Sulla situazione mondiale
Origine delle malattie
Ebbene Signori, è stato espresso il desiderio che io dica qualcosa sugli organi interni dell’uomo. Avevo già cominciato a farlo l’ultima volta. Per trattare un tale argomento direi che non si può entrare direttamente nel soggetto. Si può farlo solo prendendolo veramente al suo inizio. Prendendo l’esempio di William Windom e anche un altro, vi ho raccontato, che può succedere che l’uomo esteriorizzi in qualche modo quello che è in lui. Rammentatevi che Window è morto pronunciando un discorso nel quale aveva descritto quasi completamente il proprio stato. Non vi ho raccontato solo questo, ma anche certe cose che concernono il corso della vita umana. Abbiamo visto che la mortalità avviene piú frequentemente nel primissimo tempo di vita del neonato e durante la prima infanzia. È in quest’epoca che gli esseri umani muoiono piú spesso, e benché piú tardi, durante il terzo, quarto e quinto anno, ci sia una diminuzione di questa mortalità, si può tuttavia dire che essa raggiunge il suo punto massimo al cambio della dentizione, intorno al settimo anno.
In seguito, dal cambiamento dei denti fino alla maturità sessuale, l’uomo dovrebbe avere la migliore salute. I fatti lo confermano. Se noi stessi non deterioriamo a scuola la salute dei nostri bambini, se stiamo attenti a che siano correttamente seduti per evitare delle deformazioni o se, per colpa nostra, una cattiva aerazione non provoca affezioni interne, avremo effettivamente dei bambini sani durante l’età detta scolare, durante la scuola elementare. I casi di malattia che si riscontra piú spesso sono dovuti a cause esteriori. A dire il vero, il grande pericolo per l’essere umano di contrarre una malattia, la cui causa è in lui stesso, comincia soltanto verso il quindicesimo o sedicesimo anno. Le malattie che allora si manifestano sono del tutto differenti da quelle che sopravvengono nel bambino.
Vedete, noi costatiamo per esempio – ve ne ho già parlato – che il neonato è molto facilmente colpito dalla setticemia. Il sangue diventa purulento. Può addirittura presentare i sintomi dell’itterizia. Allora interviene molto spesso una cattiva digestione che si manifesta con una diarrea. Delle piccole pustole bianche, dette afte, appaiono in diverse parti del corpo. Succede che il bambino soffra di una specie di affezione del tutto diversa e chiamata convulsioni. Si tratta di crampi infantili. Oggi c’è una malattia che fa strage e che è la poliomielite. È una malattia infantile che appare anche piú avanti negli anni, ma in ogni caso è una terribile malattia. Per esempio, i bambini si trovano nell’impossibilità di muovere le gambe. Non possono piú muoversi. Questa malattia si propaga sempre di piú. Forse avete letto la notizia che in Turingia hanno dovuto chiudere le scuole per un’epidemia di poliomielite.
Tutto questo ed altro ancora permettono di vedere che la malattia infantile presenta un carattere del tutto particolare. Le malattie infantili presentano un altro aspetto di quelle contratte dall’uomo adulto. Tra queste malattie infantili vi sono la scarlattina e il morbillo. Quest’ultimo è una malattia che l’uomo può anche contrarre piú tardi. Ciò porta a domandarci perché sono i bambini a soffrirne.
Vedete, si possono comprendere queste cose solo sapendo in che modo le forze agiscono nel corpo umano. Se si considera il bambino prima della sua nascita, piú precisamente il primo, secondo, terzo mese dell’embrione, quest’ultimo è del tutto differente dall’uomo che sarà piú tardi. Nel primo e secondo mese, il bambino è fatto in tal modo che è solo una testa. I suoi altri organi sono solo delle appendici della testa. Ciò che piú tardi diventerà membra, mani e piedi non è che piccoli abbozzi rudimentali. La regione del petto e quella dell’addome non funzionano ancora, non sono, per cosí dire, attivati. Se volete avere un’idea dell’embrione, ecco come si presenta (vedi disegno); direi che c’è come una specie di borsa atta a contenerlo e dove si trovano dei vasi sanguigni provenienti dal corpo materno. Questi vasi sanguigni passano all’interno del bambino e si spargono in lui. Il bambino riceve cosí il sangue e anche le materie nutritive dalla madre. Ci sono degli organi appendicolari che piú tardi cadranno. Saranno espulsi. L’embrione ha una testa gigantesca paragonata al resto del corpo. Questa è la testa: il resto è unicamente costituito da piccole appendici non ancora in attività.
