Comunità sopra di noi, Christo in noi

Rudolf Steiner

Operatività spirituale oggi

Comunità sopra di noi, Christo in noi

 

Rudolf Steiner

 

A proposito di comunità, o gruppi, o libere associazioni che sorgono per sviluppare idee e contenuti della Scienza dello Spirito, stralciamo alcuni passaggi di una conferenza tenuta da Rudolf Steiner il 15 giugno 1915 a Düsseldorf [O.O. N° 159], in cui il Dottore spiega quali siano i requisiti perché tali comunità svolgano nel giusto modo un’opera che giovi al discepolo per il superamento delle controversie che possono venire a crearsi quando ci si riunisce, anche se spinti dalle intenzioni piú giuste, nella volontà di seguire insieme, con serietà e impegno, una disciplina spirituale. Un lavoro che deve contribuire a farci entrare nella futura sesta epoca, preparati e consapevoli.

 

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Non è senza significato che tra noi ci siano esseri umani che vogliono coltivare il lato piú intimo della conoscenza spirituale e che intendono sinceramente lavorare insieme in fratellanza e armonia. Non solo le relazioni e il rapporto sono influenzati dal fatto che possiamo parlare in modo abbastanza diverso tra di noi, sapendo che stiamo parlando ad anime consapevolmente associate a noi, non solo cosí, ma anche qualcos’altro deve essere ricordato. La costituzione di singoli gruppi è collegata all’intera concezione che abbiamo del nostro Movimento, se ne comprendiamo la natura piú intima. Dobbiamo essere tutti consapevoli che il nostro Movimento è significativo non solo per l’esistenza conosciuta ai sensi e per l’esistenza che è colta dalla mente dell’uomo rivolta verso l’esterno, ma che attraverso questo Movimento le nostre anime cercano un legame reale e genuino con i mondi spirituali. Ancora una volta, in piena coscienza, dovremmo dire a noi stessi che coltivando la Scienza dello Spirito trasferiamo le nostre anime, per cosí dire, in sfere popolate non solo dagli esseri della Terra ma anche dagli esseri delle Gerarchie superiori, gli esseri dei mondi invisibili. Dobbiamo renderci conto che il nostro lavoro è importante per questi mondi invisibili, che siamo effettivamente all’interno di questi mondi.

 

Nella società umana oggi manca una qualità che, nella sesta epoca, sarà una caratteristica di quegli uomini che raggiungeranno l’obiettivo di quell’epoca, e non l’avranno mancato: una qualità che, naturalmente, non si troverà tra coloro che nella sesta epoca saranno rimasti ancora allo stadio di selvaggi o barbari. Una delle caratteristiche piú significative degli uomini che vivranno sulla Terra al culmine della cultura nella sesta epoca, sarà una certa qualità morale. Poco di questa qualità è percepibile nell’umanità moderna. Un uomo oggi deve essere organizzato in modo sottile affinché la sua anima provi dolore quando vede altri esseri umani nel mondo in circostanze meno felici della sua; vero è che le nature organizzate in modo piú sottile provano dolore per la sofferenza cosí diffusa nel mondo, ma questo si può dire solo delle persone particolarmente sensibili. Nella sesta epoca, i piú colti non solo proveranno dolore come quello causato oggi dalla vista della povertà, della sofferenza e della miseria nel mondo, ma tali individui sperimenteranno la sofferenza di un altro essere umano come la propria sofferenza. Se vedranno un uomo affamato, sentiranno la fame fino al fisico, cosí acutamente che la fame dell’altro uomo sarà insopportabile per loro. La caratteristica morale qui indicata è che, a differenza delle condizioni della quinta epoca, nella sesta epoca il benessere dell’individuo dipenderà interamente dal benessere del tutto. Cosí come oggi il benessere di un singolo arto umano dipende dalla salute di tutto il corpo, e quando tutto il corpo non è sano il singolo arto non è all’altezza di fare il suo lavoro, cosí nella sesta epoca una coscienza comune s’impadro­nirà dell’umanità civilizzata e in un grado molto piú alto di come un arto sente la salute di tutto il corpo, l’individuo sentirà la sofferenza, il bisogno, la povertà o la ricchezza del tutto. Questo è il primo tratto preminentemente morale che caratterizzerà l’umanità civilizzata della sesta epoca.

