Come è noto a chi conosca la biografia di Rudolf Steiner e gli aspetti essenziali della Scienza dello Spirito da lui elaborata [A. Franco, Chi ha avvelenato Rudolf Steiner?, Orbassano 2014], la Meditazione della Pietra di Fondazione della Società Antroposofica costituisce nel contempo una vera e propria Fondazione dei Nuovi Misteri (Sergeji Prokofieff ha trattato ampiamente il tema, a cominciare da Rudolf Steiner e la Fondazione dei Nuovi Misteri).
LA MEDITAZIONE DELLA PIETRA DI FONDAZIONE
Anima dell’uomo!
Tu vivi nelle membra
che attraverso il mondo dello spazio
ti portano nel mare dell’esistenza spirituale:
esercita il ricordare dello Spirito
nelle profondità dell’anima,
dove nell’imperante essere creatore del mondo
l’Io proprio nell’Io divino ha la sua esistenza;
e veramente tu vivrai
nell’essere universale dell’uomo.
.
Poiché il Padre-Spirito delle altezze
Domina nelle profondità del mondo
generando essere:
Serafini, Cherubini, Troni
(Voi, Spiriti delle forze)
fate risuonare dalle altezze
ciò che trova eco nelle profondità;
Questo dice: Ex Deo nascimur
(dal divino ha la sua esistenza l’umanità).
Questo odono gli spiriti elementari
in Oriente, Occidente, Nord, Sud:
possano udirlo gli uomini.
Anima dell’uomo!
Tu vivi nel battito del cuore e del polmone,
che attraverso il ritmo del tempo
ti portano a sentire l’essere della tua propria anima:
esercita il riflettere dello Spirito
nell’equilibrio dell’anima,
dove le fluttuanti azioni del divenire universale
l’Io proprio all’Io universale congiungono;
e veramente tu sentirai
nell’attività dell’anima umana.
Poiché la volontà del Cristo
domina all’intorno nei ritmi universali
dispensatrice di grazia alle anime:
Potestà, Virtú, Dominazioni
(Voi, Spiriti della luce)
fate che l’Oriente accenda di fuoco
ciò che attraverso l’Occidente assume forma;
Questo dice: In Christo morimur
(nel Cristo la morte vivrà).
Questo odono gli spiriti elementari
In Oriente, Occidente, Nord, Sud:
possano udirlo gli uomini.
Anima dell’uomo!
Tu vivi nel capo in riposo,
che dalle profondità dell’eterno
ti dischiude i pensieri universali:
esercita il vedere dello Spirito
nella quiete dei pensieri,
dove le eterne mète degli Dei,
luce dell’essere universale all’Io proprio
perché possa volere in libertà, donano;
e veramente tu penserai
nelle profondità dello Spirito umano.
Poiché i pensieri universali dello Spirito
dominano nell’essere universale
implorando luce:
Archai, Arcangeli, Angeli
(Voi, Spiriti delle anime)
fate implorare dalle profondità
Quanto viene udito nelle altezze;
Questo dice: Per spiritum sanctum reviviscimus
(nei pensieri universali dello Spirito
si desti l’anima).
Questo odono gli spiriti elementari
in Oriente, Occidente, Nord, Sud:
possano udirlo gli uomini.
Alla svolta dei tempi
la luce dello Spirito universale
entrò nella corrente dell’essere terreno;
l’oscurità della notte aveva terminato
il suo dominio;
la chiara luce del giorno
irraggiò nelle anime umane;
luce che riscalda
i poveri cuori dei pastori;
luce che illumina i capi sapienti dei re.
Luce divina, Cristo-Sole,
riscalda i nostri cuori;
illumina i nostri capi;
affinché diventi buono,
ciò a cui noi con i nostri cuori
vogliamo dare fondamento,
Ciò che con i nostri capi
vogliamo condurre diretto alla mèta.
(traduzione di Aldo Bargero)
Rudolf Steiner diede a Dornach, dal 23 dicembre 1923 al 1° gennaio 1924, la Meditazione della Pietra di Fondazione, durante i sette giorni del solenne atto di Rifondazione della Società Antroposofica Universale, noto come “Convegno di Natale”.
