Gentilezza e disponibilità assoluta. Generosità instancabile. Un vero artista della Parola.
Sono queste le caratteristiche che piú mi hanno colpito di Fulvio.
Ho conosciuto Fulvio diversi anni fa, qualche tempo prima di iniziare a collaborare per l’Archetipo nella rubrica “Inviato speciale”. Nel tempo, a parte la stima reciproca, si è formata un’amicizia corroborata dalle decine (se li conto) di cappuccini e cornetti che mi ha offerto appena uscito da Termini nel Bar che era il nostro usuale punto di incontro.
L’Arte poetica di Fulvio mi ha sempre colpito, tanto che a Natale ogni anno – nell’incontro in azienda dove lavoravo – allo scambio degli auguri e dei doni il mio era diventato un “appuntamento”. Mi alzavo e leggevo una delle sue straordinarie poesie natalizie che poi, arrotolate e chiuse da un nastro, donavo a tutti i presenti.
Arte magistrale e poliedrica quella di Fulvio, capace di suonare tutti i registri fino a quello dell’attualità, e in modo mai banale, nella rubrica “Il Cronista”. Ma anche scrittore di livello per i tanti suoi interventi di apertura della rivista, e per i suoi romanzi.
Sono inoltre debitore di molta gratitudine a Fulvio perché ha avuto anche un ruolo, per cosí dire, “ufficiale” nella mia vita. Non solo ha tenuto a battesimo la mia trilogia di Giunior Dabliu con le sue gustosissime introduzioni, ma anche perché è stato mio carissimo testimone di nozze.
Tra i suoi molti interessi ci coinvolgeva quello sulla Tripartizione dell’Organismo sociale, su cui spesso ci siamo intrattenuti. Ed è bello pensare che una delle domande che portava nel cuore era “Cosa si deve fare perché essa non resti teoria o velleità, ma sia invece portata nella concreta realtà sociale?”
È bello perché adesso, nel suo viaggio verso la Mezzanotte cosmica, quelle sue caratteristiche sono doti di cui si potrà sapientemente servire per ispirare noi e le generazioni future a maturare culturalmente questo epocale passaggio strutturale sociale che ci attende: verso l’istituzione della “raccolta differenziata del sociale economico, politico e culturale”: verso l’istituzione della Tripartizione dell’Organismo sociale: verso il primo vero atto cristiano “strutturale sociale” da 2000 anni a questa parte.
Con accresciuto affetto
Andrea di Furia