Un compito di restaurazione

Socialità

Un compito di restaurazione

anziani con mascherina

 

Quello che stiamo vivendo in questo lungo e difficile anno di alterne aperture e richiusure nelle case e in strada, e nei luoghi pubblici rinchiusi dietro le mascherine, per combattere una procurata pseudo-pandemia che avvilisce, spaventa e deprime la maggioranza delle persone in Italia e in tutto il mondo, può essere considerato il ben orchestrato compimento di un piano che trascende le singole autorità di Stato mondiali, prone a chi da dietro le quinte opera in maniera subdola e deleteria contro l’umanità.

 

A tutti i livelli, dal piú alto in carica ai vari operatori socio- sanitari, dai paludati e osannati scienziati ai medici di base, possiamo osservare in queste persone alcune caratteristiche che li pongono tra quelli che la piccola Bernadette Soubirous, interrogata dagli inquisitori clericali su chi siano i “peccatori”, rispose candidamente: «Chi ama il male». Non disse chi fa il male.

 

Ed è proprio questo che si riscontra nel continuo alternarsi di decreti e imposizioni, punizioni di regioni o dell’intera nazione, vendette singole o generalizzate. Un delirio di onnipotenza e lo sfrenato desiderio di compiere il male per un numero sempre maggiore di persone sta oscurando le menti di grandi dirigenti e di piccoli esecutori di ordini nefasti. Ordini di fronte ai quali si dovrebbe reagire compatti con altrettanto desiderio di restaurare il buono, il sano e il giusto.

 

Ma l’uomo è fiaccato da troppe abitudini al consumismo, alle grandi e piccole soddisfazioni quotidiane che lo impigriscono e lo rendono incapace di reagire: pensa, o spera, che tutto possa tornare come prima, che questo periodo sia transitorio, e che passerà, deve passare, tutto tornerà, deve tornare, alla precedente “normale” situazione.

 

Non si è ancora ben capito – anche se c’è chi lo immagina ma preferisce distogliere il pensiero – che nulla tornerà come prima, perché chi opera dal retroscena e si serve di esseri umani per agire, non è umano, e non è neppure transgenico: è divino. Una divinità di ordine infero, certo, ma sempre molto piú potente dell’umano.

Abbraccio

 

E come si combatte una potenza che trascende l’umano? Con una potenza che trascende l’umano, altrettanto divina ma superiore a quella infera: il Logos. Quella Luce interiore che ognuno deve risvegliare in sé: la scintilla divina che è in ognuno di noi e che ci rende pari alla potenza di tutte le costellazioni, perché partecipi della Vita del cosmo, figli della piú alta Divinità, come ci ha insegnato il Cristo nella preghiera del Padre Nostro. Il compito da realizzare è l’enun­ciato paolino “Non Io ma il Cristo in me”.

 

Solo risvegliando in noi la forza dell’Io, o la forza del Cristo in noi, ci riscuoteremo dalla prona ottemperanza agli assurdi e funesti diktat, dalla timorosa insicurezza che ci rende schiavi e pronti al contagio. Non al contagio fisico, ma a quello psichico: quello cui cercano di infettarci da mesi, predicando dai mezzi di comunicazione, cercando di convincerci che l’altro da noi può contaminarci, può farci del male anche solo avvicinandoci, stringendoci la mano o addirittura abbracciandoci!

La paura

 

È necessario allontanare da noi la paura. Come ha ripetutamente scritto Massimo Scaligero: «La paura deve essere vinta, eliminata radicalmente: essa è irrealtà, insidia arimanica…».

 

Insidia arimanica. Dunque, è proprio Arimane che agisce nell’ombra e che sparge intorno e dentro di noi il veleno della paura. Vincere la paura è già l’inizio della vittoria. Ma dobbiamo anche, con l’esempio, dimostrare a chi ci è vicino che anche lui può farcela, ritrovando il coraggio in se stesso.

 

Mettiamoci quindi al lavoro, e senza indugio, per svolgere al meglio questo compito di restaurazione, nostro e di quanti sono intorno a noi. Uno degli esercizi fondamentali indicati da Rudolf Steiner è quello della positività. Cerchiamo di metterlo in pratica, considerando quanto di positivo riusciamo a vedere nella situazione difficile che stiamo affrontando. Crediamo forse che la società in cui vivevamo fosse giusta? Conoscevamo bene i suoi limiti, le sue contraddizioni, le sue smaccate ingiustizie. Non potevamo certo riuscire a modificarla, con le nostre minuscole forze individuali. Qualcosa doveva accadere perché iniziasse un mutamento, anche se causa di sofferenza, ma di possibile risveglio. Come il “colpo in testa” ben assestato dal Maestro Zen, che destava la visione nel discepolo che si attardava nella disciplina senza giungere alla visione spirituale.

 

Il colpo è arrivato, e anche forte. Ha lasciato dolorante la maggior parte degli Stati del mondo, una massa di persone spaventate, incredule quasi di quanto sta accadendo, ma anche con l’opportunità di destarsi a una nuova consapevolezza.

 

Il futuro si presenta a noi, attualmente, con una duplice possibilità: il ritorno agli errori del passato, con una umanità sfiancata dalle prove subite, fisiche, psichiche ed economiche, preda di governi marionetta guidati dall’adunca mano di un infido potere perverso, oppure l’edificazione di un mondo nuovo, con leggi piú eque e rispettose delle singole e diverse individualità, con una ritrovata fraternità e condivisione di beni e condizioni favorevoli in campo lavorativo, professionale, artigianale o artistico. Con un minimo garantito per tutti, che come ben sappiamo stimola la ricerca delle proprie vere tendenze, indipendentemente dalla scelta che tiene conto solo del relativo ritorno economico.

schiere angeliche

 

Cogliamo l’occasione propizia. Svolgiamo con impegno l’esercizio della positività e consideriamo quanto ci si sta presentando come una rara e benefica possibilità di rinnovamento, nostro personale e dell’umanità tutta. In questo saremo aiutati. Schiere di Entità superiori sono in attesa di scendere in campo accanto ai “risvegliati”. Il rispetto della libertà umana – grande fine della Divinità perché sia attuata la trasformazione della Terra in cosmo d’Amore – non può farli intervenire in vece nostra. Ma se inizieremo un’azione decisiva, saranno al nostro fianco e ci aiuteranno in maniera determinante a ritrovare, in fondo al tunnel, la vera Luce.

 

Marina Sagramora