Signori, come vi ho detto l’ultima volta, restano ancora alcune considerazioni da fare e le farò volentieri oggi. I sensi che l’uomo possiede sono importanti per lui perché gli permettono di conoscere il mondo. Abbiamo già preso in considerazione gli occhi e le orecchie; abbiamo esaminato il tatto, che si estende su tutto l’uomo, l’olfatto e il gusto. Tutti questi sensi sono importanti per l’uomo perché gli permettono di conoscere il suo ambiente e, come vi ho detto, di dare forma al suo corpo. Ma non sono i sensi che gli permettono di vivere, bensí il suo sistema respiratorio. Perciò, quando vi chiedete perché siete delle creature erette, perché il naso si trova in mezzo alla faccia e cosí via, dovete rispondervi: perché i miei sensi sono cosí e colà. Ma se vi domandate perché vivete, dovete cercare la risposta dalla parte della vostra respirazione, perché essa è inseparabile dalla vita. Il modo di respirare degli uomini è lo stesso dei grandi mammiferi; ma esiste un grande numero di animali che respirano diversamente. Per esempio i pesci, che vivono nell’acqua e che sono capaci di fare quello di cui vi ho parlato l’altra volta, e che l’uomo non può fare perché gli organi necessari sono in lui atrofizzati; i pesci respirano nell’acqua perché sanno nuotare e ci vivono. Possono perciò respirare nell’acqua.
Occupiamoci adesso dell’uomo e della sua respirazione. Vi ho già dato une descrizione di queste cose da un altro punto di vista; oggi le considereremo in modo che ne tiriate gran profitto. Per prima cosa la respirazione è un processo d’inspirazione. Inspirando preleviamo dell’aria che ci circonda e piú precisamente quello che è indispensabile alla nostra vita: l’ossigeno. L’ossigeno si diffonde poi nell’insieme del nostro corpo ed è in tutto il nostro corpo che si trovano, o dovrei piuttosto dire nuotano, volano, delle piccole particelle di carbonio.
Vedete, il carbonio che abbiamo in noi, lo trovate ugualmente in natura, dove si presenta sotto forme differenti. Come sapete, il carbonio si trova prima di tutto nel carbone. Ma lo si trova anche in ogni pianta, che è costituita da carbonio unito ad acqua, ma di cui il componente principale è il carbonio. Quando avete una matita che contiene della grafite, scrivete con del carbonio. E per finire, il diamante, pietra cosí preziosa, è anch’esso del carbonio. Il diamante è un carbonio diafano, mentre il carbone è un carbonio opaco. È curioso trovare in natura due cose che contengono la stessa sostanza di cui una, il carbone, ha un aspetto senza interesse e privo di bellezza, mentre l’altra, il diamante, rappresenta qualcosa di particolarmente prezioso, specie quando ha la taglia di quello che si trova nella corona d’Inghilterra; si tratta della stessa cosa, ma sotto un’altra forma. Dunque, in noi abbiamo le piú diverse forme di carbonio.
Inspiriamo dunque l’ossigeno. Esso si spande in tutte le parti del nostro corpo e si combina con il carbonio dando origine a un gas, l’anidride carbonica, combinazione d’ossigeno e di carbonio. Espiriamo in seguito questo gas. Cosí che, per attivare il nostro corpo nel mondo esterno, la nostra vita consiste davvero nell’inspirare ossigeno ed espirare anidride carbonica.
Questo può portarci a immaginare la seguente cosa: se noi inspirassimo solo dell’ossigeno puro, avremmo bisogno di una quantità illimitata di carbonio, e l’anidride carbonica resterebbe in noi.
Sí, dovrebbe essere cosí, saremmo costantemente gonfiati con l’inalazione e diventeremmo enormi come la Terra stessa. Potremmo cosí solo inspirare, avere come un unico cavo gigante per una inspirazione continua. In realtà, non abbiamo tanto carbonio. Esso deve essere rinnovato costantemente. Abbiamo bisogno d’espirare e ricostituire del carbonio. Non potremmo vivere se non espirassimo. E questa anidride carbonica che fabbrichiamo è la morte.
Possiamo dire che l’ossigeno rappresenta per noi la vita, mentre l’anidride carbonica rappresenta la morte. Per esempio, se riempiste questa stanza di anidride carbonica e poi entraste, morireste. Siamo sempre nell’alternativa tra l’aria di vita che inspiriamo e quella di morte che espiriamo. I processi di vita e di morte sono costantemente presenti in noi. È interessante adesso vedere come questi processi di vita e di morte penetrano nell’uomo. Affinché lo comprendiate, attirerò la vostra attenzione sul fatto che la natura alberga ovunque dei minuscoli esseri viventi, ne avete già sentito parlare, che sono i batteri, i batteri. Appena vi muovete, siete circondati da innumerevoli creaturine viventi che volano ovunque.
