Salute e malattia

Questione sociale

Salute e malattia

Vedete, una domanda come quella che avete fatto l’ultima volta è tale, che si ha bisogno di molte elementi se si vuole rispondere in modo esauriente. L’ultima volta ne abbiamo già raccolti molti, perché bisogna comprendere a fondo tutto ciò che riguarda la riproduzione degli esseri viventi e ciò che vi è connesso. Oggi impiegherò l’ora che abbiamo a disposizione per trattare questo argomento sotto tutto un altro aspetto.

 

Una cosa particolare ci può colpire oggi quando si legge un’osservazione come quella che un americano ha fatto l’altro giorno. Perché un americano ha notato, solo tramite le statistiche – che oggi sono l’argomento preferito e che sono sempre di piú praticate in America – che le persone che acquisiscono piú facilmente l’intelletto nascono sempre nei mesi invernali. Naturalmente non si deve interpretare la questione statisticamente, come se chiunque sia nato nei mesi estivi debba essere molto stupido, perché le statistiche si stabiliscono sempre su una maggioranza. Ma in ogni caso, questo americano ha fatto notare che, secondo le statistiche, dal mese di dicembre fino a marzo nascono le persone piú brillanti, cioè che diventano intelligenti piú tardi. In ogni caso, questo indica qualcosa che è difficile da studiare negli esseri umani, perché nell’uomo vi è, mescolata, ogni sorta di cose, ma mostra che gli esseri viventi in generale – e l’uomo è prima di tutto un essere vivente – dipendono in un certo senso dal corso dell’anno, da cui sono influenzati.

 

Cervelli lui e lei

 

Beh, cose come il messaggio di questo americano sorprendono oggi la gente, perché sa troppo poco sui processi reali della natura. Vorrei dire che a questo americano che fa tale osservazione, potrebbe forse accadere ciò che è successo una volta a un professore che lavorava studiando dei cervelli. Quel professore, avendo misurato quei cervelli, aveva fatto delle statistiche, scoprendo che il cervello delle donne è piú piccolo di quello degli uomini. Ne aveva concluso che, poiché a suo parere un piccolo cervello ha meno intelletto, tutte le donne hanno meno intelletto degli uomini. Quest’uomo era celebre. Era diventato famoso perché aveva scoperto che il cervello delle donne è piú piccolo di quello degli uomini. Beh, a volte agli uomini noti, essendo stati famosi in vita, si misura il cervello. E cosí il cervello di quest’uomo fu poi esaminato. Ed ecco che si era rivelato essere molto piú piccolo di tutti i cervelli femminili che aveva studiato!

 

Ora, pure se quell’americano non si è fatto scrupolo di affermare una cosa del genere, potrebbe risultare che egli sia nato in estate. Se è nato in estate, bisognerebbe allora dirsi che egli non sia particolarmente intelligente, proprio secondo la sua personale teoria. La sua teoria non può quindi essere molto preziosa. Ma vedete, dietro tutto questo si cela qualcosa. E questo qualcosa, se lo guardi nel modo giusto, a volte ti porta a cose piú importanti.

 

Oggi vorrei dirvi qualcosa che concerne anche la questione sollevata dal signor R. Vedete, le condizioni che esistono in relazione alla riproduzione possono davvero essere studiate solo negli animali e nelle piante, perché nell’uomo dipendono da cosí tanti altri fattori che non possono essere studiati adeguatamente. Se si considera solo quello che ho detto l’altro ieri, che gli esseri umani, sia donne che uomini, influenzano il loro sperma o ovulo bevendo, si capirà che da questo fatto dipendono cosí tante cose che non si può davvero studiare in modo giusto la riproduzione. Beh, gli animali hanno molto raramente la caratteristica di ubriacarsi. Quindi lí le condizioni rimangono molto piú pure, e si può studiare la questione molto piú chiaramente. Le cose piú importanti si presentano in realtà in modo tale che non c’è bisogno di sezionare gli animali se si vuole studiarli. Perché sezionando, non si scopre effettivamente granché.

 

Castoro

 

Prima voglio dirvi una cosa, che non si basa sulla dissezione, ma su certi risultati di uomini che non hanno lavorato secondo teorie, ma secondo la loro esperienza pratica e quello che dirò si riferisce ai castori che si trovano in Canada. I castori, che da noi si conoscono veramente solo negli zoo o impagliati, questi castori sono in realtà alquanto pesanti. Un castoro assomiglia davvero a questo, vero? Ha una testa piuttosto grossa verso la parte anteriore, il corpo è grassoccio, le zampe anteriori sono piuttosto spesse verso la parte posteriore e quelle posteriori sono palmate, in modo che possa nuotare (vedi disegno). La cosa piú strana che ha è la coda, là dietro, abbastanza piatta, che ricorda un attrezzo dall’aspetto molto artistico. Quello che ha dietro è veramente la sua opera d’arte! Le persone che hanno studiato il castoro non sanno perché il castoro abbia bisogno di questa coda. Cosí hanno inventato ogni genere di cose, ma che non sono vere.

