Quaderni di Medicina e Scienza dello Spirito

Medicina

Quaderni di Medicina e Scienza dello Spirito

Ci soffermeremo ora, sia pure in forma sommaria, sui criteri generali etiologici e terapeutici concernenti le malattie nervose con prevalente interessamento del midollo spinale. Si tratta ovviamente di un capitolo tra i piú vasti e complessi della neuropatologia, al quale, ne siamo perfettamente consapevoli, sarebbe necessario da parte nostra, innestare un discorso di ben piú attenta considerazione e di piú vasta articolazione. Tenuto conto di certe opportune valutazioni in merito al rispetto della sostanziale autenticità e della unità di molti temi disparati, ma solo in apparenza, abbiamo pensato di riferirci a tale capitolo seguendo alcune idee come fondamentali, traccia diretta alla comprensione dei fenomeni piú rilevanti di tale patologia, cosí come appunto sarà mostrato.

 

Intanto crediamo opportuno rammentare un dato essenziale, altre volte esposto in questi quaderni e altrove, cui il Dottore attribuisce una grande importanza. Ci riferiamo alla scarsissima (o nulla) capacità rigenerativa dimostrata dal tessuto nervoso in rapporto a tutti i fenomeni lesivi e discontinuativi che ne abbiano alterato la struttura. La fisiopatologia e l’anatomia patologica hanno formulato al riguardo idee abbastanza precise e fra l’altro del tutto concordanti con quanto è stato rilevato da Rudolf Steiner.

 

Egli tuttavia va ben oltre la visione meramente istopatologica volta esclusivamente, o quasi, allo studio dei fenomeni “già accaduti”, volta cioè a sistemare il fenomeno a livello microstrutturale a seconda dei processi sostanzialmente irreversibili o classificabili come tali. Certe fondamentali tendenze dell’istopatologia nervosa finiscono quindi con il perdere completamente di vista l’elemento dinamico cioè l’elemento intrinseco al divenire e quindi al mutamento. E si tenga presente che su tale elemento mutazionale, nel suo piú vivo momento, si inseriscono i piú importanti fattori di guarigione.

Sistema nervoso

 

Il Dottore, parlando della sostanza nervosa e delle relative formazioni corrispondenti all’asse spinale, ed anche a quella encefalo-spinale, dice che queste manifestano abitualmente una loro proprietà essenziale: quella di tendere alla frantumazione, allo spezzettamento, alla dissoluzione. Ciò è possibile anche perché tale tendenza alla frantumazione e al frazionamento esprime quasi una volontà, per cosí dire, che le formazioni nervose in questione hanno di distaccarsi dall’organizzazione dell’Io. Questa però si oppone continuamente al processo di frantumazione. Alla frantumazione e allo spezzamento non soltanto si contrappone l’azione dell’organizzazione dell’Io, ma anche quella del corpo astrale. Quando si verifica un indebolimento dell’organizzazione dell’Io o del corpo astrale, ne segue l’affievoli­mento della rispettiva azione anti-demolitrice, sicché all’intensificato processo di frantumazione corrisponderà inevitabilmente l’insorgere di manifestazioni neurologiche piú o meno gravi. Al riguardo è però opportuno citare direttamente il Dottore: «A seconda che si tratti dell’organizzazione dell’Io, ovvero di quella del corpo astrale, divenute non abbastanza forti, vengono a sussistere le vere e proprie malattie nervose. Queste a loro volta, a seconda che dipendano dall’in­debolimento del corpo astrale, acquisteranno un’impronta sintomatologica prevalentemente dolorosa, ovvero si esprimeranno clinicamente come malattie in cui emergeranno sintomi neuralgici in associazione a sintomi improntati ad una certa partecipazione della psiche».

 

Aggiungiamo che possono aversi forme miste in cui la sintomatologia sarà composita e piú ricca. Al medico non sarà comunque del tutto preclusa la possibilità di diagnosticare tali forme cosí dette miste e discriminare in esse l’eventuale prevalenza di un tipo sull’altro.

