Assedio – Tetti di Roma

Poesia

Assedio - Tetti di Roma

Camini antichi, sagome aggregate

in celate di vivido metallo,

centurioni nascondono trascorsi

di stragi consumate in voli radi

e vertigini immense. Dai rapaci

li residua corona di memorie.

Gelidi colossei, cupole turgide,

la crudeltà del tempo. Le stagioni

sono tuttora in auge e spesso frenano

gli impeti distruttori, frenesie

di tendini che flettono nell’attimo

in cui la freccia libera lo slancio

in un sudario azzurro. Poiché muore

rubro l’autunno in un fremire d’ali.

E te che sveli il transito felice

di una coppia di uccelli d’altri tempi,

i nidi che allestivano faretre

per sogni quieti e docili vittorie.

Ore scandite ai campanili d’oro.

 

Fulvio Di Lieto