 

Questo castoro è un animale molto strano. Quando si arriva a conoscere il castoro nella vita – e lo si vede nei nostri zoo – si dovrebbe dire che in realtà  è un animale straordinariamente flemmatico. È davvero cosí flemmatico, da non poter fare niente di buono. Si può attaccarlo, aggredirlo, non si difenderà. Non attacca mai, qualunque cosa si faccia. È una creatura molto flemmatica.

 

Bene, questi castori vivono soprattutto in zone dove ci sono o grandi paludi o fiumi non troppo lunghi, fiumi corti. Vivono là e in un modo molto particolare. I castori vivono cosí: quando arriva la primavera, il castoro sceglie un posto da qualche parte sulla riva vicino a un lago o a un fiume, scava una buca nel terreno e tutta l’estate vive da solo in questa tana come un vero eremita. Il castoro s’in­stalla, come un monaco flemmatico, per passare l’estate nella sua villa estiva. È una grotta che scava nella terra. Ma lo fa in completo eremitaggio.

 

Ora, quando arriva l’inverno – già quando arriva l’autunno – ma quando arriva l’inverno, questi castori escono dalle loro tane, si riuniscono in numero di due o trecento, si radunano con tutta la loro “flemmaticità” in una congregazione di due o trecento individui. Potete immaginare che in una tale comunità si trovino anche castori che fanno parte della stessa famiglia. Un castoro femmina ha concepito la sua tana da eremitaggio in modo da poter avere dei piccoli; in prossimità, il castoro scava la sua tana. E fondano la loro famiglia.

 

Prima di tutto, cercano in modo flemmatico un luogo adatto. Con il loro temperamento flemmatico per questi castori a volte è difficile sceglierlo: un gruppo sceglie un lago, per l’altro gruppo è meglio scegliere un fiume corto, e lo seguono fino a un punto che sembra loro particolarmente adatto ai propri scopi. E dopo aver esaminato il posto, si rimettono di nuovo in gruppo. Di solito intorno a laghi e fiumi ci sono alberi. E ora è molto strano: questo goffo castoro maldestro, diventa straordinariamente abile. Usa le sue zampe anteriori – non quelle posteriori, che hanno dita palmate che gli permettono di nuotare – ma usa le sue zampe anteriori molto piú abilmente di quanto gli umani usino qualsiasi strumento. E adopera i suoi incisivi appuntiti. E con i denti, sostenuto dalle sue zampe anteriori, morde ramoscelli e anche interi tronchi di alberi. Poi, quando un gruppo ha abbastanza ramoscelli e tronchi d’albero, trascinano tutto o nel lago o nel fiume che hanno scelto.

 

Ora, quelli che hanno spinto i loro tronchi nel lago, li spingono nel posto che hanno scelto. Quelli che hanno gettato i loro tronchi d’albero nel fiume sanno molto bene che il fiume li trasporta da solo, e guidano solo i tronchi in modo che non vadano dall’altro lato. E cosí dappertutto, fino alla riva del lago o al punto del fiume che hanno scelto, viene trasportata l’intera quantità tronchi.

 

diga castori

 

Quando vi arrivano, quelli che hanno scelto un lago e hanno portato i tronchi d’albero fino alla riva, cominciano subito a costruire. Quanto agli altri, che hanno scelto un fiume, non iniziano subito a costruire la tana, ma prima costruiscono una diga. Dispongono alcuni tronchi in questo modo e degli altri cosí; ma poi passano attraverso la parte posteriore in modo da formare una vera e propria rete. Li intrecciano, quindi formano un intreccio. Quando hanno costruito un tale muro, lo raddoppiano con un secondo. Continuano ad avere nuovi tronchi d’albero, e tutti insieme fanno un secondo muro. E cosí fanno un muro che a volte è spesso due metri, a volte anche di piú. E poi, vedete, siccome il fiume scorre, lo fermano lí: deve scorrere a monte, e loro hanno uno spazio libero piú giú. E solo quando hanno costruito questa diga dentro nel fiume, solo allora costruiscono la tana, in modo che il fiume scorra sopra di essa. Quando hanno raccolto abbastanza tronchi d’albero e la parete sembra loro abbastanza spessa, trascinano altro materiale, della terra, una specie di argilla, e con questa stuccano la parte posteriore e anteriore e il lato di qua e di là dal muro; costruiscono un muro come dei veri artigiani muratori. Ma coloro che hanno scelto il lago, non hanno bisogno di tutto questo e si astengono dal farlo.

