Camini antichi, sagome aggregate
in celate di vivido metallo,
centurioni nascondono trascorsi
di stragi consumate in voli radi
e vertigini immense. Dai rapaci
li residua corona di memorie.
Gelidi colossei, cupole turgide,
la crudeltà del tempo. Le stagioni
sono tuttora in auge e spesso frenano
gli impeti distruttori, frenesie
di tendini che flettono nell’attimo
in cui la freccia libera lo slancio
in un sudario azzurro. Poiché muore
rubro l’autunno in un fremire d’ali.
E te che sveli il transito felice
di una coppia di uccelli d’altri tempi,
i nidi che allestivano faretre
per sogni quieti e docili vittorie.
Ore scandite ai campanili d’oro.
Fulvio Di Lieto