Il cuore e l’apparato digestivo appariranno piú tardi. La circolazione del sangue è assicurata da quella della madre. E qui ci sono solo delle piccole appendici al posto delle mani e dei piedi. Tutto questo si svilupperà solo piú tardi. Si è costretti di costatare che tutto questo fa parte della testa e che tutto il resto è unicamente composto di organi insignificanti, perché l’aria e il cibo saranno forniti dalla madre. Nel corso dei primi mesi tutto quello che la madre fornisce va a beneficio della testa.
Vedete signori, la gente si stupisce che le malattie mentali, come le chiamiamo, siano trasmesse ereditariamente. Queste malattie sono però sempre delle malattie del corpo, che si esprimono con una disfunzione delle attività assunte dal corpo. Lo Spirito non si ammala e neppure l’anima; le malattie mentali sono sempre qualche cosa di corporeo. Ad ogni modo, la gente si stupisce che qualcuno abbia ereditato una malattia mentale. Certo, l’eredità è la causa di una malattia mentale: se i genitori, e specialmente la madre, soffrono di tisi o di una qualsiasi malattia, diciamo per esempio l’arteriosclerosi – malattia abbastanza rara nei giovani e che tocca tuttavia un certo numero di persone – dicevamo dunque che se i genitori soffrono di tisi, di tubercolosi polmonare, d’arteriosclerosi, i figli non saranno per forza colpiti dalla tisi, tubercolosi, arteriosclerosi, ma potranno avere una malattia mentale. E questo stupisce la gente.
Ebbene, signori, c’è bisogno di stupirsi? Tutto quello che è suscettibile di essere trasmesso all’uomo deve prima di tutto passare dalla testa. Nel caso in cui la madre soffre di tisi non è dunque sorprendente che la malattia non sia trasmessa ai polmoni, tanto piú che questi non funzionano ancora, ma alla testa, in modo che si sviluppi nella testa. Non c’è perciò ragione di stupirsi che tutte le malattie dette ereditarie siano radicalmente differenti da quelle di cui soffrono i genitori e che quesi ultimi trasmettono ai figli.
Vedete, se per esempio i genitori hanno una malattia venerea qualsiasi, i figli potranno presentare una malattia degli occhi. Questo non è sorprendente. Non c’è niente di sorprendente nel fatto che nei genitori colpiti da una malattia venerea mentre si sviluppa la testa del bambino, gli occhi siano la parte piú esposta a ciò di cui soffrono i genitori, perché sono in un terreno colpito da una malattia venerea. Non bisogna stupirsene.
Adesso arriviamo alla nascita del bambino. Ognuno di voi ha già potuto costatare che al momento della nascita è la testa ad essere la piú sviluppata. Quanto alle altre parti del corpo, il bambino dovrà svilupparle in seguito piú del resto. La testa, che è la parte piú sviluppata, cresce molto meno degli altri organi. Queste cose ci rivelano il modo in cui lavorano gli organi interni di un essere umano. La scienza materialista non può farsi un’esatta rappresentazione di tutto questo. Non lo può, perché non percepisce chiaramente che la testa è all’origine di tutta la crescita del bambino.
Tutto è regolato dalla testa. Lo si vede in modo evidente nell’embrione, perché quest’ultimo è solo testa. Anche piú tardi, quello che accade nel corpo umano continua ad essere regolato dalla testa. La testa regola tutto quello che è nell’organismo umano. Lo stomaco, le funzioni intestinali e la circolazione del sangue, tutto è regolato dalla testa.