 

Tana castori

 

Ora, quando questo muro viene eretto – per coloro che hanno scelto il lago avviene in un attimo – iniziano a costruire piccole tane dello stesso materiale. Sembrano davvero dei barili di argilla, ma sono vere e proprie casette. Costruiscono in modo tale che sembrano vimini. Sono cosí cementate che la poca acqua che entra non può danneggiarle. Beh, pensate a quanto intelligenti sono: una tana di castori non è mai costruita in un posto dove l’acqua del fiume può gelare. Sanno che l’acqua si gela solo in superficie; se si va abbastanza in profondità, che sia ferma o che scorra, l’acqua gela solo nella parte superiore. Ed è proprio qui che questi castori fanno la loro casa, dove l’acqua non gela mai per tutto l’inverno.

 

Ogni capanna ha due livelli; c’è un piano terra e in basso c’è l’ingresso. Lí possono correre e lassú hanno le loro scorte invernali. Trascinano dentro quello che hanno bisogno di mangiare come provviste per l’inverno. E quando hanno finito d’ammucchiare le loro provviste per l’inverno, allora una famiglia di castori s’installa in questa tana, restando sempre in prossimità degli altri. La famiglia di castori ora vive là, ma quando arriva di nuovo la primavera, si spostano nel loro singolo eremitaggio. Le scorte di cibo sono prese dal piano inferiore. Ed è in questo modo che la famiglia di castori va avanti. Come ho detto, quando arriva l’estate, cercano le loro tane solitarie. Ma in inverno sono insieme. Conducono la loro vita sociale in villaggi di castori in fondo ai laghi o in fondo ai fiumi, vicino alla diga che hanno costruito prima con straordinaria maestria.

 

Ora vedete, signori, da tutto quello che si può sapere anche sui castori degli zoo, essi fanno il lavoro solo con i loro denti e le zampe anteriori, mai con la coda. Non la usano affatto. Tuttavia, essa è formata in modo straordinario. Molte descrizioni dicono che il castoro lavora con la sua coda; ma a questo proposito ci si è sempre sbagliati. Non è vero. Le zampe anteriori e i denti del castoro sono cosí particolarmente fini e può usarli molto piú abilmente di quanto qualsiasi essere umano possa usare degli strumenti.

 

Come sapete, signori, la storia naturale distingue le piú diverse classi di animali: mammiferi, preda­tori, pipistrelli, ruminanti e cosí via. Tra i mammiferi ci sono i cosiddetti roditori. I roditori includono, per esempio il nostro coniglio. In realtà, secondo la sua struttura, il castoro appartiene ai roditori.

 

Ora troverete in ogni storia naturale, per esempio anche nel Brehm’s Natural History, per esempio, che i roditori sono i mammiferi piú stupidi, cosí che il castoro si trova annoverato tra i mammiferi piú stupidi. In realtà, si può dire che, soprattutto quando agisce come un singolo animale, mostra di essere un tipo terribilmente flemmatico. La sua flemma, il suo temperamento flemmatico è cosí grande che non sembra essere meno intelligente di ogni persona flemmatica in generale: è totalmente impassibile. Il castoro è dunque terribilmente stupido? Eppure egli fa tutto in modo straordinariamente intelligente! Cosí si può dire: i castori non sono davvero come Rosegger, per esempio, ha detto una volta. Rosegger non ha detto questo del castoro, ma dell’uomo:

 

Uno è un essere umano,

due sono persone;

se sono di piú, sono bestie.

 

Egli ritiene che quando molti sono insieme in una riunione, diventano stupidi. Questo è ciò che dice il poeta austriaco Rosegger. C’è qualcosa di molto vero: quando molti sono insieme, si confondo­no tra loro, danno l’impressione di stupidità, eppure ci sono delle persone molto intelligenti tra loro! Con i castori, si potrebbe dire che è il contrario: Uno solo è stupido, diversi sono un po’ piú intel­ligenti. E quando due o trecento sono riuniti insieme, quando si riuniscono in autunno, diventano molto intelligenti, diventano veri e propri architetti. Se noi umani non siamo esattamente inclini a trovare una bellezza speciale nella tana del castoro, questo dipende solo dal nostro gusto umano. Ma la dimo­ra del castoro appare veramente bella, cosí come il castoro stesso appare straordinariamente goffo.

 

Ora si può studiare molto per capire perché i castori sono particolarmente intelligenti quando sono tra di loro. C’è un importante indizio che ne salta fuori: quando arriva l’autunno, i castori si attivano. Ma durante il giorno non si vede davvero molto di questa attività. La costruzione della diga e del villaggio dei castori – perché si tratta davvero di un intero villaggio – avviene molto rapidamente, a volte sono finiti in pochi giorni. Si vedono lavorare molto poco quando li si guarda durante il giorno. Ma lavorano febbrilmente durante la notte. Cosí l’intelligenza del castoro viene confermata prima durante l’inverno e poi durante la notte. Abbiamo qui degli indizi su come bisogna studiare tutta la sua attività.

