Noi dureremo. Lo promise un giorno
l’Uomo che predicò sulla montagna
a gente scalza, nuda e senza pane.
«Non dubitate – disse – il Regno è vostro.
Voi che patite l’onta e la miseria
governerete il mondo, vi assicuro».
Era un giorno d’aprile, o forse maggio,
e l’Uomo usava inedite parole.
«In verità vi dico, il tempo è giunto,
quando l’agnello vincerà il leone,
il povero avrà troni a ricompensa
e pace verrà data a chi la vuole».
Fremevano le folle e il vento lieve
spargeva come semi le parole
riconfortando i cuori inariditi,
simili a zolle avide di pioggia:
«Colui che è primo cederà il suo posto
agli ultimi del giro, e chi possiede
vedrà passare ad altri i suoi tesori.
Chi subisce la sferza avrà sollievo».
Cosí parlava l’Uomo e le Sue vesti
splendevano di luce come un sole
venuto a riscaldare i derelitti.
«Voi che soffrite fame di giustizia
riceverete cibo in abbondanza,
voi che subite iniquità tacendo
avrete i vostri nomi scritti in Cielo
sul Libro della Vita, e chi ferisce
si smarrirà nel vortice del nulla».
Promise questo l’Uomo, ed era maggio,
o forse il tempo di stagioni attese,
ogni parola percorreva l’aria,
colomba con il segno dell’ulivo.
«Beato chi non ha scienza e favella,
chi la speranza perde e si smarrisce:
lo Spirito darà verbo e sapienza
e lumi nella notte per andare.
E durerete, in verità vi dico».
Cosí ci fu promesso. E dureremo.
Fulvio Di Lieto