Gentilissimi fratelli dell’Archetipo, questa non vuole essere una lettera per la gloriosa rubrica “La posta dei lettori”, anche perché purtroppo non sarà breve e vorrebbe trattare un argomento complesso, non immediato per dibattiti. …Vi ritengo una possente roccia con luminosissimo faro in un mare oggi purtroppo terribile quale è quello della vita e della ricerca spirituale. Un luogo imprescindibile per chi voglia orientarsi e approfondire verso e nella Scienza dello Spirito secondo un percorso rigoroso tracciato dai sacri insegnamenti di Rudolf Steiner e Massimo Scaligero. E dunque il problema? Si riassume in un nome: Geminello Alvi. Problema che mi pesa sul cuore. Per anni ho atteso che vi fosse un qualche incontro fra due spiriti italici per me di identica spiritualità. Pur essendomi laureato in economia in tempi remotissimi, non sono un economista né mi stimo particolarmente esperto, ché anzi dopo la laurea e per molti anni ho piuttosto avuto un moto di ripulsa verso tale disciplina, riavvicinandomi, ma non in modo sistematico, solo dopo avere scoperto le opere di Steiner e Scaligero. Ma in specie nell’ultimo anno, vuoi anche per i noti avvenimenti mi sono posto e altri mi hanno posto domande e dubbi sui problemi sociali ed economici. Certo, ho esaminato il sito sulla Tripartizione indicato dall’Archetipo e poi numerosi documenti e dati presenti sul web, ho soprattutto riesaminato le 14 conferenze di Steiner sulla questione economica e infine ho riletto in modo attento le opere di Alvi trovandovi conferma della loro importanza e rigore. Come ricercatore spirituale, sia pure modestissimo, non ho timore di affermare che le opere di Alvi rappresentano uno sviluppo insieme rigoroso e creativo delle indicazioni sulla scienza economica lasciateci da Steiner e da Scaligero. Non mi risulta che a livello mondiale sia stato fatto altrettanto. Non sono certo mancati contributi importanti da parte di vari ricercatori spirituali, ma con Alvi ci troviamo di fronte ad un tutto conchiuso unico. Mi sento tuttavia in dovere di precisare che essendo io piuttosto un lupacchiotto solitario e con pochi mezzi di ricerca, magari mi possono essere sfuggite opere. È importante notare che qui sto parlando di scienza economica e non di Tripartizione e questione sociale. Va da sé che sono intrecciate in modo vivo, ciononostante è decisivo cogliere le differenze. Troppo spesso, in ambito detto antroposofico, ho visto usare i concetti della questione sociale per spiegare in modo sbrigativo e non scientifico problemi economici, i quali richiedono appunto una specifica conoscenza della materia. Peraltro il giusto intreccio tra scienza economica e questione sociale non manca certo in Alvi, come conferma anche il suo testo sulla Confederazione. Un esempio fra tanti: come credo a voi, anche a me è capitato di partecipare o ascoltare discussioni o dibattiti sulla emergenza attuale. Orbene, non sono mancati spunti che mettevano a confronto Pil e situazione sanitaria in vari gradi di conflitto. Passi per altri, ma che persone che si dicono attente alle questioni spirituali o addirittura si richiamano all’antroposofia parlino genericamente di Pil e lo contrappongano alla situazione sanitaria, non è accettabile. Il Pil, come è calcolato e presentato attualmente, è un concetto mistificatorio in parte senza serie basi scientifiche ma perfettamente funzionale all’attuale perversa gestione finanziaria ed economica. È un concetto mefistofelico anti Tripartizione, teso ad addormentare e oscurare anime già di per sé poco sveglie. Spiegarlo è importante ma appunto qui comincia un problema, perché spiegarlo non è semplice e richiede calma, impegno e fatica. In altre parole è un compito che spetta all’Io non ad un’anima avvolta in un’oscurità vischiosa. Se si domanda che cosa sia successo a livello economico nell’ultimo critico periodo, ben pochi saprebbero dare una risposta adeguata, eppure non è che il reiterarsi di quanto avvenuto già negli anni Novanta e nel primo decennio del Duemila entro una perversa gestione economica finanziaria sul piano mondiale. Ma ora si fanno anche piú evidenti le carenze animiche e il progredire verso una società cinese, come puntualmente indicato da Alvi. Camminare nei nostri bei parchi italici e vedere coppie di