 

Sappiate che quando si vuole studiare, il primissimo principio è che non si dovrebbe pensare molto. Vi sembrerà strano, ma capirete presto cosa intendo. Pensare non rende una persona particolarmente intelligente. Quando si rimugina su qualcosa che si è osservato, di solito non viene fuori niente di intelligente. Quindi se si vogliono conoscere le cose del mondo, non si dovrebbe dare troppo peso al pensiero. Pensare non è la cosa piú importante. Si dovrebbe pensare quando i fatti lo richiedono, ma non si dovrebbe dedicare la propria attenzione principale all’osservare qualcosa e poi rimuginarci sopra per scoprire come va a finire la storia, ma piuttosto guardare altri fatti e confrontarli fra loro, per cercare una connessione. Piú rapporti si stabiliscono tra fatti differenti, piú s’impara per esempio a conoscere la natura. E quelle persone che hanno rimuginato sulla natura, in realtà non hanno scoperto nulla di significativo, a parte quello che già sapevano.

 

Nido di vespe

 

Quando uno si dà al materialismo, parla della natura materialmente, perché in realtà è già un materialista a priori. Non trova niente di nuovo. Se qualcuno parla idealisticamente della natura, lo fa perché è già un idealista. In realtà, si può sempre provare che attraverso la riflessione la gente trova solo quello a cui era già arrivata prima. Il pensiero corretto viene fuori solo quando ci si lascia semplicemente condurre dai fatti.

 

Ora, dopo questa storia dei castori, voglio presentarvi altri fatti, che vi metteranno immediatamente su una buona pista, non pensando, ma semplicemente confrontando i fatti. Vedete, l’ultima volta – l’altro ieri – ho accennato alle vespe, ho riportato una osservazione che Darwin ha fatto su di loro e vorrei sottolinearlo di nuovo oggi. Le vespe fanno nidi molto elaborati. E questi nidi non sono simili ai nidi d’ape perché, in primo luogo, le loro pare­ti non sono fatte di cera, ma di vera carta e, in secondo luogo, la storia è diversa per le api. Per certi nidi, per esempio, le vespe scavano prima un buco nella terra, poi costruiscono qualcosa che è come un alveare a forma di sacco. Questo è fatto in modo simile alla dimora del castoro, ma molto piú piccolo. È fatto mettendo insieme tanti tipi di pezzetti di legno dai piú piccoli e sottili e cosí via, o da qualsiasi cosa trovino e che elaborano e trasformano nel modo giusto, in modo da ottenere prima di tutto una specie di busta, una busta spessa a forma di sacco. E all’interno costruiscono i loro piccoli nidi di vespe. Costruiscono dei piani. I favi sono esagonali, co­me quelli delle api, e hanno il loro involucro di carta. Tali sono dunque i piani. Ci sono a volte molti piani uno sopra l’altro.

 

Beh, vedete, là dentro tutto è costruito con la carta. Questo involucro, questa borsa, non è fatta di carta, ma di una materia composta da ogni genere di cose, legnetti piú sottili o legni pregiati, che devono dividere di nuovo, è come una rete. Poi cementano tutto. Questo è ciò che è dentro la terra o anche da qualche parte per aria, dove la borsa è cementata a qualcosa. All’interno ci sono le singole celle, e ognuna di queste celle è destinata ad avere un uovo deposto all’interno.

 

Questa è dunque la storia delle vespe. Come potete immaginare esse sono molto esposte alle intemperie. In primavera, quindi, ci sono molte meno vespe di quelle che c’erano l’anno prima, ma ciò non ha alcuna importanza: basta che rimangano una o due femmine che vivevano in uno di quei nidi. In inverno, cercano qualche nascondiglio dove poter vivere come una femmina qualsiasi e vi vanno in letargo. Una tale femmina esce dal suo nascondiglio in primavera ed è solo per deporre le uova. La vespa femmina depone le uova in primavera. È strano: da tutte queste uova, in primavera nasceranno delle vespe molto speciali. Quelle vespe che si schiudono là fuori in primavera, si allevano da sole crescendo molto velocemente; in realtà non hanno celle, cosí devono schiudersi dalle uova senza cellette, iniziano immediatamente a costruirle e a volare in giro in grandi sciami per cercare ovunque i mezzi con cui il loro nido può essere adeguatamente costruito. E cosí questo lavoro va avanti per tutta l’estate: è allora che costruiscono le celle.

 

Vespa femmina e vespa operaia

Vespa femmina e vespa operaia

 

Queste vespe che emergono dalle uova depositate provvisoriamente in primavera hanno una caratteristica molto specifica: sono tutte asessuate, non possono riprodursi. Queste vespe non si riproducono, non hanno alcun organo sessuale; questi sono cosí atrofizzati che non si può nemmeno pensare che possano riprodursi. Quindi la prima cosa che la vespa fa in primavera è creare un esercito di lavoratori senza sesso che faticano terribilmente; faticano tutta l’estate.