Prendete per esempio un neonato e la cui circolazione sanguigna, per una ragione qualsiasi, è troppo lenta. È una cosa possibile. Può succedere che, a causa della sua ereditarietà, il bambino sia afflitto da una circolazione del sangue troppo lenta. Ciò accade. Immaginate adesso che i vasi sanguigni del bambino siano cosí – ve li disegnerò – e che il sangue circoli troppo lentamente: ecco il cuore, il sangue vi passa troppo lentamente. Ora, il cuore non presenta alcuna anomalia, ma il sangue non vi scorre come dovrebbe. Si riscontra molto spesso il caso di neonati che hanno una cattiva circolazione del sangue mentre la testa è del tutto normale. Questo può molto semplicemente essere dovuto all’aria soffocante nella quale vive il bambino: non potendo respirare a suo agio, questo provoca un rallentamento della circolazione sanguigna. Può anche essere che il sangue non sia ben trasportato nel corpo a causa di una cattiva alimentazione, ciò può rallentare la circolazione del sangue. La testa funziona bene, vuole sviluppare il cuore, ma il sangue circola male. Le scorie restano nel corpo, nel sangue, invece di essere ben evacuate ed eliminate dai reni partendo dal cuore. Il sangue diventa purulento, perché queste materie che non dovrebbero trovarsi nel corpo ed essere già eliminate, restano appunto in esso.
Piú tardi, durante l’ottavo, nono anno di vita questo pericolo non è piú cosí grande come nel primissimo inizio dell’infanzia. Perché? Ebbene, il solo fatto che il cambio della dentizione si svolga bene è già una prova della buona costituzione del bambino. Nel caso contrario, ci sarebbero delle complicazioni. Perché? Vedete, tutto l’intero corpo elabora la seconda dentizione. Tutto quello che compone un dente proviene dall’intero corpo; l’attività non si limita alla sola mascella, ma è l’intero corpo che contribuisce al cambio dei denti. Lo fa solo per la seconda dentizione, non per la prima, per quelli che sono chiamati denti da latte e che sono tutt’altra cosa dalla seconda serie di denti. Il bambino eredita i suoi primi denti perché il padre e la madre li hanno pure loro. Quei denti sono eliminati nel corso del primo settennio, ed è soltanto a questo momento che il bambino acquista i suoi propri denti, i secondi, che il corpo stesso deve fabbricare.
In sintesi, quando guardate un bambino di nove, dieci anni, questi è già in possesso del suo secondo corpo. Si è completamente sbarazzato del primo corpo che aveva ereditato. In effetti, è solo intorno al suo settimo anno che il bambino è in possesso del suo proprio corpo. Durante tutto il periodo che precede il settimo anno si può constatare se il bambino è nato con abbastanza forze per poter sopportare l’aria e anche il cibo. Il pericolo di cadere ammalato non è poi cosí grande, una volta che ha mostrato di poter acquisire la seconda dentizione, e questo perché il bambino ha costruito il suo corpo. I suoi denti lo mostrano bene. Questa è la ragione perché il rischio è cosí grande per il neonato. Questi deve abituarsi a fare tutto quello che una volta faceva con la protezione del corpo materno. Durante la prima fase, la testa sta sempre bene; starà male solo piú tardi.
Invecchiando, la testa non si comporta piú bene come prima. Deve pensare, occuparsi del mondo circostante. Deve anche abituarvisi, e spesso c’è qualcosa che va storto.
Tuttavia, nei primissimi anni della sua vita, il bambino non ha ancora bisogno di abilità per lavorare, di andare a scuola, non ha ancora niente da imparare. La testa lavora soltanto al servizio del suo corpo. Di solito, ci riesce bene. Quanto al corpo, che nei teneri anni dell’infanzia è ancora molto mal adattato, deve cominciare a integrarsi al mondo.
Una scienza basata solo sui fatti esteriori vi racconterebbe tutto questo in un modo abbastanza simile al mio, la sola differenza sarebbe nel fatto che la descrizione che vi ho fatto io è del tutto esatta. La sola cosa che questa scienza non capisce è l’insieme del processo. Urta contro un enigma quando constata che nei primi anni della sua vita l’uomo è esposto alle piú gravi malattie. La ragione è che questa scienza crede che quelli che si chiamano anima e Spirito non hanno alcuna esistenza reale.
La realtà è la seguente: quando il bambino è ancora nel grembo materno e poi nasce, l’anima e lo Spirito sono legati principalmente alla testa. Non si vedono le forze che vi lavorano, e queste forze animico-spirituali lavorano per formare il bambino.
