5a settimana – dal 5 all’11 maggio
Settimana complementare (53a – 5a = 48a) – dal 2 all’8 marzo
5a
«Nella luce, che dalle profondità dello Spirito
feconda tessendo nello spazio cosmico,
si manifesta il creare degli Dei:
in essa l’essere dell’anima appare
ampliato a essere cosmico, e risorto
dalla potenza interiore dell’angusta interiorità».
5a Dopo la quarta settimana, che sta centralmente nelle 7 settimane che vanno da Pasqua a Pentecoste, la 5a risuona come un riecheggiare superiore della 3a, in cui la nostra interiorità si era liberata dalle “catene dell’egoità”. Qui nella 5a, mentre attraversiamo il momento centrale della primavera, infatti, la nostra interiorità è attirata sempre piú dall’azione della luce universale, in cui si manifesta il creare degli Dei. Ne constata l’azione possente, che la fa riconoscere a se stessa come risorta dalla “potenza dell’angusta interiorità”, ovvero libera dall’egoità microcosmica, percependosi vasta e immensamente espansa come un essere macrocosmico. Si deve cogliere quale metamorfosi stia ora vivendo la nostra anima per effetto della morte e soprattutto della Resurrezione del Cristo. Gli effetti di Essa si fanno sempre piú potenti, e l’anima, cosí liberata e librantesi nella Luce creante e tessente degli Dei, si sente come rinata a novella vita originaria. Vedremo come, nella prossima 6a settimana, essa risuonerà come un riecheggiare superiore alla 2a. Dovremo abituarci sempre piú a questi nessi ritmico-temporali fondati sul valore 7, che verranno descritti meglio piú avanti.
48a
«Nella luce, che dallo spazio cosmico
vuol fluire con potenza nell’anima,
appaia la sicurezza del pensare creante universale:
sciogliendo enigmi dell’anima (pensare)
risvegliando amore nei cuori umani (sentire)
raccogliendo la potenza dei suoi raggi (volere)».
48a Un motivo complementare si sperimenta in questo mantra della futura 48a settimana (in cui la luce cosmica agisce di nuovo come nella 5a attuale. Appressandosi la primavera, la luce vuole iniziare a rendere potente la sua azione sulle anime maturate. Anche qui è un’esperienza dell’anima che, avendo come causa la 5a settimana dell’anno precedente, si vive come effetto maturato nella 48a. A sua volta, la rivivremo nella prossima primavera come effetto maturato dell’attuale 5a settimana. Qui la luce manifesta pienamente il pensare universale, a tal punto, che essa potenzia il pensare umano fino a renderlo capace di dare risposte agli enigmi esistenziali del vivere umano sulla Terra. Ciò, al fine che le azioni umane divengano capaci di volontà sacrificale, riscaldate da un sentire in cui l’Amore altruistico sostenga, irradiandoli, il pensare e il volere. L’esperienza della 5a settimana attuale, se lavoreremo al nostro sé e faremo maturare tutte le ispirazioni delle future settimane, ci renderà capaci di tanto, anche se in forma iniziale.
6a settimana – dal 12 al 18 maggio
Settimana complementare (53a – 6a = 47a) – dal 23 febbraio al 1° marzo
6a
«Il mio SÉ è risorto dalla singolarità
e si ritrova come manifestazione dei mondi spirituali
nelle FORZE del tempo e dello spazio;
il mondo mi mostra ovunque
la verità della mia propria immagine
quale archetipo divino».
