Cosa nascondiamo col termine "mercato"

Inviato speciale

GWB@dailyhorrorchronicle.inf

2 ter. Dabliu

 

Proseguo nel mettere a disposizione dei lettori la corrispondenza via e-mail, procurata illegalmente, che il giovane diavolo Giunior W. Berlicche, inviato speciale per il «Daily Horror Chronicle» nel paludoso fronte terrestre, ha confidenzialmente indirizzato alla sua demoniaca collega Vermilingua, attualmente segretaria di redazione del prestigioso media deviato, all’indirizzo elettronico

 

Vermilingua@dailyhorrorchronicle.inf.

 

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Andrea di Furia

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Vedi “Premessa” 

 

www.larchetipo.com/2007/set07/premessa.pdf




 

Cosa nascondiamo col termine "mercato"

 

Carissima Vermilingua,

 

noto con soddisfazione il crescere del tuo interesse per la figura dell’attuale Presidente del Consiglio: che la tua tribú del malaffare mediatico si sbraccia a presentare come il salvatore della Patria e del sociale italiano di inizio terzo millennio. E vuoi sapere se le nostre caramellate caviucce si stanno ingenuamente bevendo tutto. La risposta è sí. Come sempre, avete fatto un ottimo lavoro.

 

Fallimento della Grecia

 

Mi domandi poi se c’è qualcuno che si ricorda quando, intervistato dal Wall Street Journal il 23 febbraio 2012, in qualità di Governatore della Banca Centrale Europea, sulla crisi economica della Grecia, dopo la seconda operazione di salvataggio, il nostro eroe disse: «Quello che si profila in Grecia è un nuovo mondo. …Il modello sociale europeo è morto».

 

No, stai tranquilla: nessuno se lo ricorda. Come nessuno si ricorda che lui, nel suo operato in Italia e all’estero, è sempre stato un paladino del libero Mercato, una delle piú brillanti élite dell’antisociale Società gassosa a predominio economico.

 

Il buffo è che le nostre brioscine animiche non si rendono neppure conto che è cambiato il contesto strutturale del sistema sociale: un po’ come se una parete bianca venisse improvvisamente pitturata di nero. È sempre la stessa parete, certo, ma il nero è il colore opposto al bianco.

 

Cosí, se il sistema sociale da liquido a predominio politico passi a gassoso a predominio economico, è sempre lo stesso sistema sociale unidimensionale squilibrato e antisociale, ma qualitativamente assistiamo a un vero e proprio ribaltamento epocale.

 

Ad esempio, se nella Società liquida l’aumento progressivo delle politiche sociali va a vantaggio dei piú deboli nella Comunità, nella Società gassosa il loro azzeramento progressivo va a vantaggio del Mercato. Mercato che non è la stessa cosa, nella Società liquida e nella Società gassosa. Infatti, nella prima è ciò che immaginiamo svolgersi nella piazza del Paese in cui domanda del Consumatore e offerta del Produttore si intercettano e si rapportano negli atti di compravendita. Nella seconda invece, il Mercato va immaginato come se l’acquirente, il Consumatore, fosse magicamente scomparso. Doppio-tiè!

 

Qui tutti sono considerati Produttori, Imprenditori di se stessi: anche il migrante sballottato sui gommoni, che ha pagato salato il proprio posto a sedere, è un capitalista di se stesso. Egli per le nostre libidinose élite neoliberiste della Società gassosa a traino economico ha investito su di sé, sul proprio capitale umano, in vista del raggiungimento di una posizione sociale migliore, della soddisfazione di un suo bisogno. Tiè!

 

Nella Società gassosa poi, nel loro attuale sistema antisociale (!) gestito dai tanti laboriosi affaristi, la Giustizia sociale è una parola vuota di contenuti. Bisogna piuttosto parlare di Mercato della giustizia: “Giusto è solo ciò che giova al Mercato!”.