Per la prima volta nella Storia si tentava di fondare un sodalizio nello stesso tempo pubblico ed aperto ad ogni uomo che ne sentisse la necessità, e insieme profondamente esoterico, in quanto radicato nell’esperienza diretta e nella verace conoscenza dei Mondi Spirituali.
Si trattò quindi di una vera Fondazione di Nuovi Misteri, ispirata direttamente dal Mondo Spirituale, fatta davanti al mondo sensibile, apertamente.
La “Meditazione”, di cui cercheremo di dire qualcosa, costituisce il fulcro ed il centro di tale atto, insieme sacro ed esoterico, pubblico ed exoterico. E la contemporanea presenza di questi aggettivi sottolinea ancora meglio la natura spiritualmente innovatrice, di fatto rivoluzionaria, di quanto si volle allora fondare.
Mentre la Pietra su cui venne edificato il Primo Goetheanum, che una mano sciagurata, ispirata da mandanti sacrileghi, venne a distruggere col fuoco durante la notte di San Silvestro del 1922, era una pietra materiale inserita nella Terra, questa nuova “Pietra”, questo “pentadodecaedro d’Amore” è una pura sequenza di pensieri ed immagini, che cosí viene iscritta laddove nessuna “mano” può arrivare, nel cuore eterico e spirituale di chi l’accoglie.
La struttura
La Meditazione ha una struttura ternaria, 3 volte 3 stanze piú una preghiera-invocazione finale al Cristo che viene fra gli uomini 3 x 3 + 1.
Il perché di questa struttura: la ternarietà è l’Essenza del Cosmo, in cui l’Uno si articola in 3 (Padre, Figlio, Spirito) increati e creanti, che nel corso del tempo emanano-creano i 3×3 Cori delle Gerarchie Spirituali, create e creanti, come noto a Paolo di Tarso, ai Padri della Chiesa, allo pseudo-Dionigi, a Dante Alighieri e a Tommaso d’Aquino, per tacere delle correnti platoniche e neoplatoniche medievali e rinascimentali.
Ma non solo: Steiner ci introdurrà al nesso fra l’Essenza ternaria macrocosmica, divino-spirituale, con l’umano-divina essenza microcosmica.
Ogni stanza ha pertanto una prima sezione microcosmica e una sezione macrocosmica. Sia dal punto di vista microcosmico che da quello macrocosmico, ogni stanza ha un differente protagonista.
La prima stanza riguarda l’anima umana, che vive e si manifesta nelle forze del volere, la seconda nelle forze del sentire, la terza in quelle del pensare.
Nella parte macrocosmica le forze microcosmiche di ogni singola facoltà umana vengono cosí collegate: il volere alle Forze del Dio Padre, e quindi alla Prima Gerarchia (Serafini, Cherubini, Troni); il sentire alle Forze del Dio Figlio, il Cristo, e quindi alla Seconda Gerarchia, (Dominazioni, Virtú, Potestà); il pensare alle Forze dello Spirito Santo e quindi alla Terza Gerarchia (Arcai, Arcangeli, Angeli).
Ogni strofa macrocosmica si chiude con un’unica e comune ripetizione, che chiama in causa gli Spiriti Elementari (salamandre, silfidi, ondine, gnomi, ossia esseri di Fuoco, Aria, Acqua, Terra), con l’augurio possente che possano gli “uomini udire”, e con la parte corrispondente del motto dei Rosacroce, ossia Ex Deo Nascimur (prima) In Christo morimur (seconda) Per Spiritum Sanctum reviviscimus (terza).
Le parti microcosmiche
Inizia sempre con l’appello “Anima umana”, ed è il Mondo dello Spirito che chiama l’umanità. Si considera la struttura tripartita dell’anima: ossia che essa viva rispettivamente nelle “membra” per la prima stanza, connesse col volere, nel cuore e nel polmone, connessi col sentire nella seconda, e nel capo in riposo, connesso col pensare, per quanto riguarda la terza.