6a Con il mantram di questa sesta settimana, si entra nella seconda parte della primavera, dove nello spazio e nel tempo continua il processo delle sette settimane in cui l’uomo, la Terra e il cosmo vivono un’annuale RESURREZIONE, che matura fino alla Pentecoste. Ci è noto che il ritmo del 7 consta, appunto, di sette tappe, di cui la quarta, centrale, sta da sola, come un punto di svolta che riassume i tre precedenti e avvia i tre successivi; in questo ritmo sappiamo anche, che le tre tappe precedenti alla quarta si ripetono simili, ma non uguali, a un livello superiore, secondo il ritmo 1/7, 2/6, 3/5. Meditando questo mantram della sesta settimana, dobbiamo tener presente quello della seconda, dove i mondi spirituali avevano ritrovato il “germoglio umano”, ovvero il nostro vero Sé spirituale come astrale purificato, in espansione nello spazio cosmico, quale archetipo creato dalle Divinità. Dopo l’unione tra Sé spirituale e il mondo, avvenuta nella quarta settimana, e l’impetuosa azione su di lui della Luce – avvenuta nella quinta settimana, che ne ha ampliato l’essere in senso cosmico, facendolo sentire libero “dall’angusta interiorità” dell’ego legato alla fisicità terrestre – finalmente il nostro Sé spirituale può esclamare, con gioia, di essere RISORTO da quella singolarità (egoità). Non solo, ora, con la riacquisita coscienza cosmica, comincia a sentirsi non piú germe, ma elemento in crescita immerso nelle forze trinitarie e creanti del Mondo spirituale: dello spazio, del tempo, dell’eternità. In altre parole: del Padre/Corpo cosmico; del Figlio/Anima cosmica dispensatrice di Grazia nei ritmi del tempo; dello Spirito Santo/Spirito riunificatore. Che è dire Volere del Padre, Sentire del Figlio, Pensare dello Spirito che, tra pochi giorni, alla Pentecoste, il Cristo ci invierà di nuovo, quale Spirito di conoscenza. Essendo questo mantram legato al numero 6, in esso e con esso, come sempre col 6, si giunge a una maturazione, in questo caso delle sette settimane dopo la Pasqua, maturazione che dovremo consolidare nella settima, la prossima, che chiuderà un primo ciclo ritmico del Calendario dell’anima.
47a
«Il Divenire vuole RISORGERE
con brama dal grembo universale
rianimando la parvenza dei sensi.
Essa trovi la FORZA del mio pensare
armata dalle FORZE divine
che con vigore mi vivono nell’interiorità».
47a Anche qui si parla di una RESURREZIONE, non del proprio sé individuale, ma del Divenire universale che, però, sorge intriso di brama cosmica, ovvero di pure forze di natura mosse dalle sue leggi, in cui agiscono – come necessità e non come libertà – le forze del bene/luce e quelle del male/tenebre, entrambe necessarie. È il tempo dell’anno che precede la primavera, in cui tutto vuole risorgere dal buio e dal freddo della Terra, per slanciarsi verso la risorgente Luce cosmica. La preghiera che l’Io rivolge al mondo – ma ancor piú alla propria anima, che però ha già attraversato l’Illuminazione del Natale – è di andare incontro a questo caotico divenire ARMATA dalle forze divine, di cui dovrebbe essersi dotata. Ma queste forze sono sempre le stesse del pensare, sentire, volere universale che, nel lungo cammino dell’anno, a iniziare dalla sesta settimana dopo Pasqua, nel frattempo avremmo dovuto far divenire, sempre piú, qualità nostre, della nostra anima illuminata dal nostro Sé spirituale.
7a settimana – dal 19 al 25 maggio
Settimana complementare (53a – 7a = 46a) – dal 16 al 22 febbraio
7a (ATMOSFERA DELL’ASCENSIONE DI CRISTO)
«Il mio Sé minaccia di sfuggirmi,
potentemente attratto dalla luce cosmica.
Ora entra tu, mio presentire,
fortemente nei tuoi diritti,
supplisci in me la potenza del pensare,
che vuol perdere se stessa
nella PARVENZA dei sensi».