 

[Le riflessioni di Amleto e le parole di Rudolf Steiner, al solito riportate con grande fedeltà e proprietà di traduzione da Amleto stesso, devono farci riflettere profondamente anche alla luce di quanto sta accadendo nel mondo. Appare chiaro (o meglio dovrebbe apparire chiaro) agli studiosi della Scienza dello Spirito, che la tendenza naturale alla disgregazione posseduta dalla sostanza nervosa viene frenata, o per meglio dire contrastata, dalle forze dell’organizzazione dell’Io e da quelle del corpo astrale superiore, in particolare dalle forze dell’anima cosciente. Da ciò si evince chiaramente che è fondamentale rafforzare entrambe le componenti superiori dell’essere umano: l’organizzazione dell’Io attraverso l’esercizio della concentrazione (e per certi aspetti anche attraverso quello di azione pura) e il corpo astrale attraverso gli esercizi di equanimità, positività e spregiudicatezza (quest’ultimo agisce però anche direttamente sull’organizzazione dell’Io). Appare dunque evidente che non possano essere applicate delle pericolose unilateralità, quale ad esempio quella di considerare l’esercizio della concentrazione “sufficiente a sé” nel cammino interiore del discepolo della Scienza dello Spirito. I guasti dell’anima (e le conseguenze dal punto di vista della malattia nervosa) sono garantiti, se si “dimenticano” gli altri quattro esercizi illudendosi che la sola concentrazione (la cui importanza è innegabile) possa essere sufficiente! Rudolf Steiner ha descritto cinque esercizi (sei per essere ancor piú precisi) e Massimo Scaligero (La Via dei Nuovi Tempi) insisteva sul fatto che tutti gli esercizi devono essere eseguiti quotidianamente. La mancata esecuzione di ciò, o affermazioni di segno contrario, sono foriere di conseguenze assai severe, soprattutto in considerazione dei tempi che stiamo vivendo. È infatti chiarissimo, agli occhi di chi eserciti la capacità di visione oggettiva e possieda la chiave per la comprensione dei fenomeni celati dietro lo scenario sensibile attraverso gli strumenti che il Dottore e Massimo Scaligero ci hanno donato, che il bombardamento di stimoli neuro-sensoriali che le forze delle tenebre stanno attualmente utilizzando nei confronti dell’uomo, hanno come obiettivo finale proprio l’indebolimento dell’organizzazione dell’Io e dell’astrale, favorendo la disgregazione della sostanza nervosa e creando una umanità totalmente psico-nevrotica, consumatrice di sostanze eccitanti, di psicofarmaci, di ansiolitici ecc., docilmente prona agli indirizzi tecnico-materialistici che Ahrimane suggerirà alle oligarchie economiche che governano il mondo. A ciò vi è un solo rimedio: insistere sull’affermare i principi fondanti della Scienza dello Spirito, in primis i cinque esercizi. È parimenti evidente che una forza ancor maggiore venga oggi richiesta ai discepoli occulti in relazione ai terribili accadimenti cui stiamo assistendo, con il rischio piú che concreto di trovarci immersi in una società sempre piú simile a quella descritta da Orwell e sempre piú lontana da quella società, certamente già complessa ma assai piú umana, nella quale la mia generazione ha vissuto.

La battaglia delle Termopili

La battaglia delle Termopili

 

È a mio avviso assai singolare (ancorché rivelatore del fatto che sovente una reale ed incisiva attività interiore viene piú sbandierata che non effettivamente compiuta) che, in analogia a quanto accadde a Bisanzio nel maggio del 1453, si dibatta del sesso degli angeli mentre i turchi scalano le mura! All’interno del mondo antroposofico dunque, invece di serrare le fila, scudo contro scudo contro le orde di Ahrimane, come gli spartani di Leonida alle Termopili, si tende spesso ad individuare uno o piú “nemici interni” su cui scagliare i propri strali, e tutto ciò è davvero comico e tragico ad un tempo].

