Vorrei segnalare all’attenzione delle persone interessate all’Astrosofia, la pubblicazione in pdf del libro L’universo vivente di Willi Sucher al link: https://www.astrosophy.com/willi-sucher-in-italian. Passando ad altro argomento, per me molto importante, ritengo che il discorso della fisica quantistica vada approfondito e chiarito in ambito antroposofico, cosí come è stato trattato da Paul Emberson nel suo libro Da Gondishapur a Silicon Valley. Il mio allarme è che purtroppo questo problema esiste e genera confusione a non finire, proprio perché questa fisica sembra essere una cosa spirituale e non lo è nella maniera piú assoluta. Ci sono persone che dicono di seguire l’antroposofia, ma si associano a questo pensiero di fisica quantistica o della New Age. Ritengo che si tratti di una vera e propria infezione psichica che dovrebbe essere osservata sino in fondo. La deriva di questo argomento è che siccome non lo si può confutare con quattro parole, possa prendere il sopravvento sulla coscienza e vada a operare dove non deve. Informare nella maniera giusta è un nostro dovere, poi ognuno si regoli secondo il proprio intendimento.
M.M.M.
In effetti, noi dovremo sviluppare delle forze di contrasto al dilagare delle ipertecnologie da un lato, e dall’altro all’invasione di quella varie e colorate correnti che si definiscono spiritualistiche. Ma queste forze possiamo trovarle in noi solo coltivando gli esercizi interiori che Rudolf Steiner ci ha donato e che Massimo Scaligero ci ha ripetutamente, sia a voce che in ogni suo libro, raccomandato di non trascurare. Perché solo con una forza che attinge al Mondo spirituale saremo in grado di sconfessare il falso spiritualismo e di sconfiggere il materialismo che ci sta portando al di sotto dell’umano, verso una subumanità che ci vorrebbe tutti accomunati secondo una indifferenziazione livellata al basso. Noi invece dobbiamo risalire verso una individualità libera, in cui ognuno rechi alla società il proprio originale apporto. È certamente importante conoscere libri, come quello di Paul Emberson, che sono stati scritti per aiutarci a comprendere dove la scienza ci sta portando, e come lo stia facendo. Ma è ancora piú necessario cambiare noi stessi, in modo da essere pronti a fronteggiare qualsiasi nuovo parto della mente di pseudo-Maestri di ogni movimento spiritualistico, cosí come di scienziati, antropologi o biologi, ispirati da entità arimanico-asuriche. Possiamo essere penati per queste “derive”. Ma nel tempo, in ogni tempo, di derive ce ne sono state tante, in ogni campo: è una specialità umana trovare la giusta via e poi volerla cambiare a proprio piacimento. La fedeltà a un’idea, a una decisione presa, è rara: troppe sono le seduzioni che spingono a deviare verso lidi ameni che promettono mirabolanti rivelazioni o l’acquisizione di poteri sovrumani. Chi resiste al canto delle sirene passa indenne e prosegue lungo la giusta rotta, ma chi devia dovrà affrontare ciò che karmicamente quella scelta comporterà. Noi possiamo avvertire, ma questo l’hanno fatto molto meglio di noi tutti i grandi Maestri che si sono avvicendati su questa Terra in ogni tempo. La libertà che viene offerta all’uomo come un dono grandioso da conquistare, passa per gli errori, i tradimenti e le correzioni piú o meno tardive. Informare è nostro dovere, è vero, e credo che lo abbiamo fatto e continueremo a farlo.
Tra gli amici e anche nella mia famiglia vedo persone avvilite, angustiate e spaventate. Come fare per tranquillizzarle? Cosa devo dire per assicurare tutti quanti che ci sarà un ritorno alla normalità e troveremo finalmente un po’ di pace?
Marilena S.