 

La legislazione deve essere usata “matematicamente” per migliorare le condizioni di mercato: è il Mercato che plasma la legislazione, è la legislazione che facilita il Mercato. Questo anche domandandosi non (come nell’opposta Società liquida politica) se un’impresa che inquina danneggia la Comunità, ma fino a che punto si possa inquinare per non danneggiare il business dell’impresa.

 

Lo ha spiegato bene il nostro colossale tutor di macello-marketing al master in damnatio administration, parlando dei costi ambientali dell’inquinamento di un fiume o per i fumi delle ciminiere delle fabbriche: te lo copincollo dal mio inesauribile moleskine astrale.

 

Frantúmasquame: «Se assumiamo che l’effetto nocivo dell’inquinamento è di uccidere il pesce, la questione da decidere è: “È il valore del pesce perso maggiore o minore del prodotto che la contaminazione del fiume rende possibile?” …Lo scopo di tali regolamenti [ambientali] dovrebbe essere non di eliminare l’inquinamento da fumo, ma piuttosto assicurare la quantità ottimale di inquinamento da fumo, cioè la quantità che massimizza il valore della produzione”».

 

Fiamme dell’Inferno, Vermilingua. Non è entusiasmante? Pensa al calcolo intelligente dell’in­quinamento ottimale possibile in caso di malattie mortali nei bambini e di tare genetiche indotte dall’inquinamento da fumo di ciminiere!

 

Ma la stessa punibilità dei reati viene piegata al ragionamento costi-benefici economici. L’orien­tamento non è piú posto (come nell’opposta Società liquida politica) sul perseguire tutti i reati per difendere la Comunità, ma fino a che punto il costo di questo perseguire i reati vale l’investimento fatto negli apparati di giustizia. E il nostro megalitico tutor, in merito a ciò, è lapidario.

 

Frantúmasquame: «C’è una ragione decisiva per cui la società deve rinunciare all’applicazione “completa” della legge: applicare la legge è costoso».

 

Furto nel supermercato

 

Non fa una piega, Vermilingua. Ma al palestratissimo Ringhio (che manifestava una mancanza di comprensione immediata) dopo una vigorosa battuta di nerbate contropelo che non auguro al mio peggior nemico, il tutor spiegava che c’era lo stesso rapporto con i furti nei Supermercati: dimezzarli è facile con le strumentazioni necessarie; ridurli del 90% è molto piú costoso e puntare al 95% è proibitivo. A quel punto il valore della merce rubata è minore della spesa per impedirne il furto: tanto vale accettare una percentuale ottimale di furti …e incorporarne la perdita nei prezzi di vendita.

 

Dunque, nella Società gassosa a predominio economico sponsorizzata dai Chicago Boys di Draghignazzo tutto è sfrenatamente libero Mercato: del lavoro, della giustizia, anche dell’individuo che (come imprenditore di se stesso) ha la libertà di produrre e vendere tutto, persino se stesso come schiavo. Triplo-tiè!

 

E qual è, Vermilingua, la legge del libero Mercato? La competizione. Competizione però è un termine brutto, antipatico: meglio definirla concorrenza. Il risultato, però, non cambia: in entrambe c’è un vincitore e un perdente. Portati alle estreme conseguenze (slap, slap) abbiamo un Padrone e uno Schiavo. Estreme conseguenze schiavizzanti che nella precedente Società liquida politica venivano ostacolate dallo Stato in nome del principio di uguaglianza di fronte alla legge, ma poi solo mitigate (slap, slap) in un rapporto sempre di sottomissione: non di schiavitú, ma di sudditanza. Mai di uguaglianza!

 

Ora, non è che con questo lo Stato fosse migliore del Mercato che sta dominando la Società gassosa economica. Entrambe queste due strutture di sistema “a una dimensione sociale predominante sulle altre due” sono squilibrate, unilaterali e antisociali. E tra loro conflittuali: come, in un’auto­mobile, il sistema di trasmissione e il cambio… senza la mediazione armonizzante della frizione.

