioè sul glaucoma.
Attualmente il glaucoma ha trovato la classificazione che illustreremo a breve: prima però ne daremo la definizione. Glaucoma in oftalmologia indica quella condizione abnorme di tensione endo-oculare aumentata. Il nome di glaucoma deriva dall’aggettivo “glaukos” che in greco significa verde-celeste, il colore cioè che talora assume la pupilla dilatata in taluni casi di glaucoma avanzato. Tale criterio cromatico è tuttavia incostante e pertanto ingannevole. Si conoscono varie forme di glaucoma, esso viene diviso in tre grandi categorie:
1) glaucoma primario di cui si conoscono:
a) il glaucoma acuto (congestizio non compensato, o irritativo o infiammatorio)
b) il glaucoma cronico semplice o irritativo-flogistico;
2) glaucoma congenito (idroftalmo o buftalmo);
3) glaucoma secondario (ovvero conseguente a malattie della cornea, dell’iride, del cristallino, della mucosa del fondo, da malattie vascolari, da traumi)
4) il glaucoma si definisce assoluto allorché abbia condotto alla cecità.
In genere l’essenza fisio-patologica del glaucoma è dovuta al blocco del deflusso dell’umore acqueo a livello dell’angolo della camera anteriore per lo piú da parte delle radici del tessuto irideo addossato alla parete posteriore della cornea in corrispondenza dell’angolo. È comprensibile come ciò avvenga allorché la camera anteriore perda di profondità come avviene nell’ipermetropismo o quando la lente, con l’età, tende ad accrescersi.
Qualunque sia la forma con la quale si esprime clinicamente, il glaucoma, nelle sue varietà che sono poi gli elementi della relativa nosografia, è una manifestazione di per sé conduttrice di una polarità a sua volta opposta ad ogni tipo di processo flogistico dell’orecchio. Cioè glaucoma da un verso e flogosi auricolari dall’altro hanno un comportamento polarmente opposto. Questo dato, che il Dottore antepone ad ogni altro, è quindi il fatto cui deve essere rivolta tutta l’attenzione.
In secondo luogo si deve rilevare come, nel glaucoma, sopravviene una forte attività la quale praticamente si infiltra nella struttura del corpo vitreo. Questo, di conseguenza, si altera divenendo troppo denso in rapporto alla sua normale struttura, e finisce con il cadere in preda ad una progressiva e notevole ipertrofia. Rudolf Steiner illustra come segue il relativo fenomeno: «Nel glaucoma si può osservare come il corpo eterico pervada il globo oculare cosí intensamente che la sostanza fisica stessa agisce sul corpo vitreo, che ne subisce, in certo qual modo, le conseguenze fisiche. Accade però che, una volta innescatosi questo processo di iperattività fisica, il corpo eterico, soprattutto oltre un certo limite di essa, non possa permearne l’andamento né possa, per cosí dire, accostarsi ad essa. Si dovrà quindi, in primo luogo, aver cura di restituire al corpo eterico una forma adeguata di attività, e che, per altro verso, venga attenuata l’attività fisica a livello dell’occhio. In definitiva il glaucoma, nella fase di maggiore intensità, esprime una forza la quale, sottraendo l’occhio all’armonica permeazione del corpo eterico, determina un indebolimento dell’attività organica al relativo livello (di organo sensoriale) cui concomita un’aumentata azione fisica culminante in un processo di ipertrofia».
A titolo di precisione e di correttezza diciamo che il testo del Dottore, reso assai involuto e praticamente poco comprensibile da un tipo di traduzione forse troppo letterale, è stato ritoccato da noi in alcuni passaggi di frase. Siamo però sicuri, non soltanto di aver rispettato il significato del periodo, ma di aver reso una certa linearità all’espressione italiana. Non imputiamo alcunché al traduttore, il quale ha affrontato difficoltà di grado superiore, nell’essersi misurato con un testo del Dottore ricavato stenograficamente da ascoltatori i quali, siamo certi, fecero del loro meglio per avviare una stesura non lacunosa, ma pur sempre difficile, di quello che era stato espresso oralmente dal Dottore stesso. A tutti questi chiediamo scusa. La nostra è stata soltanto una maniera per consentire ai lettori di comprendere meglio questo importante passo di Rudolf Steiner [Amleto si riferisce ad un ciclo di conferenze tenute dal Dottore a medici ed a studenti di medicina tradotte in italiano da Willi Schwarz, medico ed esponente di primo piano della Società Antroposofica in Italia e componente di quella che Scaligero definiva “la centrale milanese”, che ha avversato ferocemente l’attività di Massimo. Stranamente (ma forse non è poi cosí strano) le traduzioni dello Schwarz sembrano essere assai apprezzate da alcuni “scaligeriani” autoproclamatisi “difensori” di una improbabile “ortodossia” sulla quale Massimo avrebbe certamente sorriso! Garbatamente, con la signorilità che lo contraddistingueva e che ben ricordano coloro che come me hanno avuto la fortuna di frequentarlo, Amleto pone qui un problema ben noto a coloro che si occupano di Scienza dello Spirito: quello delle traduzioni (Scaligero le definiva “imbarazzanti”) delle conferenze di Steiner “da stenogrammi non riveduti dall’autore”. Ciò rende estremamente problematico uno studio organico e senza deformazioni della Scienza dello Spirito a causa dell’approssimazione, se non dell’incuria, di molti traduttori, che forse conoscono il tedesco, ma che spesso, a quanto pare, conoscono assai poco l’italiano! Ancor di piú si potrà dunque comprendere quanto grande sia stato lo sforzo di Scaligero nel fornire una corretta interpretazione della Scienza dello Spirito sfrondandola dalla approssimazione e da quelle fantasie mistico-sentimentaleggianti purtroppo assai diffuse in alcuni contesti antroposofici).