Trovare finalmente un po’ di pace. Se fossimo negli Anni Settanta, potremmo rispondere con uno slogan che allora andava di moda (oggi diremmo che era “virale”): «In Tiruchirapalli you will find peace of mind and consolation». Si consigliava di partire, andare a Tiruchirapalli, in India, e lí era pronta, ben confezionata, la pace mentale e la consolazione. Tanti giovani in effetti partivano, in cerca di pace e consolazione, non solo verso il Sud dell’India ma un po’ ovunque, fino nel Kashmir e in Nepal. Trovavano esotici guru, collanine di rudrash, incensi profumati, campanellini, canti Hare Krishna, fumo e amore libero. Ma non la pace, quella vera. Perché quella non si doveva allora, né si deve adesso, cercare lontano: è dentro di noi. E si realizza ritrovando l’apertura al mondo dello Spirito, nel “fare pace con il divino”, sentirsi nuovamente figli di un Creatore al quale rivolgere le domande del Padre Nostro. Lui ci darà il Pane quotidiano, rimetterà i nostri smisurati debiti e ci aiuterà superare le perverse tentazioni…
Vorrei sapere perché il karma si accanisce contro una persona buona e di sani principi, che in passato ha conosciuto l’antroposofia e per un certo periodo l’ha anche seguita e praticata, ma ha dovuto poi allontanarsene, dato che ha una vita piena di impegni pratici. Ora sta subendo molti attacchi, soprattutto dal punto di vista della salute. Perché accade questo?
Alfredo R.
Sappiamo che le vie del destino sono imperscrutabili, quindi si possono solo fare delle ipotesi, ma se una persona che ha conosciuto una Via e ne ha praticato anche la disciplina, se ne allontana e non trova, pur se a causa di una vita piena di impegni, neppure una mezzoretta al giorno per dedicarsi alla propria interiorità, forse ha la necessità di essere risvegliata. Il male fisico, o le ripetute difficoltà nel quotidiano, possono causare un inasprimento del carattere, ma possono anche – e questo è il loro compito – fermare la corsa e far considerare nella giusta luce quanto si è posto in una eccessiva priorità. Dobbiamo sempre essere grati al karma, che viene a risvegliarci dal sonno della maya. Trattandosi poi di una persona “buona e di sani princípi”, potrebbe anche aver progredito tanto da essere pronta a sopportare ciò che le è necessario, secondo quanto afferma Massimo Scaligero in Reincarnazione e karma, nel VII capitolo, che proprio in questo periodo andrebbe riletto nella sua interezza, e da cui riportiamo un breve stralcio: «Vi sono debiti karmici che l’uomo può pagare solo quando abbia acquisito adeguate forze di sopportazione e di elaborazione interiore. Fino a tale momento egli può anche vivere una vita non turbata da reali difficoltà. Quando è divenuto migliore, viene sottoposto alle prove che lo attendono».
Seguo da tre anni l’antroposofia, ho già letto diversi libri di Rudolf Steiner e mi sono unita ad un gruppo che s’incontra regolarmente ogni settimana. Sono attualmente fidanzata con una persona che è però completamente materialista e non vuole sentir parlare di spiritualismo. È possibile che lui possa in futuro superare il suo materialismo, o sono io a illudermi di poterlo un giorno cambiare?
Delia F.
La domanda prospetta un compito molto arduo, certo assai meritorio agli occhi del Divino: mutare un bastone stagionato in un fresco virgulto… Tutto si può realizzare, con fede, impegno, costanza, fantasia morale e aiuto del Mondo spirituale. Se ci si sente pronti a caricarsi di questo onere, il risultato può essere della massima soddisfazione. Non bisogna partire però con l’idea di fare una crociata. Chi segue la Scienza dello Spirito non fa proselitismo, risponde solo alle domande che qualcuno gli pone. Ma se queste domande non l’altro non le fa, perché non ne sente l’esigenza, non si può forzarlo a una fede non richiesta. Piuttosto, la cosa piú convincente risiede nell’esempio dato in ogni evenienza del quotidiano: nel campo lavorativo, in quello economico, nell’amorevolezza verso gli altri, nella generosità, la disponibilità, l’accettazione delle inevitabili avversità che si presentano in alcuni periodi della vita. Tutto questo può far sorgere una giusta e sana emulazione, e soprattutto le conseguenti domande: qual è il segreto di tanto nobile comportamento? Da dove si attinge tanta saggezza, forza di sopportazione, serenità, comprensione dell’altro? Solo allora si possono dare le risposte.