 

Ci sembra a questo punto utile chiarire alcuni aspetti di quanto finora abbiamo esposto. Anzi tutto siamo di fronte ad una nosografia tutt’altro che circoscritta e ridotta. Tenteremo di spiegarci meglio e piú chiaramente. Allorché il Dottore fa riferimento a forme neuralgiche, crediamo che Egli non abbia inteso includervi ogni genere di sindrome dolorosa conseguente a mielopatia generica. Se si pensa ad una forma algica degli arti inferiori, secondaria ad infiltrazione neoplastica del midollo o delle vertebre, si vedrà come questa non sia assimilabile ad esempio ad una “noxa” di tipo degenerativo o di tipo dismetabolico (es. diabetico, siringomielico ecc.). Personalmente siamo convinti debba ascriversi proprio a questo gruppo comprendente i processi prevalentemente degenerativi, il complesso delle mielopatie cui allude il Dottore.

 

Durante gli anni in cui Egli manifestò le idee concernenti la materia medica, era assai diffusa la tendenza, dimostrata dai medici pratici, ad attribuire moltissimi sintomi neurologici di origine spinale ad una generica etiopatogenesi di tipo luetico. Rudolf Steiner stigmatizza con una certa severità questa tendenza, da lui qualificata come grossolana ed erronea. Riferiamo ciò al fine di rendere evidente la sicura ampiezza della nosografia in questione, ma anche la non genericità, ed anzi la distintività specifica delle affermazioni del Dottore, che la necessità di brevità testuale ha reso forse apparentemente allusive e poco eloquenti di indicazioni. Ma come si vedrà tra poco, crediamo di poter dimostrare che si tratta proprio del contrario.

 

Vedremo di esprimerci piú linearmente. Riguardo alla presunta genesi luetica di alcune mielopatie esprimentesi con sintomi rilevabili anche nella tabe dorsale, Rudolf Steiner inequivocabilmente indica la connessione patogenetica ed etiologica di queste con fattori a loro volta attivati da stimoli “fisici”, come ad esempio il freddo, che abbia agito nei distretti addominali. In analoga direzione mielopatica si esprimono i fattori connessi ad alterazioni piú o meno vistose della funzione digestiva. Sono quindi evidenti la complessità e la difficoltà di trattare questo capitolo.

Problemi di fisiologia

 

Altro esempio di neuropatia poli-distrettuale che potrebbe avere nesso con quelle alle quali Rudolf Steiner si riferiva (fra l’altro queste, il cui tema è imprecisato, fanno parte della risposta data dal Dottore stesso a quesiti sollevati in merito dai medici partecipanti al convegno sulla terapia tenutosi al Goetheanum dal 31 dicembre 1923 al 2 gennaio 1924 in Problemi di fisiologia e terapia alla luce della Scienza dello Spirito – O.O. N° 314) è verosimilmente quella diabetica. Basiamo la nostra affermazione su due dati: il primo riguarda la patogenesi del diabete mellito secondo la Scienza dello Spirito, ravvisabile nella debolezza dell’orga­nizzazione dell’Io. Questa è tale da originare la malattia fondamentale, ed inoltre è responsabile di certi processi degenerativi ed involutivi del tessuto nervoso (spinale e periferico) cosí frequenti come complicanza evolutiva della malattia diabetica, in cui è appunto ravvisabile il secondo dato.

 

Crediamo di poterci esprimere in senso non troppo dissimile da quello con cui abbiamo brevemente accennato al diabete mellito, trattando della comune sciatica, nella cui essenza clinica, fatta eccezione per i casi strettamente tipizzabili nel genere piú comune, è possibile individuare una sorprendente molteplicità di cause dalle quali prende origine la cosí detta sindrome sciatalgica, di espressione univoca sul piano sintomatologico, ma di plurivoca genesi fattoriale in senso patologico. Non di rado accade infatti che una sindrome sciatalgica “scoppi” in seguito o in occasione di un fatto perfrigerativo.

