La variabile emergente

Critica sociale

La variabile emergente

Variabili nel biomeccanismo

Variabili nel biomeccanismo

 

V’è da chiedersi: se si nega una presenza della vita spirituale interiore per ogni uomo, in qual modo le azioni umane, considerate solo manifestazioni esteriori, possono avere una interrelazione tale da modificare tutto un ambiente? In questo caso non è certo possibile appellarsi alle solite spiegazioni (elettricità, magnetismo, attrazione dei corpi ecc.). alle quali si fa ri­corso per i fenomeni di interrapporto considerati dalle scienze naturali.

 

Stando cosí le cose, non vi è da meravigliarsi se si cerca di individuare l’aspetto chiave di un fenomeno sociale, o la “variabile emergente”, solo per via ipotetica mediante successive approssimazioni dettate da una ipotesi di lavoro prefabbricata. Ipotesi che dovrebbe fornire una direzione alla ricerca pratica, la quale attende però da questa la risposta definitiva. Si spera anche nel sussidio fornito da operazioni di verifica che si propongono di giungere alla interpretazione complessiva, intesa questa come l’ultima fase della ricerca sociologica.

 

Il limite del pensiero astratto non viene superato dal fatto che gli strumenti di verifica siano espressione di un empirismo-razionalismo, del neo-positivismo o dell’antipositivismo, di metodi di induzione-deduzione, oppure che si faccia ricorso a mezzi intensivi (curve degli atteggiamenti, test, interviste ecc.) o estensivi (sondaggi dell’opinione pubblica). Nessuna nuova luce irraggia nemmeno dal metodo storico-comparativo e monografico, tantomeno dai raffinati metodi di laboratorio sociale. Pareto infatti si è reso conto ben presto dei limiti dell’applicazione dei metodi matematici e del ragionamento astratto al mondo dei rapporti sociali e delle scienze dell’uomo.

 

Anche il proponimento di portare un nuovo contribuito alla ricerca sociologica mediante l’osservazione – intesa come osservazione scientifica – non ha condotto molto lontano. Si continua infatti a fare riferimento a una ipotesi di lavoro, enucleata nel quadro di uno schema concettuale di riferimento, la quale fatalmente rende meno valido il giusto desiderio di aprirsi a nuovi dati non contemplati dall’ipotesi e dallo schema prescelti. Di conseguenza si è tornati alla ricerca di costanti nella natura umana e a metodi di osservazione quantitativa, sopravvalutati more solito nella loro importanza, per l’urgenza di trovare un terreno solido nella complessa interazione fra osservatore e osservato.

 

Dal momento che alla società attuale manca la possibilità di un riferimento diretto alle tre direzioni fondamentali nelle quali essa si articola, il sociologo tenta inconsapevolmente di supplire a questa carenza intervenendo, con l’aiuto dei diversi esperti, ora al livello culturale ed educativo, ora sul piano giuridico, ora economicamente. Egli si pone però in contraddizione con la sua affermazione di voler ignorare gli aspetti settoriali per donare un contributo solo ad alcune manifestazioni del comportamento e delle relazioni tra individui.

 

È inoltre evidente che, di fronte alla vastità dei compiti da affrontare, gli sforzi del sociologo siano condannati a modesti risultati, essendo condizionati oltre tutto dai limiti del pensiero razionale e dalle continue ingerenze del potere politico.

 

 

Argo Villella


Selezione da: A. Villella Una via sociale Società Editrice Il Falco, Milano 1978.