Se c’è una cosa di cui oggi tutti sono orgogliosi, indipendentemente dal credo religioso, dalla ideologia politica e dalla consistenza del proprio portafoglio, questa è il pensiero scientifico. Scienza e tecnologia moderne ne sono sature. È anche il pensiero concettuale astratto che usiamo tutti noi, nella quotidianità. Ma questo tipo di pensiero – cosí adatto alla realizzazione di macchine (meccaniche, elettriche, elettromagnetiche, nucleari) nanomacchine, biomacchine, esoscheletri e protesi cibernetiche – non è un pensiero capace di cogliere e risolvere le problematiche suscitate dall’attuale sistema sociale.
Domandiamoci: nelle tre dimensioni sociali: Economia, Politica, Cultura, ha prodotto risultati utili? Ha risolto almeno uno dei piú brucianti problemi dall’Unità d’Italia ad oggi?
Burocrazia? No. Questioni di genere? No. Povertà? No. Occupazione? No. Programmi elettorali e impegni politici? No. Debito pubblico? No. Adeguamento della Struttura del sistema sociale alle esigenze attuali? No.
Che fare? Il pensiero scientifico è comunque una conquista dell’evoluzione umana: ci ha reso individualmente autocoscienti. Dobbiamo forse rinunciare ad esso?
No. Dobbiamo renderlo meno unilaterale, dogmatico e distruttivo. E, da che mondo e mondo vive, cosa è capace di superare l’unilateralità, il dogmatismo e la distruttività? L’Arte!
Dobbiamo usare un pensiero che non è piú solo scientifico, bensí scientifico-artistico perché potenziato dall’Arte, se vogliamo approcciare il sociale tridimensionale: economico, politico, culturale.
Per cogliere la potenzialità del rafforzamento del pensiero sociale che ne può derivare è importante cogliere la complementarità integrativa tra pensiero scientifico concettuale astratto e pensiero artistico immaginativo concreto, mettendone in luce alcune polarità:
Pensiero scientifico: forze di morte, logica della morte, concettuale, astratto, analitico, monodimensionale, centripeto, contrattivo, unilaterale, discriminatorio, concentrato sulla singola tessera del puzzle.
Pensiero artistico: forze di vita, logica della vita, immaginativo, concreto, sintetico, pluridimensionale, centrifugo, espansivo, equilibrato, armonico, concentrato sull’intero scenario.
Possiamo riassumere queste polarità nella considerazione che il pensiero concettuale astratto origina da un rafforzamento delle forze di antipatia su cui si regge la nostra autocoscienza (che ci separa dal mondo nel rapporto Io-non io) mentre il pensiero immaginativo concreto origina dal rafforzamento delle forze di simpatia che abbracciano il mondo attorno a noi (in cui, il nostro Io, appare come parte non separata).
Ed è particolare cogliere il rapporto istintivo tra i due tipi di pensiero quando procedono separati: nel guardare il pensiero concettuale tace; nel concettualizzare l’immagine diventa indistinta. Invece, quando li si unisce consapevolmente, la loro unione edifica l’immagine-sintesi concreta che può racchiudere in sé intere biblioteche scientifiche ed ha, finalmente, la forza di comprendere davvero la realtà sociale. E per cogliere la necessità evolutiva di potenziare il pensiero scientifico analitico con quello artistico sintetico, è opportuno osservarne storicamente la nascita.
La prima forma di pensiero applicato al sociale umano è il pensiero religioso. È un pensiero archetipale, intuitivo-ispirato, che ha il retrogusto del “sacro nella devozione”: attraverso l’opera dei Misteri dall’ultima glaciazione fino alle Teocrazie orientali, mediata dal linguaggio del Mito, configura la dimensione sociale culturale e ne afferma il predominio.
La seconda forma di pensiero applicato al sociale umano è il pensiero artistico. È un pensiero qualitativo, ispirato-immaginativo, che ha il retrogusto della “meraviglia nell’immagine”: attraverso l’opera del mondo greco-romano fino al Medio-evo, tramite il linguaggio filosofico-storico-artistico, configura la dimensione sociale politica (non caso si parla di Arte della Politica) e ne afferma il predominio (su quella culturale).
La terza forma di pensiero applicato al sociale umano è il pensiero scientifico. È un pensiero quantitativo, riflesso e astratto, che ha il retrogusto della “verifica nel concetto”: attraverso l’opera delle Popolazioni europee dal Rinascimento fino ad oggi, tramite il linguaggio dell’attuale Tecnoscienza, configura la dimensione sociale economica e ne afferma il predominio (su quelle politica e culturale).
Questo passaggio del testimone per il predominio di una dimensione sociale sulle altre due (che ha caratterizzato da sempre, come conseguenza, la struttura unidimensionale del sistema sociale umano) – passaggio che avviene nel processo storico in cui Politica ed Economia si emancipano storicamente dalla primigenia dimensione Cultura – per il pensiero artistico applicato al sociale è già perfettamente prefigurato in una immagine-sintesi, come quella dipinta dal Botticelli, dell’epilogo del mito del Pomo della Discordia.
