La sabbia e il vento

Poesia

La sabbia e il vento

Parapendio ad Arcachon

Ad Arcachon un essere silvano

o marino che fosse tratteneva

le dune che separano la folta

vasta pineta della terraferma

dall’oceano infinito: con paletti

e schermi divisori quei prodigi

s’innalzavano al cielo d’Aquitania

e non un grano scivolava in basso.

Nessuno ripagava la fatica

dell’uomo, se non l’ansia di vedere

staccarsi dalla cima delle dune

uomini alati, liberi dal giogo

della materia bruta e farsi angeli

turbinanti nel cielo blu cobalto.

Accadde tempo fa, ma spesso viene

nell’interregno tra realtà e chimera

quell’uomo di Arcachon nei dormiveglia

umbratili di autunno, bisbigliando:

«Aggiusta la tua duna, che a ogni uomo

è dato soprattutto quel potere

di alzarsi in volo alto sull’oceano

di maelstrom infidi e bucanieri

ch’è diventato il mondo. Aggiusta il dosso

di conchiglie e coralli, ricompattalo

malgrado il vento e il calpestío sacrilego

di chi da tempo ha perso fiato e ali

e lo slancio dell’anima per farsi

piú leggera dell’aria, ritrovando,

nel sollevarsi in volo alla portanza,

l’eternità oltre la lontananza».

 

Fulvio Di Lieto