Ascolta la poesia letta da Eugenio Marinelli:
Quando canti profani e umane voci
e le cornacchie a stormi taceranno,
da folti boschi di cipressi e pini
un flauto lieve desterà la luna
facendola salire alta nel cielo:
come l’incantatore quando ammalia
con suoni astuti l’aspide o la serpe.
O sarà il vento, che tra cedri e ulivi
l’arpa percorrerà con le sue dita
traendo canti di memoria antica
e nuovi ne ricavi dalle foglie,
da tronchi e rami roridi d’argento.
Domani andranno greggi tra le pietre,
tracce di gloria umana ora assopita,
e nessun flauto la potrà svegliare.
Fulvio Di Lieto