Passò cosí l’estate: la cicala
dissipando le ore celebrava
vita frivola e breve nella trama
del suo pensile regno, e s’inebriava
l’uomo legato a un’ala di farfalla
volteggiando tra iridi e vapori.
Inghiottito dal gorgo ricomparve
aggregandosi a sciami d’altre vele:
palpitarono prima di svanire
nell’oro fuso e tremulo del mare.
Martellando la riva, ci assediava
l’onda incalzante in impeti d’ariete,
un colpo dopo l’altro, poi la tregua
per riprendere lena e ritentare
la corsa vana e folle dell’assalto
rotta in trine di spuma evaporate
nell’ardore del sole, come sogni.
Io ti cercavo lungo l’arenile,
le mie orme seguivano le tue,
cancellate dai flutti le perdevo
per ritrovarle ancora piú profonde.
Allacciava l’amore sulla rena
la mia ombra fedele con la tua:
era cosí l’estate che passava.
Fulvio Di Lieto
Tratto da: La Musica dentro,
Edizioni Centro Letterario del Lazio, Roma 1988.
Di pubblico dominio.