La Martinica è una delle meravigliose isole caraibiche delle Antille francesi. Le sue spiagge, di candida sabbia, che resta fresca anche sotto il sole cocente perché corallina, le sue palme, la fresca brezza che spira sempre dall’oceano, la rendono una delle mete di vacanze marine piú desiderate.
Vi si respira un’atmosfera prettamente parigina, che appare assai strana a distanza di migliaia di chilometri dalla capitale francese.
Pure, in quest’oasi di serenità vacanziera, alle sette di mattina dell’8 maggio 1902, un’improvvisa esplosione del vulcano che la sovrasta, chiamato “La Pelée”, ha portato morte e distruzione per tutta la popolazione della cittadina di Saint-Pierre, che fu completamente rasa al suolo.
Si contarono piú di 30.000 morti, sepolti dai detriti e soffocati da una densa nube di fumo nero a mille gradi.
Vi fu però uno scampato. Si trattava di un prigioniero nero, Auguste Ciparis, chiuso in una cella sotto il livello stradale, cosa che gli permise di resistere al violento impatto. Fu ritrovato dopo quattro giorni e liberato. Passò il resto della sua vita dando testimonianza di quanto gli era capitato in quei drammatici giorni da sepolto vivo, intervistato per giornali, riviste e trasmissioni radiofoniche.
La città di Saint-Pierre è stata completamente ricostruita, ma il ricordo di quanto accadde è ancora vivo nell’isola. Tutti guardando la Pelée, la “montagna pelata”, cosí detta per la sua cima brulla, sanno che, se pure ora è dormiente, potrebbe ad un tratto risvegliarsi. In quella malaugurata eventualità, ognuno spera di avere la stessa fortuna di “Auguste Le Survécu”, il sopravvissuto!
Gemma Rosaria Arlana