Siamo quindi al centro della scoperta steineriana (1917) della tripartizione delle Forze dell’anima, in corrispondenza a determinate “zone” dell’organismo fisico-sensibile, elemento di base anche per altre applicazioni della Scienza dello Spirito, a cominciare dalla medicina, fino all’Idea della Dreigliederung, o Tripartizione sociale.
Ci viene detto: le “membra” ci portano nel “mare dell’esistenza spirituale”, ossia che nel volere c’è un punto di passaggio essenziale dal sensibile al sovrasensibile. Poi ci si dice che nel “battito del cuore e del polmone” si entra nel ritmo del tempo, fino a sentire l’essere dell’anima, che come tale, quale elemento intermedio fra Spirito e corpo (vedi Teosofia di Rudolf Steiner) è immerso nel ritmico avvicendarsi dei tempi, e nel “capo in riposo”, infine, abbiamo il dischiudersi dei “pensieri universali”, ossia ci vengono dati i contenuti dell’Antroposofia.
Poi si passa ad incitare quest’anima: se veramente essa vuole vivere, sentire, pensare, deve passare da quello che essa è, come “dato”, a quello che deve divenire per essere veramente e nel profondo se stessa.
L’anima umana si deve esercitare. Come? Sono tre i punti-chiave: “la memoria dello Spirito nelle profondità dell’anima” (volere), “il riflettere nello Spirito nell’equilibrio dell’anima” (sentire), il “vedere nello Spirito” nella quiete dei pensieri (pensare).
Qui ci avviciniamo al nesso fra questa Meditazione e l’esercizio interiore. Questo vuol dire che le normali forze dell’anima, cosí come le abbiamo, debbano essere elaborate per divenire vere.
Consideriamo allora come nella disciplina scientifico-spirituale siano presenti gli strumenti per questo radicale esercitarsi, ma sono in un certo senso “capovolti”, operativamente e praticamente parlando, rispetto all’incedere delle tre stanze.
Questo è punto essenziale per il tema che trattiamo. Ossia: si inizia con la disciplina del pensare, vale a dire il volere quotidiano, dato, agisce nel pensare (concentrazione e meditazione) e poi si prosegue da lí, andando ad operare alla liberazione del sentire immediato e infine ad operare sul volere piú profondo) come ad esempio avviene con la disciplina euritmica, che richiede una “pulizia interiore” di base per essere quello che deve essere.
Tutto questo fino all’iniziare a ridestare la memoria profonda.
Di fatto, si inizia il lavoro dal “basso”, ossia dalla “zona angelica-arcangelica” per usare il corrispondente concetto macrocosmico, e lo si capirà meglio in seguito: una risalita si inizia sempre dall’ultimo gradino della discesa.
Ma contemporaneamente all’ascesi del volere sul pensare, i cinque esercizi ci danno anche le chiavi per lavorare sull’educazione del sentire e sulla liberazione del volere, cosí come anche indicato in L’Iniziazione. Come si conseguono conoscenze dei mondi superiori?
Riprendiamo le fila della Meditazione.
Esercitandosi si giunge ad un “laddove”, quindi ad una determinata zona. Quale?
Si tratta delle seguenti connessioni. Nel volere, laddove l’Io proprio nell’Io Divino ha la sua esistenza; nel sentire, dove le fluttuanti azioni del divenire universale congiungono l’Io proprio all’Io universale; nel pensare, laddove i pensieri universali dello Spirito donano luce dell’essere universale all’Io proprio, perché possa volere in libertà. Sono spunti di immensa portata.
Iniziamo dal primo: ci si dice che essendo vivente nel sistema delle membra, cui è delegato il nostro passare da esso al mare dello Spirito, c’è un luogo ove l’Io individuale, o proprio, ossia quello ove si manifesta immediatamente l’animico-spirituale umano nell’esistenza terrestre, una volta praticato il ricordare in Spirito, potrà vivere nell’essere universale dell’uomo, ossia da vero Io, in quanto radicato nel Divino.
Il secondo: siamo nella dimensione temporale e storica, quella chi ci dà la possibilità, vita dopo vita, di realizzare la vera natura dell’Io nel sentire: si parla infatti delle fluttuanti azioni del divenire universale, che congiungono individuale ad universale.