Prelevate un muscolo qualsiasi da un animale ed esaminatelo: ci vive un numero incalcolabile di esserini viventi. Ebbene, questi esserini di cui vi ho già parlato hanno la proprietà di moltiplicarsi in maniera considerevole. Di questi microrganismi, soprattutto dei piú minuscoli, ne basta uno solo perché ne sorgano milioni: aumentano considerevolmente. Su questo si basano le cosiddette malattie infettive. Non che la malattia sia causata da queste piccolissime creature, ma quando c’è qualcosa di ammalato in noi, questi microrganismi si sentono a loro agio. I microrganismi si sentono bene in un organo indebolito, come una pianta nel letame. Se la prendono comoda, ci stanno bene. Colui che afferma che le malattie provengono da questi microrganismi e dice, per esempio, che l’influenza viene dal batterio dell’influenza ecc., è senza dubbio altrettanto intelligente di chi dicesse che sono le rane che gracidano a far piovere. Beninteso, quando arriva la pioggia, le rane si mettono a gracidare perché la sentono, perché sono nell’acqua e l’acqua è stimolata a causa della pioggia. Ma le rane non fanno piovere. E i batteri non fanno venire l’influenza, ma si trovano là, dove c’è l’influenza, come le rane che, come per mistero, escono quando arriva la pioggia.
Comunque, non si può dire che l’esame dei batteri non serva a niente. Serve per sapere che l’uomo è esposto alla malattia, come si sa che le rane gracidano quando piove. Non si può buttar via l’acqua sporca del bagno con il bambino dentro e dire cioè che è inutile esaminare i batteri. Ma d’altra parte bisogna sapere che i batteri non sono causa di malattia. Del resto non si spiegheranno mai bene le cose contentandosi di dire: esiste il batterio dell’influenza, il batterio del colera ecc. Questa spiegazione è una soluzione facile per le persone che non vogliono esaminare le reali cause della malattia.
Dunque, se prendete tali batteri, questi microrganismi e li togliete dal luogo dove si trovano, essi non possono piú vivere. Per esempio, non è possibile estrarre un batterio del colera dall’intestino umano e farlo vivere da qualche altra parte in condizioni qualsiasi. Non potete. Esso può vivere solo nell’intestino umano o in quello di una cavia ecc. Per vivere, questi microrganismi hanno bisogno di un certo ambiente. Quale ne è la ragione? In effetti è importantissimo che questi microrganismi vivano in un ambiente determinato. Vedete, per esempio, nell’esatto momento in cui il batterio del colera soggiorna nell’intestino umano, diciamo che la forza di gravità ha su di lui un’influenza minore di quando si trova all’esterno; la gravità della Terra distrugge infatti il batterio del colera appena esso è fuori dal suo elemento.
Ora, anche l’uomo è uno di questi minuscoli e innumerevoli esseri viventi quando incomincia a vivere. In quanto ovulo, in quanto germe, l’essere umano è effettivamente un esserino vivente minuscolo.
E adesso signori arriviamo a un capitolo molto importante. Prendiamo il batterio del colera e paragoniamolo all’essere umano. Questo batterio del colera ha dunque bisogno dell’intestino umano per vivere. Tutti questi batteri devono vivere là dove sono al riparo dalla Terra.
Cosa significa dunque essere protetti dalla Terra? Significa che su loro agisce qualcosa d’altro. È la Luna che agisce su tutti questi esseri viventi, anche se può apparire strano attribuire tali effetti alla luce della Luna, che varia continuamente. Pertanto, questi esseri viventi devono essere protetti per potersi dedicare al cosmo, all’universo, e particolarmente all’influenza lunare.
Durante il primissimo stadio, anche il germe umano sottostà all’influenza lunare. Le è sottoposto anche prima della fecondazione dal seme maschile. Se volete, si può paragonare il modo di vita del germe umano nel ventre della donna al modo di vita del batterio del colera all’interno dell’intestino; in un primo tempo il germe è protetto. Ma l’organismo della donna è costituito in modo che la protezione del germe esiste solo durante il primo stadio. Nell’istante in cui esso progredisce troppo nel corpo, non è piú protetto: allora è la Terra che agisce su di lui. Questo è un fatto molto interessante.