 

Alla sciatica sono altresí connesse svariate situazioni morbose, sulle quali sarà sempre opportuno che il medico effettui indagini a scopo diagnostico. Affezioni di questo tipo sono generalmente quelle che colpiscono visceri e formazioni addominali: appendicopatie, colopatie, malattie dell’utero e soprattutto degli annessi uterini (ovaie, tube ecc.); altrettanto importanti sono i vizi di posizione dell’utero stesso, le affezioni prostatiche, quelle della vescica ecc. Si ribadisce l’importanza che il freddo possiede come stimolo lesivo degli organi ora menzionati. Si comprenderà quindi come la prima misura da realizzarsi in casi del genere sia la piú scrupolosa e piú sicura protezione dal freddo, ottenibile con il tipo di abbigliamento idoneo a coprire gambe ed addome (mutande lunghe calde).

 

Un caso clinico degno di essere ricordato è quello di un uomo di 50 anni sofferente di lombosciatalgia, la quale precedeva sovente le crisi prostatiche; lo stesso soffriva di crisi minzionali che precedevano la sindrome neuro-lombo-sciatalgica. Tale persona si giovò in modo eccezionalmente benefico dall’aver adottato indumenti molto piú adatti, dato che spesso i suoi disturbi si accentuavano con il sopravvenire dell’inverno o comunque con il freddo atmosferico. Gli aspetti riguardanti la terapia delle neuropatie, concretamente intesa, mirano a riprodurre sotto forma sostitutiva (di fantoma) l’azione dell’organismo del­l’Io e quella del corpo astrale a livello del sistema nervoso.

Acido silicico molecola

Acido silicico molecola

 

Il Dottore al riguardo si esprime come segue: «In tal senso lo scopo è ottenibile mediante l’introduzione di acido silicico nell’organismo cosí che ne sia raggiunto il sistema nervoso. È qualcosa come un postulato, questo di introdurre acido silicico nell’organizzazione dei nervi. Si ottiene la presenza di acido silicico nei nervi, ove non sussistano particolari ostacoli o interferenze, per il fatto che sussiste una straordinaria affinità della forza del sistema nervoso con la sostanza dell’arnica ed in questa è contenuto l’acido silicico. L’affinità è veramente grande. Se si praticano iniezioni di arnica ad alta potenza, ad esempio da 15 a 25 e perfino a 30 [Steiner si riferisce alle diluizioni decimali hanhemaniane, ovvero alle cosiddette DH], ne consegue l’effetto per cui il malato trae poi da se stesso l’impulso e l’incentivo ad operare contro il suo stato patologico nervoso.

arnica montana

Arnica montana

 

In sostanza è necessario condurre il malato al punto che egli improvvisamente osservi: “Ciò che è nei miei nervi viene tolto da una certa sostanza medicamentosa, sicché io possa adoperare la mia organizzazione dell’Io e la mia organizzazione astrale”. In realtà nel malato di nervi l’organizzazione dell’Io e l’organizzazione astrale sono intensamente occupate dal processo nervoso. Si deve perciò introdurre nel sistema nervoso qualcosa che imiti l’azione dell’organismo dell’Io e dell’organismo astrale. E ciò fa proprio quella notevole configurazione che è nell’arnica, che è effettivamente un “mixtum compositum” di ogni possibile cosa ed è anche una sorta mirabile di imitazione microcosmica di ogni possibile elemento macrocosmico.

 