È il Giudizio di Paride, la cui scelta di offrire la mela d’oro ad Afrodite-Venere, che gli promette “la donna piú bella del mondo”, si colloca in mezzo (come epoca del pensiero artistico e del predominio della dimensione Politica) a un prima storico, in cui avrebbe scelto Atena-Minerva (quale epoca del pensiero religioso e del predominio della dimensione Cultura), che gli promette di diventare “un invincibile divino Stratega”; e un dopo storico, che è il nostro tempo a inizio terzo millennio, in cui appare evidente che Paride ha decisamente scelto Hera-Giunone (quale epoca del pensiero scientifico e del predominio della dimensione Economia), che ha promesso di dargli “una ricchezza tale da sottomettere chiunque sulla Terra”.
Sorge quindi una domanda: è possibile “vedere” in immagini-sintesi concrete come pensano il sistema sociale attuale il pensiero scientifico e quello artistico? Sí, e proprio questo confronto sarà lo stimolo per una maggiore comprensione della realtà sociale in cui viviamo.
Se ci prendiamo il compito di leggere molto di quanto è stato scritto sul sistema sociale, dai concetti espressi a poco a poco l’immagine indistinta sottostante si chiarifica e il sistema attuale appare come un cassonetto per la raccolta indifferenziata di rifiuti sociali economici (disuguaglianze), politici (burocrazie) e culturali (razzismi) stracolmo.
È un’immagine statica che sa solo fotografare la realtà del sistema, sottolinea la debolezza del pensiero concettuale astratto applicato al sociale e, al tempo stesso, ci dice due cose importanti: la prima, che per il cassonetto dell’indifferenziata sociale è irrilevante quale delle tre dimensioni sociali predominerà (il sistema unidimensionale resterà invariato); la seconda è che qualsiasi iniziativa immessa in quel cassonetto avrà lo stesso trattamento dei rifiuti sociali già accumulati in esso (degraderà, si inquinerà, si corromperà e diverrà tossica).
Adesso, grazie all’immagine-sintesi che è emersa, possiamo accorgerci del perché persino bellissime iniziative economiche, politiche e culturali che apparivano assolutamente risolutive di tante questioni sociali siano poi state smentite dai fatti.
Avviene esattamente come accade nelle discariche indifferenziate di rifiuti urbani: tutto ciò che ci si butta dentro degrada, si inquina e si corrompe fino ad essere non solo irrecuperabile e inservibile, ma addirittura comincia a danneggiare il sito stesso in cui è stoccato.
Di qui la tendenza “a fare per fare qualcosa” di Politici ed Economisti, che in cuor loro sentono il sistema sociale come un meccanismo infernale incontrollabile, mentre è assai diverso il modo in cui il pensiero artistico vede la stessa immagine: la vede in modo dinamico-metamorfico, perché per tale pensiero il sistema non è una macchina inerte, bensí un Organismo vivente.
Per il pensiero artistico l’immagine del cassonetto dell’indifferenziata, perciò, diventa un seme: da cui deve originarsi la nuova pianta-sistema sociale. E la nuova organizzazione del sistema stesso adatta ai tempi nostri (che abbiamo chiamato Società calorica tridimensionale per differenziarla dalle tre unidimensionali Società solida-culturale, liquida-politica e gassosa-economica) non è piú quella “unidimensionale predominante” – in cui la struttura unitaria non corrisponde alla triplicità funzionale delle tre dimensioni sociali, e ne ostacola la diversa naturale espressione – ma deve diventare tridimensionale equilibrata: trovando quella corrispondenza tra sistema strutturato in tre e tre dimensioni sociali che è indispensabile configurare da quando la dimensione economica (in particolare dall’epoca dei telai tessili meccanici di fine ’700) ha dimostrato di essersi compiutamente emancipata dalle altre due.
Se continuiamo ad usare il pensiero artistico per arricchire quello scientifico, possiamo sintetizzare in immagine i tre predomini unilaterali (culturale, politico ed economico) che impongono tutti e tre la “raccolta indifferenziata del sociale tridimensionale”.
Sorprende come non siano ancora afferrati dal pensiero scientifico che, per sua debolezza, li etichetta ancora come “sistemi sociali”, mentre sono eminentemente antisociali perché questo stesso pensiero ha eliminato l’uomo nel considerarli.
Di fatto si è concentrato sui tantissimi problemi sociali da risolvere buttando nel cassonetto dell’indifferenziata (è irrilevante che il Medioevo abbia coinciso con la Chiesa confessionale e, in successione, con lo Stato sovrano dal Rinascimento in poi, e a inizio terzo millennio coincida a livello planetario col Mercato globale) tutte le soluzioni tentate e, per forza maggiore, risultate inefficaci.