Le donne hanno l’ovulazione ogni quattro settimane. In un primo tempo e durante un tempo molto corto, il germe è sottoposto all’influenza lunare; allora è protetto. L’organismo femminile è cosí fatto, che espelle questo germe durante il ciclo mestruale. In quel momento il germe entra sotto l’influenza della Terra e questo lo distrugge.
L’organismo umano è cosí meravigliosamente fatto che si contrappone ai germi, a quelli del colera per esempio. Questi restano nell’intestino. Stanno attenti a non allontanarsi. Quando sono abbandonati a loro stessi, restano là dove possono essere protetti dall’influenza della Terra. Anche il germe umano comincia con l’essere al riparo dell’influenza della Terra nel grembo della donna, ma dopo deve penetrare nella sua circolazione sanguigna e uscendo all’esterno si trova sotto l’influenza della gravità. È annientato ogni volta che interviene il ciclo mestruale della donna, che a sua volta è in relazione con il ciclo lunare. Si può ben vedere come questo principio sia in rapporto con il ciclo lunare. Ogni volta che il ciclo ritorna, un germe umano è annientato. Ma non è ancora un vero germe umano, per questo bisogna che sia preservato prima di essere annientato, e questo avviene con la fecondazione.
Cosa succede dunque con l’inseminazione? Il germe, che altrimenti sarebbe distrutto se fosse semplicemente abbandonato all’influenza della Terra, con la fecondazione è avvolto da una sostanza molto sottile di natura eterica, che lo mette al riparo dalla Terra, può cosí maturare nel corpo materno; capite dunque che la fecondazione ha per scopo di proteggere il germe umano dalle forze terrestri. Ogni volta che c’è fecondazione, un germe umano sfugge cosí alla distruzione da parte delle forze terrestri. Ma quello che è annientato nel germe non fecondato, si fonde nella natura. Naturalmente non scompare, ma si dissolve nella natura. Ma affinché le cose continuino ad andare per il verso giusto i germi non sono utilizzabili in tutto l’ambiente terrestre.
Vedete, la vostra attenzione può essere attirata su qualcosa di cui gli uomini si accorgono raramente. Facciamo astrazione dall’uomo e consideriamo solo le aringhe nel mare. Queste depongono milioni e milioni di uova. Solo una piccola quantità di queste uova sono fecondate. Quelle fecondate sono protette dall’influenza della Terra. Quelle che non lo sono – per l’uomo avviene in modo un po’ diverso dato che non è un’aringa – tutte quelle uova di aringa deposte nel mare sono sottratte all’influenza terrestre evaporando in qualche modo. Prendete le aringhe, tutti gli altri pesci e gli altri animali e aggiungetevi gli uomini e vi direte allora: il mio sguardo cade su qualcosa che si eleva costantemente dalla Terra verso lo spazio cosmico. Sí signori, le evaporazioni non si elevano soltanto dall’acqua, ma anche dalla Terra, e provengono costantemente dai germi non fecondati che si dissolvono nello spazio cosmico. Avvengono di conseguenza molte piú cose nello spazio cosmico di quanto immagina la scienza materialista.
Se si potessero percepire tali cose e vivessimo ad esempio su Venere, le emanazioni che si elevano verso l’alto dalla Terra susciterebbero poco interesse, perché ricadono subito sotto forma di pioggia. Ma ciò che è in continua ascesa nell’Universo, cosí come ve l’ho descritto, sarebbe percepito da lassú come una luce di un giallo verdastro: simili cose, viste da lontano, assomigliano ad una luce giallo-verdastra. Vi accorgete dunque che la luce è emessa dalla vita di qualsiasi corpo del cosmo. Si è dunque portati a dire che anche il sole non è un corpo fisico come lo rappresenta la scienza fisica materialista, ma che alberga una vita ben piú grande e piú importante. E tutto accade come ve l’ho precedentemente detto: tutto quello che emette luce dev’essere fecondato, nello stesso modo il Sole ha bisogno di essere fecondato per poter irraggiare la luce con la sua vita.
Noi però presentiamo questa differenza: quando un essere umano non è fecondato, va nello spazio ed evapora; quando è fecondato, resta un certo tempo sulla Terra.