Direte che questo è un punto di vista che non si è obbligati a condividere, ma se pensaste cosí sareste nell’errore come qualcuno che dicesse: «Questo è un pezzo di ferro» e arrivasse poi un altro a dire: «Dammelo, mi servirà per ferrare il mio cavallo!». La prima persona gli replicherebbe: «Poveretto, sei proprio stupido a voler ferrare il tuo cavallo con questo, perché è una calamita, contiene una forza. Non ci si serve di una calamita per ferrare un cavallo!». Uno pensa che si tratti semplicemente di un ferro di cavallo, l’altro sa che si tratta di una calamita contenente una forza invisibile. Non è strano, perché non possono vederla.
La stessa cosa avviene con colui che parla basandosi sulla scienza materialista, e dice: «Vediamo un po’, la testa è un pezzo di carne». Colui che dice: «È una ferro di cavallo» ha la stessa attitudine! La testa del bambino non si limita ad essere un pezzo di carne, delle forze invisibili vi lavorano, edificano tutto l’organismo umano come farebbe uno scultore. Durante i primi sette anni esse ricostruiscono interamente il corpo. Certo, il corpo conserva certe cose che ha ereditato, come la forma e i lineamenti. Le forze con le quali egli si è costruito di nuovo sono quelle animico-spirituali, che partono dalla testa e traggono origine altrove che dai genitori.
Se le prendesse dai genitori… ebbene signori, avete mai visto che i figli di un genio siano geni a loro volta? Oppure, avete mai visto che due genitori di un genio siano essi stessi dei geni? Non è certamente il caso. Prendete l’esempio di Goethe, che fu indubbiamente un genio: suo padre era un orribile filisteo e neanche sua madre era un genio. Era una donna amabile, gentile, che sapeva raccontare delle belle storie. Quanto al figlio di Goethe, era lungi dall’essere un genio, era un po’ sempliciotto. Ciò che è animico-spirituale non si può dunque trasmettere, ma lo si ottiene in tutt’altro modo. L’animico-spirituale non fa altro che unirsi a quanto è stato trasmesso. Oltre alla sua esistenza nel grembo materno, l’essere umano ha un’esistenza anteriore in quanto essere umano animico-spirituale.
Vedete, se oggi gli uomini lo contestano, è perché durante tutto il periodo del Medioevo la Chiesa cattolica diceva che non era lecito attribuire all’essere umano un’esistenza animico-spirituale anteriore alla sua nascita; e questo perché la Chiesa cattolica asseriva che l’anima viene creata, al momento della nascita, dal Dio ammesso dalla stessa Chiesa. Una tale attitudine, osservata dalla Chiesa cattolica durante tutto il Medioevo, proibiva di accettare la pre-esistenza, com’era chiamata a quell’epoca, vale a dire l’esistenza precedente, anteriore. Oggi, la scienza materialista osserva a sua volta questo precetto e si sente molto intelligente. Vedete bene a qual punto le persone ignorano come, all’origine, sia stata loro inculcata una tale concezione, a loro che poi, avendola, si sentono molto intelligenti.
In verità, l’essere umano ha effettivamente un’esistenza animico-spirituale che porta con sé, esattamente come l’esistenza fisica che deriva dai suoi genitori, dai nonni ecc. Quello che lavora in lui, è l’animico-spirituale. E colui che non vede che l’animico-spirituale esiste prima del corpo fisico, non vede neppure che l’animico-spirituale sussiste dopo la morte. Non può crederlo. Non si può sapere nulla sull’immortalità dell’anima umana se non si sa che essa preesiste. Potrebbe dipendere, certo, da un Creatore divino, creatore dell’uomo, il fatto di far sparire l’anima alla morte dell’uomo; ma se la presenza di quest’anima è necessaria affinché il corpo possa essere edificato, va da sé che essa sussista dopo la morte del corpo.
Potete quindi dirvi che da tutte le nostre osservazioni si deduce che l’anima umana esiste. Come potrebbe morire, poiché è lei che ha edificato quello che è mortale? Bisognerebbe andare in mondi completamente differenti per vedere che essa potrebbe morire. Ne parleremo in altre conferenze e vedremo che anche là essa non muore. Per quanto concerne il corpo, esso non può in alcun caso farla morire, visto che è lei ad averlo edificato.
Rudolf Steiner
Conferenza tenuta agli operai del Goetheanum a Dornach il 24 ottobre 1922.
2a parte, O.O. N° 348 – Traduzione di Angiola Lagarde.