anziani stare ore con le mascherine o famiglie, addirittura con bimbi piccoli, sempre mascherati stringe il cuore, ma è anche l’indice di una condizione animica. Misure restrittive e di polizia, impensabili qualche tempo fa, sono ora accettate passivamente frutto di anime addormentate anche da un’assistenza statale onnipervasiva, come appunto in Cina. E si potrebbe continuare con molti altri esempi. Sono convinto che alla Scienza dello Spirito non spetti alcun ruolo di propaganda e di agitazione, ma piuttosto quello di porre semi, rivolti agli Io, che possano aiutare le anime oggi in ricerca di verità. È qui che si svolge la vera battaglia. Poter disporre di una rigorosa spirituale scienza economica diventa importante entro tutte le altre battaglie. Molti altri sarebbero i punti da sottolineare ed esaminare sotto quest’aspetto ma non voglio allungare troppo questa lettera, penso il concetto sia sufficientemente chiaro. Non posso fare a meno di notare che sul sito dell’Archetipo fra le varie tendine manca proprio quella di Economia, e non me ne capacito, stante quanto il genio italico ci ha donato. Non sarebbe il caso di aprirla con un programma di sistematica ma ragionata pubblicazione degli scritti economici di Alvi? Sarebbe, a mio modo di vedere, utilissima per tutti coloro che seguono l’Archetipo e vogliono approfondire la conoscenza in termini anche spirituali di una materia che, mi rendo conto, può essere anche ostica ma oggi viene presentata nelle forme piú blasfeme e contribuisce a oscurare le coscienze. Ho presente le critiche, anche severe, che Alvi ha mosso e muove verso gli antroposofi, peraltro mi sembrano in gran parte giustificate. Ma come ci è stato insegnato, fra spiriti autenticamente liberi i fraintendimenti non sono possibili. Non si tratterebbe di una commistione di attività, per di piú senza senso, ma di aprirsi senza null’altro chiedere ad un importante contributo scientifico spirituale. Mi è doveroso precisare: non ho alcun rapporto e non conosco personalmente Geminello Alvi. Sono cosciente di porvi un problema all’interno del vostro pur gravoso lavoro; ho meditato, credo a fondo, sull’opportunità di un simile passo e, non ve lo nascondo, ho chiesto aiuto a Michele, il nostro Arcangelo. Infine ho ritenuto non inutile questa mia iniziativa sperando in una vostra benevolenza. Qualunque sia la vostra valutazione nulla cambierà nella mia immensa stima per voi. Con devota riconoscenza,
R. M.
Anche se questa lettera dichiara espressamente di non essere indirizzata a “La posta dei lettori”, è qui che pensiamo giusto far conoscere i consigli e gli intenti che ci giungono da chi ci segue e spesso ci aiuta nella scelta dei temi e degli argomenti. Apprezziamo anche noi gli scritti economici di Geminello Alvi, e saremmo stati onorati di poterne pubblicare alcuni, almeno in parte, sull’Archetipo. Contattato, la sua risposta è stata: «Gentile Signora, grazie della Sua attenzione, ma la mia risposta è no. Pertanto Vi diffido dal riprodurre qualunque scritto apparso sulla Confederazione italiana e inoltre brani di libri o articoli o conferenze da me scritti, tra l’altro protetti da copyright. Geminello Alvi». Non possiamo che prendere atto di quanto espresso con tanta cortesia.
Prego ogni giorno per questa situazione drammatica non solo dell’Italia ma del mondo intero, ma mi mancano le parole adeguate. Come rivolgermi al Divino nel modo piú giusto, per essere ascoltata?
Beatrice V.
La preghiera deve sgorgare dal cuore, e non hanno importanza le parole: il Divino è sempre in ascolto, e non giudicherà certo la loro forma espressiva ma l’afflato e la devozione con cui sono pronunciate. Nel mettere in ordine i quaderni di mio marito, Fulvio Di Lieto, ho trovato una preghiera da lui scritta e che recitava quotidianamente. La riporto volentieri qui di seguito:
Per tutto quello che vibra e vola,
tutto quello che sugge e cresce,
tutto quello che assorbe e splende
dentro di me per rigenerare linfe,
ritemprare tessuti, elevare il Naturale
vegetale, animale ed umano
e sublimarlo in Spirito,
ecco, io mi rendo involucro muto
per accogliere dentro di me le forze
che creano e perpetuano la vita
con l’aiuto del Cristo e delle Gerarchie celesti.
“Veni, creator Spiritus!”.
Purificami, fortificami, illuminami!
Cosí sia.