Tale processo è simile all’inspirazione e all’espirazione. Se non facessi che espirare, darei completamente il mio essere allo spazio cosmico, come l’ovulo umano è dato allo spazio cosmico quando non è fecondato. Notate com’è curioso: voi espirate e la vostra anidride carbonica è contenuta nell’aria che espirate. Afferrate la finezza di tutto questo. Pensate che oggi avete forse nel vostro alluce una piccola quantità di carbonio. Inspirate: l’ossigeno si spande in voi. La piccola quantità di carbonio che oggi si trova nel vostro alluce si combina con questo ossigeno, esce sotto forma di anidride carbonica e domani quella piccola quantità di carbonio si troverà nel mondo a migliaia di chilometri da voi. È proprio cosí. Durante tutta la sua vita l’uomo ha continuamente in sé quello che ha un germe umano fecondato. Se noi espirassimo senza mai inspirare, moriremo continuamente, ci dissolveremmo nello spazio. Non moriamo perché ci proteggiamo inspirando. Ogni volta che inspiriamo, ci proteggiamo dalla morte.
Vedete dunque che il bambino che è ancora nel corpo materno proviene da un germe umano fecondato. Là è al riparo da ogni dissoluzione. Matura nel grembo di sua madre. Ma, come si dice, il suo primo respiro dell’aria esterna è quando vede la luce del giorno. Al momento del parto, quando sta nascendo, il bambino fa il primo respiro. Il bambino respira per la prima volta al momento in cui viene al mondo. Prima prendeva l’ossigeno dal corpo della madre. È allora che interviene qualcosa del tutto particolare: l’uomo riceve per la prima volta dal mondo esteriore la possibilità di vivere, perché non può vivere senza ossigeno. Ma finché vive nel corpo materno può tuttavia vivere senza ricevere ossigeno dal mondo esteriore. Deve prenderlo dal corpo di sua madre.
Possiamo dunque dire che l’uomo trasforma tutto il suo processo vitale dal momento che lascia il corpo di sua madre e fa la sua apparizione sulla Terra. Succede qualcosa di nuovo in tutto il suo processo vitale. Mentre prima poteva procurarsi indirettamente l’ossigeno dal corpo di sua madre, adesso lo deve assorbire dall’esterno. Conoscete forse una macchina al mondo capace di scaldare una volta in un modo e un’altra in un altro? Durante nove mesi, o dieci se lunari, viviamo nel corpo della madre prima d’arrivare sulla Terra. Riceviamo quello che ci dà la vita in modo del tutto diverso quando abbiamo emesso il primo respiro.
Continueremo adesso a fare altre considerazioni che sono in rapporto al nostro soggetto al quale ritorneremo poi in seguito. Immaginate un po’ che il vostro sonno sia leggermente disturbato. Vi deve essere capitato di svegliarvi turbati da un sogno spaventoso. Vi deve essere già capitato di svegliarvi dopo un sogno nel quale, rientrando a casa vostra, la trovavate chiusa a chiave e non potevate piú entrarvi. Ma eravate attesi all’interno di quella casa. Volevate precipitarvi dentro e vi affannavate per aprire quella porta. Avete certamente vissuto questo genere di cose. È possibile attraversare simili stati d’angoscia nel corso di un sogno.
Se si esamina quello che succede veramente nell’uomo quando fa simili incubi, si scopre invariabilmente che esiste in lui un problema del respiro. È perfino possibile provocare simili incubi in modo sperimentale. Prendete un fazzoletto e tappatevi la bocca o il naso e farete i piú begli incubi del mondo – cioè non che siano belli in sé, ma belli in quanto tali – semplicemente perché non potete piú respirare normalmente. Curioso costatare che la presenza di incubi sia legata all’inspirazione e all’espirazione, cioè all’ossigeno e al carbonio! Ne risulta che, dal punto di vista psichico, viviamo nell’aria. Non si può dire che dal punto di vista psichico viviamo nei muscoli o nelle ossa, noi viviamo nell’aria. E in un certo modo il nostro spirito stesso sta dentro di noi contemporaneamente all’aria che inspiriamo ed espiriamo. È cosí. Possiamo dunque dire che lo spirito galleggia l’aria nella quale sta dopo che il bambino ha respirato per la prima volta. Prima il bambino assorbiva l’ossigeno in un altro modo.
Studieremo un po’ da dove l’uomo prende l’ossigeno prima della sua nascita. Allora non si può parlare di respirazione. Propriamente parlando, non c’è respirazione finché l’essere umano è nel grembo materno, tutto avviene attraverso i succhi organici che circolano. Vasi sanguigni di ogni genere vanno dal corpo della madre nell’embrione, nel germe umano, vasi sanguigni che saranno poi strappati e nei quali circola l’ossigeno insieme ai succhi organici nutritivi. Di conseguenza, dalla nascita l’essere umano fa passare il suo principio vitale dal liquido, dall’elemento acquoso, a quello dell’aria. Quando nasce, l’essere umano fa uscire dunque il principio vitale che era suo prima della nascita dall’elemento “acqua” per farlo passare in quello “aria”.