Quindi è la storia individuale e sociale che ci dà la possibilità di connettere l’Io individuale con l’universale, attraverso l’elaborazione karmica, e questa è la zona della possibile congiunzione fra i due, qualora si sia praticato il riflettere dello Spirito nell’equilibrio dell’anima. L’equilibrio dell’anima, ossia l’esercizio della equanimità, ci viene incontro.
Cosí quest’ultimo passaggio ci porta a considerare l’ascesi del sentire, che consiste nell’andare ben oltre il normale sentimento, ma addirittura ci esorta, come detto, al riflettere e soprattutto all’equilibrio dell’anima. Il riflettere qui può avere anche un valore di invito a non farsi soggiogare dall’immediato reagire.
Qui rimando a due testi essenziali di Massimo Scaligero, ossia il “Manuale Pratico della Meditazione, ove vengono sintetizzate operativamente le indicazioni date da Steiner sull’ascesi della zona mediana (sentire), e a Dell’Amore Immortale, ove si parla, in un apposito capitolo, del tema del “non sentire il sentire” affinché sorga il sentire vero, libero dalla natura, che pure ha suscitato il primo sorgere della forza mediana.
Ed è cosí che, di fatto, adempiute queste regole, Steiner nella Meditazione ci dice: e veramente tu sentirai nell’attività dell’anima umana…
Terzo spunto: qui si aprono nuovi scenari, relativi non solo all’operatività meditativa ma anche a nessi, non immediatamente percepibili, con il cuore dell’Opera steineriana.
Dunque, va esercitata la visione spirituale, nella quiete dei pensieri. Qui siamo di fronte a qualcosa che, chi abbia dimestichezza con l’esercizio della concentrazione, riconosce come punto di arrivo fondamentale nella prima parte di esso, ossia il passaggio dal pensare analitico alla contemplazione della sintesi dell’oggetto elaborato discorsivamente o immaginativamente: si tenta il vedere nello Spirito.
E poi si apre un panorama immenso dove si può trovare addirittura il senso della Filosofia della Libertà, e contemporaneamente, come spesso accade in queste dimensioni spirituali, si presentano nuovi enigmi. Leggiamo: «laddove le eterne mète degli Dei, luce dell’essere universale all’Io proprio, perché possa volere in Libertà, donano».
Qui nel regno del presente-futuro (dominio dello Spirito Santo), le eterne mète degli Dei, ossia ciò che al di là del tempo terreno il Divino ha proposto per l’uomo, arrivano al dono della luce, perché noi possiamo finalmente giungere al libero volere tramite quel passaggio dal pensare al vedere in Spirito, che è messo come condizione per ricevere questo dono specialissimo.
Si entra qui nella zona della luce eterica del pensare che, ad esempio, Massimo Scaligero ha messo al centro di molte sue opere. e nello stesso tempo si inizia a realizzare quanto sta nell’assunto della Filosofia della Libertà, ossia arrivare al volere libero e all’azione pura tramite l’affrancamento dal pensare ordinario, entrando invece, tramite la quiete di esso, nel vero Pensiero. Infatti si dice «e veramente tu penserai. Vero pensiero è vedere in Spirito. Questa la mèta».
Ma c’è l’enigma del dono. Un dono che occorre meritare e che, si può dire, viene e verrà dato affinché chi lo riceve lo sappia poi far fruttare a beneficio dell’obiettivo processo evolutivo umano. Un punto che poi ritroveremo altrove, apparentemente in altro contesto, esaminando la parte macrocosmica della seconda stanza.
Occorre a questo punto aggiungere una cosa, riguardante l’operatività che viene richiesta per accedere a quel significativo triplice “veramente vivere, sentire, pensare”. Ciò riguarda la funzione dello studio dell’Antroposofia, inteso non come approccio meramente informativo, ovviamente, ma come significativo immergersi nei contenuti. Possiamo allora dire che, avanzando verso la “memoria dello Spirito” (prima stanza), il convivere con le immagini dell’evoluzione cosmica sia un passo importante verso quel risveglio, cosí come l’approfondire i contenuti sia essenziale per dare al riflettere dello Spirito (seconda stanza) le sue necessarie motivazioni, ed infine come non considerare essenziali, in questo senso, i pensieri universali (terza stanza), che vengono accolti nel capo in riposo, essendo essi stessi pieni di quella forza che ci porta dalla quiete dei pensieri al vedere in Spirito?