 

Conflitto che appare storicamente tuttora in corso su quel cerúleo bruscolino orbitante, anche se il vincitore di questa ulteriore competizione (il Mercato) è già saldamente all’opera per eliminare le ultime sacche di resistenza statale, dopo aver persuaso perfino i Partiti di sinistra. E qui, all’avan­guardia antisociale a livello mondiale s’è distinto Ràntolobiforcuto, il vicedirettore politico del nostro Daily Horror Chronicle.inf, che è anche l’illegittimo Spirito guida dell’Estremoccidente planetario.

 

Ti copincollo un suo intervento presso le élite economiche del suo Paese, iscritte sul libro paga animico della Furbonia University, su come azzerare l’intervento dello Stato. Qui risulta ben chiaro, leggendo tra le righe, come l’attuale legislazione fiscale sia nell’essenza l’impulso scatenante l’af­fermazione della Società gassosa economica sulla Società liquida politica. Un vero e proprio autogol di quest’ultima. Ri-tiè!

 

Ràntolobiforcuto: «Uno dei mezzi migliori è quello di togliergli l’ossigeno che gli dà vita: le tasse. Lo Stato, ente inutile, le spreca per sé ma anche per il welfare sociale. Un abominio! Le tasse vanno ridotte ai minimi termini proprio per questo specifico obiettivo. Lasciamo pure pensare agli orfani della Società liquida politica che le vogliamo ridurre per diventare ancora piú ricchi di quello che siamo, in realtà vogliamo togliere benzina al motore dello Stato: perché elimini tutto ciò che è attività di sostegno ai piú deboli, agli incapaci di sostenere il ritmo infernale della competizione. E tuttavia – come ingenuamente temono quei beccaccioni astrali nostalgici della Società liquida politica impulsata dai Malèfici custodi della Fanatic University – ci guarderemo bene dall’eliminarle del tutto! Anche ridotte ai minimi termini, infatti, poste su merci servizi e redditi le tasse aumentano costantemente l’inflazione. E con un potere d’acquisto del denaro sempre piú insufficiente giustifichiamo per l’eternità il bisogno sociale dei Signori del denaro quali siamo».

 

Dannazione, Vermilingua! Comprendi? Questo continuo bisogno (questo cerbero che si morde la coda) di sempre piú denaro, renderà inattaccabile la Società gassosa economica e, di conseguenza, i suoi gruppi dominanti e la loro voglia di schiavizzare tutti gli altri.

 

elemosina

 

E un mondo di schiavi questuanti denaro è proprio quello che ci serve per impedire l’odioso piano sociale degli Agenti del Nemico che, suggerendo di rilocalizzare la fiscalità statale dalle merci al denaro nel momento della sua circolazione: quando esce dalle tasche di chiunque (siano acquisti, depositi/ prestiti o doni) apre la strada alla libertà vocazionale della Persona nella dimensione Cultura; all’eguaglianza giuridica degli appartenenti alla Comunità nella dimensione Politica; alla fraternità circolare per la soddisfazione dei bisogni sul Territorio-ambiente nella dimensione Economia.

 

Vien persino il vomito a riportare questa dietrologia sociale tridimensionale armonica, aberrante e complottista, che non vuole lo Stato minimo al servizio del Mercato ma lo vuole autonomo dal Mercato: in un sistema sociale in cui autonomi (e non succubi o schiavi delle altre due dimensioni sociali) siano anche Scuola e Mercato. Sinergia di autonomie dimensionali fin qui mai realizzate a causa del predominio di una dimensione sulle altre due, e che si può concretizzare solo se il sistema sociale cambia struttura: se da unidimensionale antisociale squilibrato diventa tridimensionale sociale equilibrato; se da competitivo e conflittuale il rapporto tra le tre dimensioni sociali diventa, appunto, sinergico e armonico.

 

2 ter. Dabliu

 

Nella mia antitesi di laurea al master, Fr-égali-tè, mettevo in guardia da questa pericolosa deriva evolutiva delle nostre leccorníe emotive e specificavo che, con tutta l’involu­tiva tigna professionale che ci contraddistingue, noi Bramosi pastori della Furbonia la ostacoliamo, la ostacoliamo, la ostacoliamo!

 

Il tuo gassosissimo

 

Giunior Dabliu