Il fenomeno di ipertrofia descritto dal Dottore, lungi dal rappresentare, come si potrebbe credere, un accrescimento intensivo dei processi organico-vitali, sta invece a significare una riduzione globale della vitalità. In relazione a questa particolare condizione di allentamento vitale che si instaura nel glaucoma, il Dottore indica quale sia la maniera piú idonea a che si crei uno stimolo, un incitamento e quindi un incipiente ripristino della vitalità indebolita.
A tal proposito Egli dice: «Si può opportunamente spronare l’attività organica e vitale, rendendo l’espirazione dell’organismo umano piú forte di quello che essa è nell’organismo affetto da glaucoma. Promuovendo, stimolando e rafforzando l’espirazione, accadrà che anche all’interno del capo sia resa attiva una forza che sarà diretta in senso contrario a quanto opera in direzione patogena a formare il glaucoma. Questo scopo si raggiunge somministrando all’organismo umano carbonato di calcio ricavato da cenere di ossa calcinate, combinato con radici aeree di alcune piante. Il preparato cosí ottenuto è in grado di regolare l’attività cardiaca nella maniera occorrente al caso. Dunque, intendo: accade che se riceviamo CaCO2 dalle ossa e lo introduciamo nell’organismo, otteniamo un’adeguata stimolazione all’espirazione. Ma tale attività a sua volta deve svolgersi non passivamente né pigramente; ad essa è necessario concorra l’intero organismo. E ciò è possibile realizzarlo combinando CaCO2 e radici aeree; radici cioè di piante rampicanti su roccia che vivono all’aria. Tali radici infatti conducono nell’ambiente aereo esterno, ciò che nelle radici non aeree ha tendenza a prosperare nella profondità (maggiore o minore) del suolo. Pertanto le radici aeree conducono nell’aria impulsi che come tali divengono affini all’attività respiratoria. Si comprende allora come assumendo in sé le radici di cui si parla, si possa ricevere in sé la relativa attività respiratoria. Se l’attività respiratoria è stimolata dal CaCO2, in forma quasi meccanica ed unilaterale, accoppiando adeguatamente al CaCO2 stesso le radici in succo, essa (respirazione) acquisterà gradualmente quell’armonia e quel rafforzamento nel grado adatto. Si svilupperà allora l’impulso a respirare, cosí che ne scaturisca quel rafforzamento dell’intera organizzazione umana, il quale potrà cosí compensare in pieno quello che all’organismo umano era stato strappato con (ovvero in concomitanza) la formazione del glaucoma».
Chiaramente il Dottore a questo punto fa intendere che ad un piú intensivo atto espiratorio debba concorrere anche il sistema cardio-circolatorio. Se in altra parte Egli dice che è possibile influire sul ritmo e sulla frequenza cardiaca mediante il respiro, in questa sua indicazione circa la regolazione dell’attività cardiaca, sembra voler dire due cose.
Prima: è possibile agire sul respiro agendo sul cuore.
Seconda: poiché si agisce sul respiro mediante l’impiego di CaCO2+ radici aeree vegetali, è necessario che questo preparato agisca anche sul cuore facendo si che esso si adatti alle modificazioni che su di esso avranno provocato le variazioni del respiro indotte dal preparato di cui si tratta. Necessario precisare, altrimenti è inevitabile la confusione.
Si tenga presente come il Dottore abbia tenuto in giusta considerazione molti fattori patogenetici del glaucoma, secondo le vedute della patologia clinica degli istituti universitari di oftalmologia. Primi fra questi fattori quelli esistenti come le alterazioni del cristallino connesse ai vizi refrattivi: tipici in tal senso sono l’ipermetropia ed anche la presbiopia. Non trascurabile importanza hanno le alterazioni della lente dovute a traumi (lussazione); lo stesso dicasi per le iriti, le atrofie corneali, ed infine i processi flogistici endobulbari e panoftalmici. È però anche vero come il Dottore accanto a questi ora menzionati, indichi la vera essenza della patogenesi del glaucoma nel senso già esposto; la dinamica patogenetica sarà certamente favorita, ed addirittura stimolata, qualora sia attivata in un terreno già predisposto dalle condizioni suddette. In definitiva quanto affermato dalla moderna oftalmologia sembra confermare pienamente le affermazioni fatte a suo tempo da Rudolf Steiner a proposito del glaucoma.
Amleto Scabellone (6. continua)
La trascrizione dell’articolo e le note esplicative tra parentesi quadre sono a cura di Fabrizio Fiorini.