Tante sono le città, i paesi e i borghi che hanno eletto come patrono l’Arcangelo Michele. Tra questi c’è la città di Cerveteri, nota nel mondo come centro dell’antica civiltà etrusca. Posta sul litorale a Nord della Capitale, era anticamente esposta a subire, come tutta la zona litoranea tirrenica, le incursioni dei feroci Saraceni.
Una di queste incursioni si svolse nell’anno 842, dopo che le orde violente e distruttrici avevano già devastato le chiese di San Pietro e di San Paolo a Roma, depredandole dei sacri arredi e profanandone gli altari e i tabernacoli.
Le loro navi, risalendo da Ostia e Civitavecchia, arrivarono in seguito sulle coste di Cerveteri. Appena sbarcati, i Saraceni furono però circondati da una fitta nebbia. L’unico modo per loro di orientarsi era il suono della campana della chiesa di San Michele “sub ripa iuxta Cerveterem”, che allertava la popolazione del pericolo incombente e li chiamava a rientrare dentro le mura.
Intervenne a quel punto l’Arcangelo Michele a protezione della cittadina, fermando col suo dito la campana, con grande meraviglia del campanaro.
L’improvviso silenzio confuse i Saraceni che, disorientati, si ritrovarono sulla costa, da dove ripresero il largo senza piú infierire sulla città.
L’impronta del dito dell’Arcangelo si racconta che rimase impressa sulla campana, purtroppo oggi sostituita da una moderna.
Da allora, con una processione solenne, grandi onori sono stati tributati ogni anno al divino Protettore dalla cittadinanza riconoscente.
Gemma Rosaria Arlana