 

Ho conosciuto scienziati naturali che consideravano ideale di fare qualcosa del genere anche agli esseri umani: si potrebbero effettivamente avere persone senza sesso tra gli esseri umani che non formerebbero famiglie e che lavorerebbero soltanto, cosí che l’incarico della riproduzione verrebbe trasmesso solo ad alcuni, come per esempio avviene per le vespe.

 

Beh, dunque è cosí: vespe senza sesso passano tutta l’estate a sgobbare. E quando l’estate è finita, allora la femmina inizia a deporre le uova, dalle quali nasceranno a turno maschi e femmine. Di solito è anche la stessa femmina che aveva deposto prima le uova asessuate. Ora depone uova da cui i maschi e le femmine nasceranno in autunno.

 

I maschi si sviluppano in modo tale che sono in realtà degli esseri piuttosto deboli. Le vespe asessuate, invece, sono lavoratrici alquanto robuste. Ma i maschi nascono cosí deboli da non eccellere in niente, hanno solo il tempo di fecondare, non hanno niente di piú da fare. Si nutrono per un po’, poi fecondano e alla fine muoiono. I maschi di queste vespe hanno dunque un ruolo pietoso: nascono rapidamente verso l’autunno, sono autorizzati a mangiare molto, poi si permette loro di fecondare, infine deperiscono per il loro stesso stile di vita e muoiono. Questa è l’ultima cosa che fanno.

 

Ragno femmina che uccide il maschio

Ragno femmina che uccide il maschio

 

Per alcune vespe, i cui maschi hanno una vita un po’ piú dura, succede qualcosa di abbastanza curioso. Succede che prevalga un’usanza simile come per certi ragni, ma questa è solo un’ecce­zione. Per certi ragni c’è infatti qualcosa di molto strano. Vedete, per questi ragni il maschio è considerato dalla femmina come se fosse lí solo per la fecondazione. I maschi possono avvicinarsi alle femmine solo quando sono pronti per la fecondazione. Prima le femmine non permettono a questi maschi di avvicinarsi a loro prima che siano pronti per la fecondazione. A volte è cosí, mentre come ho detto non lo è per le vespe, ma solo per i ragni. Però come eccezione succede a volte anche per le vespe; in altre parole, riguardo ai ragni, che sono anche loro animali inferiori, possiamo attirare l’attenzione sul fatto che accade a volte qualcosa di piuttosto strano: quando la femmina diventa consapevole che un maschio pronto sta arrivando, essa si mette in un posto per il maschio difficile da raggiungere, posto da cui sarà ancora piú difficile ripartire. E aspetta, permette che avvenga la fecondazione e poi lo lascia allontanarsi un po’. Poi la femmina lo raggiunge, gli salta addosso e lo morde a morte. Ecco dunque che la femmina stessa si occupa del compito di uccidere il ragno maschio. Per alcuni ragni è cosí. Pensateci, quando il maschio ha terminato il lavoro, deve essere morso a morte: ha svolto la sua funzione.

 

Con le vespe, di solito succede che i maschi muoiano di loro stessa iniziativa, perché si sforzano cosí tanto nella loro attività che non hanno piú forza e muoiono. Nella stessa epoca muoiono anche le vespe asessuate. Dopo aver sgobbato tutta l’estate, muoiono tutte in autunno. Vespe asessuate e maschi muoiono in quest’epoca, restano solo le femmine. Il freddo invernale ne fa morire un gran numero, ne restano solo alcune che hanno trovato dei rifugi sicuri; vi restano fino a primavera, depongono delle uova e tutto ricomincia. Riassumendo, solo le vespe asessuate nascono in estate e all’avvicinarsi dell’estate, ed è soltanto in autunno e all’avvicinarsi dell’inverno che nascono delle vespe capaci di riprodursi.

 

Beh, vedete, questi sono fatti che devono essere osservati. È molto importante che lo si metta insieme ad altri fatti, perché ci mostra come la vita sessuale degli animali sia legata alla stagione del­l’anno; la vita sessuale degli animali è fortemente legata al corso delle stagioni.

 

Supponiamo che sia estate. Allora, la terra è esposta all’effetto del sole, all’azione del sole. Il sole manda la sua luce e il suo il calore sulla terra. E se ci si espone direttamente alla luce del sole, allora semplicemente si suda: si nota quindi l’azione del sole solo dal modo in cui ci si sente. Ma né il castoro né la vespa, la vespa femmina, sono direttamente esposti alla luce del sole; sono sempre all’interno di qualche cavità. Cosí si godono solo la luce e il calore del sole che la terra dà loro quando sono dentro i loro nidi. Da questo ottengono proprietà molto specifiche per l’inverno. Pensate un po’, le vespe ricevono per l’inverno la capacità di generare delle vespe atte alla riproduzione.