Si tratta allora della equilibrata connessione fra lo studio e la pratica della disciplina interiore, che è requisito essenziale per ogni muoversi nel campo della Scienza dello Spirito. Senza disciplina lo studio non è fruttuoso, senza studio non si ha possibilità di orientarsi realmente nella vita.
Le parti macrocosmiche
Le tre stanze macrocosmiche sono tutte e tre introdotte dal significativo “poiché”. Questo ci dice che quanto espresso nella parte microcosmica di ogni stanza è tale, in quanto nel macrocosmo è presente una serie di possenti fatti spirituali.
Prima stanza: siamo nel Regno del Dio Padre, da dove tutto proviene e qui ci viene data una possente sentenza… ove Egli «genera essere».
Siamo alla Fonte di ogni cosa, che domina dalle altezze fino alle profondità del mondo. E segue l’invocazione alla Prima Gerarchia, quella che «gode dell’immediata visione di Dio» [R. Steiner, Gerarchie Spirituali, 1909 – O.O. N° 110).
Essa ha il compito di trasmettere la sonorità creatrice dalle altezze fino alle profondità ove echeggia. Lí si ode l’Ex Deo Nascimur rosicruciano. Ci si dice da dove siamo stati generati.
La stanza chiude con una parte che troveremo ripetuta identica nelle altre stanze, ossia l’appello agli spiriti elementari nei quattro punti cardinali (cruciformi) e l’augurio potente e fondamentale che gli uomini possano udirlo. Questo augurio è l’essenza-scopo della Meditazione.
L’uomo deve udire ciò che viene dato in quei momenti in cui si fonda la “Pietra” nei cuori, e che rimane per sempre immesso in questi versi mantrici, mai prima uditi nell’Universo.
Seconda Stanza: entriamo nel Regno del Figlio, connesso da un lato al sentire come microcosmica componente dell’anima umana, e dall’altro al reame della Seconda Gerarchia, ossia Spiriti della Saggezza (Dominazioni, o Kyriotetes) del Movimento (Virtú, o Dynamis) della Forma (Potestà, o Exousiai).
Ci viene detto che la volontà del Cristo domina all’intorno, dispensatrice di Grazia alle anime. Qui siamo davanti ad un Mistero sommo, che echeggia poi anche nel punto in cui si dice che le eterne mète degli Dei donano la luce (Terza stanza, prima parte), ossia la possibilità di elargire la Grazia che il Cristo dà, cosí come lo Spirito Santo può donare la Luce.
Il Mistero consiste nel rapporto fra la donazione divina e l’attività umana, il suo mettersi in condizione di meritare il dono dello Spirito.
Questo è un altro punto centrale della vita umana nel suo complesso, cosí come essa ci viene illustrata nella Meditazione, e sta insieme alla necessità dell’udire, come visto sopra.
Qui si dice anche che il Cristo agisce nei ritmi universali.
Nella parte microcosmica è detto che l’anima vive attraverso il ritmo del tempo, che congiunge i due aspetti dell’Io (proprio e universale) con le conseguenze che riguardano anche il dipanarsi karmico-temporale. Karma singolo ma anche collettivo. Si può allora pensare al ritmo cristico tipico, quello legato al 33, e quindi al 100 quale esito del 3 x 33 + 1, ritmi che segnano in modo essenziale il divenire storico.
Il Cristo infatti si è, di per Sé, legato al tempo, laddove il Dio Padre è il Dio dell’Origine, mentre il Cristo, da sempre, si stacca dalla sfera originaria dell’intemporale ed entra nell’evoluzione umana e cosmica, come ci mostrano sia il Prologo di Giovanni sia la lettura della scrittura occulta data da Steiner, che ci parla del graduale avvicinarsi del Cristo alla Terra, attraverso lo scendere dentro gli esseri gerarchici come uno di Loro, come già sapevano Paolo di Tarso e i Padri della Chiesa, e attraverso i sacrifici preparatori del Mistero del Golgotha (R. Steiner O.O. N° 149 e152).
