La Via dei Nuovi Tempi

Tripartizione

La Via dei Nuovi Tempi

Rivoluzione

 

 

È compito dell’uomo moderno superare la condizione di gregge, di massa, di proletariato, per realizzare liberamente la sua dimensione spirituale.

 

Rivoluzione

 

L’ideale dell’uomo non potrà essere la rivalsa di una classe sull’altra, o una condizione morale dipendente dalla evoluzione economica, o la ricerca di una felicità ottusa in un mondo che consente solo il soddisfacimento degli istinti animali, presso una modesta consolazione religiosa. Come una pianta non può crescere senza acqua e terra sufficienti, cosí, senza una libera vita spirituale, l’uomo non può avere l’alimento che gli è necessario a sviluppare la sua reale natura. La terra e l’acqua non contengono ancora la pianta: essa è la manifestazione esteriore di una idea eterna continuamente rinnovantesi nei diversi esemplari. Parimenti, un’autonoma attività culturale della società rappresenta la condizione esteriore perché l’idea di un livello spirituale superiore possa cominciare a manifestarsi. Sta prima all’uomo decidere di operare entro se stesso ad estirpare il male e l’errore, avendo compreso l’assurdo di una evoluzione, quale gli viene promessa da una cultura che afferma essere egli il prodotto di una classe, di un sistema, di una dialettica socio-economica. La società non cambierà, se prima l’uomo non cambierà se stesso.

 

È questa la vera rivoluzione. Uccidere o perseguitare gli avversari è criminoso, oltre che sterile. Altrettanto sterile è limitarsi a cambiare chi dirige le istituzioni e le strutture produttive. Privo di senso, altresí, è danneggiare o distruggere cose altrui, senza consapevolezza delle manovre mediante cui vengono strumentalizzati l’ardore giovanile, l’entusiasmo e la protesta, talora giustificata. Oltretutto si sa bene che, trascorso il momento epico della giovinezza, gli oltranzisti di qualunque colore, tranne poche eccezioni, aspireranno anch’essi ad un pezzetto del mondo attuale, consumismo compreso, nel quale defilarsi. Finito il sogno, finito un certo spirito combattivo, oggi reso facile dalla debolezza dello Stato; esaurito il sentimento dell’importanza di aver partecipato alle barricate, si ripropone il solito limite umano, il solito livello: livello e limite che la tragedia odierna richiede che vengano superati.

 

Il vero coraggio, la rivoluzione del futuro, la chiave della soluzione dei problemi sociali, è ormai questo: ciascuno deve sentirsi responsabile del proprio destino, deve affrontare con se stesso la questione della propria umanità, il senso della propria esistenza. I cosiddetti “indiani metropolitani” hanno scritto sui muri: «Siamo realisti, vogliamo l’assurdo». In un mondo opaco, meschinamente materialista o spiritualista, movente secondo impulsi esauriti del passato, ammalato di cinismo e di retorica, avvelenato dalla droga e dalla sessomania, l’assurdo, l’impossibile, il coraggio piú grande è il realizzare quanto non è stato possibile a Faust: ritrovare la vita, senza asservirsi al Nemico della vita.

 




 

Quanto abbiamo riportato piú sopra, cosí come per i precedenti articoli, è tratto da La Via dei Nuovi TempiUna nuova proposta socio-economica, di Massimo Scaligero.

 

Greta Thunberg

 

Se si ha cura di andare a fondo e confrontare l’attuale situazione con quella sopra riferita, le cose sembrano essersi acuite. Per quanto riguarda l’ardore, la protesta, essa sembra aver trovato un’appassionata militante in Greta Thunberg. Sebbene ci siano molti attivisti piú preparati, che portano innanzi le tematiche sull’ambiente, i media sembrano voler sottolineare in particolare la voce di questa ragazzina svedese, fatto che dovrebbe farci riflettere non poco: una voce, la sua, che si è alzata tuonante, e con il contributo delle immagini che la ritraggono con le pupille dilatate ad arte, ha ridato foga e impeto alle generazioni piú giovani.

 

Il futuro guarderà al buio di questi tempi – in cui la pandemia sembra essere l’apoteosi aggiuntasi a tutta una serie di disavventure sociali (terremoti, maremoti, crollo di ponti, frane disastrose, scongelamento di iceberg ecc.), disavventure insuperabili con il modello sociale tuttora in atto nel mondo – e ci si domanderà come sia stato possibile pensare di sopperirvi accentrando e delegando ulteriormente i poteri (vedi G8, G20, OMS, ITC, WRI ecc.).

 

Dove stiamo andando? È la vita di oggi cui aspiriamo e che vogliamo per le a generazioni a venire? Temiamo il futuro o forse non ci pensiamo neppure? O peggio lo crediamo irrimediabilmente compromesso?

 

Gli scienziati che nei loro laboratori tentano di imitare maldestramente l’opera creativa delle Gerarchie, ci raccontano che fra meno di cent’anni quasi tutte le specie di grandi mammiferi spariranno e verranno probabilmente sostituite da specie ibride o addirittura manipolate anche con il DNA dei dinosauri.

 

La sperimentazione in Giappone riguardante l’incubazione fetale extrauterina, che in passato ha utilizzato feti di capra immersi in un fluido amniotico artificiale, sembra procedere verso forme ancora piú avveniristiche, unitamente alla riproduzione di organi umani all’interno di animali.

 

Eppure questi scenari, per quanto assurdi e apparentemente lontani nel tempo, sembrano piú fattibili per molti, persino tra quelli che seguono la Scienza dello Spirito, rispetto all’attuazione della Tripartizione, che appare invece del tutto utopistica.

 

 

Oggi si parla molto di lobby (senza mai citare quali) che dominano incontrastate lo scenario mondiale, e che lavorano all’eliminazione a oltranza dello stato sociale e alla riduzione dell’essere umano alla schiavitú. Lo sfrenato capitalismo mondialista mette il profitto al di sopra di qualsiasi cosa: sembra una riedizione del­l’adorazione del “vitello d’oro”.

 

Respingiamo con la massima forza questi attacchi degli Ostacolatori, ricordandoci sempre che quanto Rudolf Steiner ci ha insegnato attraverso i suoi libri e le sue numerosissime conferenze, va approfondito e vissuto individualmente, per trasformare i suoi Pensieri (che sono degli archetipi) in forze operanti nella realtà. Altrimenti le società umane si dirigono inevitabilmente verso l’abisso, e potrà divenire assai improbabile porvi rimedio.

 

 

Marco De Berardinis (4. continua)