 

Ma questo cosa significa, signori? La vespa femmina è esposta al calore e alla luce del sole per tutta l’estate e produce vespe senza sesso. Allora si può dire: dunque il sole opera in modo tale che in realtà distrugge praticamente il sesso. C’è qualcosa di abbastanza ovvio in questo fatto: il sole con il suo calore e con la sua luce, che vengono riflessi dalla terra, agiscono in modo tale da distruggere la sessualità, e quindi, quando arriva la primavera e il calore del sole e la luce del sole vengono su di loro, le vespe producono vespe senza sesso. Solo quando ritorna l’inverno, quando il calore e la luce del sole non hanno piú la stessa potenza, allora le vespe hanno il potere di produrre organi riproduttivi nella loro prole. Con questo si vede chiaramente l’influenza sicura che ha il corso dell’anno.

 

E se ora passiamo dalla vespa al castoro, allora dobbiamo dire a noi stessi: caspita, questo castoro è un animale terribilmente strano e flemmatico! Ottuso e flemmatico al massimo grado. Bene, ma dove rimane tutta l’estate? Rimane solitario in una grotta nella terra, lasciando la luce del sole e il calore del sole operare nel suo corpo per tutta l’estate, in modo da assorbirli direttamente nel suo corpo. E in autunno, quando ha finito di assorbirli, comincia a cercare i suoi simili per diventare esperto con loro. Applica un’intelligenza che non ha come individuo. Allora i castori diventano improvvisamente intelligenti e si riuniscono. Non potevano naturalmente costruire tutti questi villaggi di castori individualmente. E già il loro primo passo, quando scelgono il luogo, dimostra un’intelligenza.

 

Sí, questo vi mostra chiaramente quello che vi ho detto l’altro ieri: La saggezza, se è in un essere, deve prima essere raccolta come l’acqua quando viene messa nelle brocche. Perché, cosa fa il castoro mentre è nella sua villa estiva, come un eremita? Il castoro accumula luce e calore solare. Questo è quello che diciamo perché noi percepiamo solo la luce e il calore del sole. In verità, è lí che accumula il suo pensare. Il pensare affluisce dall’esterno con la luce e il calore del sole sulla terra. E il castoro lo raccoglie; e adesso che ce l’ha, si mette a costruire. Cosí con l’esempio del castoro possiamo vedere nella realtà quello che vi ho presentato l’altro giorno come un’immagine.

 

La coda castoro

La coda castoro

 

Qualcosa diventa ora comprensibile anche per noi, cioè la coda del castoro. Confrontate quello che vi ho detto sulla coda del cane, che è in realtà l’organo della gioia, l’organo dell’anima. Ecco perché scodinzola quando prova piacere per qualcuno. Sí, con il castoro è cosí: in questa coda, che non usa come strumento, ma che è formata molto artisticamente, ha l’intelletto raccolto nel suo interno. Con essa si dirige. Ciò significa che sono in effetti il calore e la luce del sole che lo fanno dirigere. Sono nascosti in essa, trasformati in pensieri. In realtà questo è il cervello collettivo della colonia di castori.

 

Tutte queste code rappresentano dunque ciò attraverso cui agiscono la luce e il calore del sole. Quin­di non vengono usate come uno strumento fisico. Vengono usate le zampe anteriori e i denti come strumento fisico. Ma questo è ciò che funziona, cosí come funziona quando hai un gruppetto di uomini e fra loro c’è uno che guida tutto il gruppo. Questo guida il processo. Cosí è il sole, che in inverno, attraverso le code dei castori, costruisce i loro villaggi. È la mente che viene sulla terra con la luce e con il calore del sole e si mette a costruire.

 

Naturalmente, ciò che scende come anima e spirito dell’universo ha un effetto su tutti gli altri animali e quindi anche sulle vespe. Ora, cosa fa alle vespe? Nel caso delle vespe, ha l’effetto che, quando la vespa femmina è esposta al sole – cioè all’effetto terrestre del sole, perché ne gode in una cavità – allora nella progenie si distrugge la forza di poter autogenerare di nuovo una prole. La vespa produce animali senza sesso, deve produrli sotto l’influenza del sole. E solo quando non è cosí fortemente esposta al calore del sole, in autunno, quando è ancora viva, non intorpidita come in inverno, allora si sviluppa in essa il potere di far nascere animali con il sesso.

 

Da ciò vediamo di nuovo chiaramente questo: quello che viene direttamente dalla terra produce le forze sessuali, quello che viene dall’universo produce l’intelletto e uccide le forze di riproduzione. E cosí si crea un equilibrio. Quando la vespa è piú esposta alla terra, allora sviluppa le forze sessuali. Quando la vespa è piú esposta al cielo – se posso ora usare questa espressione – allora non sviluppa forze sessuali, ma produce animali senza sesso. E gli animali senza sesso hanno ora l’intelligenza per costruire l’intero nido di vespe. Chi costruisce il nido di vespe? Lo costruisce il sole attraverso gli animali senza sesso!