 

Devozione

 

Una seconda caratteristica fondamentale sarà che tutto ciò che oggi chiamiamo i frutti della fede dipenderà in misura molto, molto piú elevata di quanto non avvenga oggi, dalla singola individualità. La Scienza dello Spirito esprime questo affermando che in ogni sfera della religione nella sesta epoca, la completa libertà di pensiero e il desiderio di essa si impadroniranno cosí tanto degli uomini che ciò che a un uomo piacerà credere, qualunque convinzione religiosa avrà, rimarrà interamente dentro il potere della propria individualità. Le credenze collettive che esistono oggi in cosí tante forme tra le varie comunità non influenzeranno piú coloro che costituiscono la parte civilizzata dell’umanità nella sesta epoca della cultura. Tutti sentiranno che la completa libertà di pensiero nel campo della religione è un diritto fondamentale dell’essere umano.

 

La terza caratteristica sarà che si considererà che gli uomini nella sesta epoca abbiano una vera conoscenza solo quando riconosceranno lo spirituale, quando sapranno che lo spirituale pervade il mondo e che le anime umane devono unirsi con lo spirituale. Quella che oggi è conosciuta come scienza, con la sua tendenza materialistica, non sarà certamente onorata dal nome di scienza nella sesta epoca post-atlantica. Sarà considerata una superstizione antiquata, peculiare solo tra coloro che saranno rimasti indietro allo stadio della quinta epoca post-atlantica poi sostituita. Oggi consideriamo superstizione quando, diciamo, un selvaggio ritiene che nessun arto dovrebbe essere separato dal suo corpo alla morte, perché questo gli renderebbe impossibile entrare nel mondo spirituale come un uomo intero. Un uomo simile collega ancora l’idea dell’immortalità con il puro materialismo, con la convinzione che un’impronta della sua intera forma debba passare nel mondo spirituale. Pensa materialisticamente ma crede nell’immortalità. Noi oggi, sapendo dalla Scienza dello Spirito che lo spirituale deve essere separato dal corpo e che solo lo spirituale passa nel mondo sovrasensibile, consideriamo tali credenze materialistiche nell’immortalità come superstizione. Allo stesso modo, nella sesta epoca tutte le credenze materialistiche, inclusa la scienza, saranno considerate superstizioni antiquate. Naturalmente gli uomini accetteranno come scienza solo quelle forme di conoscenza basate sullo spirituale, sulla pneumatologia.

 

L’intero scopo della Scienza dello Spirito è prepararsi in questo senso per la sesta epoca di cultura. Cerchiamo di coltivare la Scienza dello Spirito per superare il materialismo, per preparare il tipo di scienza che deve esistere in quell’epoca. Coltiviamo comunità di esseri umani all’interno delle quali non devono esserci credenze dogmatiche o alcuna tendenza ad accettare l’insegnamento semplicemente perché emana da una persona o da un’altra. Sono comunità di esseri umani in cui tutto, senza eccezioni, deve essere costruito sul libero assenso dell’anima agli insegnamenti. Qui prepariamo ciò che la Scienza dello Spirito chiama libertà di pensiero.

 

Unendoci in amichevoli associazioni allo scopo di coltivare la Scienza dello Spirito, prepariamo la cultura, la civiltà della sesta epoca post-atlantica.

 

Nella nostra epoca sviluppiamo l’autocoscienza; anima cosciente che si è sviluppata in noi attraverso la nostra civiltà e cultura ordinarie. A partire dal XIV, XV e XVI secolo, la scienza e la coscienza materialistica hanno preso possesso dell’essere umano. Questo diventerà gradualmente piú diffuso, finché entro la fine della quinta epoca il suo sviluppo sarà completato. Nella sesta epoca, tuttavia, il sé spirituale deve essere sviluppato nelle anime degli uomini, proprio come ora si sta sviluppando l’anima cosciente. La natura del sé spirituale deve presumere l’esistenza nelle anime umane delle tre caratteristiche di cui ho parlato: vita sociale in cui prevale la fratellanza, libertà di pensiero e pneumatologia. Queste tre caratteristiche sono essenziali in una comunità di esseri umani all’interno della quale il sé spirituale deve svilupparsi, mentre l’anima cosciente si sviluppa nelle anime della quinta epoca. Possiamo quindi immaginare che unendoci fraternamente in gruppi di lavoro, qualcosa aleggi invisibilmente sul nostro lavoro, qualcosa che è come il figlio delle forze del sé spirituale, il sé spirituale che è nutrito dagli esseri delle Gerarchie superiori affinché possa scendere verso il basso nelle nostre anime quando saranno di nuovo sulla Terra nella sesta epoca di civiltà. Nelle nostre associazioni eseguiamo un lavoro che scorre verso l’alto, verso quelle forze che vengono preparate per il sé spirituale.

