Una nuova proposta socio-economica
Le seguenti brevi considerazioni sono rivolte a chi ha ancora il senso della dignità umana, a chi, serbando la genuinità della forza, non è dominato dallo spirito della menzogna, né dall’odio, a chi ha ancora il coraggio di lottare per un ideale. Concernendo i temi fondamentali della “Tripartizione dell’Organismo Sociale”, le considerazioni intendono suscitare un nuovo urgente atto di conoscenza riguardo al problema del capitale, del lavoro, della cultura ecc. È venuto il tempo di rivedere tali problemi secondo indagine libera, cioè immune da superate ideologie.
Lavoro
Il lavoratore che viene indotto a credere di essere l’unico artefice di una merce, di un prodotto, mediante il proprio contributo, in sostanza viene portato a dimenticare che la materia prima sulla quale agisce è un dono della natura; che lo sviluppo tecnologico da cui consegue la sua attività, non è stato inventato da lui; che l’organizzazione aziendale ed imprenditoriale dalla quale trae i mezzi per vivere, non è merito suo. Tuttavia chi lavora, offre all’azienda ed alla società un contributo prezioso, costituito dalle sue capacità morali e fisiche, ma soprattutto dal potere che in lui muove con saggezza le mani, e dalla dedizione che va oltre il desiderio del guadagno: qualcosa di essenziale che nessun salario potrebbe mai compensare, perché non è una merce, bensí espressione del principio spirituale stesso dell’essere umano.
È ora di comprendere in tal senso qualcosa che va oltre la rivendicazione salariale.
Il problema, infatti, non è aumentare le retribuzioni, ma dare la certezza a chi lavora che egli non è sottoposto alla legge della domanda e dell’offerta, non è un oggetto nelle mani dell’azienda, ma neppure nelle mani del sindacato. Il costo del lavoro deve essere considerato prima di tutto come un’esigenza riguardante il prodotto del lavoro, non il lavoro stesso, in sé inalienabile: né il problema contrattuale può essere il risultato di una lotta fra imprenditori e lavoratori, mediata dal sindacato. Il diritto alla vita non può dipendere dalla potenza della categoria alla quale si appartiene né dalle esigenze sindacali, ormai patentemente operanti come qualsiasi altra istanza di potere.
L’operaio non può essere pretesto per lotte politiche.
Indubbiamente i sindacati, di fronte al conservatorismo di molti imprenditori, hanno rappresentato un importante elemento di rottura, ma oggi, essi possono giovare alla causa reale del lavoratore, solo se non lo riducono a un mero elemento della prassi economica e se non ne consentono la strumentalizzazione politica. Il lavoro esige essere tutelato dalle stesse istituzioni che hanno il compito di garantire all’uomo la libertà, l’intangibilità della sua individualità.
La giusta retribuzione, prima di essere un fatto economico, deve sorgere come principio giuridico, reso operante da uno Stato che deve curare di non intervenire affatto nella funzione economica, per mantenere l’imparzialità necessaria a garantire la giustizia, non solo riguardo all’entità del salario, ma anche riguardo agli orari, all’ambiente di lavoro, alle ferie ecc.: questioni da affrontare con lo stesso spirito che deve animare i rapporti fra uomo e uomo nella assoluta uguaglianza di tutti di fronte alla legge.
La via alla libertà e al benessere è aperta: occorre però riconoscerla. Non si può distribuire ciò che non si è prodotto: oggi alla crisi sociale, agli errori politici, alla insufficienza del pensiero economico, si aggiunge il peso degli scioperi, della disaffezione, dell’assenteismo. Una nuova comprensione sociale nascerà, quando chi lavora, avrà la certezza che il suo diritto alla vita non dipende né dall’imprenditore, né dallo Stato – il quale, ove assuma la proprietà dei mezzi di produzione, diventa il peggiore dei capitalisti – né dalle esigenze dei sindacati.
Oggi, la vecchia concezione di “dittatura del proletariato” è in crisi proprio presso i popoli che vi hanno fiduciosamente creduto: in una simile “dittatura”, per ovvie ragioni, saranno sempre i pochi a comandare, e questi disporranno di tutto il potere giuridico ed economico, col quale potranno, quindi condizionare tutti.
Allo stesso modo, non vi può essere forma di cogestione o di partecipazione, che non si traduca in una presa in giro per l’operaio, perché la “stanza dei bottoni” sarà sempre esclusiva proprietà dei tecnicistiche e degli esperti, o, peggio, dei politici.
È con queste parole che Scaligero, nel pieno della sua missione umana, diffondeva ai nuovi venuti i contenuti della Scienza dello Spirito, allato alle regole dello sviluppo interiore date dal Maestro dei Nuovi Tempi, relativi alla Tripartizione dell’organismo sociale, adattando i dettami dell’insegnamento ai contenuti storici dell’epoca.
In questo senso vorrei riportare alcune parole di Rudolf Steiner che trovo veramente attuali: «Molti si sentono oppressi dalle vicende del tempo e disperano delle idee creatrici. Essi attendono finché le condizioni creino una situazione piú favorevole. Ma le condizioni non creeranno mai altro se non ciò che in esse sarà stato piantato da idee umane».
E sicuramente nella situazione di oggigiorno, ci sono tutte le idee fuorché quelle della Tripartizione dell’Organismo sociale. Si immagini in tal senso i vari dibattiti politici, le riunioni e le feste, le manifestazioni e poi tutte le discussioni economiche ecc. Il risultato della situazione di oggigiorno è il manifestarsi di tutti questi pensieri, dei pensieri piú forti magari amplificati da radio e tv, cui va apposto un argine: alla volontà delle lobby angloamericane che mirano da sempre a distruggere il “welfare” europeo da un lato e delle sètte ario-islamiche che tendono invece a creare una “seconda Mecca” nel cuore dell’Europa (tramite il piano “soldi, tempo e proliferazione).
In questo contesto, alla macchina da combattimento economica cinese, che considera il lavoratore come una bottiglia di plastica buttata per strada, si è inserita la pandemia del coronavirus Covid 19 che in Oriente viene percepita essere sorta dai pipistrelli, mentre nelle Americhe essere sorto dalla Cina ma creato in laboratorio.
In entrambi i casi, nessuno si è preoccupato di legiferare a riguardo se non in Cina, dove si sono inasprite le pene e i controlli per il commercio illegale di animali selvatici.
Come si sia arrivati alla situazione di oggigiorno, si deve alla grande superficialità del nostro tempo, alla mancanza di attitudine scientifica rispetto al problema sociale, rispetto allo stesso Covid 19, dove il cittadino rimane sempre piú perplesso e impaurito di fonte ai numeri che vengono prospettati. Ciò fa emergere il problema del diritto alla vita, che non deve dipendere né dall’imprenditore né dallo Stato.
Riferisce Corrado Solari che riguardo ai contenuti della Tripartizione sia Scaligero che Mimma (cugina di Massimo Scaligero e continuatrice, alla morte di lui, della sua attività spirituale), e insistentemente Alfredo Rubino, sollecitavano che durante gli esercizi di pensiero si dedicasse attenzione pure ai contenuti della Tripartizione, e di pensarli ugualmente nei normali percorsi e occupazioni della quotidianità, come fossero realizzati. Sarebbe stato bene diffondere nell’etere della città tali contenuti, affinché anche semplici cittadini o politici, o amministratori della cosa pubblica, potessero afferrare i riverberi del nostro pensare tripartito.
Marco De Berardinis (1. continua)