 

Questo è qualcosa di molto importante, signori: in verità è l’intelligenza che scorre sulla terra dal sole che costruisce il nido di vespe sulla terra, cosí come la tana del castoro. Questo lo si vede chiaramente quando si mettono insieme i fatti. Ecco perché vi ho detto che tutti i pensieri che l’uomo fa dopo aver osservato qualcosa, non aiutano. Solo quando si mettono insieme e si paragonano i fatti, allora si ottiene una visione che ha un minimo di sostanza.

 

Se tante cose non hanno né capo né coda, è perché le persone considerano i fatti isolati. Si dicono: ebbene, se si vuol conoscere il castoro, osserviamolo e poi riflettiamo per spiegare com’è la sua vita. Cosa ci interessa la vespa se ci occupiamo del castoro? La realtà è che non si imparerà niente se non si osserva un animale cosí diverso dal castoro come la vespa, perché si scopre che i nidi delle vespe sono fatti con quell’intelligenza che giunge a noi con il sole. Lo si può notare ancora meglio con il castoro quando è addomesticato – cioè, non è necessario addomesticarlo perché è flemmatico – ma quando è in gabbia: quando il sole in qualche modo non ha piú un effetto cosí forte, la terra ha un effetto su di lui, e allora inizia la sua attività invernale. È allora che mastica i fili delle gabbie. Ha, come si dice, un istinto in lui. Chiunque può dire “istinto”, è solo una parola. Tali parole sono sacchi in cui si mette tutto ciò di cui non si sa nulla. Se si vuole spiegare qualcosa come l’istinto, allora si deve dire: beh, c’è il sole. È cosí, signori! È in questo modo che si arriva davvero a riconoscere, grazie ai puri e semplici fatti, come l’intero mondo-ambiente della terra ha un effetto sugli esseri viventi.

 

E ora non sarete piú sorpresi che venga fuori un americano a dire: «Sí, è cosí per l’uomo, nei mesi da dicembre a marzo nascono quelli che riescono a capire piú facilmente». Questo è però diventato molto complicato negli esseri umani. Per gli esseri umani è cosí, che tutto in loro è predisposto a diventare indipendente da quello da cui gli animali dipendono ancora. E quindi dovete pensare cosí: le persone che nascono tra dicembre e marzo, sono il frutto di una fecondazione avvenuta tra marzo e maggio. Risale dunque alla primavera. Cosí queste persone sono state concepite nove mesi prima, in un periodo che va da marzo a maggio, dunque proprio all’arrivo dell’estate. Secondo tutto quello che vi ho spiegato oggi, allora il sole ha un effetto sempre piú forte. Quindi cosa fa? Fa che mina in qualche modo le forze sessuali nell’uomo – l’uomo è piú indipendente degli animali – e queste forze sessuali minate diventano forze intellettuali. Per questo un individuo nato in quest’epoca ha piú facilità ad apprendere. Coloro che nascono in estate devono da parte loro darsi da fare maggiormente per sviluppare la loro intelligenza. Questo può succedere, naturalmente. Ma è cosí: l’essere umano è predisposto in modi diversi. Coloro che nascono in primavera e coloro che nascono in inverno hanno una predisposizione piú facile alla forza dell’intelligenza rispetto a chi nasce in altri periodi.

 

Bisogna sapere tutto questo per equilibrare le cose con l’educazione. Si può fare negli esseri umani. Ma non si possono addestrare le vespe a produrre animali senza sesso e a costruire nidi di vespe in inverno. E non si possono educare i castori ad allestire i loro villaggi in estate. Ma si può educare l’uomo in modo che, come si dice, superi la natura fino a un certo punto. E da questo si può vedere che ciò avviene in modo diverso negli esseri umani che negli animali. Negli animali, l’anima-spirituale dipende interamente dallo sviluppo del mondo. Dipende semplicemente dal sole che si costruiscano i nidi di vespe e i villaggi di castori.

 

E con il castoro si vede qualcos’altro. In autunno questi castori, che vivono tutta l’estate come ere­miti, si riuniscono in gruppi di due o trecento individui ed è solo allora che possono usare l’intelletto dato loro dal sole; possono usarlo in gruppo, non individualmente. Non possono realizzarlo individualmente, il lavoro deve essere fatto in gruppo.

 

Per quanto riguarda gli esseri umani, si dà effettivamente il caso che essi possano realizzare molto come individui, mentre nel caso degli animali solo dei gruppi possono farlo. Per questo in antroposofia diciamo: negli animali c’è vita animica solo in gruppi – l’anima di gruppo – mentre l’essere umano ha la sua anima individuale. E questo è molto interessante.

