La posta dei lettori

Redazione

La posta dei lettori

letterinaConosco da poco l’Antroposofia, che ho incontrato in rete e anche sull’Archetipo, che seguo da alcuni mesi. Vorrei acquistare qualche libro per saperne di piú, ma ho bisogno di un consiglio su quale sia il piú adatto per cominciare. Grazie.

 

Sandra M.

 

Come primo libro da leggere, sicuramente L’Iniziazione di Rudolf Steiner. E per conoscere Massimo Scaligero, una sua biografia densa di contenuti spirituali è Dallo Yoga alla Rosacroce. Di seguito, nell’ordine, i libri fondamentali di Steiner: Teosofia, Scienza Occulta e Filosofia della Libertà. Di Scaligero Il Trattato del pensiero vivente e gli altri a seguire. Insieme, il nostro augurio di buon lavoro!

 




 

letterinaHo avuto un dibattito molto animato con una persona che si considera uno “scienziato”, ma è assolutamente materialista e crede solo a ciò che vede, non tanto con i propri occhi ma soprattutto con le apparecchiature radiologiche, spettrofotometriche e con ogni tipo di strumentazione da laboratorio. Tutto quello che riguarda invece la personale capacità deduttiva e intuitiva è solo un errore e necessita di essere provato dagli strumenti che, quelli, non mentono. Io trovo un simile modo di pensare aberrante, ma non avendo fatto studi scientifici ed essendo questa soltanto una mia convinzione personale, non ho saputo come confutarlo.

 

Andrea d. B.

 

Una convinzione piú che giustificata. È importante capire che la percezione che abbiamo degli oggetti che ci circondano, cosí come degli avvenimenti quotidiani, è una forma di realtà obiettivata, necessaria a far risorgere il pensiero, il quale ne deve prendere coscienza. Avviene purtroppo il contrario, che il pensiero attribuisca una realtà all’oggetto, senza capire che è lui stesso ad attribuirgliela. È qui che comincia il lavoro del pensiero. Se noi esaminiamo con un vero lavoro di pensiero la storia dell’evoluzione, ci rendiamo conto che la realtà fisica non preesisteva allo Spirito. La grande illusione è credere che la realtà preesistesse allo Spirito. È importante invece che si cominci a comprendere quanto sia illusorio credere questo. Non avendone coscienza, si entra in un livello di coscienza inferiore. Gli scienziati, esattamente come quello in questione, non indagano piú i fenomeni con la propria intuizione, ma si rivolgono alla macchina, all’ottica microscopica, a ciò che enumera e misura. Se si fosse proseguito sulla strada che aveva iniziato a tracciare Goethe, e che riguardava il potenziamento della capacità intuitiva individuale, oggi saremmo molto avanti nella comprensione del vivente, mentre la scienza attuale è molto avanti solo nella comprensione della materia. La quale è considerata reale, oggettiva, ed è accettata dallo scienziato con lo stesso spirito di fede del religioso antico. Noi abbiamo il dovere di capire che il fatto che ci si presenta è vero non di per sé, ma in quanto si obiettiva davanti alla nostra coscienza. Tutto è una relazione di pensieri, e sono questi pensieri a rendere vero l’oggetto, o un fatto. L’oggetto, il fatto, non sono altrimenti che vuota esteriorità, come lo è la materia per il materialista. Solo quando la coscienza che lo indaga supera il limite materiale, risorge come realtà densa di significato. Il limite del pensiero pensato, automatico, deve essere superato, dato che è proprio il pensiero a stabilire il limite a se stesso. La disciplina attuata con la meditazione, con la concentrazione e con gli altri esercizi interiori, è necessaria a farci comprendere la reale entità di tutto ciò che il quotidiano ci pone di fronte, che deve essere indagato per essere realmente “conosciuto”, non “creduto”.