Potete dedurne che, prima di essere fecondato, l’essere umano è un essere che non è assolutamente fatto per la Terra, proprio come i batteri. In primis l’essere umano è una creatura che non è proprio fatta per la Terra; in seguito, è al riparo dalle forze terrestri e può continuare il suo sviluppo nel grembo di sua madre; ma poi, quando nasce veramente, e quindi esce dall’utero, non è piú riparato dal corpo protettivo materno, che ha lasciato, ed è ormai esposto alle forze terrestri. Può sopravvivere solo perché si abitua ad esercitare un’attività che gli permette di vivere nell’aria. Durante tutta la sua vita terrestre si protegge da solo dalle forze telluriche vivendo non con la Terra ma con l’aria.
Pensate un po’ cosa accadrebbe se doveste vivere con la Terra! Quando vi pesate, avete un certo peso a seconda che siete grosso o magro. Dovreste continuamente usare il vostro cuoio capelluto per sollevare e trascinare la vostra persona, tutto il vostro peso. Sarebbe proprio un bel rimorchio! Invece, non sentite assolutamente l’influenza che la gravità esercita su di voi. Portate realmente la vostra persona, ma non ve ne rendete conto. Perché? Perché la respirazione vi protegge dalla gravità visto che la vostra vita psichica non è affatto nel vostro corpo fisico materiale ma nella vostra respirazione.
Vedete adesso che vi è facile d’indovinare perché la scienza materialista non trova l’anima; la scienza materialista cerca l’anima nel corpo, che è pesante; praticando l’autopsia essa si dà da fare su un corpo che non respira piú, che è già morto. Non rischia affatto di trovare l’anima, essa non vi si trova. La scienza materialista potrebbe trovare l’anima soltanto se, per spostarci nel mondo, dovessimo portarci da soli e sudare terribilmente mentre ci trasciniamo. In questo caso avrebbe un senso cercare l’anima come lo fa la scienza materialista. Ma cosí non ha nessun senso. Dobbiamo sudare ben per altro che per trascinarci. Perché, una volta lasciato il corpo materno, la nostra vita non si svolge negli elementi solidi del nostro corpo; essi costituiscono solo il dieci per cento di quello che siamo. Non viviamo nemmeno nella nostra acqua; le diamo vita. In realtà, con l’anima viviamo nel respiro.
Ebbene signori, adesso farete con me un ragionamento di una estrema importanza per l’epoca in cui viviamo. Prendiamo per esempio questo embrione umano. I tratti rossi designano quello che è solido e i gialli quello che è liquido. Una parte vive nel liquido, ed è circondata tutto intorno. Prendiamo il momento della sua nascita, che fa di lui un vero essere umano. Adesso inspira l’aria grazie ai suoi polmoni, poi la espira attraverso il naso. È qualcosa che potete – come si dice – toccare con mano; una volta che l’essere umano è nato, una volta che egli è presente, la sua vita psichica risiede nella sua funzione respiratoria. Finché è nel corpo materno, egli vive in un ambiente umido, nell’acqua. Dalla sua nascita, l’essere umano passa dall’acqua nell’aria. E quello che in noi vive quando siamo sulla Terra sotto forma di esseri umani, può unicamente vivere nell’aria. Cercate di immergervi nell’acqua e di continuare a vivere! Bisogna che sappiate nuotare per uscirne appena possibile, altrimenti bisognerà che qualcuno vi ripeschi, perché se vi tuffate nell’acqua non potrete viverci; gli uomini terrestri, come voi siete, possono vivere solo nell’aria, non possono vivere nell’acqua. Tuttavia, prima della nascita vivevate nell’acqua. Fino alla terza settimana, per poter vivere nell’acqua assomigliavate a un pesciolino. Vivevate nell’acqua. La Terra non vi permette di vivere nell’acqua. Prima della nascita però, vivevate nell’acqua. Cosa significa? Significa che la vostra vita non può venire dalla Terra, essa deve venire dal di fuori della Terra, perché la Terra non vi permette di vivere. Anche dopo la nascita, l’essere umano deve staccarsi dalla Terra e unirsi all’aria per poter vivere.