 

Femore umano

 

Per esempio, una volta vi ho detto com’è fatto un femore umano. Un femore in un essere umano appare come una straordinaria, raffinata e bella opera d’arte, mentre è lungi dall’essere il caso nel castoro. Ci sono delle ogive (vedi disegno) che sono costruite secondo le regole d’arte. L’in­tero essere umano è costruito in modo tale che, se lo si guarda nel modo giusto, si può dire: esso costruisce all’interno di se stesso tutto ciò che il castoro costruisce all’esterno. Secondo natura, costruisce dentro di sé tutto ciò che il castoro costruisce verso l’esterno. Cosí si arriva a porsi la domanda: da dove proviene ciò che è cosí spiritualmente, cosí artisticamente costruito nell’essere umano? Ora, se la tana del castoro deriva completamente dal sole e dal suo ambiente, allora anche la struttura interiore deriva dal sole.

 

Noi non siamo esseri della terra, siamo esseri del sole e siamo solo posti sulla terra. Per quale motivo? Beh, potete vederlo se considerate questa cosa. Dalla terra le vespe hanno il potere di far nascere animali muniti di sesso. L’uomo deve essere sulla terra proprio per avere il suo potere riproduttivo. Dall’ambiente della terra ha anche quello dell’intelletto. E qui si vede molto bene: l’uomo ha la sua mente dall’ambiente del mondo e ha i poteri riproduttivi dalla terra.

 

Si potrebbe continuare all’infinito, su come la luna sia collegata alla terra, per esempio. Ma non c’è tempo per questo oggi, approfondiremo un’altra volta. Ma vedete, è cosí che si affrontano i fatti: se li si guarda nel modo giusto, si vede come il mondo sia davvero un’unità, e anche come si dipenda dall’ambiente terrestre, che poi non è soltanto un sole che splende e riscalda, ma anche un sole intelligente, un sole sapiente. E questo è estremamente importante, perché cosí si può anche rispondere meglio alle singole domande che vengono poste in questo contesto. Vedete che il potere riproduttivo, come vi ho detto l’ultima volta, è legato al bere. Sí, è collegato in modo tale che bere un po’ non fa molta differenza, ma bere molto sí, perché? Bene, lo si può vedere da quanto segue.

 

Bere vino

 

Cos’è in realtà l’alcol? Lo si può capire dal vino, perché il vino, che da noi solo i ricchi possono permettersi, è sempre quello che è piú dannoso; per gli organi riproduttivi la birra è meno dannosa del vino. La birra ha piú effetto sugli altri organi, cuore, reni e cosí via, ma sugli organi riproduttivi l’alcol del vino, e anche naturalmente l’alcol della grap­pa, ha effetto soprattutto sugli organi riproduttivi.

 

Ebbene, signori, come si produce la sostanza che si trova nel vino e nella grappa? Si produce solo grazie all’influenza delle forze solari! Questa sostanza ha bisogno di tutta l’esta­te per arrivare a maturazione. Capite adesso perché ha una azione nociva sugli organi genitali. Vedete, il fatto è questo, che in realtà, quando si beve, gli organi riproduttivi sono esposti a qualcosa che viene loro dall’esterno in qualità di cibo e che dovrebbe essere assimilata semplicemente per mezzo del sole stesso, grazie alla luce del sole. Ed è qui che la cosa si fa ancora piú interessante. L’uomo beve ciò che il sole fa al di fuori di lui. E che cosí diventa un veleno; mentre, come ho detto prima, se lo prende correttamente, se produce da sé la sua piccola quantità di alcool di cui ha bisogno, assorbe il calore del sole nel modo giusto. Quindi l’uomo accoglie di fatto un nemico, perché ciò che entra di benefico nell’essere umano diventa veleno quando viene dall’esterno. Ve l’ho dimostrato con il fosforo. In breve, quello che è prodotto nell’alcool dal sole agisce nell’alcol perché il sole lo fa fermentare. Quando il sole viene a noi, è proprio il contrario: dobbiamo assorbire la luce e il calore esterni. Quando assumiamo internamente alcol, è per riscaldarci internamente. Lo stesso potere che quando lo usiamo esternamente è nostro amico, diventa il nostro nemico nell’alcol quando lo usiamo internamente.

 

Si trova lo stesso fenomeno nella natura. Ci sono forze in natura che da un lato hanno un effetto benefico ma dall’altro lato agiscono come veleno. Arriviamo dunque a comprendere le cose se le con­sideriamo in modo adeguato.

 

Ho voluto dirvi tutto questo perché possiate capire meglio le cose che sono collegate alla domanda del signor Erbsmehl. Meditate adesso su quanto vi ho detto. Se ci sono altre domande, sabato prossimo spero di esserci.

 

Rudolf Steiner

 


 

Conferenza tenuta agli operai del Goetheanum a Dornach il 10 gennaio 1923. O.O. N° 348 – Traduzione di Angiola Lagarde.