E qual è questa forza maggiore? È la struttura unidimensionale antisociale inosservata, quel cassonetto dell’indifferenziata sociale che per suo intrinseco DNA giocava e gioca tuttora ineluttabilmente contro tutti vari volenterosi che si sono succeduti al potere culturale-religioso, politico-giuridico ed economico-finanziario dal Medio-evo ad oggi.
Veramente sociale è invece ciò che chiamiamo Società calorica tridimensionale equilibrata, ossia l’Organismo sociale che pratica la “raccolta differenziata del sociale” in tre bidoni (Mercato, Stato e Scuola) separati per funzione specifica e autonomi.
È vero che non siamo abituati ad essi, ma solo pochi anni fa non eravamo neppure abituati alla raccolta differenziata dei rifiuti urbani, che oggi ci pare una doverosa attenzione all’ecosistema ambientale dal punto di vista culturale, una tutela giuridica a favore di una sana vita nella Comunità e una opportuna risorsa economica rinnovabile.
Se poi vogliamo rifarci alla sintesi concettuale tridimensionale (perché anche il pensiero scientifico è capace di sintesi, naturalmente) che racchiude l’idea evoluta – se vogliamo rendere efficaci le nostre iniziative nelle tre dimensioni sociali – di un Organismo sociale adeguato ai tempi nostri, e parliamo di Liberté, Égalité e Fraternité, possiamo vedere come il sistema unidimensionale attuale, quasi fosse l’imbuto di un tritacarne, trituri e inverta le tre parole del motto rivoluzionario reinterpretandole in un mix concettuale-antisociale molto eloquente: Fr-égali-té.
Il che ci porta a considerare questo sistema anche in senso anticristiano, nel senso che la struttura unidimensionale predominante, e palesemente come Società gassosa economica, elimina l’uomo come entità individuale: lo sposta da fine evolutivo, verso il quale il sistema sociale si deve porre al servizio, a materia prima per ottenere il proprio scopo dimensionale di volta in volta predominante.
La Società calorica tridimensionale, invece, risulta essere il primo vero atto cristiano da due millenni a questa parte. Grazie alla raccolta differenziata del sociale economico, politico e culturale riporta l’uomo nella corretta posizione di fine evolutivo: perché è totalmente al suo servizio in ciascuna delle tre dimensioni sociali rese autonome ma sinergicamente collaborative circa l’obiettivo comune.
Negli ultimi due secoli e mezzo abbiamo avuto numerosi esempi di pensiero scientifico concettuale astratto arricchito da pensiero artistico immaginativo concreto, che tendono alla realizzazione di un Organismo sociale a struttura tridimensionale in cui l’uomo torni davvero ad essere il protagonista delle tre dimensioni e non il suddito-schiavo che è ora.
Sono esempi di resurrezione del pensiero scientifico-artistico nel sociale che andrebbero conosciuti da chi si vuole occupare del risanamento sociale, cosí necessario in questi tempi di grandi crisi:
a. 1795, Goethe nel suo manifesto politico, la Fiaba del Serpente verde e della bella Lilia;[https://www.cambiamenti.com/serpente-verde-editrice-cambiamenti.htm]
b. 1917, Rudolf Steiner ne I punti essenziali della questione sociale, rispetto alle necessità del presente e del prossimo avvenire; [https://www.rudolfsteiner.it/shop/libri/antroposofia-testi-scritti-da-rudolf-steiner/i-punti-essenziali-della-questione-sociale-1919-/]
c. 1945, Adriano Olivetti ne L’Ordine politico delle Comunità
[https://www.edizionidicomunita.it/catalogo/lordine-politico-delle-comunita/]
d. 1992 Nicolò Giuseppe Bellia, nel suo Verso l’Antropocrazia
[http://www.stazioneceleste.it/insight/antropocrazia/Bellia_Verso-l-Antropocrazia.pdf].
A ciò potremmo aggiungere anche i miei scritti socio-divulgativi www.cambiamenti.com/collana-il-calice-e-il-sole.htm che ci possono rendere piú familiari la tridimensionalità sociale e le sue tre leggi inosservate (Legge di gravità sociale; dell’Unitarietà delle tre dimensioni; di Evoluzione e Involuzione strutturale) che dovrebbero essere l’abc del potenziale Statista che è latente in tutti noi.
Statista che oggi è il potenziale artefice per istituire, a partire dall’impulso giuridico-politico ancora funzionante, la Società calorica equilibrata che pratica la raccolta differenziata dei rifiuti sociali nei tre contenitori dedicati e specifici (Scuola, Stato, Mercato), e cosí li separa, recupera e quanto di loro è ancora valido ricicla.
E qui, per aiutarci a passare nell’approcciare il sociale dall’abituale pensiero scientifico al meno abituale pensiero scientifico-artistico, e confermarci nella validità di questo rafforzato pensiero, possiamo con fiducia e coraggio rivolgerci al Genio della lingua italiana per il quale:
Statista fa rima con Artista, mai con Scienziato.