Dovete dunque vivere nell’acqua fino alla vostra nascita. La vostra vita non può di conseguenza venire dalla Terra. La Terra non può darvi la vita. E la vita psichica che avete sulla Terra non può esservi data da essa. Per questo, bisognerebbe che foste un piccolo fantasma che sa già respirare. Ma i fantasmi non respirano. È dunque impossibile che la Terra vi dia la vostra vita, la vostra vita psichica. Questa viene dunque dall’esterno della Terra. Chiunque comprenda come la vita si trovi nelle funzioni respiratorie, e come essa si presenti già nel bambino mentre è ancora nel corpo materno, dove si svolge nell’acqua, comprende immediatamente che questa vita che s’immerge nel germe materno proviene dal Mondo spirituale.
Però accade che la gente qualifichi una tale osservazione come non scientifica. Ma anche se si hanno conoscenze scientifiche approfondite, ci si rende conto che quanto realizzato da quei signori nel campo delle scienze è da lungi molto meno logico di quello che vi ho detto. Perché quello che vi ho detto è assolutamente logico. Disgraziatamente l’attuale tendenza nella scuola è di educare i bambini in modo che piú tardi non rischino di sentire una simile cosa, o se lo sentono da qualche parte, al massimo dicano: colui che parla cosí è un pazzo, perché abbiamo imparato a scuola come tutto si sviluppi a partire dal germe umano. Ma come l’hanno appreso? L’hanno appreso come se si volesse far imparare a qualcuno che una testa umana si sviluppa a partire da un cavolo. Nel corso di una vita il germe umano, con tutta la sua attività umana, non può creare da sé un essere umano, cosí come un cavolo non può creare una testa umana. Ai bambini che vanno a scuola s’insegnano delle cose che non stanno in piedi.
Non è la prima volta che vi faccio un tale esempio. Ecco cosa s’insegna ai bambini piú piccoli dicendo loro: ci fu un tempo in cui la Terra e il Sole erano un’immensa nebulosa. Ben inteso, se questa nebulosa fosse stata immobile non si sarebbe prodotto nulla. Per questa ragione si dice che essa gira; che gira rapidamente. E girando rapidamente perde progressivamente parte del suo spessore; se ne staccano diversi pezzi e al centro resta un corpo circolare. Ai bambini si mostra questo e si dice loro che è possibile riprodurre tale fenomeno – si prende un piccolo disco di cartone che si è forato con un ago e si versa una piccola goccia d’olio in un bicchiere riempito d’acqua. Questa goccia d’olio galleggia in superficie. Si fa allora girare il disco, la goccia d’olio entra in movimento, in rotazione, e se ne staccano tante piccole goccioline, mentre la grossa goccia d’olio resta nel centro. È un piccolo sistema planetario provvisto di un sole. Dicono allora: vedete bene, cari bambini, che questo può essere riprodotto in scala ridotta. Si crede dunque d’aver perfettamente spiegato che c’era una volta una nebulosa, che essa ruotava, che se ne staccarono progressivamente dei corpi cosmici e che al centro ne restò il piú grande.
Ma, signori, non dimentichiamo l’essenziale. Perché quella goccia d’olio gira? Perché c’è là un maestro per farla girare. La presenza nell’universo di un maestro di scuola gigante, seduto su una sedia e che fa girare, è dunque necessaria affinché i pianeti possano separarsi. L’insegnare tutto questo dall’inizio ai bambini che vanno a scuola farà sí, signori, che diventino delle persone “intelligenti”: di colui che cerca la logica e dubita della cosa diranno piú tardi: ma è un visionario, un pazzo, perché noi già a scuola abbiamo imparato come è nato il mondo!
Vedete, se si riflette bene, tali pensieri non sono una realtà vivente, non lo sono per niente. Questa nebulosa che un giorno fu immaginata da Kant e Laplace non ha niente di una realtà vivente; è stupido credere alla realtà vivente di nebulose che ruotano! Perché l’unica ragione che lo fa dire è che, guardando lo spazio cosmico con l’aiuto di un telescopio, sembra che si possano distinguere delle spirali nebulose. Certo che esistono nello spazio delle spirali nebulose, questo è esatto. Ma chi lo fa sapendo che affermare che tale spirale nebulosa era una volta il nostro sistema solare perché si è potuto osservarne la presenza grazie al telescopio, è pressappoco altrettanto intelligente che prendere per una nube di polvere uno sciame di zanzare scorte in lontananza; è certo possibile prendere una nube di zanzare per una nube di polvere, ma si dimentica semplicemente che la nube di zanzare è vivente, mentre una nube di polvere è morta. La spirale nebulosa è giustamente vivente nello spazio, essa contiene la vita. Anche il sistema solare aveva una vita in sé, tutta la sua spiritualità in lui. E quella spiritualità agisce ancora oggi. Quando il germe umano è protetto dalla fecondazione all’interno della madre, quel germe umano al riparo può allora unirsi allo spirito umano.