7a Eccoci giunti alla fine di questo ciclo di 7 settimane (49 giorni). In questa si sperimenta il risultato maturo di quanto detto nella settimana 1a, secondo lo schema già citato delle corrispondenze 1/7 (si pensi alle 7 braccia del candelabro ebraico, come immagine di questo ritmo). Nella prima, infatti, si sentiva che la luce cosmica attraeva fortemente i nostri pensieri nelle lontananze spaziali. Ora, nella 7a settimana, a seguito di questa fuga del pensare, si sperimenta come un deliquio del proprio Sé spirituale, un ottundersi della coscienza e del sentimento del nostro sé, che vuole seguire i suoi pensieri, sfuggendo, però, alle funzioni necessarie per la coscienza egoica quotidiana. È un momento cruciale dell’anno, che avrà altri tre momenti simili e consequenziali nelle settimane 20a, 33a, 46a. Tali settimane si pongono, viste in un cerchio temporale ideale di 4 volte 13 settimane, come nei quattro punti cardinali dello spazio (7/Nord; 20/Ovest; 33/Sud; 46/Est), che si potrebbero unire, verticalmente e orizzontalmente, con due rette perfettamente ortogonali fra loro: come una croce del tempo del ciclo annuo. Le due rette uniscono, cosí, 4 costellazioni in cui il Sole transita nell’anno (naturalmente per chi osserva dalla Terra). Queste coppie di costellazioni: Gemelli/Sagittario; Vergine/Pesci, sono collegate a profondi misteri del prossimo divenire dell’umanità, che qui si è voluto solo indicare per la loro importanza. Tornando all’esperienza del nostro Sé spirituale, che sta per sfuggirci, nel mantram ci viene data (dal nostro Io, anche se non citato esplicitamente) una forte raccomandazione: quella volta a potenziare, in assenza del pensare e del Sé, il nostro sentire. Questi, però, non può contare sugli accadimenti del presente (si ricordi lo STORDIMENTO dei Discepoli del Cristo, anche i piú stretti, di fronte all’apparente sparizione del Maestro durante l’Ascensione, stupore cui seguiranno 10 giorni di indicibile dolore per la Sua “sparizione”). I Discepoli, non ancora Apostoli (lo diverranno solo con la Pentecoste), sono assaliti, a causa della momentanea debolezza di forze di pensiero e del Sé, dalla potenza della PARVENZA dei sensi fisici, e dalla incapacità di comprendere la vera realtà della manifestazione cui assistono, che non è un abbandono, ma un definitivo legarsi del Cristo alla Terra. Solo che questa è la realtà vissuta dall’oltre la Soglia, che appare, come sempre, invertita al di qua di Essa. Ciò che fu un collegarsi per sempre alla Terra eterica (lo videro sparire fra le nuvole, su cui tornerà), fu vissuto, con la PARVENZA dei sensi fisici, come un abbandono. Ecco perché si è scritto parvenza tutto maiuscolo. Si deve capire che, in questa settimana, si vivrà qualcosa che, dopo un ciclo di 7 settimane da Pasqua, nel ciclo dell’anno ci pone in una condizione simile a quella descritta dei Discepoli. Dovremo fare appello alle forze del sentire, rivolgendole però al futuro, onde presentire, presagire, quasi intuire che, nelle settimane future qualcosa avverrà per toglierci da questa situazione interiore difficile, ma assolutamente necessaria.
46a
«Il mondo minaccia di STORDIRE
la forza unigenita dell’anima.
Ora entra tu, ricordo illuminante
sorgi dalle profondità dello spirito
e rafforzami la veggenza,
che può mantenere se stessa
solo con le forze della volontà».
46a In questa settimana (già vissuta nel febbraio scorso) sperimentammo qualcosa che riguardò non il pensare e il sentire, ma il volere. Esso dovette mantenere e rinforzare una qualità appena sorta nell’anima: la chiaroveggenza. Si dirà: «Ma io non l’ho affatto sperimentata!». È vero (anche se non per tutti), ma Steiner ci ha sempre detto che tutti siamo chiaroveggenti, il problema è che la nostra coscienza ancora grossolanamente pervasa dalle possenti percezioni fisiche, non l’avverte. Ricordiamo che la chiaroveggenza è la forza del pensare metamorfosata superiormente, quindi, finché non avremo ottenuto questo risultato, grazie alla volontà dell’Io immessa nel pensare usuale, essa sarà presente, ma latente, inconscia in noi. Nella 46a settimana del prossimo anno, se qualcuno avrà lavorato bene, potrebbe sperimentare proprio il primo sorgere di questo pensare, potenziato in chiaroveggenza. Si può ravvisare che, in questa settimana, tutto è polarmente opposto, come sempre accade, con le esperienze della settimana complementare.