Si pensi meglio a ciò che accade. Si ha dapprima l’acido silicico contenuto nell’arnica montana. Questa è la sostanza fondamentale. Essa ha una sensibilità estremamente sottile: è un reagente molto importante per tutte le possibili influenze cosmiche. Per tutto quanto agisce sulla Terra l’acido silicico è un reagente estremamente sottile. Inoltre nell’arnica montana sussiste la tendenza a trasportare queste sottili percezioni dell’acido silicico ed a formarle nei sali di potassio e di calcio, che nell’arnica montana sono ripartiti in forma meravigliosa. Si immagini ora l’intera azione anche per l’acido tannico contenuto nell’arnica in grado cosí di influenzare l’organismo astrale. Cosicché ciò che dal cosmo viene tratto e quindi che viene impresso plasticamente dall’acido silicico nei sali di calcio e di potassio, viene immesso in modo immediato nell’organismo per mezzo dell’acido tannico contenuto nell’arnica. Va considerato che in questa v’è qualcosa di molto simile alla canfora e che agisce come calmante. La sostanza dell’arnica contiene meravigliosamente conglobata alla gomma ed altri succhi l’albumina, con la quale esiste un’affinità come tale dimostrata dal corpo eterico. Ancora nell’arnica sono contenuti radicali fosforici, come è osservabile preparando gli olii eterei, per cui il tutto è costituito in modo da divenire un elemento sostitutivo (un fantoma) dell’organismo dell’Io. Il giusto effetto terapeutico del trattamento con arnica montana si manifesterà quindi allorché il paziente avrà dato segni di ripresa e di miglioramento, ed al punto che egli riterrà di poter dominare autonomamente la propria infermità. Questo sentimento di autonomia e di sicurezza è importante e deve essere, in qualche modo, suscitato. Ove tale sentimento non sorgesse, sarebbe opportuno alternare al trattamento con l’arnica, quello con l’acido formico ad alta potenza, che potrà amplificare l’azione di rinvigorimento sulla respirazione già promossa dall’arnica stessa».

 

[Queste fondamentali rivelazioni del Dottore trovano la loro realizzazione nel preparato della Weleda “Arnica/Formica Oleum”, un rimedio davvero eccellente in ogni forma di neuropatia periferica oltre che di lombalgia e di contratture muscolari. Dispiace constatare che, a causa delle vigenti disposizioni imposte da “Big Pharma”, l’importazione nel nostro Paese dei rimedi farmaceutici utilizzati nella medicina antroposofica sia diventato sempre piú difficile, ma ciò non sembra turbare coloro che, invece di promuovere l’unità nel mondo antroposofico, fomentano dissidi, sterili polemiche e divisioni che giovano unicamente alle Forze avverse alla Scienza dello Spirito! Per quanto attiene, inoltre all’in­stillare nel paziente “un sentimento di autonomia e di sicurezza” si rivela, nei casi summenzionati molto preziosa l’euritmia terapeutica].

 

Ci troviamo al cospetto di una meravigliosa immagine dell’arte terapeutica scientifico-spirituale, concepita al culmine della creatività e della pienezza noetica, delle quali solo Rudolf Steiner poteva dimostrare, praticamente in forma assoluta, il merito e la dignità. Ci sembra pertanto superfluo qualsiasi tipo di commento. Questo non potrebbe infatti essere veramente adeguato. D’altra parte sono proprio queste concrete prospezioni le forme ideali viventi di quel pensiero libero dai sensi, create cioè dal pensiero libero dai sensi, con il quale è necessario, anzi è indispensabile, che ad esse ci si accosti. Ecco perché affermiamo la primaria importanza di accogliere queste conoscenze donateci dal Dottore con apertura totale e con profondo silenzio. In questo modo avremo dischiuso il nostro pensiero tanto alla possibilità di pervenire al lume intellettivo riguardo al senso di esse, quanto a quella di avviare il pensiero in direzione della dimensione di “sua vita prima e di sua luce”. Siamo ovviamente disposti a dare chiarimenti sulle idee del Dottore, ma non abbiamo eguale disponibilità ad intavolare polemiche e discussioni. Queste, tanto piú a causa del loro contenuto, ci sembrano utili a tutto fuorché ad essere avviate a discussioni ed a contese verbali. Sulla relativa inutilità nessuno ha dubbio, o dovrebbe nutrire dubbi, essendo ben saldo di mente. Desideriamo concludere rammentando alcuni punti fondamentali. Ricordare:

 

Amleto 1 e 2

 