 




 

letterinaVorrei sapere qualcosa di piú sul karma. Come possiamo intervenire per cambiarlo, migliorarlo, per evitare le sue bastonate, soprattutto quelle che vengono definite correttive? E poi, possiamo intervenire nel karma di qualcun altro, magari aiutandolo? Possiamo arrivare a cambiare il karma negativo di un’altra persona? Come fare? C’è un sistema o una specifica modalità di azione o di richiesta?

 

Stefano S.

 

La conoscenza del karma secondo la Scienza dello Spirito non ha niente in comune né con le dottrine orientali né con quelle occidentali. Per capire veramente cosa è il karma, bisognerebbe essere degli Iniziati, perché si tratta di una legge trascendente, che riguarda la vita stessa del­l’uomo e lo collega alla sua origine. La legge del karma, cosí come viene spesso insegnata, è una legge di consequenzialità. Ma questo è un meccanicismo che esclude la libertà dell’uomo. Attraverso l’insegnamento della Via che seguiamo, l’Antroposofia, noi arriviamo a comprendere che esiste il karma, ma esiste anche la possibilità della libertà, che risolve il karma secondo princípi superiori. Uno di questi princípi ci dice che noi possiamo agire non solo sul nostro karma ma anche su quello altrui. Ci può essere accaduto nella vita di stare male, o di avere dei seri problemi che sembrano irrisolvibili, e ad un certo punto, non si sa come, quel male ci passa, quel problema si risolve. Possiamo allora chiederci se non ci sia stato qualcuno che ha preso quel nostro male su di sé, che ci ha liberato, qualcuno che ha chiesto per noi la soluzione delle nostre difficoltà. C’è infatti la possibilità che qualcuno possa prendere su di sé il male degli altri. Questo è seguire la Via del Cristo, il quale ha preso su di sé il male di tutto il mondo. Prima della venuta del Cristo sulla Terra, possiamo in qualche modo parlare di meccanicismo del karma, di una regola in qualche modo ferrea: a ciò che si era fatto in passato, in una o piú vite precedenti, si doveva rispondere affrontando quello che il karma ci presentava come “contrappasso”. Ma questo non riguarda piú il periodo che segue la venuta del Cristo, e ancor meno riguarda il periodo attuale, in cui dobbiamo sviluppare l’anima cosciente. La legge del karma che segue la venuta del Cristo è dominata dalla legge dell’amore. L’uomo con l’amore può intervenire e superare il meccanicismo del karma. Con l’amore può liberare un’altra persona che sta soffrendo. Questo avviene nell’invisibile, non ci sono fatti esteriori: all’interno di situazioni di particolare gravità, si può verificare il fatto che qualcuno possa liberare un altro da un peso. Lo può fare perché il Cristo è il mediatore. Nessuno di noi può aiutare un altro se non attraverso la mediazione spirituale del Cristo. Il liberarlo significa avere una possibilità che dipende dalla coscienza, dalla meditazione, ma soprattutto dalla fede. Una fede non in senso strettamente religioso, ma in senso profondamente cristiano, in senso antroposofico, ossia una fede che viene da una persuasione del collegamento fra il mio Io e l’Io cosmico della terra. Per cui basta un pensiero di vero amore per l’altro e una sincera e sentita richiesta di aiuto, e sarà il Cristo a raccoglierla e ad intervenire nel modo piú giusto e soccorrevole per la persona sofferente. Il Cristo è infatti definito da Rudolf Steiner “il Signore del Karma”. Quanto al fatto di considerare un karma come “negativo”, anche se ci presenta difficoltà e sofferenza, questo è del tutto inesatto. Il karma non può mai essere negativo, perché viene per aiutare la persona, per permetterle di rimediare ai suoi errori, alle sue mancanze, spesso a una sua incapacità di comprendere situazioni che devono essere cambiate. E dopo aver superato una difficoltà che il karma ci ha presentato, siamo cresciuti interiormente come non avremmo mai potuto senza quell’aiuto, per quanto doloroso o difficoltoso possa essere stato.