 

Quindi vedete, è solo attraverso la saggezza della Scienza dello Spirito stessa che possiamo capire cosa stiamo realmente facendo rispetto alla nostra connessione con i mondi spirituali quando ci riuniamo in questi gruppi di lavoro. Il pensiero è che facciamo questo lavoro non solo per il bene del nostro ego, ma affinché possa fluire verso l’alto nei mondi spirituali, il pensiero che questo lavoro sia connesso con i mondi spirituali: questa è la vera consacrazione di un lavoro in gruppo. Avere a cuore un tale pensiero, compenetrarci della coscienza della consacrazione che è il fondamento di un’associazione all’interno del Movimento, è quindi di grande importanza che comprendiamo adeguatamente questo fatto nel suo vero senso spirituale. Ci troviamo insieme in gruppi di lavoro che, oltre a coltivare la Scienza dello Spirito, si basano sulla libertà di pensiero. Non avranno nulla a che fare con il dogma o la coercizione del credo, e il loro lavoro dovrebbe essere della natura della cooperazione tra fratelli.

 

Ciò che conta di piú è diventare consapevoli del vero significato dell’idea di comunità, dicendo a noi stessi: a parte il fatto che come anime moderne apparteniamo alla quinta epoca di cultura post-atlantica e ci sviluppiamo come individui, elevando la vita individuale sempre piú fuori dalla vita comunitaria, dobbiamo a nostra volta prendere coscienza di una forma piú alta di comunità, fondata sulla libertà dell’amore tra fratelli, come un soffio di magia che respiriamo nei nostri gruppi di lavoro.

 

Qual è lo scopo della Scienza dello Spirito? Provate a rivedere e confrontare ciò che cerchiamo di coltivare nella Scienza dello Spirito. Qual è il suo scopo e la sua direzione? È nostro desiderio e scopo riconoscere in base alla conoscenza che il mondo ha significato e scopo, e che il mondo non è semplicemente pieno di male e degenerazione. Il nostro scopo è realizzare attraverso la conoscenza diretta che il mondo ha un significato. Con questa consapevolezza cerchiamo di prepararci all’effettiva esperienza del Christo. Desideriamo comprendere il Christo vivente, accettando tutte queste cose, naturalmente, come un dono, come una grazia. Ci rendiamo conto del portento delle parole: «Io sono con voi sempre, fino alla fine del mondo». Accettiamo tutto ciò che il Christo ci promette incessantemente. Perché parla non solo attraverso i Vangeli; Parla anche nelle nostre anime. Questo è ciò che intende con le parole: «Io sono con voi sempre fino alla fine del mondo». Può sempre essere trovato come il Christo vivente. Vogliamo vivere in Lui, riceverlo in noi stessi.

 

Non io ma il Cristo in me

 

«Non io ma il Christo in me!». Di tutti i detti di San Paolo, questo è il piú significativo per noi.

 

Cerchiamo la comunità sopra di noi, il Christo vivente in noi, il Christo che non ha bisogno di documenti né deve prima essere autenticato perché lo sperimentiamo dentro di noi. Alla fondazione di un’associazione prenderemo questo come il nostro motto di consacrazione: Comunità sopra di noi; Christo in noi. Sappiamo inoltre che se due, o tre, o sette, o molti sono uniti in questo senso nel Nome di Christo, il Christo vive in loro in verità. Tutti coloro che in questo senso riconoscono Christo come loro Fratello, sono essi stessi sorelle e fratelli. Il Christo riconoscerà come suo fratello quell’uomo che riconosce altri uomini come fratelli.

 

La comunità invisibile che vorremmo fondare attraverso le modalità del nostro lavoro, crescerà e prospererà. Se questo atteggiamento, unendosi al nostro lavoro, diventerà sempre piú diffuso, metteremo in debita considerazione le richieste fatte dalla Scienza dello Spirito per il progresso dell’umanità. Allora potremo credere che quei grandi maestri di saggezza che guidano il progresso umano e la conoscenza umana saranno con noi. Nella misura in cui lavoreremo nel senso della Scienza dello Spirito, in quella misura so benissimo che i grandi maestri che guidano il nostro lavoro dai mondi spirituali saranno in mezzo al nostro lavoro.