  1. In ogni caso l’eccessiva alimentazione è sempre dannosa al fisico.
  2. L’alimentazione eccessivamente ricca di proteine favorisce l’insorgenza delle malattie infettive.
  3. Esiste “un’anima di gruppo degli scienziati”, piú forte di quanto abitualmente non si ritenga.
  4. È coraggio quell’atto in virtú del quale il pensiero pensa senza lasciarsi frenare dai giudizi preformati e dalle idee precostituite.
  5. La medicina scientifico- spirituale ha vitale bisogno di un pensiero siffatto.
  6. Che cosa è stato operato in tal senso? Rispondere a tale interrogativo ogni giorno.
  7. Il pensiero vivente e permeato di coraggio è il crisma che fa di noi i discepoli della Scienza dello Spirito nel senso concepito da Rudolf Steiner.
  8. Giovanni Colazza e Massimo Scaligero hanno dato il piú alto contributo a mediare la via del pensiero nei confronti dei seguaci della Scienza dello Spirito.
  9. Qualunque accadimento terrestre non potrà inficiare la verità di quanto è stato posto nell’eternità da Rudolf Steiner sotto forma di pensieri viventi.
  10. Lo stesso vale per quello che nella stessa direzione è stato operato da Giovanni Colazza e Massimo Scaligero.

 

 

Laus Deo.

Deus est vita et mors in Christo

Christus Deus et Dominus est

Per Spiritum Sanctum reviviscit.

 

[Quest’ultima parte del capitolo dei “Quaderni di Scienza dello Spirito e Medicina” ed il modo con cui Amleto lo conclude farà sicuramente venire i brividi al lettore sveglio e cosciente, in quanto i dieci punti da lui esposti non possono non richiamare alla mente quanto si sta verificando nel mondo attualmente! L’acriticità, l’assenza di libertà di pensiero, di coraggio, di coscienza e “l’anima di gruppo” di gran parte del mondo scientifico ufficiale (grazie al Cielo con alcune provvidenziali e debite eccezioni) sono alla base del marasma determinato da ciò che potremmo correttamente definire come “pandemia psicotica da SARS-Covd 2”. Come ho già avuto modo di dire nelle puntate precedenti, non è certamente un caso che la determinazione a riordinare per «L’Archetipo» questi appunti di Amleto sia sorta in me proprio in questo momento cosí critico per il destino del­l’umanità. Amleto presagiva, come tutti coloro che hanno avuto l’immensa fortuna di essere vicini a Massimo Scaligero (e lui lo fu particolarmente, dato che quando nacque Massimo abitava nella sua casa), che qualcosa di veramente terribile fosse riservato all’umanità. Tale presentimento è davvero aleggiante nella parte conclusiva di questo capitolo, che termina con una preghiera accorata alla Santa Trinità, quasi come se Amleto volesse ad Essa raccomandare il futuro di questa umanità dolente. «Io ho visto molto nella mia vita e tra le cose che ho visto ce ne sono state molte di tragiche e dolorose ma tu, mio giovane amico, quando avrai la mia età vedrai cose molto peggiori, te lo assicuro». Queste parole di Amleto, pronunciate durante uno dei nostri ultimi colloqui, mi risuonano in mente ed acuiscono in me il senso di responsabilità e di conseguenza il dovere di testimoniare quei princípi spirituali che Scaligero e i suoi cugini, Mimma e Amleto, mi hanno amorevolmente trasmesso. Raccomando ai lettori, inoltre, di meditare attentamente su quanto Amleto afferma a proposito dell’assoluta inutilità di intavolare polemiche e discussioni che non servono a nulla. Dobbiamo lavorare tutti insieme per la Scienza dello Spirito, perché si affermi nel mondo, perché ci aiuti a superare divergenze e contrasti, per combattere tutti insieme l’oscuro Signore, il Principe della materia, che crede di averci vinto, ma non sarà cosí. Gli Ostacolatori svolgono molto bene il loro compito, ma noi dobbiamo essere sicuri che essi “non praevalebunt!”].

 

Amleto Scabellone (7. continua)


La trascrizione dell’articolo e le note esplicative tra parentesi quadre sono a cura di Fabrizio Fiorini.