La forza di gravità si fa un po’ sentire, per il fatto che le differenti sostanze che ci compongono le sono sottoposte, soltanto man mano che invecchiamo. Pensate un momento alla gamba di un uomo che ha una digestione un po’ difficile: ne risulta che il processo vitale non si svolge normalmente. Allora, nei suoi muscoli, si formano dei piccoli corpi solidi. Questi sono dunque riempiti da piccoli corpi solidi, simili a minuscoli calcoli renali, e provocano la gotta. È in questo momento che cominciamo a notare la forza di gravità.
Negli uomini in buona salute, il cui corpo è percorso in maniera vivificante dall’ossigeno grazie alla respirazione, non c’è formazione di tali calcoli delle vie urinarie e neanche il rischio della gotta. È soltanto quando l’ossigeno non percorre il corpo in modo abbastanza vivificante e che si assorbe male il carbonio che si manifesta la gotta. Quando l’ossigeno non percorre bene il corpo, il carbonio provoca tutta una serie di disturbi e delle minuscole scorie si trovano allora ovunque nei nostri vasi sanguigni. E quando ci muoviamo sentiamo ormai l’influenza della Terra. Bisogna giustamente proteggersene. Possiamo vivere solo perché ci proteggiamo continuamente dalla Terra e dalle sue influenze sulla respirazione. È perché siamo continuamente al riparo delle sue influenze che la Terra non ci è nociva. Se fossimo esposti sempre alla Terra, saremmo sempre ammalati. Questo è molto curioso.
Vedete, alla metà del XIX secolo, all’epoca in cui le scienze ottenevano grandi successi materialisti, si era completamente sbalorditi da quello che succedeva sulla Terra e si volle spiegare tutto. Fra i tanti, c’era un certo Moleschott, materialista particolarmente fanatico, soprannominato “il grasso funzionario di Ginevra”. Lui e gli altri erano persone molto intelligenti. Hanno liberato l’umanità da molte cose. Non c’è niente da ridire sul loro conto e si può perfino lodarli. Ma si sono completamente impantanati nei loro progressi scientifici, che spiegavano l’uomo come se dipendesse dalle sole influenze terrestri. Dimenticavano una cosa: un uomo sottoposto alle influenze terrestri comincia con il diventare nervoso, poi si ammala. La salute dell’uomo è dovuta precisamente al fatto che è continuamente protetto dalle influenze terrestri.
Tuttavia queste influenze terrestri si abbattono progressivamente su di lui. Come si manifestano? Queste influenze terrestri si manifestano nell’uomo perché quest’ultimo non conosce piú bene l’arte del ben respirare. Disimpara progressivamente a respirare bene. E quando ha totalmente disimparato a respirare, non è piú capace d’inspirare bene e si ritrova nello stato in cui era prima di essere fecondato. Si dissolve nell’etere del mondo e ritorna al mondo da cui è venuto. Ritorna nel mondo da cui è venuto contemporaneamente all’ultimo respiro. Colui che capisce bene cos’è la respirazione, comprende ugualmente cosa sono la nascita e la morte. E, giustamente, tutta la scienza moderna non sa respirare nel modo giusto.
Ho dunque tentato di far un po’ di luce sul modo in cui l’essere umano impara a vivere con il mondo attraverso l’ovulo femminile e attraverso la fecondazione maschile, a vivere lui stesso sulla Terra durante un certo tempo per poi ritornare allo stato in cui, a sua volta, può vivere da solo al di fuori della Terra. A poco a poco vi siete fatti un’idea della nascita e della morte e incominciate adesso a farvi una giusta rappresentazione di cos’è psichicamente un essere umano, che non nasce e non muore, ma viene dall’esterno, s’unisce al germe della madre e poi ritorna all’esterno della Terra, nel Mondo spirituale. Oggi è necessario comprendere, soprattutto per chi studia seriamente le scienze, che lo Spirito è immortale e che esso non è sottoposto né alla nascita né alla morte. Sapere questo è oggi indispensabile all’umanità. L’umanità ha avuto per secoli e millenni la fede nell’immortalità e oggi le è impossibile conservarla perché le si dicono ogni specie di cose che svaniscono, non resistono davanti alle scienze. Bisogna acquistare coscientemente quello a cui si deve credere oggi. Come io faccio in queste conferenze, partendo dalle scienze, bisogna imparare ad afferrare da sé cos’è lo spirituale. Questo è il compito che si è dato il Goetheanum e piú generalmente l’antroposofia: afferrare in modo giusto cos’è lo spirituale partendo dalle scienze.