Da lí si invoca la Seconda Gerarchia affinché continui quanto già accaduto con il Mistero del Golgotha e le sue conseguenze.
Appare certamente misteriosa la connessione tra il Fuoco (Est) e la Forma (Ovest). Si può pensare, come ritiene Calvert Roszell, al proseguimento di quanto iniziato con l’Incarnazione, il “fuoco” che nasce da Est, ossia la potenza dell’Incarnazione, deve essere “modellato” dall’azione pensante e organizzatrice dell’Ovest, quando si incontrarono le due correnti ebraica e greca, oppure quando il fuoco della Sapienza Primordiale venne rimodellato dalla coscienza pensante rinnovata dall’Avvento dei Nuovi Tempi (vedi la parte finale della Meditazione).
Si chiude con la ritmica ripetizione che termina con il possano udirlo…
Terza Stanza: La Terza Stanza è espressione della figura piú misteriosa della Trinità Divina, ossia lo Spirito Santo cioè “Puro” Spirito in sé.
Esso si manifesta nei “pensieri Universali dello Spirito” che vengono “dischiusi” al capo dell’uomo.
Siamo nel regno del Pensare, come abbiamo visto nella considerazioni sulla parte “microcosmica “ della Terza Stanza.
Qui ci troviamo di fronte ad un certo dilemma: ci si dice che i pensieri Universali dominano implorando luce: appare quindi un dominio connesso con un implorare.
Si può allora ritenere che l’“implorare” sia l’atto umano, mediato da Arcai Arcangeli Angeli, ossia l’attività pensante portata alla “visione spirituale” (vedi parte microcsmica) che non viene solo “ascoltata” ma esaudita? Il “culto dal Basso in Alto”? (Steiner 1922).
Steiner stesso ci viene incontro: nel suo commento alle strofe della Meditazione, lavoro che accompagnò l’intera settimana del Convegno di Natale, ci dice che possiamo tradurre con un “esaudire”, qualcosa di piú che un “benevolo ascolto” quel che Bargero, il traduttore italiano da me seguito in questo lavoro, traduce con “udito”.
Il fondamentale “Risorgeremo nello Spirito” del terzo punto del Motto Rosicruciano è il lavoro del presente e del futuro, e i pensieri Universali dello Spirito, sostenuti e vissuti dall’attività che vuole passare dalla “quiete dei pensieri” alla visione dello Spirito, sono lo strumento principe.
Qui “studio” e “pratica” si sostengono a vicenda, come già detto.
C’è poi un tema connesso, qui non espresso determinatamente, ma presente in tutta la Scienza Spirituale, che è quello della Sophia, dell’Intelletto d’Amore dantesco, del Divino femminile goethiano e tradizionale, proprio a ben vedere alla Terza Persona Divina che, peraltro, può essere connessa con l’intera Meditazione, cosí come la Via del Graal, quel Mistero del Sacro Amore (M. Scaligero, 1969), si unisce con quella Rosicruciana, nel nome di Mika El, che è per l’appunto, in questo senso, il Messaggero dello Spirito Santo.
Alla svolta dei tempi
La Meditazione si chiude con l’Evento che, in ultima analisi, ha reso possibile la Meditazione stessa. Vale a dire la “Svolta dei tempi”, che ci viene narrata nella sua essenza piú centrale, quel Dono che rese possibile l’Avvento della Luce Vera: L’Incarnazione del Verbo.
Da allora Egli è qui: e, punto essenziale la Sua è la medesima Luce che splende nella “testa” e nel “cuore”…
Innumerevoli segreti della Scienza dello Spirito sono qui presenti: dalla micaeliana connessione fra “testa” e “zona mediana”, che i cuori inizino ad avere pensieri o, a quanto detto da Steiner in L’eterizzazione del sangue e il Cristo eterico , fino alla fondamentale riunione delle due “correnti” Re e Pastori. che Rudolf Steiner ebbe a realizzare, in quegli anni.
E l’invocazione finale è il motivo che sempre andrebbe portato nel cuore…