«Un’essenza di luce incorporea si irradia non voluta dal centro (frontale): un punto in cui si esce dal male terrestre e si affiora nell’infinito, onde si permane intatti nella essenza della vita, pur essendo effusi nel suo manifestarsi. Si sa che si è nel segreto della forza di vita, mentre si è liberi rispetto alle sue modificazioni sensibili, potendosi ormai abbandonare l’individualità ordinaria al suo semplice e umano divenire, in cui riaffiora la segreta saggezza del corpo. Si è nella profondità trasparente dalla quale lo scenario umano è veduto nella sua interezza: il male perde il suo volto, perché si coglie il giuoco delle forze: si è al centro di esse. Si sente che non si può condannare alcuno, perché ciascuno tende nel profondo alla liberazione dell’altro anche attraverso l’illusorio moto dell’odio, soffrendo il suo male soltanto per amore dell’altro, senza saperlo, perché ignora che soltanto nell’altro è il proprio Io» (Tratto da M. Scaligero, La Via della Volontà Solare, Ed. Tilopa – Roma, 2003).
Mosaico di Otranto (1166): La mano di Dio benedice sia Caino che Abele, anche se Caino (vestito e quindi impuro) uccide Abele (nudo e quindi puro). Re Artú, vestito, tenta di entrare nel giardino dell’Eden a cavallo di un caprone, simbolo questo di forze demoniache del male, ma viene disarcionato dal gatto con gli stivali, simbolo di Giustizia, mentre Parsifal, nudo, l’eroe senza macchia e senza paura, è l’unico a scorgere la luce del Graal nella direzione dell’Eden. Infatti scavalca Artú in un volo mistico verso il Paradiso Terrestre (PARDES) mentre un angelo è intento a cacciare Adamo ed Eva dopo il Peccato Originale. Da notare che un saggio nudo, con grembiule e verga iniziatica a forma di Tau (simboli entrambi di maestria ed Iniziazione rituale e non rituale), diviene il vero custode della porta dell’Eden dove, secondo Dante: «Libero è qui da ogne alterazione».
A detta di Massimo Scaligero, perché il male perda il suo volto, una essenza di luce deve vibrare nel centro frontale tra le sopracciglia, dove le due componenti della OM sanscrita, ovvero dell’Alfa e dell’Omega (con il bindu a forma di occhio) devono ricongiungersi e vibrare all’unisono.
Riuscire a vedere dietro il velo dell’illusione, della Maya induista, per ricostruire la sonorità del Verbo-Logos, significa riscoprire il momento edenico primordiale, il sentiero del Graal, attraverso appropriate tecniche meditativo-rituali che necessitano di uno stato di purità e virtuosa santità, ma anche e soprattutto attraverso la nascita del SACRO AMORE non corrotto da elementi di brama e profuso dalla ricongiunta coppia primordiale formata dall’Eroe Solare (Parsifal) e dalla Vergine, ovvero dalla sposa originaria ritrovata. Chi si muove nella direzione del Graal come Parsifal è chiamato a ricomporre, attraverso le note vibranti dell’Alfa e dell’Omega, l’antica frattura edenica.
Ora volendo approfondire queste tematiche abbiamo due aspetti da affrontare, uno riguarda le tecniche meditative inerenti il Centro Frontale, l’altro riguarda l’impresa eroica del Graal sottesa dal Sacro Amore.
Il Centro Frontale
Nel loto a due petali, secondo la tradizione indú, è iscritto un triangolo bianco con il vertice in basso – simbolo della yoni – avente al centro un lingam anch’esso bianco detto Itara e sede di Paramashiva, cui è riferita la facoltà di scrutare oltre la dimensione del tempo, facoltà che implica il disincantamento delle forme spaziali. Il nome sanscrito è Ajna o terzo occhio, rappresenta il sesto chakra, detto della coscienza, del tempo e della luce. È collegato alla ghiandola pineale sensibile alla luce che produce la melatonina, ormone regolatore del ciclo del sonno. Il suo colore è l’indaco. La sua attivazione consente la sublimazione di tutte le energie negative (ire, brame), dissolve gli egoismi, i condizionamenti, le abitudini e tutte le identificazioni che conducono all’errore.
Secondo gli insegnamenti di Massimo Scaligero e del Maestro dei Nuovi Tempi, Rudolf Steiner, una corrente energetica non voluta, perché orientata direttamente dalle Gerarchie Superiori, può manifestarsi nel centro tra le sopracciglia dello sperimentatore impegnato negli esercizi spirituali e nella corretta liberazione del pensiero predialettico, facendo poi vivere in sé l’essenza del Christo-Logos. Siamo in presenza di una vera è propria Iniziazione alla maniera di Melchisedek cosí come recita il salmo 109:
Per un movimento convesso, nell’esperienza sottesa dal Sacro Amore, portandosi l’attenzione pura alla percezione del processo, di là dalla sensazione che le è ordinariamente congeniale, viene liberato l’elemento eterico-fisico dalla pressione senziente del corpo astrale, che a sua volta è svincolato grazie a tale movimento e tende ad animarsi della propria virtú e purezza originaria, essenzialmente androginica, onde questa ritorna operante nel centro frontale dove, come risulta chiaro dall’iconografia indú, agisce il suono primordiale dell’alfa e dell’omega.
In questo caso le Gerarchie superiori sono testimoni e custodi di quella zona di sicurezza dove nessun ostacolo può agire, una zona generata dalle vibrazioni eteriche dei rispettivi corpi eterici incorruttibili, dove la conoscenza proibita del bene e del male è risolta dal frutto dell’Albero della Vita.
Kether