8a settimana – dal 26 maggio al 1 giugno
Settimana complementare (5a – 7a = 45a) – dal 9 al 15 febbraio
8a (ATMOSFERA DI PENTECOSTE)
«Cresce la potenza dei sensi
in unione col creare degli Dei;
Essi mi comprimono la forza del pensare
a ottusità di sogno.
Quando l’essere divino
vuole unirsi alla mia anima,
il pensare umano deve ridursi,
modestamente, a esistenza di sogno».
8a La prima considerazione che si ha da fare in questa settimana, è che in essa si conclude un cammino interiore iniziato con la 1a, quella della Pasqua. In essa venivano citate le azioni dei sensi, ma anche dei pensieri tratti nelle lontananze spaziali, per mezzo dei quali iniziavano a unirsi l’essere dell’uomo con l’essere dello Spirito cosmico. In questa, che ne è l’ottava superiore, la “nota” è la stessa, ma qui, dall’unione con gli Dei si genera come una compressione del pensare umano, che già nella settimana 7a voleva sfuggire e perdersi nella potenza delle percezioni sensorie. Ciò non deve apparire strano, è necessario, ancora nell’attuale fase evolutiva dell’umanità, che ciò avvenga, affinché il nostro pensare materialistico e debole non disturbi quanto ha da accadere in questa settimana. Dobbiamo sperimentare la Pentecoste! Se con la Pasqua il Cristo ha potuto salvare il nostro futuro corpo fisico (Fantoma), con l’Ascensione, insediandosi nel corpo eterico della Terra, ha salvato il futuro del nostro corpo eterico, e ancora, con l’invio dello Spirito di Conoscenza, dello Spirito del fuoco Pentecostale, ha salvato il futuro del nostro corpo astrale. Dobbiamo essere coscienti di questo: dell’invio dello Spirito Santo. Per effetto del Lucifero redento sulla sua croce dal Cristo, egli ci viene inviato dalla nuova potenza del Cristo, quale guida delle anime umane nel post mortem, dopo la mezzanotte cosmica, come apportatore della vera Saggezza/conoscenza primordiale, che lui stesso aveva pervertito con la seduzione avvenuta nell’epoca Lemurica. L’antico Eloah capostipite della stirpe dei cainiti, ovvero dei Figli del Fuoco, inizia ad accompagnare l’umanità incarnantesi sulla via di una riunione dell’antica scissione con gli abeliti, riunione di cui Giovanni e Lazzaro sono antesignani al tempo dei fatti di Palestina. Quindi, il pensare umano attuale viene ridotto al livello di sogno, onde non ostacolare l’unione dell’essere divino con la nostra anima. Tale stato di sogno, anche se in forme variabili, ci accompagnerà per tutta l’estate, quale necessità.
45a
Si consolida la potenza del pensiero
in accordo con la nascita dello Spirito;
essa illumina a piena chiarezza
gli oscuri stimoli dei sensi.
Quando la pienezza dell’anima
vuole unirsi al divenire universale,
la rivelazione dei sensi
deve accogliere la luce del pensare.
45a Qui c’è poco da spiegare, essendo pienamente evidente la situazione polare rispetto all’8a, che viene indicata dal mantram. Pienezza della potenza del pensare umano, che in accordo con la nascita del Sé avvenuta durante il periodo natalizio, rende chiaro il divenire del mondo e dell’umanità nei loro fini evolutivi. Questo fatto rende gli Dei partecipi dei fatti umani, delle volontà che nelle anime degli uomini vogliono esprimersi fattivamente, che vogliono collaborare creativamente e coscientemente con gli Dei. Tutto ciò vive, però, sulla necessità che quanto gli uomini accolgono dai sensi, sia penetrato e illuminato dalla chiara Luce del Logos del loro pensare.
Mario Iannarelli (2. continua)