Vedete signori, è terribilmente difficile abituare le persone ad afferrare idee nuove. In questo momento stiamo attraversando il periodo del Natale. Gli uomini potrebbero dirsi: cerchiamo di afferrare in maniera nuova il modo in cui lo Spirito vive nella specie umana. Se gli uomini riflettessero nel modo con cui lo Spirito vive nella specie umana e cercassero nella scienza ciò che può essere ottenuto attraverso la conoscenza, avremmo allora delle idee nuove. Festeggeremmo anche il Natale in modo nuovo, come dovrebbe essere festeggiato nella nostra epoca. Invece le persone restano fedeli alla scienza, investigano solo ciò che è morto e perpetuano ciò che è vecchio e a cui non riescono piú a connettersi. Mi piacerebbe sapere che senso le persone possono ancora dare oggi al Natale, loro che per festeggiarlo si fanno oggi dei regali. Assolutamente alcun senso. Lo fanno per routine, per abitudine. E poi, vero, viene semplicemente insegnata una scienza che è onnipresente. Non si ammetterà mai che nelle scienze stesse c’è materia per arrivare a una conoscenza dello spirituale.
Oggi si potrebbe quindi dire: affinché il cristianesimo abbia ancora un senso, bisogna impegnarsi ad acquistare di nuovo una vera conoscenza dello Spirito. È l’unica possibilità per non perpetuare solo del vecchio. Qual è allora il senso della lettura tradizionale della Bibbia agli uomini in occasione delle feste? O meglio ancora, cosa significa la sola lettura della Bibbia ai bambini a scuola quando nello stesso tempo si afferma che una volta ruotava una nebulosa? La testa e il cuore entrano in totale contraddizione! Vedete, l’uomo disimpara veramente a essere un uomo sulla Terra, perché non si conosce proprio piú. È uno sciocco colui che crede che noi uomini sulla Terra consistiamo in ciò che ha un peso, unicamente nella persona che mettiamo sulla bilancia e pesiamo. Di quella persona, non abbiamo bisogno. È uno sciocco chi crede che siamo composti di sostanze materiali che hanno un peso. In realtà non ci rendiamo per nulla conto di quella persona, perché ce ne proteggiamo per non ammalarci. La guarigione dalla malattia consiste nel sopprimere l’influenza terrestre sul malato. Se rifletterete su questo, capirete ora che ogni guarigione si basa sul fatto che si sottrae di nuovo il paziente all’influenza terrestre. Non esiste possibilità di guarigione se non lo si sottrae alla Terra e alle sue influenze. Allora egli si mette a letto, si abbandona al suo peso e si lascia sostenere dal suo letto. Perché, essendo sdraiato, non deve fare lo sforzo di tenersi eretto in piedi.
Bene, in breve abbiamo da una parte le vecchie abitudini, dall’altra la scienza moderna che non informa per nulla l’uomo su quello che egli è in quanto uomo. Non ne può derivare niente di buono. E vedete, la guerra mondiale e tutte le conseguenze che subiamo ancora oggi non si sarebbe mai realizzata, se gli uomini avessero saputo qualcosa delle loro qualità umane. Ma non lo vogliono ancora sapere. Preferiscono riunirsi in congressi senza portare idee nuove e ripetendo sempre del vecchio. Non arrivano – e non arrivano da nessuna parte – a vedere dei nuovi pensieri. Perché le idee inestricabili che circolano dapprima nell’umanità diventano abitudini di vita e rappresentano oggigiorno il nostro ordine sociale. E non possiamo arrivare a qualcosa di nuovo nel mondo, senza sentire nella nostra interiorità cos’è veramente l’uomo.
In fondo, si tratta di questa rappresentazione che si fanno a Natale coloro che capiscono quello che vuole l’antroposofia. Natale deve ricordarci che bisogna far rinascere una scienza spirituale. Una tale scienza è il miglior essere spirituale che possa nascere. L’umanità ha bisogno del Natale. Altrimenti non le resterà altro da fare che conservare la croce del Cristo e gettar via il Cristo vivente. La scienza ordinaria si riduce effettivamente solo a una croce. Ma noi dobbiamo giustamente arrivare a quello che vive. È a questo che dobbiamo tendere.
Questo signori è ciò che volevo dirvi per chiudere quanto detto in precedenza. Vi auguro buone feste!
Rudolf Steiner
Conferenza tenuta agli operai del Goetheanum a Dornach il 23 dicembre 1922. O.O. N° 348 – Traduzione di Angiola Lagarde.